martedì 9 giugno 2020 20 vostri commenti

Gli occhibelli

Ricordo la prima volta che ci siamo visti.
Se non sbaglio, perché è passato tanto tempo, pensai che occhi del genere ne avevo visti pochi. La sensazione che però ricordo di più è quella della voglia continua di parlare con te. Aspettare il giorno dopo per raccontarti ancora qualcosa. Ascoltarti.
Eravamo fidanzati, non tra noi però. 
Difficile raccontare alla propria ragazza che hai conosciuto una persona, donna, con la quale parli bene e che ti farebbe piacere continuare a vedere.
In quegli anni non c’erano telefonini, ma solamente gettoni, tessere telefoniche e impianti fissi a casa, con tanto di prefisso.
Le conversazioni non erano come ora… “Ciao, dove sei?” senza presentarsi e neanche un accenno di buona educazione. Una volta ci si presentava così. “Pronto, buongiorno, casa Parodi? Sono Ernesto potrei parlare con Paolo?”. Insomma una frase di un quarto d’ora, adesso consumeremmo tutto il traffico solamente per l’introduzione.
A dover essere pignolo il nostro incontro lo dobbiamo tutto alla politica di sostegno delle famiglie meno dotate, diciamo così, di quattrini e ai ragazzi più volenterosi nello studio. Già perché con qualche lira in più, perché l’euro era molto lontano, e qualche voto in meno, non ci saremmo mai visti, mai incontrati, mai baciati.
E soprattutto amati.

martedì 2 giugno 2020 9 vostri commenti

Una triste giostra

È una triste giostra che riprende a girare. Siamo tornati alla negazione del virus di qualche mese fa, ai terribili commenti “colpisce solo gli anziani” quelli delle residenze protette. I dimenticati.
A breve sentiremo anche parlare di posti di lavoro senza protezioni perché i bilanci lo chiedono.
Confini aperti perché l’economia lo chiede.
Negare per convincere che è tutto come prima perché il popolo lo chiede.
Non potrà mai essere così, perché indietro abbiamo lasciato persone, donne e uomini che avrebbero dovuto essere curati e non abbandonati.
Perché ci sono ancora persone che non possono permettersi nemmeno di sfiorarlo questo virus.
Perché le residenze protette sono blindate e i centri di riabilitazione a breve riapriranno e al posto di un sorriso i ragazzi disabili vedranno una mascherina e degli occhiali protettivi e forse quando disponibili i guanti.
Si dimenticano in fretta i blindati di Bergamo che trasportavano bare, perché la frenesia di questa società deve sempre accelerare senza trovare nemmeno tempo di indossare una mascherina.
Una solidarieta, che dura il tempo di un download per scaricare l’app per prenotare il posto in spiaggia.

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