lunedì 28 gennaio 2013 29 vostri commenti

Italiani con la Memoria corta

Sembra un sogno, incubo, ricorrente quello che abbiamo vissuto ieri, giornata della Memoria. Una sorta di remake, con meno capelli e più plastica quello offerto ieri da B. con la sua uscita su Mussolini,  che aveva già offerto agli italiani, e non solo lui, anni fa.
Scandalo. Rabbia. Furore, indignazione e vergogna.
Tutto questo e anche di più come potere immaginare, appena letta quella frase, e aggiungo stanchezza di dover parlare ancora di questo essere che blocca un paese da troppi anni.
La cosa che ci dovrebbe far riflettere sia anche  un'altra, quella che non ci vogliamo dire ovvero che molti italiani purtroppo la pensano così. 
Alzi la mano chi non ha mai sentito dire... e però in quel periodo si potevano tenere le porte aperte che nessuno ti rubava in casa... e però ha messo le pensioni... e però ha bonificato l'agro pontino... e però andava nei campi a lavorare con gli agricoltori... e però i treni arrivavano in orario.... e però... potrei andare avanti per ore.
Quante volte abbiamo assistito ad uscite del genere fatte anche da italiani qualunque, senza pensare che  magari in quel periodo mentre qualcuno prendeva il treno in orario in un angolo vicino una squadra di picchiatori fascisti trucidava un uomo reo solo di voler esprimere la propria opinione.
E' un po' come se un idraulico venisse in casa mi sistemasse la lavatrice però appena finito il lavoro iniziasse a  inseguire me e tutta la mia famiglia e i vicini dicessero "beh però ha fatto delle buone cose".
Ci sarebbe anche molto da dire sul luogo comune delle "buone cose" fatte dal fascismo ma evito... aggiungo solamente che questo ometto plastificato ha cambiato il paese, in maniera davvero inquietante, e chissà davvero quanto ci vorrà per tornare ad una normalità. Inoltre, bisogna aggiungere che gli italiani storicamente hanno sempre un po' assomigliato a B. era come se lo aspettassero, uno così lo avevano già sostenuto in un ventennio di fascismo e vergognosa violenza, molti hanno aspettato la fine della guerra per dichiararsi antifascisti quando 5 minuti prima erano in piazza Venezia, poi hanno dato un mandato di 40 anni ad una Democrazia Cristiana che ha anestetizzato il paese, per poi riattendere a braccia aperte un altro uomo della provvidenza, uno di quelli che si fa fotografare mentre taglia il grano (inteso come soldi questa volta), uno da grandi  opere, un prestigiatore che nella mano sinistra ti fa vedere il pane moltiplicato mentre con la destra strozza la democrazia. 
Insomma uno che ha fatto "cose giuste".
giovedì 24 gennaio 2013 15 vostri commenti

Qualcuno lo era...

A volte parliamo di momento, di periodo, di strani giorni, mesi ma poi a pensarci bene sono anni. Per tante volte probabilmente ci siamo guardati in faccia con amici seduti ad un tavolo di un ristorante con davanti una grappa a sancire la fine di una cena, o magari a casa dove il pasto si può ancora accompagnare con qualche sigaretta. E quella domanda che tante volte ci siamo fatti.
Ma è davvero così assurdo pensare che servano idee di sinistra?
Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri diceva Gaber e io lo credo davvero. Se davvero essere di sinistra vuol dire anche questo, è davvero così brutto esporsi, dire cose di sinistra, proporle, lottare per loro, incazzarsi, gridare, spiegare, scriverlo ovunque e anche perdere è chiaro piuttosto che strizzare l'occhio sempre a quello che naviga in acque centriste sicuramente più calme.
In questi ultimi anni sembra che confessare le proprie idee di sinistra sia diventato un problema, sia una macchia da cancellare, ideali assurdi, indifendibili. Abbiamo visto persone che probabilmente hanno fato ricorso a Photoshop per rimuovere vecchi pugni chiusi alzati al cielo.
Ora assistiamo ogni giorno a dichiarazioni che per cinque minuti sembrano assomigliare a qualcosa di sinistra ma che dopo poco rimbalzano e passano dalla parte opposto. Dobbiamo sentire dire da Bersani che no non ci sarà una patrimoniale i ricchi possono stare tranquilli, anzi forse ci sarà, no credo di no. Dobbiamo sentire Vendola dire che tutto sommato con Monti, quello che ha messo una come la Fornero al Lavoro, quello che ha definito i giovani poco attivi e tutto quello che sappiamo, proprio con lui si può parlare aggiungendo il giorno dopo però solo sulle riforme. Dobbiamo vedere Rivoluzione Civile che è riuscite a mettere al suo interno la "ballerina" della politica IdV che è lontano parecchio da essere vicino a qualcosa di sinistra.
Di quello che sta dall'altra parte, M5S compreso, è inutile che dica qualcosa, già sapete.
Forse va di moda così, una moda che dura da anni. E' un po' come dire "la soluzione ci sarebbe, si starebbe tutti meglio ma non possiamo dirla e metterla in atto", non si può è troppo di sinistra. 
Quindi metto da parte questi, non tutti sia chiaro, professionisti della politica per ricordare un uomo, un operaio, un sindacalista che 34 anni fa morì nella mia città assassinato dalle Br perché doveva tacere. 
Guido Rossa.
Un uomo che difese le proprie convinzioni pagando di persona, lasciato solo. Perchè le proprie idee non dovrebbero mai essere nascoste, ma difese.

martedì 15 gennaio 2013 26 vostri commenti

Manifesto prossimo

Alla fine tutto sommato non ci vuole poi tanto. Stesi su un divano guardando il soffitto, oppure in moto fissando costantemente il paraurti della macchina davanti, a passeggio come uno zombie per le vie della propria città, ascoltando una canzone guardando le gocce della pioggia cadere lentamente giù sul vetro con minime interruzioni di percorso come a volerci dimostrare che esistono e che dobbiamo guardarle.
No davvero non ci vuole poi tanto per accorgerci di quanto andiamo veloce durante il giorno, quanta frenesia mettiamo nella maggior parte delle cose che facciamo, quanta poca importanza diamo a quelle più piccole che magari per un attimo ci passano davanti e snobbiamo o addirittura scansiamo.
Un amico che passa e che per la fretta liquidiamo con un "che piacere" che non riusciamo nemmeno a terminare.
Una foto che ci ricorda come eravamo 10 chili fa.
Le parole di una canzone che per troppo tempo abbiamo dato per scontate, ma che alla fine diventano la colonna sonora della nostra vita che blocchiamo andando su un'altra frequenza.
Visi sui quali ci soffermiamo troppo poco tempo quasi a non ricordarsi la loro forma neanche qualche minuto dopo.
Rincorse che continuiamo a prendere per fare il salto sempre più lungo, per raggiungere magari quello che ci sta davanti che come noi ansima e si lamenta ma a sua volta non molla perché davanti a lui c'è uno da raggiungere e un salto da superare.
Persone, cose, volti, suoni, colori, voci che passano alla nostra destra e alla nostra sinistra riportandoci alla mente quei momenti in qui da piccoli appoggiavamo la testa al finestrino del treno e con lo sguardo fisso osservavamo sfrecciare via tutto senza forma, con colore unico e un suono continuo, monotono.
Non ci vuole poi tanto a rallentare, gustare e ascoltare, scendere per un po' spostare leggermente la nuca indietro e accorgersi di ciò che per anni è stato sopra di noi, che mai e poi mai avevamo visto.
Tutto qui.
Intanto, da qualche parte c'è chi vive, chi possiede tempo e a noi lascia l'orologio.

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