lunedì 24 ottobre 2016 18 vostri commenti

Dizionario del potere

Le parole sono importanti, Moretti ci aveva avvisato. Purtroppo però la loro proprietà è passata da parecchi anni in mano a chi detiene il potere potendo fare così un abuso sfrenato.
Mi viene in mente, ad esempio, la parola che in questi mesi stanno utilizzando per la baraccopoli di Calais. Giungla. Guardando le immagini dalla Francia mi viene il sospetto che la vera giungla sia nel nostro quotidiano.
Per non parlare del Job Act. Ovvero Atto per il Lavoro, provvedimento quindi che dovrebbe farlo aumentare o magari migliorare le sue condizioni attuali. Le statistiche sono alla portata di tutti quindi è inutile che vada oltre.
Vogliamo parlare del Contratto a tutele crescenti? Dove per tutela si intende la possibilità di essere tranquillamente licenziato e nel caso di una vittoria in aula ottenere sono una somma come risarcimento.
D'altra parte siamo il paese che si è fatto scippare l'esclamazione Forza Italia e che ha visto per anni il Partito delle Libertà sventolare questa bandiera con una mano mentre con l'altra votava provvedimenti da Repubblica delle banane. 
Come non citare il Porcellum e la Rottamazione.
Chissà cosa ci riserverà il futuro, prima o poi dovremmo girare con il vocabolario del perfetto suddito  nelle mani per rispondere in maniera adeguata, in un paese in cui l'unica cosa che rimane invariata sembra essere il consenso verso il potente di turno.
venerdì 21 ottobre 2016 19 vostri commenti

Razzismo privato

Due questioni oggi mi hanno fatto scuotere la testa che in questo periodo è sempre in movimento di certo non per cose felici o notizie che ci passano davanti agli occhi.
La prima è quella dell'imminente sgombero della cosiddetta giungla di Calais e la presa di posizione netta dell'ormai distante Gran Bretagna. Un provvedimento preso da un tribunale che vedrà con tutta probabilità quasi 1300 bambini mandati a destra e sinistra e profughi rispediti al mittente.
La seconda è il caso del Liceo Marco Polo di Venezia dove a quanto pare dovrebbe esercitare il ruolo di "insegnante", messo tra virgolette in maniera emblematica, una professoressa di cui non faccio nemmeno il nome che nel mare infinito dei social network scriveva e scrive cose del tipo "ammazzateli tutti", "bruciateli", "perché li avete salvati" riferendosi ai profughi con tanto di simboli fascisti.
Vita privata? Libertà di espressione?  Forse davvero come ho letto in giro questa donna meriterebbe solamente di non essere considerata, ma credo che in quanto insegnante, maestra o professoressa una persona debba essere portatrice sana di principi di democrazia dentro i quali non possono non esserci la solidarietà e l'accoglienza verso chi si trova in situazioni peggiori delle nostre.
Visto che parliamo di un'insegnante che inneggia anche alla grandezza del fascismo dovrebbe allora rivedere qualche libro di storia alla voce colonialismo, quando noi italiani per metterci alla pari delle altre nazioni giocavamo a fare gli imperialisti andando in casa d'altri.
Queste storie hanno un comune denominatore, l'odio per chi è diverso, la paura che è sempre più alimentata dall'individualismo che possiamo vedere in ogni posto anche nel nostro quotidiano.
Dovremmo saltare la staccionata e provare a metterci in scarpe diverse, guardare il mondo attraverso una rete di un campo profughi non da una televisione a 55 pollici, poi forse allora potremmo anche incominciare a capire.
Forse.
martedì 11 ottobre 2016 30 vostri commenti

Mi informo ergo sono

La mia scelta rispetto al referendum la sapete già. Però non vorrei parlare di contenuti ma del fatto che purtroppo in questo paese, e non solo direi, si riesce raramente a parlare dei problemi reali. Ormai la sfida sul quesito sembra ridotta ad una manichea scelta tra Renzi o i suoi avversari. 
Ciò che penso su Renzi direi che non è il caso nemmeno di ripeterlo, per quanto riguarda Salvini e company direi pure. Chi in questo momento decide per il NO o per il SI solo perché da una parte di sono i 5stelle o perché è contro Renzi, oppure perché non riesce ad avere la stessa idea di Salvini (ne ha?!?!?) compie un enorme errore.
Democrazia significa anche leggere e decidere con la propria testa, credo che l'obiettivo di molti politici sia proprio quello di evitare il confronto, anche con le piazze, ridurci sempre di più a semplici notai del consenso. I referendum, anche se in passato sono stati organizzati per motivi futili, sono sempre dei momenti importanti dove possiamo esprimere una nostra opinione. Se non riusciamo a capire questa cosa abbiamo perso in partenza, a prescindere da Renzi o Salvini.
Leggete, informatevi e discutete non fermatevi ai titoli o alle dichiarazioni di chi vorrebbe mettervi in un cassetto senza chiave.
mercoledì 5 ottobre 2016 13 vostri commenti

Non desiderare l'acqua d'altri

Succede anche questo nel nostro paese e precisamente nella mia città, Genova. La prefettura assegna un appartamento  ex biblioteca universitaria in via XX Settembre, strada centralissima, a 9 profughi, tra cui 3 donne incinte e due bambini di pochi mesi. 
Potete immaginare il finimondo scoppiato e cavalcato politicamente dalle destre con i soliti proclami "prima gli italiani" e via di seguito. Il tutto sempre accompagnato dalla solita ipocrita frase "non siamo razzisti ma...". Per non citare l'indignazione rispetto al fatto che si mettono dei profughi nel salotto bene della città.
Seconda puntata della sit com vergognosa. I condomini del palazzo in riunione votano a maggioranza (17 a favore, 3 contrari) per non consentire l'allacciamento dell'acqua visto che in quell'appartamento mancava l'attacco diretto.
La bestialità delle persone ha raggiunto livelli inenarrabili, molto probabilmente gli stessi che si sono seduti ed hanno alzato la loro manina per votare contro l'allacciamento domenica prossima potrebbero essere in prima fila ad ascoltare il vangelo dove esattamente non ricordo di aver mai sentito dire NON DATE L'ACQUA A CHI NE HA BISOGNO.
Non ce la facciamo a restare umani.
martedì 4 ottobre 2016 17 vostri commenti

15 minuti di democrazia

Il dissenso credo stia alla base di una democrazia. Tirarsi fuori, esprimere la propria opinione sono tutte cose che a mio parere misurano lo stato di libertà di un paese o di un gruppo che sia. Tutto ciò ancora di più quando nelle parole di chi esprime un parere differente non si sconfina nell'insulto.
Le parole di Beppe Grillo riferite alla fuoriuscita di Pizzarotti sanno di disprezzo verso chi ha un'altra idea e non si allinea con li capo. La frase "15 minuti di celebrità" detta da chi proprio su quella cosa ha basato gran parte del successo, e dei soldi, degli ultimi anni fa sorridere.
Il problema è che non possiamo più permettercela una risata in un momento in cui chi la pensa diversamente viene messo alla porta, ghettizzato, in un mondo dove anche nella nostra quotidianità siamo accerchiati dagli Yes man pronti a stendersi come tappetini pur di avere un posto al sole.
Gli zerbini che conosciamo noi, al contrario, non sono mai messi fuori dalla porta.
A volte spero in 15 minuti di democrazia.

Latest Tweets

 
;