lunedì 25 novembre 2019 9 vostri commenti

Basta



Adesso basta vantarsi delle allerte azzeccate, basta col presenzialismo in televisione vantandosi del lavoro che poi tra l’altro fanno gli altri, protezione civile, pompieri, forze dell’ordine e volontari.
Questo paese ha bisogno di una politica seria che metta in sicurezza il territorio di tutta la nazione, ha bisogno di cittadini che diano la giusta importanza al problema ambientale che esiste e che ci sta mettendo a dura prova da parecchio tempo. 
Un paese che sta sprofondando ma che continua a gestire solamente le emergenze, che continua a contare morti e dimentica nel giro di una pagina di calendario. 
Ora basta.
martedì 19 novembre 2019 14 vostri commenti

Non si ferma

Amo il calcio. 
Sono dentro questo sport da 38 anni, ho iniziato a giocare a 6 anni. Le prime scarpette e quel campetto di calcio in gomma me lo ricordo ancora. Ogni volta che ci ripasso davanti il pensiero va a quegli anni, ai sogni di un bambino con il suo pallone che in quel momento è solo ed esclusivamente suo e non lo vuole dare a nessuno. 
Faccio l'allenatore da vent'anni quasi, ho sempre cercato di insegnare ai ragazzi e ragazze i valori dello sport, il rispetto dell'avversario, la cultura della sconfitta, il senso del gruppo e della fatica per raggiungere un traguardo. Ci sono stati anni belli, fantastici e indimenticabili, ma anche quelli anonimi o brutti da accantonare come in tutte le cose. 
Ora però fatico. 
Credo che prima o poi scenderò da questo treno impazzito che ha perso da tempo la giusta direzione, che ha a che fare purtroppo anche con i progetti assurdi di genitori, parenti o affini che vedono nel calcio una possibilità di carriera. Ma soprattutto per quanto riguarda tutto il contorno che spesso è fatto di rabbia repressa portata sugli spalti e maleducazione sventolata ai quattro venti. 
Leggere la notizia dell'ennesima aggressione verbale ad un arbitro, questa volta in Sardegna, una ragazza di 17-18 anni che dirigeva una partita di Giovanissimi, ovvero ragazzi di 13 anni, fa male al cuore e fa venire voglia di smettere, di gettare la spugna. 
Dovrebbe far riflettere tutti gli addetti ai lavori e non solo. Purtroppo anche questo fatto passerà come molti altri, finendo nel dimenticatoio presto. Quando invece ci vorrebbero prese di posizioni della federazione, stop dei campionati, allontanamento definitivo di tecnici dirigenti violenti, allontanamento dai campi di parenti scellerati.
Ma è un treno impazzito, come ho detto.
E non si ferma.
martedì 12 novembre 2019 26 vostri commenti

Vita

La vita è bella, diceva Trotsky e non solo. 
E' anche bastarda, quando meno te lo aspetti, ti sorprende a volte con delle notizie meravigliose, nuovi arrivi, attimi di felicità indescrivbile con spinte di adrenalina a mille. Anche momenti di pioggia infinita, di nubi e di orizzonti che sembrano non vedersi mai. 
Ieri in poche righe un'amica vera, meravigliosamente vera, mi ha confidato un suo problema di salute. Lettere e parole come macigni, come pugni in faccia ripetuti. Ho barcollato ma poi ho desiderato che sentisse subito la mia voce per farle sapere che può contare su di me, per quel che può valere. 
Sono cose che in pochi secondi ci riportano con i piedi per terra, piantati al suolo e che rimangono ahimè impresse nella mente.
Una mente che purtroppo vaga, quando arrivano certe notizie, che ripensa ancora di più a coloro che  non ci sono più, che ci hanno lasciato troppo presto.
Ma l'azzurro del cielo spesso si intravede tra le nuvole. 
Lo sguardo è fisso in alto, e la speranza non bisogna mai farsela sfuggire. 

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