giovedì 30 ottobre 2014 10 vostri commenti

Manganelli preventivi


Insulti a chi va in piazza...
Accuse  su tessere false...
Attacco al diritto di sciopero...
Attacco all'articolo 18...
Controlli video sui posti di lavoro...
Accordi con l'alta finanza...
Strette di mano con Marchionne...
Umiliazione dei lavoratori...
Il risultato lo abbiamo visto... con tanto di firma di manganello.
Chi vuole protestate è avvisato.

"In questo paese di ladri basta picchiare chi paga le tasse. E’ una vergogna. Il governo deve rispondere adesso: dica qualcosa invece di fare slogan del cazzo. Chiedano scusa ai lavoratori. Questo Paese esiste perché c’è la gente che lavora. Hanno rotto le scatole, noi che lavoriamo dobbiamo essere picchiati da chi per vivere deve lavorare? Se la prendono con gli unici onesti? Ma come siamo messi! Nessuno si è fatto sentire, non siamo mica alla Leopolda noi"
Landini
mercoledì 29 ottobre 2014 13 vostri commenti

Giovani al potere

Uno vorrebbe parlare di tante cose ma quando si trovano sui giornali certe dichiarazioni in stile berlusconiano o renziano (ormai sono sinonimi) della Picierno, eurodeputata del Pd, classe 1981...

"Sono rimasta molto turbata dalle parole di Camusso che dice oggi a qualche giornale che Renzi è al governo per i poteri forti. Potrei ricordare che la Camusso è eletta con tessere false o che la piazza è stata riempita con pullman pagati, ma non lo farò"

...intanto ci dispiace per il suo turbamento ma probabilmente non dipende dalle dichiarazioni della Camusso. Forse la Picierno ha ancora in mente le sue parole di elogio nei confronti di Ciriaco De Mita che più volte ha definito come mito e sul quale ha fatto anche la sua tesi di laurea.
D'altra parte parla una persona il cui segretario è al governo senza ricevere nemmeno un voto dai cittadini e fa parte di un partito con 100 mila tessere.
Berlusconi vive nelle loro parole e non solo.
martedì 28 ottobre 2014 14 vostri commenti

Ognuno ha il suo simbolo

L'importante è capirsi e soprattutto cercare di capirsi da soli.
La ministra Boschi... ma davvero è ministro?!?!...  ha detto la sua. Lei preferisce Fanfani a Berlinguer anche perché è della sua terra quindi a detta sua non potrebbe far altrimenti. Quindi meglio evitare i contenuti dell'uno e dell'altro riducendo tutto al campanilismo italiano.
Questo è un po' il riassunto della nuova direzione del Pd... dare un colpetto da una parte rimettendo il nome Festa de L'Unità, perché la gente lo chiedeva, affossando il contenuto di sinistra di quella festa... nel frattempo tirando giù dei simboli per sostituirli con altri.
Non si preoccupi la neo ministra in carriera siamo ben contenti che le preferisca Fanfani... anzi non avevamo dubbi e ci saremmo meravigliati del contrario.
Soprattutto Enrico.

"partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela."
Enrico Berlinguer

Questo non c'era scritto alla Leopolda.
lunedì 27 ottobre 2014 32 vostri commenti

Gente moderna


Dopo i discorsi della Leopolda questa mattina ero quasi intenzionato ad entrare al lavoro come questi impiegati cinesi nella foto che strisciano nel cortile della loro azienda.
Poi però ho pensato che ascoltare determinate certezze non ha prezzo...

"Il posto fisso non c'è più"

...dal Vangelo secondo Matteo. 
Una di quelle verità che gli italiani sanno da anni ormai, visto che lo sfruttamento in questo paese è camuffato da contratti vergognosi, visto che i  giovani vivono questo dramma sulla loro pelle grazie al 30% e più di disoccupazione. Ma questa è una dichiarazione di avvertimento. Come dire accontentatevi di quello che avete, mettete via la speranza e lasciate solamente ai pochi eletti come il presidente del Consiglio la certezza del posto fisso. Un mettere le mani avanti perché di idee non ce ne sono.
Quindi evitare gli scioperi che sono antichi... d'altra parte mettendosi vicino amici come Davide Serra in quel della Leopolda si può avere la fortuna di ascoltare parole come queste...

"Esatto, va molto regolato prima che tutti lo facciano random. Se volete scioperare, scioperate tutti in un giorno: in caso contrario, chi vuole venire qui ad investire, non ci viene. Quello che voglio dire è che lo sciopero è un diritto, ma anche un costo"... "Potrebbe essere più aggressivo. In Italia siamo rimasti agli Anni 60: ma che vadano a vedere come funziona in Russia e in Cina!"

Chissà magari il signor Serra quando parla di Russia e Cina ha in mente qualcosa di specifico...


Però l'importante è che sia un buon comunicatore.

venerdì 24 ottobre 2014 21 vostri commenti

Paese che vai...


Segnatevi questo nome... Yuko Obuchi. Trattasi di una ministra dell'industria giapponese che in questi giorni è stata colta con le mani nei conti pubblici. Pare che la signora abbia speso 10milioni di yen in prodotti di bellezza. 
Circa 74 mila euro sottratti allo stato ed utilizzati per scopi personali. 
Risultato. Costretta a dimettersi e a scusarsi pubblicamente davanti al popolo giapponese con un inchino, ammettendo le sue colpe.
Ora capite bene che post come questi sono come tirare un rigore a porta vuota ( la maggior parte dei consigli regionali italiani e altro sono composti da persone indagate), quindi non mi voglio dilungare troppo e concludo dicendo solamente che da noi certe disavventure giudiziarie fanno curriculum e solitamente valgono una tessera di partito, un incarico da ministro o un riciclo in qualche comodo piano alto di un'azienda.
Sayonara.
lunedì 20 ottobre 2014 37 vostri commenti

Gratta e vinci l'educazione

Me lo ricordo come se fosse ieri. Da piccolo quando accompagnavo i miei genitori in edicola a prendere il giornale, mi guardavo attorno attirato dalle bustine con dentro giocattoli e quant'altro. Non ero uno che chiedeva sempre ma come tutti i bambini avevo le mie esigenze.
A volte venivo accontentato, quasi sempre, a volte no, come è giusto che sia con tanto di spiegazione sul perché non chiedere sempre ciò che si vede in vetrina.
L'altro ieri in un edicola ho assistito ad una scena da nuovo millennio. 
Una bimba entra con il padre...
"Papà guarda che bella questa bustina, la prendiamo?"
"Aspetta... prima giochiamo", dirigendosi verso il video poker, "e se vinciamo compriamo."
Educazione da gratta e vinci.


venerdì 17 ottobre 2014 12 vostri commenti

Diario di Genova. Una settimana

Una settimana fa le strade di Genova, ancora una volta, venivano invase dal fango. Oggi lo troviamo ancora ai bordi delle strade come ricordo di una tragedia, l'ennesima, che non dimenticheremo mai.
Questa mattina ancora tanti "angeli" con pale e picconi sulle spalle per andare ad aiutare le persone ancora in difficoltà. Genova dal punto di vista urbanistico è complicata, molti piani bassi, garage in zone impossibili, fondi e quant'altro che chiaramente sono stati invasi dalle acque.
Alcune vie si sono trasformate in mercatini a cielo aperto per cercare di vendere ciò che l'alluvione non ha portato via del tutto. Un aiuto per chi ha perso tutto, una spinta verso la ripresa.
Le polemiche continuano, si fa fatica a stare dietro a tutti gli scarica barile messi in atto, nel frattempo ieri lutto cittadino per i funerali della vittima della furia delle acque. Un'altra lapide.
Pensavo alla solidarietà che abbiamo visto in questi giorni, ragazzi che si offrivano, e si offrono, per dare una mano. Persone sconosciute che si stringono per un unico scopo, uscire dalla tragedia.
In questi giorni spesso mi è capitato di "parlare" a Greta, mia figlia di 2 mesi, guardandola negli occhi scuotendo la testa pensando al mondo che troverà. Un mondo, un paese dove chi comanda non decide e non si assume la responsabilità, dove la cosa importante è salvare il posto di potere, dove i soldi ci sono per gli armamenti e per le banche mentre per la sicurezza, la salute e l'educazione dei cittadini mancano sempre, dove si grida per apparire senza pensare ai contenuti dei propri discorsi, dove passata la bufera si tornerà a pensare al singolare.
Quindi mentre mi guardi  in tutti i tuoi 54 centimetri e 4 chili e mezzo, amore mio, mentre ridi non capendo quello che dico, spero con tutto il cuore che tu non debba mai essere chiamata "angelo del fango".
martedì 14 ottobre 2014 16 vostri commenti

Diario di Genova. Il colore del fango

Non piove e credetemi per noi oggi è davvero tanto anche se la situazione è ancora complicata e l'emergenza non è finita.
In questi giorni abbiamo visto di tutto.
La solidarietà di tutti i genovesi e anche di persone venute da fuori è sotto gli occhi del paese. Una speranza è chiaro, ma non può bastare. Perché poi alla fine come tre anni fa l'emergenza passerà e il pericolo è che torni il silenzio attorno a questa vicenda che ancora una volta è costata una vita umana e immensi danni.
Ci si domanda se tornerà mai la fiducia in quelli che amministrano, in quelli che dovrebbero vigilare sulla nostra incolumità. 
Leggevo ieri di una madre che giovedì sera, un attimo prima dell'esondazione, pregava il proprio figlio di non uscire "perché questa non è pioggia normale". La risposa, lecita, del ragazzo è stata... "ma non ti preoccupare non hanno dato l'allerta!"
Chiedono fiducia e partecipazione alla popolazione e poi il risultato è questo. La gente si fida, si informa e poi?
Ho letto post di gente che denunciava la mancanza degli extracomunitari a spalare per le strade. Parole che non meritano nemmeno una risposta, parole di un razzismo imbarazzante. Per le strade di Genova l'unico colore che purtroppo univa tutti era quello del fango.
Chiudo con un episodio surreale. Sabato mentre si spalava in un negozio di fotocopie sono arrivate tre persone a chiedere se potevano fare una fotocopia. 
Che dire... l'assurdità esiste anche nell'uomo qualunque e non solo nelle amministrazioni.
lunedì 13 ottobre 2014 24 vostri commenti

Diario di Genova... Ancora una volta


Scusate ma sarò più lungo del solito...
L'11 novembre del 2011 pubblicai questo post. "Diario di Genova/4. Di colpevoli ce ne sono".
Credetemi a rileggerlo mi sono venuti i brividi. Oggi avrei potuto ripubblicarlo pari pari. 
In questi giorni in cui abbiamo spalato fango in giro si poteva vedere di tutto. Tanti ragazzi e non solo che aiutano, si danno da fare, si propongono. Purtroppo manca una centrale organizzativa che smisti bene il lavoro dove serve di più.
Continuo a domandarmi seriamente a cosa serva la protezione civile?
Rileggendo il post che scrissi tre anni fa anche in quella situazione il capo della protezione civile Gabrielli arrivò a Genova due giorni dopo. Stessa cosa ora. E' arrivato e ha saputo dire solamente che non bisogna "crocifiggere chi ha sbagliato le previsioni".
Qui si tratta di responsabilità. Ogni volta che parliamo di differenze di stipendio ci spiegano che i dirigenti prendono più di noi perché sono responsabili. Poi accadono fatti come questi e a responsabilità non se la prende nessuno. Perché questo è un paese dove è vietato dimettersi.
Ieri conferenza stampa del ministro dell'ambiente assieme alla Pinotti, ministro della difesa, e Burlando presidente della Regione. 
Vedere quei tre mi ha fatto capire che hanno già deciso a chi dare la colpa. Ovvero al sindaco. 
Come ho detto anche Doria, il sindaco, ha le sue responsabilità e dovrebbe dimettersi... ma Burlando? Che praticamente comanda da sempre assieme agli amici del Pd?
Il direttore dell'ARPAL?
La protezione Civile?
Ora vengono qua e parlano di opere da fare... quando avrebbero dovuto farle anni fa, ma si sa i governi hanno altro a cui pensare come l'acquisto di aerei da guerra o grandi opere faraoniche.
Scusate sono incazzato.
La gente qui ormai cammina col naso per aria, guarda il cielo e allo stesso tempo cerca di non scivolare sul fango. Bisogna dribblare le carcasse delle auto ancora per strada e attraversando le vie della città si vede la vita delle gente riversata a cielo aperto visto che i loro box, le cantine e i negozi non ci sono più. Solo spazzatura.
Siamo nel 2014 e non abbiamo abbastanza mezzi per ritirare la spazzatura! Ma chiedere l'intervento di altre regioni? Chiedere di utilizzare i mezzi militari? L'esercito è arrivato dopo 2 giorni! Non ho parole. L'altro ieri alcuni ragazzi hanno bloccato la strada perchè stufi di aspettare i camion della spazzatura.
Non sono mancate scene vergognose. Un gruppo di ragazzi vedendo passare dei poliziotti senza neanche uno schizzo di fango li hanno invitati a prendere in mano una pala e spalare. Risposta. I soggetti in divisa permalosi hanno chiamato rinforzi per prendere i nomi ai ragazzi. Ma che paese è questo? Qui il video... GUARDATELO DA NON CREDERCI.
Viviamo in un posto dove il capo della protezione civile viene in città e ci prende per il culo... in un paese dove il signor Renzi manda i suoi ministri a dire che servono i lavori come se dovessero farli i cittadini... viviamo in un paese dove i soldi ci sono e non si possono spendere...viviamo in un paese dove gli assessori vanno in TV a elencare numeri e modelli che non funzionano quando nella realtà quotidiana mancano i sacchi di sabbia perché ancora oggi c'è l'allerta massimo fino a mezzanotte.
Che dire, Genova si rialzerà come ha sempre fatto, sarà difficile, ci sarà sofferenza e dolore, ci sarà ancora più disoccupazione ma si rialzerà come ha fatto dopo la ferita del G8. 
Ma siamo stanchi di avere amministratori incompetenti e strapagati.
Vi lascio con un'ultima notizia che ieri mi ha fatto venire i brividi.... il comune di Genova ha concesso ai dirigenti della protezione civile un premio in denaro per la prevenzione del rischio.
Cosa devo aggiungere...
venerdì 10 ottobre 2014 41 vostri commenti

Genova ora ha solo parole di rabbia

Questa volta non ci sono parole.
Da me tutto bene abitiamo a Marassi nel quartiere del Bisagno ma siamo in alto
La città è ancora sotto l'acqua... ancora una volta spettrale.
La rabbia che provo in questo momento credo non si possa descrivere, ancora un morto e le previsioni non sono buone.
Nessun allerta era stato dato, i punti dove da sempre i fiumi esondano non sono neanche stati monitorati ieri sera, solamente adesso è stato diramata l'Allerta 2 fino a mezzanotte.
Ci sarebbero tante cose da dire, ARPAL... SINDACO... per non parlare del fatto che dal governo per ora nemmeno una parola e il capo della protezione civile verrà solo DOMANI... ma ora lascio perdere perché ho solo parole di rabbia.









giovedì 9 ottobre 2014 12 vostri commenti

Consuma!

Obsolescenza programmata.
Detta così sembra uno di quei film con Denzel Washington, invece si tratta di un attacco continuo subito dal nostro portafoglio e dal nostro conto corrente.
Quante volte ci siamo sentiti rispondere... "ma le conviene comprarlo nuovo!".
Anni fa, molti anni fa, si cercava di riparare tutto. Oggi si butta via tutto e si compra nuovo.
La cosa buffa è che la maggior parte degli elettrodomestici passati i due anni o comunque guarda caso il periodo della garanzia... si rompono magicamente.
Piccolo guasto... 80 euro, più la manodopera 110 euro. Conviene nuova no!
La catena infinita.
Rimpiango l'arrotino che gridava sotto casa e il calzolaio che con 2000 lire ti metteva a posto le scarpe.
martedì 7 ottobre 2014 12 vostri commenti

Augusto


Stavo per compiere 17 anni il 7 ottobre del 1992.
Ricordo ancora i giornali del giorno dopo, poche parole, articoli brevi, un trafiletto in basso a destra con la sua foto e la notizia della sua morte.
Solo poco tempo prima avevo incontrato la sua voce, indimenticabile, direi unica.
Canzoni come poesie, concerti come momenti in cui stare insieme...quando insieme voleva davvero dire qualcosa.
Su tutti un episodio che ricordo, letto in qualche libro... un appuntamento, probabilmente il primo, tra lui Augusto Daolio e Francesco Guccini, per un concerto da fare in qualche parte dell'Emilia.
Tutti e due pensavano di raggiungere il posto in macchina, peccato che nessuno dei due aveva la patente.
Indimenticabile uno dei suoi ultimi concerti, che ancora conservo su una video cassetta, dopo una convalescenza in ospedale.
E poi l'immagine di mio padre che muove le labbra per accennare quelle parole... Io vagabondo.
Per sempre Nomadi.

lunedì 6 ottobre 2014 28 vostri commenti

Il prestigiatore

Prendete ottanta euro. Metteteli in una busta paga di qualcuno. Poi aumentate le tasse, senza fare troppo rumore però, e tagliate spese sociali e sanità a destra e a sinistra. Il primo gioco di prestigio è fatto.
Ora potete passare al livello due.
Prendete un Tfr, a caso, fatelo incassare prima del dovuto in modo tale che lo stipendio risulti più alto, fate in modo che in giro si sappia che siete stati voi, e mi raccomando non spiegate che quei soldi erano comunque del lavoratore, e che ciò che si prende prima dopo non si prende più. Secondo gioco di prestigio servito!
Ora potete passare al livello tre.
E tremo già...
venerdì 3 ottobre 2014 26 vostri commenti

Noi abbiam la faccia un po così


E' vero molte volte siamo chiusi, diamo poca confidenza, insomma dalle nostre parti si dice "sarveghi". 
Francamente però sentire Giletti definire Genova una città triste mi fa veramente innervosire.
Se c'è qualcosa di triste sono i programmi che questo personaggio presenta da anni e che soprattutto vanno in onda con i nostri soldi pubblici.
Genova potrebbe essere ancora più bella è vero, potrebbe essere più aperta e organizzare più eventi, presentarsi ancora più splendente, potrebbe essere anche più pulita, ma non ci sto a sentirla definire triste.. provate ad andare verso sera a Boccadasse o a Capo Santa Chiara e guardare il tramonto, salire a spianata Castelletto e guardare l'infinito intreccio di case...



provate ad arrampicarvi sul monte fasce e mirare dall'alto verso il basso questo corridoio che si stringe tra i monti e il mare, andate nel centro storico e  guardate i volti della gente, i vicoli e i vicoletti, buttatevi su per una creuza senza sapere dove porta. Sia chiaro non sono uno di quelli che difende a prescindere la propria città, come ho detto ci sarebbero tantissime cose da migliorare a partire dalla pulizia di alcune strade turistiche.
Giletti dice che siamo incapaci di cambiare.... io dico invece che purtroppo per alcuni versi Genova è cambiata anche troppo, perché cambiamento non è sinonimo di buono.
Se vogliamo trovare la tristezza lo possiamo fare parlando del lavoro che non c'è più, dei tanti ragazzi genovesi a spasso, in cerca di lavoro o costretti a lasciare la propria città, il proprio mare.
Noi siamo quelli che hanno la faccia un po così, prendere o lasciare.

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