domenica 25 dicembre 2016 18 vostri commenti

Occhio alle renne

Sono uno di quelli a cui piace il Natale. Ma nn perché si deve festeggiare per forza oppure perché comandato dalla religione. Sono legato alla tradizione in cui mi hanno fatto crescere i miei genitori. Per tale motivo cerco e cercherò di passare a mia figlia la stessa cosa.
Ripenso a quelli passati, alle tavolate infinte con altrettanti piatti. La cosa fondamentale però ero lo stare insieme, realmente. Prima le occasioni per le tavolate forse erano anche meno, adesso si mangia di più tante altre volte. Non c' erano sguardi persi sui telefonini a tavola perché gli auguri li dovevo fare dalla linea fissa e rigorosamente di mattina prima di uscire per andare al pranzo.
Ho appena finito di mettere sotto l'albero i pacchetti per mia figlia e devo dire che l'emozione è tanta perché è ancora lucido il ricordo di quando aspettavo assieme a mio fratello l'arrivo di Babbo Natale, l'ansia e quei rumori che ci sembrava di sentire.
Ora la mia è una nuova attesa, quella per vedere il sorriso di mia figlia domani mattina.
Il pensiero va anche a chi sta passando ore e momenti terribili, a quei bambini che noi grandi facciamo crescere nella guerra e nell'odio.
Auguri a tutti
giovedì 15 dicembre 2016 15 vostri commenti

Ripasso

Spesso mi domando come verrà descritto questo periodo storico-politico che stiamo vivendo ormai dal 1994. Dalla famosa discesa in campo del cavaliere nero come titolò il Manifesto durante le elezioni amministrative di Roma tra Fini e Rutelli, se non sbaglio, con tanto di dichiarazione di voto proveniente da Arcore.
Il resto lo conosciamo, Forza Italia, Occhetto impalato in televisione, la falce e martello che diventa sempre più piccola fino a sparire, la Quercia, l'Ulivo, una specie di incubo all'interno di Verde Mattina. Poi gli spot elettorali con tanto di showman che mettevano in guardia dal pericolo dei comunisti che mangiano i bambini, la Lega al governo, il decreto salva ladri, la Lega all'opposizione, l'abbraccio leghista col Pds, poi di nuovo il salto dall'altra parte, Prodi, Bertinotti che fa saltare il banco, l'elenco dei ministri berlusconiani che tremare il mondo fa, fascisti che da marte scendono al potere, le olgettine, il conflitto di interessi che non interessa più nessuno, ex estremisti di sinistra che vanno al governo o dirigono telegiornali, girotondini, popolo viola, arcobaleni e realtà in bianco e nero, primarie assurde, finti candidati, dibattiti con presentatori che contano i secondi, Veltroni che anche dopo aver perso continua a dire "il candidato dello schieramento a noi avverso", l'Africa dove non è mai andato, Rutelli o Alberto Sordi, Fini che comanda la polizia a Genova, un movimento distrutto, il silenzio, i lavori socialmente utili non si sa bene a chi, "che fai mi cacci", il modellino tirato in faccia, un comico al governo, degli elettori comici, un  comico che vorrebbe andare al governo, sempre meno da ridere, le lacrime della Fornero, i forconi, Renzi, dal gioco dei 9 all'abbraccio con Renzi, leopardi smacchiati, colloqui in diretta, era meglio di no, sondaggi on line anche per decidere il gusto del ghiacciolo, giocare all'opposizione, giocare al governo, la magia del JobAct, il silenzio del sindacato, gli italiani sempre al mare, in pensione col finanziamento della banca, operai a terra e banche salve, ministri che non restituiscono il portafoglio, referendum apocalittico.
Ma in fondo siamo un popolo di gentiloni.
mercoledì 7 dicembre 2016 19 vostri commenti

La colpa

Sono state scritte tantissime cose dopo il referendum, anche troppe direi. Ho letto commenti e articoli pieni di livore contro chi ha votato NO. In questo paese sembra non finire mai la moda di cercare nell'altro la causa dei propri errori.
Non riusciamo nemmeno ad essere maturi politicamente tanto da avere un premier che è riuscito nell'impresa di riportare dopo il ventennio berlusconiano il dibattito sulla persona e non sul contenuto delle cose. Tanto da non riuscire a ragionare sul fatto che se si va a votare un referendum si dovrebbe votare sull'argomento e che le elezioni politiche sono una cosa, che lo sono le amministrative e di conseguenza le regionali.
La personalizzazione della politica non è mai un bene da qualunque parte essa venga. L'arroganza di Renzi e dei suoi lacchè negli ultimi mesi ha toccato livelli da corsia preferenziale nel mondo di Arcore. 
Sembra che i voti che stanno a sinistra non interessino mai se non quando uno perde, e allora in quel momento scatta la caccia al comunista cattivo, fermo sulle sue posizioni che fa vincere le destre.
Invece sarebbe bene capire che la destra vince perché non si danno più speranze di sinistre, non si fanno più proposte di sinistra, i quartieri poveri sono dimenticati, i disoccupati sono dimenticati, la disoccupazione giovanile è alle stelle, il numero di laureato è il più basso d'Europa e il livello delle nostre scuole urla vendetta. 
Queste sono le ragioni che consegnano i paesi uno alla volta alla destra che non fa altro che cavalcare il malcontento, urlare che la colpa è del nostro vicino, che chi ha la pelle diversa dalla nostra è il nostro nemico e chi i muri non sono da tirare giù ma da alzare anche sul nostro pianerottolo.
sabato 3 dicembre 2016 9 vostri commenti
Tutto tace o almeno sembra. Credo di poter dire che è stata una campagna referendaria terribile, con politici di entrambe gli schieramenti impegnati ad evitare di parlare di contenuto, importantissimo, per buttarla sul "o con me o contro di me". Una campagna che rappresenta pienamente ciò che la politica italiana è diventata, in mano a personaggi che preferiscono evitare i contenuti al caldo della loro demagogia. Pochi quelli che hanno provato a portare la discussione sui contenuti, ancora qualche giorno fa su Facebook si potevano trovare post di esponenti del Si è in particolare de Pd mettere in guardia quelli del No per un possibile governo della destra. 
Se il vento che soffia in Europa dovesse arrivare anche qui, molto probabile, immaginate un governo di destra con i poteri conferiti dalla riforma cosa potrebbe fare.
Le domande da porsi sono differenti però. In un referendum del genere bisognerebbe solo parlare di contenuto e poi questo governo cosa ha ancora di sinistra? Anzi cosa ha mai avuto?
Ho sentito più volte accuse del genere "Votate come La Russa... come Salvini... etc ". Mai citare ad esempio l'Anpi schierata per il No, senza guardarsi nemmeno in casa dove c è gente come Alfano Verdini e company.
La cosa triste è che se questa riforma l'avesse fatta Berlusconi avremmo visto gente che ora milita nel Si strapparsi le vesti. Ma questo è diventato il nostro paese.
Io voterò No come sapete ed è inutile che vi citi tutte le ragioni, che non dipendono solo dagli artefici della Riforma, voterò No perché il problema di questo paese nn è la Costituzione e nemmeno la velocità del iter di una legge. No, il problema sta alla base, quelli che votano, e nelle stanze del potere, chi viene votato. Con questa Costituzione sono state fatte anche leggi fondamentali per la nostra democrazia il resto è aria fritta.
venerdì 2 dicembre 2016 7 vostri commenti

La morte cammina indisturbata


Aleppo qualche tempo fa era solamente un nome su una cartina o una cantilena sentita citare in Amici  Miei. Ora è un cimitero a cielo aperto come dichiara l'Onu, la parte nascosta della nostra vergogna, l'immagine che dovremmo avere negli occhi prima di lamentarci.
Non si tratta nemmeno più di pacifismo o di essere contro la guerra,  ma aver dimenticato completamente il significato della parola essere umano. 
Ospedali distrutti, medici che si muovono tra le macerie, malati distesi in mezzo alla strada, neonati prematuri a cielo aperto e bambini che mancano all'appello in centinaia se non di più. Quelli rimasti ora hanno perso anche chi come Anas al-Basha, ragazzo di 24 anni, cercava con una parrucca e un naso rosso di portare un po' di normalità.
Ma tutto scorre e come sempre c'è chi rimane, chi lotta, chi alimenta il proprio potere e chi si volta dall'altra parte.
martedì 29 novembre 2016 16 vostri commenti

Quegli uomini in barca

Difficile davvero scrivere qualcosa su Fidel. In questi giorni ho letto di tutto, dai professionisti del commento che in tre secondi passano da commentare l'eliminato di XFactor ad essere storici dell'America Latina,  a Saviano che prima scrive un post di otto parole mettendoci quello che aveva sentito cinque minuti prima  al bar e per poi correggere il tiro dopo una serie di insulti presi, chissà magari avrà pensato al suo libro che potrebbe avere dei crolli di vendite sotto Natale.
Per non parlare dei commenti memorabili da una parte e dall'altra con gente che fa a gara per dire chi è più comunista dell'altro.
La grandezza del personaggio storico non può davvero essere ridotta a quattro righe buttate lì, Fidel come tutti gli uomini può essere criticabile, può aver fatto degli errori, ma francamente mi domando quale di noi, quale statista non li ha fatti e non li sta ancora facendo.
Non ho difficoltà a dire che a Cuba c'era una dittatura, c'era e c'è poca democrazia, decidete voi. Ma la domanda che tutti dovremmo porci prima di parlare di quell'isola è che cosa sarebbe successo senza quegli uomini che hanno attraversato il mare per sbarcare in circa 20 e ribaltare un regime vergognoso sostenuto dagli Stati Uniti che si professavano, e ancora ora, come simbolo della democrazia. Gli esempi sono infiniti, Portorico su tutti.
Non parlerò della sanità, del fatto che i poveri del mondo vanno a curarsi a Cuba perché gli altri non li vogliono, non parlerò nemmeno dei professori universitari che in mezzo strutture che vanno a pezzi fanno corsi di studio che da altre parti te le sogni, non ne parlerò perché io a Cuba non ci sono mai stato ma ho letto le parole di chi invece ci ha vissuto.
Vi consiglio di leggere questo articolo, fatelo anche se avete odiato Fidel, o se lo avete amato, forse vi aiuterà a capire di più ciò che è ha fatto,  cosa vuol dire essere cubano e quale sarà la sfida per l'isola.
Cuba ha rappresentato per molti di noi il sogno di chi non ha voluto mai piegarsi, nonostante l'embargo continuato anche dopo la fine degli aiuti russi, contro il gigante della democrazia dietro alla porta.
Tutto il resto appartiene alle chiacchiere da social, qui si parla di storia e di orgoglio di un isola.
venerdì 25 novembre 2016 25 vostri commenti

Che non sia solo una data

La sensazione che si prova entrando in un carcere anche da libero cittadino è difficile da descrivere, sa di costrizione, di sguardi che ti seguono e non solo quelli elettronici delle telecamere. Probabilmente anche il retaggio dei film visti o dei libri letti. Tutto ciò soprattutto, come nel mio caso, quando si tratta della prima volta, ma credo che sia una sensazione che accompagni poi sempre. 
Collaboro e sono socio del Teatro dell'Ortica un'associazione di Genova che fa Teatro Sociale, quel tipo di attività che spesso viene dimenticata dalle istituzioni e spesso anche dai cittadini che preferiscono spendere di più per vedere 300 volte l'Amleto. Ci occupiamo di psichiatria, disabilità, carcere e da qualche anno anche di violenza sulle donna. 
In collaborazione con i centri antiviolenza abbiamo fatto dei laboratori teatrali dai quali è venuto fuori uno spettacolo "Double face. Donne adatte ad ogni stagione" che domani andrà in scena a Genova interpretato dalle donne e da alcuni operatori dei centri. 
Contemporaneamente però stiamo lavorando anche con i maltrattanti, assieme ai CAM, centro ascolto uomini maltrattanti, perché crediamo che non si possa trovare rimedio alla violenza se non si lavora anche con chi quella violenza l'ha commessa e magari ci vive tutti i giorni. Non parliamo solamente di quella fisica, ma di comportamenti controllanti, di modi sbagliati di volere bene ad uno persona, di parole dette per comprimere la personalità dell'altro. Per arrivare poi anche purtroppo a quella fisica.
Per questo motivo ho descritto le mie sensazioni provate la settimana scorsa quando per la prima volta sono entrato in un carcere, per interpretare con altri attori davanti ai detenuti colpevoli di violenze, alcuni pezzi tratti dal libro "Da uomo a uomo. Uomini maltrattanti raccontano la violenza." di Alessandra Pauncz, vi invio a leggerlo. Un incontro che ha permesso anche uno scambio di opinioni con alcuni addetti ai lavori dei centri antiviolenza e delle istituzioni politiche, carcerarie, della giustizia e dei carcerati.
Uno di quegli argomenti che non si possono citare nei social e nei dibattiti perché sicuramente non portano voti o commenti ripetibili, perché paga di più dare ragione al "buttate la chiave". Ecco, io credo che se una società non si decide ad occuparsi di chi "è dentro" e prima o poi uscirà, vuol dire che rinuncia ad un suo specifico compito.
Con questo non vuol dire che l'atteggiamento debba essere quello di pietismo e buonismo. Faccio mie le parole che ho sentito da un detenuto "io sono colpevole e mi merito il carcere, voglio solo cambiare", tenendo sempre a mente chi la violenza l'ha subita.
Oggi è la giornata contro la violenza sulle donne, un momento davvero importante, una settimana in cui nella mia città ci sono state iniziative di ogni tipo per ricordare ciò che succede nella porta accanto. Non deve però limitarsi ad una data, ad una ricorrenza che rischia poi di diventare un momento per citare un bollettino di guerra, ma una data di ripartenza e rinascita per tutti.

giovedì 24 novembre 2016 11 vostri commenti

Le parole dovrebbero essere importanti

Ieri sera mi sono fatto del male da solo. Ho guardato Porta a Porta per 30 minuti circa, senza vomitare, non accadeva da parecchio tempo.
Tra i presenti c'era Renzi, il ministro Lorenzin, Tosi, Meloni e un politico di Sinistra Italiana che non ricordo. Credo di aver imprecato per tutti i trenta minuti per il livello del dibattito. 
Ho sentito per ben due volte citare i malati di diabete, da parte della Lorenzin, per difendere le ragioni del Si mentre Renzi ha tirato fuori il benessere dei nostri figli per sostenere le sue tesi.
In democrazia bisognerebbe saper discutere e soprattutto argomentare determinate scelte ma ormai il panorama politico ci presenta personaggi come il presidente del Consiglio che ieri sera ha chiaramente detto di sedere a Palazzo Chigi senza essere eletto, portando questo esempio come una delle ragioni per votare Si per evitare che accada di nuovo. Qualcuno dovrebbe spiegargli che gli inciuci di palazzo vanno oltre ogni Costituzione, dipende dal livello di politica del paese, dal tipo di uomo che si è.  In altri paese quando si perde ci si dimette, qui no si cercano scappatoie.
Evito di commentare la presenza di uno come Vespa ancora sulle reti nazionali, ma non posso non parlare del fatto che ieri è stata data la colpa alla "vecchia" Costituzione per il livello della nostra Sanità, quando sappiamo benissimo che non è così, che i tagli fatti in questi anni dipendono da scelte politiche specifiche che invece ad esempio vanno a finanziare l'acquisti di armi.
Francamente non so come finirà il 4 dicembre, so per certo però che questo paese è sempre più senza speranza se la politica continua ad essere in mano a gente arrogante come Renzi e la Lorenzin, se continuiamo a ragionare in termini di "tutti a casa" come fanno in 5stelle, se a sinistra (quella vera) si continua a litigare per i locali delle sedi invece di pensare a vere alternative.
Altrimenti il futuro sarà sempre in mano ad un pupazzo in doppio petto che guarda fisso la telecamera ripetendo come un mantra frasi a caso dall'altro dei suo mille votanti.
giovedì 10 novembre 2016 10 vostri commenti

Finché ci sarà un day after

Ci sarebbero parecchie cose da dire in questo momento. Alcune riflessioni continuano a rimbalzare nella mente, nel frattempo si sentono commenti di tutti i tipi in giro. Uno dei più gettonati ad esempio è quello che ci ricorda che "si sono dimenticati di una parte del popolo". Da parecchio tempo mi faccio delle domande. Potrei anche essere d'accordo in linea generale ma mi chiedo se la maggioranza del popolo appoggia o desidera politiche razziste, individualiste una forza politica di sinistra, di centro sinistra o democratica (come volete) deve andare incontro alle richieste per vincere le elezioni? Per come vedo io la politica e soprattutto la vita direi proprio di no. Se siamo arrivati a questo punto probabilmente si deve anche al fatto che la strategia del meno peggio alla lunga porta persone impresentabili alla soglia del potere e non solo.
La cosa peggiore è che alla fine quelli che ci rimetteranno saranno sempre i soliti noti, alcuni spinti anche dalla paura che nella maggior parte dei casi porta ad ascoltare chi urla di più, chi indica nel diverso le ragione della crisi, chi vuole alzare i muri per lasciare fuori gli altri per proteggere il proprio prato.
Dall'altro lato invece ci sono quelli che in questi anni ci hanno sempre detto che la colpa è stata delle ideologie, che la politica ora si è modernizzata e che le soluzioni sono nel futuro. Allora ripenso a tutto ciò che è stato creato quando c'erano queste malefiche ideologie, alla Costituzione, alle tutele dei lavoratori, ai diritti per le minoranze, alle tutele per i cittadini di ogni colore e classe. Perché esistono ancora.
Vedere Salvini che si gongola perché ha sempre sostenuto Trump, Grillo che continua a parlare di Vday ci dovrebbe far capire che la politica quella con la P maiuscola ha fallito, è sparita oppure l'abbiamo lasciata nelle mani di chi dovrebbe fare altro.
Gente come Trump, Berlusconi o chi per loro non dovrebbero occuparsi della cosa pubblica proprio perché non hanno il senso della comunità ma solo quello del possesso che segue una logica dell'IO.
Tutto ciò mi spaventa, ma non solo per l'avvento di Trump in questo momento, mi fa molta paura il momento storico che stiamo vivendo con personaggi che promettono l'impossibile sapendo che il giorno dopo la gente se ne dimentica, con muri, non solo quelli materiali, che si alzano in ogni dove, dove l'accoglienza e il rispetto dell'altro viene visto come segno di debolezza.
L'altro ieri guardando mia figlia le ho chiesto scusa per il mondo che le stiamo lasciando, lei mi ha risposto pettinandomi.  Forse tutto non è perduto, ma la sensazione è quella di essere sempre meno. Non si tratta di volersi ergere come paladini della verità o di pensare che la ragione sia solo a sinistra. In questo momento sto pensando anche ad una destra o centro destra che non esiste più se non tramite personaggi da circo che escono da un ring del Wrestling per entrare in una Casa Bianca.
E la cosa peggiore è che la maggioranza dei votanti sembra volere proprio questo. 
In attesa di votare col televoto. 

martedì 8 novembre 2016 16 vostri commenti

Soliti noti

Fino ad oggi non ho scritto niente sui due candidati alla presidenza americana,  probabilmente un motivo ci sarà. 
In una discussione con amici è venuta fuori questa frase "bisognerebbe che tutti i paese del mondo partecipassero all'elezioni negli Stati Uniti". Emblematica direi per il ruolo che i gendarmi del mondo hanno ormai da sempre, seminando guerre un po' ovunque (per questo Trump non sarebbe il primo a farlo).
Fa davvero pensare il fatto che le sorti dell'umanità potrebbero dipendere da un uomo che nella maggioranza dei casi non rappresenta nemmeno tutti i cittadini americani, che spesso non vanno a votare. In una società normale non dovremmo porci il problema di creare supporter da una parte o dall'altra perché ogni Stato dovrebbe quanto meno pensare ai propri affari senza incidere in quelli degli altri, cosa impossibile la storia la conosciamo tutti. 
Gli americani hanno perso un'occasione non votando Bernie Sanders, avrebbe davvero potuto portare una corrente di aria fresca nella politica, invece ora si trovano con due candidati impresentabili per differenti motivi, con il resto d'Europa che in gran parte sta incrociando le dita nella speranza di vedere la prima donna entrare alla casa Bianca. 
Quindi non resta che attendere e leggere i risultati sperando di non vedere finti attentati con tanto di fuga ridicola di The Donald, iniziando a pensare che probabilmente vicino a noi abbiamo più Trump e Clinton che Sanders.
E spesso i Clinton e i Trump vanno a braccetto calpestando i Sanders.
lunedì 24 ottobre 2016 18 vostri commenti

Dizionario del potere

Le parole sono importanti, Moretti ci aveva avvisato. Purtroppo però la loro proprietà è passata da parecchi anni in mano a chi detiene il potere potendo fare così un abuso sfrenato.
Mi viene in mente, ad esempio, la parola che in questi mesi stanno utilizzando per la baraccopoli di Calais. Giungla. Guardando le immagini dalla Francia mi viene il sospetto che la vera giungla sia nel nostro quotidiano.
Per non parlare del Job Act. Ovvero Atto per il Lavoro, provvedimento quindi che dovrebbe farlo aumentare o magari migliorare le sue condizioni attuali. Le statistiche sono alla portata di tutti quindi è inutile che vada oltre.
Vogliamo parlare del Contratto a tutele crescenti? Dove per tutela si intende la possibilità di essere tranquillamente licenziato e nel caso di una vittoria in aula ottenere sono una somma come risarcimento.
D'altra parte siamo il paese che si è fatto scippare l'esclamazione Forza Italia e che ha visto per anni il Partito delle Libertà sventolare questa bandiera con una mano mentre con l'altra votava provvedimenti da Repubblica delle banane. 
Come non citare il Porcellum e la Rottamazione.
Chissà cosa ci riserverà il futuro, prima o poi dovremmo girare con il vocabolario del perfetto suddito  nelle mani per rispondere in maniera adeguata, in un paese in cui l'unica cosa che rimane invariata sembra essere il consenso verso il potente di turno.
venerdì 21 ottobre 2016 19 vostri commenti

Razzismo privato

Due questioni oggi mi hanno fatto scuotere la testa che in questo periodo è sempre in movimento di certo non per cose felici o notizie che ci passano davanti agli occhi.
La prima è quella dell'imminente sgombero della cosiddetta giungla di Calais e la presa di posizione netta dell'ormai distante Gran Bretagna. Un provvedimento preso da un tribunale che vedrà con tutta probabilità quasi 1300 bambini mandati a destra e sinistra e profughi rispediti al mittente.
La seconda è il caso del Liceo Marco Polo di Venezia dove a quanto pare dovrebbe esercitare il ruolo di "insegnante", messo tra virgolette in maniera emblematica, una professoressa di cui non faccio nemmeno il nome che nel mare infinito dei social network scriveva e scrive cose del tipo "ammazzateli tutti", "bruciateli", "perché li avete salvati" riferendosi ai profughi con tanto di simboli fascisti.
Vita privata? Libertà di espressione?  Forse davvero come ho letto in giro questa donna meriterebbe solamente di non essere considerata, ma credo che in quanto insegnante, maestra o professoressa una persona debba essere portatrice sana di principi di democrazia dentro i quali non possono non esserci la solidarietà e l'accoglienza verso chi si trova in situazioni peggiori delle nostre.
Visto che parliamo di un'insegnante che inneggia anche alla grandezza del fascismo dovrebbe allora rivedere qualche libro di storia alla voce colonialismo, quando noi italiani per metterci alla pari delle altre nazioni giocavamo a fare gli imperialisti andando in casa d'altri.
Queste storie hanno un comune denominatore, l'odio per chi è diverso, la paura che è sempre più alimentata dall'individualismo che possiamo vedere in ogni posto anche nel nostro quotidiano.
Dovremmo saltare la staccionata e provare a metterci in scarpe diverse, guardare il mondo attraverso una rete di un campo profughi non da una televisione a 55 pollici, poi forse allora potremmo anche incominciare a capire.
Forse.
martedì 11 ottobre 2016 30 vostri commenti

Mi informo ergo sono

La mia scelta rispetto al referendum la sapete già. Però non vorrei parlare di contenuti ma del fatto che purtroppo in questo paese, e non solo direi, si riesce raramente a parlare dei problemi reali. Ormai la sfida sul quesito sembra ridotta ad una manichea scelta tra Renzi o i suoi avversari. 
Ciò che penso su Renzi direi che non è il caso nemmeno di ripeterlo, per quanto riguarda Salvini e company direi pure. Chi in questo momento decide per il NO o per il SI solo perché da una parte di sono i 5stelle o perché è contro Renzi, oppure perché non riesce ad avere la stessa idea di Salvini (ne ha?!?!?) compie un enorme errore.
Democrazia significa anche leggere e decidere con la propria testa, credo che l'obiettivo di molti politici sia proprio quello di evitare il confronto, anche con le piazze, ridurci sempre di più a semplici notai del consenso. I referendum, anche se in passato sono stati organizzati per motivi futili, sono sempre dei momenti importanti dove possiamo esprimere una nostra opinione. Se non riusciamo a capire questa cosa abbiamo perso in partenza, a prescindere da Renzi o Salvini.
Leggete, informatevi e discutete non fermatevi ai titoli o alle dichiarazioni di chi vorrebbe mettervi in un cassetto senza chiave.
mercoledì 5 ottobre 2016 13 vostri commenti

Non desiderare l'acqua d'altri

Succede anche questo nel nostro paese e precisamente nella mia città, Genova. La prefettura assegna un appartamento  ex biblioteca universitaria in via XX Settembre, strada centralissima, a 9 profughi, tra cui 3 donne incinte e due bambini di pochi mesi. 
Potete immaginare il finimondo scoppiato e cavalcato politicamente dalle destre con i soliti proclami "prima gli italiani" e via di seguito. Il tutto sempre accompagnato dalla solita ipocrita frase "non siamo razzisti ma...". Per non citare l'indignazione rispetto al fatto che si mettono dei profughi nel salotto bene della città.
Seconda puntata della sit com vergognosa. I condomini del palazzo in riunione votano a maggioranza (17 a favore, 3 contrari) per non consentire l'allacciamento dell'acqua visto che in quell'appartamento mancava l'attacco diretto.
La bestialità delle persone ha raggiunto livelli inenarrabili, molto probabilmente gli stessi che si sono seduti ed hanno alzato la loro manina per votare contro l'allacciamento domenica prossima potrebbero essere in prima fila ad ascoltare il vangelo dove esattamente non ricordo di aver mai sentito dire NON DATE L'ACQUA A CHI NE HA BISOGNO.
Non ce la facciamo a restare umani.
martedì 4 ottobre 2016 17 vostri commenti

15 minuti di democrazia

Il dissenso credo stia alla base di una democrazia. Tirarsi fuori, esprimere la propria opinione sono tutte cose che a mio parere misurano lo stato di libertà di un paese o di un gruppo che sia. Tutto ciò ancora di più quando nelle parole di chi esprime un parere differente non si sconfina nell'insulto.
Le parole di Beppe Grillo riferite alla fuoriuscita di Pizzarotti sanno di disprezzo verso chi ha un'altra idea e non si allinea con li capo. La frase "15 minuti di celebrità" detta da chi proprio su quella cosa ha basato gran parte del successo, e dei soldi, degli ultimi anni fa sorridere.
Il problema è che non possiamo più permettercela una risata in un momento in cui chi la pensa diversamente viene messo alla porta, ghettizzato, in un mondo dove anche nella nostra quotidianità siamo accerchiati dagli Yes man pronti a stendersi come tappetini pur di avere un posto al sole.
Gli zerbini che conosciamo noi, al contrario, non sono mai messi fuori dalla porta.
A volte spero in 15 minuti di democrazia.
venerdì 30 settembre 2016 13 vostri commenti

Emilie

Faccio fatica a leggere certe notizie. Si tratta di un profondo fastidio che porta a scuotere la testa come voler dire non è possibile. Non riesco nemmeno ad immaginare il dolore dei genitori di Emilie, ragazza francese di 17 anni che si è tolta la vita lo scorso gennaio. 
Una depressione che i genitori pensavano fosse dovuta alla loro separazione per poi scoprire un diario  dove Emilie aveva annotato la sua sofferenza quotidiana che doveva affrontare ogni giorno tra i banchi di scuola. Colpevole di non vestirsi alla moda e di studiare, di non essere come tutti gli altri diventando così obiettivo di insulti terribili.
Scene che probabilmente anche in questo momento si stanno ripetendo, troppo spesso lasciate correre da chi invece dovrebbe intervenire.
Il silenzio è alla pari degli insulti dei bulli come il voltarsi dall'altra parte. 
Lei voleva essere solamente sé stessa, gli altri no.
venerdì 23 settembre 2016 18 vostri commenti

Lapalissiano

Niente Olimpiadi. Ognuno chiaramente avrà la sua opinione. Credo però che non si parli di un aspetto fondamentale, ossia il fatto che ogni manifestazione sportiva debba per forza essere accompagnata da spese assurde, interventi su impianti e costruzioni varie.
Una manifestazione sportiva, se parliamo ancora di questo, dovrebbe esistere a prescindere da tutto e aggiungo che gli impianti sportivi dovrebbero essere a norma al di là di un'imminente Olimpiade o Mondiale che sia.
Perché davvero qualcuno mi deve spiegare (lo so) il motivo per il quale Mario di 7 anni debba correre in un impianto pericoloso per la sua incolumità, perché la signora Maria che ogni mattina va a fare AcquaGym rischi qualcosa, perché il Pulcino di una squadra di calcio di periferia ogni volta che entra in campo deve toccare ferro.
Ma sarà troppo tardi probabilmente quando lo capiranno.
venerdì 16 settembre 2016 26 vostri commenti

Colpevoli

Cosa sta succedendo? Tutto viene tritato in pochi attimi, un passaggio e via come se ogni cosa facesse parte di un puzzle impazzito e infinito. Anche la storia del lavoratore investito davanti ai cancelli della fabbrica rischia di passare inosservata, finita già in fondo alle pagine dei giornali. 
Un fatto del genere meriterebbe la risposta del paese stesso, anni fa in questo momento ci sarebbero stati scioperi spontanei, chiusura delle catene di montaggio. Ora nulla. Adesso molti non sanno nemmeno del fatto o magari non lo ritengono nemmeno grave, perché la cultura che si sta affermando nei posti di lavoro è quella dell'individualismo, del pensare al proprio posto, al proprio benessere non al collettivo.
Spesso la solidarietà viene a mancare, lo sciopero viene vissuto come un optional non come un diritto acquisito grazie alle lotte di milioni di persone, che in alcuni casi hanno dato anche la vita.
Qualcuno dirà che la verità non è ancora emersa, diranno che nessuno ha dato l'ordine di partire al camion, parleranno di casualità, ma in questo mondo purtroppo non sembra assurdo un tale fatto perché ormai tutto è possibile in un paese dove i lavoratori spesso sono trattati da sudditi, dove si rischia ancora il posto di lavoro per scioperare, dove ci sono privilegi per pochi e fatica e sudore per molti, dove le lotte vengono viste come ricordi del passato, dove i datori di lavoro cercano di dividere i lavoratori per non avere rogne, dove su tutti comandano gli Yes Man.
Siamo tutti colpevoli purtroppo per aver rinunciato a lottare in passato e per non farlo abbastanza adesso.
giovedì 1 settembre 2016 20 vostri commenti

Reality day

Ora mi aspetto la richiesta di portare al ministero le fedi come dono alla patria natia. Se non fosse la realtà quella della campagna del fertility day, si potrebbe pensare ad un pezzo del film di Antonio Albanese.
Invece si tratta della triste realtà di un governo imbarazzante, composto da ministri impresentabili e impreparati, una su tutte la Lorenzin.
Quella che senza laurea si ritrova a capo del ministero della Sanità, e non ci sarebbe niente da ridire sulla mancanza di titoli se non per il fatto che ai comuni mortali un titolo del genere viene richiesto solo per mandare un curriculum al giorno d'oggi.
Forse il ministro non sa, o forse si, che la scelta di diventare genitore rientra nella sfera privata di una donna, di una coppia, non sa che in questo momento ci sono persone che per anni provano ad avere figli non riuscendoci, a volte andando incontro a momenti difficili, non sa che ci sono persone che scelgono consapevolmente di non averne e non vanno biasimati per questo,
Forse il ministro non sa, o forse si, che gli stipendi in questo paese sono fermi da anni, che non si rinnovano più contratti, che la stabilità di un posto di lavoro si ha solamente per pochi minuti, che il suo capo ha preso in giro tutti con la storia dei co.co.pro diventati voucher, che i Marchionne Boys ad un colloquio di lavoro chiedono ad una ragazza se vuole mettere su famiglia.
Magari ignora il fatto che i comuni mortali per mantenere i figli devono fare ore e ore di straordinario, che molti solamente grazie all'aiuto dei nonni riescono ad andare avanti, che vicino agli asili hanno aperto gli sportelli della Findomestic, che tra poco inizieranno le scuole e per quella che si chiama scuola dell'obbligo per comprare i libri ci vorrebbero 1400 giacche di Geppetto.
Consiglio un giro in quella che si chiama realtà.

giovedì 25 agosto 2016 5 vostri commenti

Silenzio per favore

Da poco ho finito di leggere un libro di Fumio Sasaki, giapponese che cerca di spiegare l'arte dell'essenziale e del riordino. Una frase mi è rimasta impressa, proprio quella in cui spiega che molti giapponesi dopo l'ultimo terremoto-maremoto hanno deciso di disfarsi degli oggetti di casa, per evitare di rimanere schiacciati durante una scossa sismica.
Ora lasciando perdere questo eccesso, la cosa vera però è che di regola il terremoto di per sé non fa vittime, se ci sono di solito è perché l'uomo ha sbagliato qualcosa.
La tragedia di Amatrice, Accumuli e altri paesini spezza il cuore ogni volta che si guardano le immagini, ogni volta che incrociamo lo sguardo di persone hanno perso tutto, ogni volta che si legge di una vita spezzata con la sua storia portata via in pochi secondi. 
La rabbia è tanta perché vorrei sentire parlare di prevenzione e sicurezza e non più di emergenza e del paese dal cuore d'oro che risponde ogni volta che c'è una tragedia... acqua, terra, fuoco che sia.
Il pensiero ora è davvero solamente rivolto a chi ha perso qualcuno e ancora sta sperando di ritrovarlo, non parlerò di chi in questo momento riempie la rete di spazzatura razzista, di chi scrive cose senza nemmeno saperle, di una scuola ricostruita con i soldi per L'Aquila e crollata in pochi secondi, di Bertolaso che dovrebbe espatriare su Marte e invece parla, di politici che fanno proposte irrealizzabili, di amministratori che parlano ma in questi anni non hanno mai messo a norma niente, di giornalisti che non vedono l'ora di inquadrare un pianto, di giapponesi che comprano le case antisismiche da noi in Trentino, di gente che ora commenta e tra un mese non saprà nemmeno più come si chiamavano i paesi colpiti,  di cittadini che si fanno inquadrare dalle telecamere.
Non ce la faccio sono stanco, allora penso solo a loro che stanno ancora sperando e a tutti quelli che veramente e in silenzio stanno facendo qualcosa.
lunedì 22 agosto 2016 10 vostri commenti

4 anni di letargo

4 anni.
Questo è quanto impiegano gli italiani, forse non solo, per accorgersi della presenza di altri sport.
Atletica leggera, tiro al piattello, lotta greco romana e tutto il resto sembrano comparire solamente nel momento in cui compare magicamente una fiaccola. Contemporaneamente ogni cittadino che si rispetti diventa espertissimo di tutte le discipline. Quelli che commentano la pallavolo reclamando schemi, quelli che parlano di tecniche sopraffine per migliorare la mira, quelli che pensano di distinguere un bel tuffo da uno brutto mentre loro non lo fanno neanche a bomba.
Ora tutto tace, il Brasile può togliere da sotto il tappeto le Favelas e il campionato di calcio ha invaso le prime pagine dei giornali, dei marciatori che arrivano al traguardo esultando per un 75mo posto non frega più niente a nessuno.
La speranza è che qualche ragazza o ragazzo si sia innamorato di uno sport minore grazie alla visibilità di questi giorni, perché non esiste solo il calcio e lo dice uno che c'è dentro da più di trent'anni.
martedì 19 luglio 2016 19 vostri commenti

Spettri in attesa

Non amo le dietrologie. Quello che però è successo negli ultimi giorni mi ha fatto pensare ad una regia ben architettata. Nizza e poi il golpe in Turchia potrebbero essere due atti dello stesso copione. Fermo restando che ci sono ancora dei dubbi sull'appartenenza all'Isis dell'uomo alla guida del Tir, il golpe del giorno dopo potrebbe essere stato, non creato da Erdogan, ma diciamo accompagnato al suo svolgimento in un momento di crisi delle strutture di sicurezza occidentali. Una golpe che permetterebbe, e sta permettendo, al presidente di dare una svolta ulteriormente, ricordiamolo perché la democrazia è un'altra roba, autoritaria al paese.
Contemporaneamente fornire un aiuto al terrorismo dato che mi sembra di capire che per ora tutte le operazioni anti ISIS siano ferme.
Qui non si tratta di aver tifato i militari, cosa che francamente mi fa inorridire, ma di una politica estera occidentale che continua ad essere sbagliata, che ha seminato guerra ovunque, che ha giocato all'azzardo con personaggi sostenuti e poi combattuti.
Se un governo deve essere sovvertito la mia speranza è quella che si possa farlo in maniera democratica, altrimenti la via della rivoluzione deve essere tracciata dal popolo non dai militari. L'esempio dell'Egitto è sotto gli occhi di tutti.
In tutto questo delirio geopolitico si avverte la mancanza di una leadership occidentale, la totale assenza di un movimento pacifista che mi spaventa terribilmente, l'ignoranza delle persone che commenta scrive senza avere la minima idea di cosa si stia parlando, e gli spettri della Clinton e soprattutto di Trump in attesa di dare il colpo di grazia.

venerdì 15 luglio 2016 6 vostri commenti

Dolore senza confini

La morte è sempre un fatto privato, il pensiero adesso va a chi ha perso un proprio caro e al dolore che in questo momento sta provando.
Il mondo sembra finito in un esistenza a spot, i problemi diventano tali solamente quando ci toccano da vicino, quando il dolore è a pochi chilometri da noi. 
Le immagini di Nizza sono terribili, provocano rabbia, dolore e paura del futuro, perché ognuno di noi si rivede in quel posto e sa che poteva esserci. Sono immagini che però ogni giorno, in altre parti del mondo sono abituali, ma lontane da noi quindi poco interessanti, più rassicuranti come se quello che succede in un altro continente appartenesse ad un altro mondo.
Sto invecchiando, sono diventato padre e le immagini di quella bambola fanno venire ancora di più le lacrime agli occhi ogni volta che passano su uno schermo, non sono  differenti dalle immagini dei tanti bambini che in altre parti del mondo perdono la vita per colpa della stupidità, dell'avidità, della brama di potere e del fanatismo di ogni colore dell'uomo.
Ora leggeremo tante frasi di indignazione, il copia incolla delle parole della Fallaci, insulti sui social network verso il diverso, poi ci sarà il silenzio ancora una volta, ognuno  tornerà alla sua quotidianità chiuso nel proprio recinto mentre chi ha perso qualcuno rimarrà solo col suo dolore.  Come sempre non si sarà alcuna riflessione su come è nato l'Isis, sul perché ogni volta nasce un pericoloso nemico da sconfiggere che serve ai mercanti della guerra, su chi ha finanziato in partenza il terrorismo, sul fatto che guerra chiama guerra.

Forse quando ci accorgeremo che queste cose succedono ogni giorno ad ogni latitudine inizieremo a sconfiggere la bestialità dell'uomo.
lunedì 11 luglio 2016 11 vostri commenti

Avanti i prossimi... Liebster Award


Prova 1...2...3... Volevo ringraziare Vix per essere stato nominato. Non ricordo di aver mai fatto un pos del genere ma se una persona perde anche solo un secondo per nominarmi nel suo blog mi sembra carino dare seguito alla cosa. Quindi davvero grazie!!!

Le regole:
1. Pubblicare il logo del Liebster Award sul proprio blog.
2. Ringraziare il blogger che ti ha nominato e seguirlo
3. Rispondere alle sue 11 domande.
4. Nominare a tua volta altri 11 blogger con meno di 200 follower.
5. Formulare altre nuove 11 domande per i tuoi blogger nominati.
6. Informare i tuoi blogger della nomination

Ora passiamo alle domande a cui devo rispondere...

Di quale libro saresti voluto essere l’autore?
Se penso ad uno degli ultimi mi viene in mente "La verità sul caso Harry Quebert", uno di quelli che ti tiene incollato... ma se devo pescare nel passato dico assolutamente "1984"
In che momento della giornata scrivi e perché?
Scrivo quando mi capita, il tempo ormai per dedicare a ciò che ci piace va conquistato e preso al volo, se sento la necessità di scrivere quindi me la conquisto
Sei un lettore più cartaceo o più digitale?
Sono un cartaceo, ho un Ebook Reader ma l'ho preso per evitare di portarmi in viaggio una montagna di libri e per risparmiare qualcosa. Ma la carta ha un fascino inarrivabile.
Se dovessi descrivere la tua scrittura con una parola quale sarebbe?
Difficile. Credo che debbano essere gli altri a giudicare come scriviamo, noi abbiamo sempre una visione parziale.
Che genere di letture preferisci?
Mi definirei onnivoro, nel senso che leggo di tutto. Se devo escludere proprio qualcosa diciamo che non amo i gialli, così facciamo prima.
Che tipo di emozioni e sensazioni vuoi comunicare scrivendo?
Francamente quando scrivo non ci penso, lo faccio perché ne sento l'esigenza e a seconda del contenuto mi sento di comunicare qualcosa.
Scrivi per te stesso o perché qualcuno debba leggerti?
Assolutamente per me, poi ci sono quelle situazioni in cui si scrive per informare gli altri, ma in generale la penna si muove per me.
Quanto tempo dedichi alla scrittura e alla lettura?
Ora meno di prima, da quando sono diventato papà giustamente ho meno tempo ma mi ritaglio attimi durante la giornata e poi dopo le dieci di sera.
Il tuo rapporto tra musica, lettura e scrittura.
Quando scrivi e leggi se stiamo attenti la musica si sente, c'è sempre una colonna sonora.
Di quale romanzo saresti voluto essere l’antagonista?
Assolutamente Long John Silver, alla fine sono un uomo di mare...
Cosa chiederesti se incontrassi il tuo autore preferito?
Direi a Orwel... Come hai fatto a capire tutto?

Adesso le 11 domande alle quali i prossimi nominati dovranno rispondere...

1. Un libro al quale vorresti cambiare finale.
2. Librerie o Biblioteche?
3. Leggi fino in fondo tutti i libri?
4. Se dovessi scrivere un libro dove lo ambienteresti?
5. Scrittura in prima persona o in terza?
6. Un libro che non consiglieresti mai.
7. Da cosa vieni attirato per l'acquisto di un libro?
8. Cosa ne pensi di chi scrive o sottolinea i libri?
9. Il tuo rapporto con gli audiolibri.
10. Quanto sono importanti le recensioni dei libri?
11. Il libro che hai letto nel minore tempo.

E ora i nominati, sulla "clausola" meno di 200 follower la vedo grigia, ho cercato anche di mettere chi non è ancora in ferie da blogger.

http://noidelteatro.blogspot.it
http://micacotiche.blogspot.it
http://berica-antennaparabolica.blogspot.it
http://zoneindefinite.blogspot.it
http://alligatore.blogspot.it
http://ninehoursofseparation.blogspot.it
https://vengodalontanomasodoveandare.blogspot.it
https://zacforever.wordpress.com
http://albertocane.blogspot.it/
http://vorreiessereunbaol.blogspot.it

questo è tutto.





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sabato 25 giugno 2016 27 vostri commenti

Questioni di felpe

Questa Brexit sembra una di quelle cose che molti vorrebbero fare e poi quando si concretizza si vorrebbero tagliare le mani per averlo fatto.
La prima cosa che ho pensato leggendo l'esito del referendum è che gli inglesi sostanzialmente sono sempre stati fuori dall'Europa cercando di ottenere vantaggi con la loro partecipazione ad hoc. 
Sui social, ma anche sui giornali, si parla di popolo che decide, di ignoranza di chi ha votato. Ecco vorrei solamente ricordare che spesso il popolo, quando vota (perché poi dipende dalle percentuali) ha dato vita a degli orrori politici. Vogliamo parlare della famiglia Bush pluri votata, del ventennio di Berlusconi, oppure se andiamo indietro nel tempo vogliamo parlare di Mussolini, Hitler. Oppure veniamo ai nostri giorni con la candidatura di Trump, probabile prossimo presidente americano.
Molti diranno, questa è la democrazia. Vero. Però la democrazia si nutre di informazioni, chiare e limpide. Aggiungo che sarebbe compito di chi si presenta come "servitore dello stato", parola ormai dimenticata, dire le cose come stanno, spiegarle anche a chi  probabilmente non ha mezzi o strumenti per andare a fondo nelle analisi economiche e politiche.
Perché vedete è talmente semplice gridare fuori dall'Europa per evitare gli sbarchi degli extracomunitari e poi però trovarsi in una situazione dove probabilmente la stessa persona che ha detto di lasciare la UE si troverà nei problemi più neri rispetto al solito ricco che alla fine si salva sempre.
Per quanto riguarda l'Europa, il pensiero va a chi veramente l'aveva pensata come strumento di pace, persone come Altiero Spinelli, che hanno garantito più di 50 anni di cooperazione a degli Stati che è giusto ricordare fino al 1945 si sono fatti la guerra, quella vera. L'Europa deve ritornare ad essere unione di diritti, unione dei lavoratori, deve mettere da parte la calcolatrice dei bilanci e smetterla di farsi comandare dalla Germania, altrimenti il futuro è solo in uscita.
Riflettere è troppo complicato, è molto più semplice mettersi una felpa con scritto Exit e prendere uno stipendio da Bruxelles come fa Salvini.
giovedì 9 giugno 2016 14 vostri commenti

Sorvoliamo

Leggo oggi le dichiarazioni del Presidente della Repubblica "L'Italia gradualmente riparte", statistiche che riportano un +341mila lavoratori che hanno trovato lavoro a tempo indeterminato. Sorvolerò sul fatto che questi dipendenti avranno un "contratto a tutele crescenti" imbarazzante e differente da tutti gli altri, sorvolerò sul fatto che usano parole come "tutele crescenti" per convincere la gente che poi la cosa migliorerà ma è palese che non è così sui posti di lavoro, sorvolerò sul fatto che 11 milioni di persone rinunciano alle cure mediche perché non se lo possono permettere, sorvolerò sul fatto che quasi tutte le categorie di lavoratori hanno i contratti scaduti e non adeguati, sorvolerò sul fatto che ho amici che cercano lavoro da anni e non lo trovano, sorvolerò sul fatto che per studiare ormai serve un mutuo, sorvolerò sul fatto che ogni volta che Renzi e company  prendono una batosta elettorale il giorno dopo escono titoloni che parlano di ripresa. 
Anzi non sorvolo.
lunedì 23 maggio 2016 4 vostri commenti

Loro non vogliono cambiare

Ci sono cose che non si dimenticano, che rimangono impresse nella mente, volti, parole, immagini, una folla che cerca di aggredirei l'ipocrisia dei politici presenti. 

« Io, Rosaria Costa, vedova dell'agente Vito Schifani mio, a nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato, lo Stato..., chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso.
Rivolgendomi agli uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non), ma certamente non cristiani, sappiate che anche per voi c'è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare...
Ma loro non cambiano... [...] ...loro non vogliono cambiare...
Vi chiediamo per la città di Palermo, Signore, che avete reso città di sangue, troppo sangue, di operare anche voi per la pace, la giustizia, la speranza e l'amore per tutti. Non c'è amore, non ce n'è amore... »

E ancora adesso, rileggerle e scriverle fanno venire i brividi.
Avevo 17 anni.
giovedì 19 maggio 2016 6 vostri commenti

Asilo Republic?

I bambini dell'asilo non stanno facendo casino... no perché l'asilo non c'è!
Ci sono notizie che passano in secondo piano, non fanno scalpore ma vanno a toccare direttamente il quotidiano delle famiglie.
Da alcune statistiche è emerso che nel nostro paese c'è un deficit di circa 1700 asili nido e una carenza di 20mila lavoratori nel settore. Parliamo di 3656 strutture pubbliche e 5214 strutture private che riescono a coprire soli il 17% del fabbisogno. Dai numeri si capisce che lo stato latita. 
Un servizio che sostanzialmente lascia scoperta l'area educativa da 0 a 6 anni. I tempi sono cambiati lo sappiamo, molti di noi non hanno mai frequentato il "nido". Siamo cresciuti a casa con uno dei genitori, quando in famiglia poteva lavorare uno solo magari con l'aiuto dei meravigliosi nonni. 
Ci sarebbe anche da fare un discorso sull'importanza della frequenza del nido rispetto ai rapporti con gli altri bambini, al riconoscere altre figure diverse da quelle di mamma e papà e il rispetto di piccole regole che aiutano a crescere.
Ecco per molte famiglie tutto ciò rimane un miraggio, la realtà che abbiamo davanti è quella di una mancanza di servizi per non parlare dei costi che spesso portano ad abbandonare la scelta del nido.
900mila bambini sono in attesa di una risposta da parte dello Stato.

martedì 10 maggio 2016 19 vostri commenti

Qui dove la morte non è precaria

61 anni è un'età in cui si dovrebbe pensare ad altro. Per come la penso io il lavoro dovrebbe essere ormai problema superato, nel vero senso della parola e magari essere già in pensione, poter prendersi dello spazio per il proprio hobby, godersi i nipoti, fare dei viaggi con la propria famiglia o altro.
61 anni è un'età in cui non ci dovrebbe essere scritto sulla carta d'identità interinale.
61 anni non dovrebbero fare rima con fatica, lavoro, sudore.
61 anni non possono essere collegati all'ansia per un lavoro che oggi c'è e domani non si sa.
61 anni magari è un'età in cui un pensiero all'aldilà uno lo può anche fare, esorcizzandolo e spostandolo sempre di più.
Non qui.
Non in Italia.
Qui a 61 anni si muore di lavoro.
Sul lavoro, da precario.
lunedì 9 maggio 2016 7 vostri commenti

Conta e cammina


Basterebbe la foto. La lotta che Felicia Impastato ha intrapreso fino alla sua morte rimarrà per sempre come simbolo di una parte della popolazione che non ha mai detto si alla mafia, che non ha mai abbassato la testa e che ha sempre guardato negli occhi i propri aguzzini.
I 100 passi che dividevano l'abitazione di Peppino da quella di Zu Tanu erano quelli che in pratica dividevano le stanze del potere da quelle di Cosa Nostra, anzi spesso i passi si riducevano ancora. Oggi noi abbiamo il compito di ricordare chi ha sacrificato la propria vita per permettere agli altri di viverne una normale, ma non solo. Dobbiamo tenere alta l'attenzione perché la mafia esiste sempre e quei 100 passi vanno sempre vigilati e percorsi per andare sotto la finestra del prossimo potente di turno a gridare le parole che Peppino ci ha lasciato in eredità.
venerdì 6 maggio 2016 22 vostri commenti

Non serve strapparle

Ciò che penso di Salvini e del suo partito direi che non è nemmeno il caso di rammentarlo, populismo  condito di razzismo che cavalca il tema del momento.
Un'altra cosa certa però è che non mi piace vedere gente che entra in una libreria e strappa pagine dei libri, per non parlare di quelli che in passato li hanno bruciati.
Mai e poi mai condividerò gesti del genere, non mi appartengono e penso che non vadano d'accordo con la parola democrazia, anche se in quei libri stessi si parlasse di razzismo e altro.
Le idiozie e le assurdità che ha scritto (?) Salvini non hanno bisogno di essere strappate, ma solo contrastate come l'arte della parola e nel migliore dei casi si autodistruggono da sole.
lunedì 25 aprile 2016 13 vostri commenti

Scelte

Oggi ricordiamo chi in quei giorni 71 anni fa fece una scelta. 
Donne e uomini che potevano stare zitti, allinearsi, scappare, chinare la testa o aspettare il corso del tempo.
Potevano farlo. Non lo hanno fatto.
Oggi sento troppe persone dire che hanno paura di scendere in piazza per uno sciopero quando in quegli anni una sola parola sbagliata poteva costare il confino e molto peggio.
Questo dovremmo mettere sul piatto ogni volta che decidiamo di non fare niente, di non scegliere, di non lottare, di non esprimerci, di non dubitare, di non dire la nostra, di non alzare la testa, di chiudere la finestra e pensare solo al nostro salotto, di voltarci dalla parte opposta.
Oggi stringerò la mano di mia figlia per le strade della mia città cercando di insegnarle di non dare mai per scontata la libertà.
w il 25 aprile
giovedì 21 aprile 2016 10 vostri commenti

Una chiazza nera sul cuore


Questa immagine descrive perfettamente lo stato d'animo di fronte alla situazione che stiamo vivendo qui a Genova, più precisamente in Val Polcevera, per chi non è pratico della mia città si tratta della parte di Ponente.
Da subito i pompieri si sono attivati nel cercare di bloccare la fuoriuscita di petrolio dalla tubatura della Iplom in uno dei piccoli torrenti che confluiscono nel Polcevera. Non è bastato chiaramente, ora la chiazza nera si sta riversando in mare con l'aiuto del vento. Non voglio nemmeno immaginare cosa succederà quando sabato arriverà la pioggia come dicono.
La rabbia è tanta, non voglio fare paralleli col referendum, sono due cose differenti è vero, ma mi domando quante delle persone che ora sento lamentarsi si sono recati ai seggi? Quanti si accorgono di  un problema solo quando capita sotto casa? Sottovalutiamo troppo queste cose e probabilmente, lo dico da profano, non abbiamo nemmeno i mezzi e le capacità per far fronte a situazioni come queste.
Mi spaventa il silenzio del governo, non mi sembra di aver visto nessuna dichiarazione, ma si sa nel buon manuale dell'immagine perfetta il re non deve apparire quando si tratta di brutte notizie, mi spaventano le dichiarazioni del presidente della Regione Toti e del sindaco Doria che dicono la "Iplom pagherà", "Iplom si dia una mossa", il problema è ora, in questo momento, se aspettiamo loro tra poco avremo il petrolio sul divano. Alle aziende come la Iplom importa poco pagare dopo, dare qualche spicciolo per la bonifica. Dovrebbero esserci controllo costanti e seri, il tubo in questione doveva essere revisionato invece sappiamo come vanno queste cose da noi. 
Questa regione è già in ginocchio per quanto riguarda il lavoro, una delle poche cose che continua a dare la possibilità a molti di portare la pagnotta a casa è il turismo che si basa sulla bellezza della nostra terra. Tutto ciò, senza un intervento serio e duraturo, aumenterà solamente il problema.
Lo schifo non ha mai fine.

mercoledì 20 aprile 2016 7 vostri commenti

In fondo

Finlandia, Paesi Bassi, Norvegia, Danimarca, Nuova Zelanda, Costa Rica, Svizzera, Irlanda, Jamaica, Austria, Slovacchia, Belgio, Estonia, Lussemburgo, Germani, Namibia, Canada, Islanda, Uruguay, Repubblica Ceca, Suriname, Portogallo, Lettonia, Australia, Ghana, Cipro, Liechtenstein, Samoa. OECS, Cile, Capoverde, Andorra, Spagna, Lituania, Belize, Tonga, Gran Bretagna, Sudafrica, Slovenia, Usa, Burkina Faso, Botswana, Trinidad e Tobago, Francia, Malta, Polonia, Mauritania, Romania, Comores, Taiwan, Nigeria, Haiti, Argentina, Papua Nuova Guinea, Madagascar, Guyana, Salvador, Serbia, Mongolia, Mauritius, Repubblica Dominicana, Croazia, Georgia, Senegal, Malawi, Ungheria, Bosnia, Hong Kong, Sud Corea, Tanzania, Giappone, Lesotho, Armenia, Nicaragua, Moldovia, ITALIA.
martedì 19 aprile 2016 1 vostri commenti

5 per mille ce la fai


Come ogni anno darò il 5 per mille al Teatro dell'Ortica di Genova. Nei giorni scorsi ho parlato molto di questa realtà della mia città, un'associazione che si occupa di teatro sociale, che lavora con persone seguite dalla salute mentale, con i carcerati, con ragazzi disabili e molto altro.
Quest'anno, come qualcuno saprà già, Regione Liguria ha deciso che questi "servizi" non sono indispensabili, di conseguenza sono stati tolti dal bilancio i fondi, pochi, che  ci aiutavano ad avere una base di sicurezza.
Abbiamo già raccolto alcune donazioni grazie all'aiuto di molti, compresi alcuni blogger che ancora una volta ringrazio, ma il lavoro è tanto e dobbiamo coprire tutta la stagione altrimenti rischiano di saltare i laboratori teatrali che ho descritto sopra.
Ci sono anche altre realtà che meritano la donazione del 5 per mille sia chiaro, io però ho scelto e chiedo anche a voi di farlo.
Grazie a tutti. 
lunedì 18 aprile 2016 18 vostri commenti

Malinquorum

Era da un po' di tempo che non mi fermavo davanti alla televisione ad ascoltare il discorso del presidente del consiglio. Ieri sera per un attimo mi è sembrato di essere catapultato indietro di anni quando mi si corrodeva il fegato ad ascoltare le parole dell'unto del signore di Arcore, quando la televisione ogni volta rischiava la sua incolumità. 
La differenza sta solo nel fatto che ora siamo nel 2016 e che molti di quelli che in quel periodo gridavano allo scandalo, al fascismo mediatico ora sono sulla barca del capo pronti a dire si in ogni momento. L'importante è salvare il posto al sole. Provate un attimo a pensare al discorso di ieri sera e tutto quello che è successo nei giorni precedenti, togliete Renzi e mettete Silvio. Poi provate ad immaginare le reazioni dei lacchè di turno.
Il presidente del consiglio parla di "politici vecchia maniera" mentre parla come un vecchio democristiano, ma viene da dire avercene vecchi democristiani. Parla di posti di lavoro salvati quando sa benissimo che nn si trattava di quello, detto poi da uno che ha fatto il Job Act che sappiamo tutti cosa vuol dire per i lavoratori.
E' riuscito a dire che chi vota nn perde mai mentre, 2 giorni fa esortava al non voto, ha parlato di rispetto quando 5 minuti prima uno dei suoi si divertiva a coniare un nuovo hashtag come se fosse un quindicenne in gita scolastica, ha parlato di posizione legittima la sua quando sta scritto nero su bianco che un presidente del consiglio nn può esortare all'astensione, ha parlato di decisione degli italiani quando invece io vedo sempre più gente che nn si preoccupa della cosa pubblica, non partecipa, non sciopera, non si schiera, non si presenta alle assemblee sindacali ma pensa solo ed esclusivamente al suo problema personale, poi quello che succede nella stanza accanto non è affar suo. 
Questo vedo e mi spaventa perché meno partecipiamo meno diciamo la nostra meno lottiamo più lo spazio verrà occupato da personaggi come Renzi e i suoi portaborse.
Ferruccio Parri una volta parlando con Adriano Sofri disse "Il popolo italiano non merita niente. Non si illuda. Non pensi che ne valga la pena, di dedicare la vita agli ideali, al servizio del popolo. Il popolo italiano non lo merita”
Era il 1974.

giovedì 14 aprile 2016 13 vostri commenti

Il problema


Il problema non è Napolitano che dice che astenersi è lecito, perché è lapalissiano, non si commette un reato astenendosi e con il panorama politico che abbiamo di fronte rischia di essere l'unico approdo per alcuni purtroppo. 
Quell'uomo, pur non avendo enormi poteri, da Presidente ha fatto anche di peggio in periodo berlusconiano, lo ricordiamo tutti e non dimentichiamo nemmeno che qualche anno fa disse "io voto sempre".
Bisogna essere franchi, non tiratori, e dire che in alcuni casi il "non raggiungimento" del quorum può venire bene in caso di democrazia in pericolo. Ma il punto è un altro.
Il problema è che ancora una volta in questo paese i media non spiegano nulla sul vero senso del referendum, il problema è che la maggior parte degli italiani non si informa nemmeno sul vero senso del referendum (volendo le informazioni si trovano), il problema è che in un paese normale (mamma mia cosa ho detto) dovrebbe essere già acquisita la norma di non far sfruttare fino ad esaurimento un giacimento a chi ha la concessione.
Il problema è che questo governo, e non solo, disprezza sempre di più il voto e la partecipazione dei cittadini. Parlano di consenso e hanno il sostegno di pochi intimi e ora dicono anche di non votare.
Leggete, informatevi, fatevi un'idea e poi decidete. 


Trattasi ancora una volta di Petrolio.
Votate SI.
martedì 5 aprile 2016 9 vostri commenti

Cyrano o Cirano


Non sono quello della foto ma indosserò quei panni.
O meglio saremo in due perché non si tratta del classico Cyrano, ce ne saranno due a contendersi tal naso.
Venerdì 8 e Sabato 9 aprile sarò in scena con altri 2 compagni di avventura al Teatro dell'Ortica di Genova. Arriviamo a queste date dopo tante serate di prove, che la mia compagna ha pazientemente sopportato, dopo allenamenti con cappa e spada, dopo rime prima sbagliate e poi riprese, dopo apostrofi rosa e dichiarazioni d'amore alle undici di sera.
Più vado avanti più credo che il teatro ci dia la possibilità di evadere dal nostro quotidiano, una possibilità di spazio dove possiamo essere personaggi diversi, dove poter dar sfogo alle nostre diverse personalità o levare delle maschere che a volte siamo costretti ad indossare in vari contesti.
Quindi se siete nei paraggi, se passate da Genova, se per un'ora e mezza volete immergervi nella Francia del 1600 fermatevi nel quartiere di Molassana, seguite il rumore delle spade troverete "Cyrano e Cirano".
lunedì 4 aprile 2016 2 vostri commenti

2066


Siamo arrivati alla fine, il contro alla rovescia si è concluso. La nostra campagna di raccolta fondi sulla piattaforma Produzioni dal Basso si è terminata, abbiamo raggiunto 2066 euro!!! Un'ottima cifra per le forze che abbiamo messo in campo e il periodo di crisi che comunque tocca tutti.
Voglio ringraziarvi per avermi sopportato in questi due mesi con continui post sulla campagna ma era davvero indispensabile, un abbraccio forte a chi ha condiviso i miei contenuti, a chi ha fatto una donazione e anche a coloro che con il loro commento ci hanno sostenuto.
Continueremo a raccontare #StorieDiOrdinariaStranità le difficoltà non sono terminate ma nella nostra strada in salita abbiamo incontrato molte mani per sorreggerci e questo ci ha permesso e ci permette di respirare meglio.
Grazie grazie e ancora grazie!!!
sabato 26 marzo 2016 4 vostri commenti

Meno sei



Il 6 era il numero al quale aspiravamo tra i banchi di scuola, una salvezza a volte sudata, in alcuni casi regalata, altre volte invece meritata. Quel voto che ci faceva tornare il sorriso anche se seguito dai meno meno meno che lo avvicinavano di più ad un cinque, ma non per noi.
Oggi quel numero ci separa dalla fine della campagna di raccolta fondi del Teatro dell'Ortica, iniziano ad essere davvero pochi quindi affrettatevi se avete voglia di sostenere i progetti che riguardano psichiatria, carcere e donne vittime di violenza.
come sempre grazie a tutti.
giovedì 24 marzo 2016 12 vostri commenti

I soliti "mostri"

La riflessione su ciò che sta succedendo nel mondo non può essere racchiusa in poche righe o in 140 caratteri denotati da un hashtag, per non parlare dei selfie di personaggi incommentabili.
Purtroppo gli attentati stanno diventando degli appuntamenti fissi tra le pause che l'Europa, e non solo, si prende senza pensare alle guerre che sta portando in giro, come ha fatto già in passato, accorgendosi della violenza solo nel momento in cui varca i suoi confini. 
In questi giorni pensavo ai "mostri" che l'occidente ha finanziato, creato, abbracciato, ospitato, criticato, attaccato, bombardato e sotterrato.
Giusto per fare qualche nome Khomeini, Saddam Hussein, Gheddafi, Assad,  Bin Laden, i talebani, la  preziosa Arabia Saudita per non parlare di quelli indietro nella storia. Una lista interminabile di personaggi e stati prima sostenuti economicamente e militarmente, poi combattuti in nome di una non ben precisata libertà dei popoli un minuto prima sottomessi con il benestare dell'occidente.
Economia che si mischia a potere sotto la falsa maschera religiosa.
La storia continua.

giovedì 17 marzo 2016 22 vostri commenti

Humana natura

Leggendo le vicende brasiliane non posso che riflettere sulle continue illusioni che viviamo. Personaggi o movimenti che sembrano presentarsi come speranza, rivoluzioni soffici che possono aprire strade diverse, poi una volta nella stanza dei bottoni indossano i panni usati di chi avevano contestato in piazza, oppure svaniscono nella stessa maniera in cui si sono affacciati alla ribalta.
Il dubbio sulla colpevolezza è concesso a tutti, ma in questo caso, come già successo nel nostro paese, la politica si sostituisce alla giustizia porgendo un'uscita di sicurezza per non affrontare l'aula del tribunale o l'arresto.
Noi ci siamo passati e ci stiamo passando. Spesso, anche il sottoscritto, ce la prendiamo col nostro paese ma intorno poi non abbiamo esempi migliori. La natura umana spesso va oltre le bandiere, i confini e gli ideali, i risultati sono questi.
Mi auguro che il popolo brasiliano non stia  solo a guardare come invece abbiamo fatto e facciamo noi.
martedì 15 marzo 2016 0 vostri commenti

Una ricerca di umanità


"L'esperienza teatrale di Stranità vanta una lunga collaborazione con la asl 3 genovese. É un impianto di teatro sociale in cui la rete lavora insieme in un comune progetto di cura.
Il concetto di salute nell'incontro con il teatro si allarga, prende respiro, ritrova la comunità tutta a ricercare uno star bene comune, insieme, costruendo stili di vita migliori.
Psicologi, infermieri ed educatori che partecipano attivamente ai laboratori e che sono attori sulla scena. 
Nello spettacolo dell'AltraBellezza il pezzo di apertura è stato scritto da un medico psichiatra del Csm di via Peschiera.
Già in "Voci di dentro" aveva dato voce a bizzarri psichiatri impegnati nella lotta alle dispercezioni uditive. 
Credo che poter parlare della cura psichiatrica con l'ironia che proviene dagli stessi curanti sia un grande gesto di leggerezza, di bonifica dal ricordo, tragico e ancora recente, di una cura fatta di costrizione e negazione della persona.
La capacità di guardarsi fuori da un ruolo racconta una ricerca di umanità.
Quella di cui ognuno di noi ha bisogno quale che sia la condizione in cui si trova.
Quella ricca profonda e viva che gli attori di Stranità sono capaci di portare in scena"

Queste le parole di Anna Solaro, regista, educatrice professionale, teatroterapeuta, attrice e anima del Gruppo Teatrale Stranità del Teatro dell'Ortica di Genova.


Spesso ci chiedono cosa facciamo, cosa vuol dire Teatro Sociale, credo che migliore definizione non esista nei manuali dedicati. Questo è ciò che porteremo in scena Venerdì 18 marzo al Teatro dell'Archivolto a Genova alle ore 21.
Se siete in zona o volete farvi qualche chilometro per emozionarvi ve lo consiglio.
Noi vi aspettiamo, siamo gente che sa attendere, nonostante i tagli delle Regione Liguria, e nell'attesa troviamo spesso "maggior fermezza nei nostri passi".

Qui il link per acquistare i biglietti on line http://www.happyticket.it/biglietti/acquista/scegli-posti-19894-65697.htm
giovedì 10 marzo 2016 21 vostri commenti

Asilo dei virus

Il tempo passa e siamo arrivati all'asilo.
Anzi meglio dire che ci stiamo buttando in quello spazio popolato da piccoli hobbit pieni di virus dove frequenti qualche giorno e il resto del mese lo passi tra le braccia dei nonni a farti misurare la febbre. Ma bisogna imparare a socializzare con gli altri bambini (che però poi lì dentro si fanno i fatti loro). Essendo uno di quelli che crede nelle relazioni di gruppo  direi che può davvero servire. Ditemi di sì.
Il dazio da pagare (oltre alla retta ahhhh) sarà quello di portare a casa qualche starnuto in più, si spera solo quello. 
Ma mi domandavo, ai nostri tempi era lo stesso? Eravamo così malati? Eravamo piccoli, quindi difficile ricordare, ma con l'aiuto dei miei genitori andando indietro nel tempo pare che il nostro tasso di assenze fosse meno elevato. 
Altri tempi direi, dove la parola inserimento se non sbaglio non era nemmeno prevista nei vocabolari. Mi tornano in mente le parole che mia madre ogni tanto mi ricorda, ovvero la suora (ebbene si sono andato in un asilo religioso, pare per comodità perché c'era già mio fratello, mandato lì perché erano gli unici che prendevano un anno prima) che diceva ai genitori "andate via anche se piange ci penso io", che suona anche un po' inquietante. Mitica Suor Fede, era una di quelle che se andavi da lei dicendo che uno ti aveva dato un calcio ti diceva di restituirglielo. 
Ora forse i piccoli "untori" vengono mandati all'asilo anche con un po' di febbre passando tutto a tutti, questo probabilmente perché spetto i genitori  lavorando non sanno a chi lasciare i figli.
Francamente non lo so, però stasera per precauzione pranzerò con qualche tachipirina al ragù di cinghiale.

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