venerdì 31 dicembre 2021 7 vostri commenti

Grazie

Difficile fare i bilanci, anzi meglio di no.

Allora solo alcuni grazie.

A chi anche stasera sarà nei reparti, degli ospedali e delle residenze protette.

A chi ha sempre rispettato le regole, anche quelle meno condivise.

A chi da due anni sta facendo qualcosa per uscire da questa tragedia.

A chi pratica gesti di gentilezza quotidiana, di accoglienza.

A chi ti abbraccia con gli occhi.

A chi nn smette mai di dire ciò che pensa.

A chi ascolta e lascia parlare.

A chi ha in mente sempre l’altro.

A chi si ricorda l’importanza di un sorriso.

A chi lotta ogni giorno per gli ultimi, per i diritti, per il lavoro. 

A chi non dimentica i nonni e sa quanto sia importante una telefonata. 

A chi celebra la lentezza.

A chi ama la diversità. 

A chi si tiene lontano dall’ipocrisia.

A chi non ha dimenticato di essere stato bambino.

A chi parla coi giovani, sempre. 


Buon 2022 verrebbe da dire. 

Ma può essere buono solo grazie all’impegno di tutti per la collettività.

giovedì 23 dicembre 2021 14 vostri commenti

Coraggiosa

Da più di due anni ormai tengo un diario. Uno vero, non digitale, di quelli che si possono toccare, riporre nel cassetto. Ho sempre avuto il piacere di scrivere, in particolare con la stilografica. Vedere sfilare sul bianco il pennino della stilografica lasciare una traccia mi riporta indietro con gli anni. 

Spesso mi capita di rileggere ciò che ho scritto, in alcuni casi è come se mi guardassi da fuori in un  preciso istante di vita, a volte scuotendo la testa, altre sorridendo, altre ancora con qualche lacrima. Ma tutto rimane e resta vita. 

Dopo quasi due anni di Pandemia una cosa la possiamo dire credo. Fin dall'inizio abbiamo visto chi ha messo da parte le proprie esigenze, chi ha pensato di più alla collettività, mentre altri hanno sempre messo prima di tutto il volere individuale, dicendo di NO a tutto.  

Lo sapevamo già, lo sapevo già. Il Covid ha solo sottolineato quello che era già scritto, a volte mostrandoci chi abbiamo sempre avuto vicino in maniera differente. 

Ho ritrovato anche questo nei miei diari. La diligenza di mia figlia, che non si è mai lamentata da quando è iniziata questa "baraonda" come dice lei, anche se le manca "far festa come una volta", che ora chiede quando sarà vaccinata, che ha capito che partecipare alle feste in casa con i suoi compagni durante una pandemia non va bene ed è irrispettoso per chi ad esempio a scuola cerca di fa andare avanti le cose. Spesso mi chiedo quanto ha sacrificato lei mentre altri hanno continuato a fare quello che facevano prima. 

Scriverò ancora, scriverò questo.  Perché voglio che una volta cresciuta possa sapere quanto è stata coraggiosa, responsabile e altruista. 

Buone feste a tutti. 

lunedì 6 dicembre 2021 8 vostri commenti

Poi ti dimenticano

Facendo il mio lavoro mi capita spesso di parlare con i pazienti, oltre alla vera e propria attività riabilitativa. A volte le persone entrano nella stanza e hanno bisogno di vuotare il sacco, raccontarsi e raccontare. 

Confesso che non è sempre facile riuscire ad ascoltare tutti e tutto, non sentire, ma ascoltare. Esserci. Ho imparato, cerco di metterlo sempre in pratica, il valore della presenza mentale rispetto a ciò che ci viene raccontato. 

Purtroppo ultimamente spesso le persone anziane mi raccontano dei propri figli, che ci sono poco, che non hanno tempo. In alcuni casi l'essere mamma o papà li fa nonostante tutto ergersi a difensori. "Sa hanno tanto da fare", "mia figlia ha un lavoro importante", "hanno la loro vita".

Negli occhi però passa la verità, un velo di tristezza per il tempo che non si può più passare insieme. Come questa mattina, una signora che continuava a dirmi "Perché mia figlia mi ha detto così? Perché mi ha detto che mi deve trattare come una bambina". Difficile dire qualcosa in questi casi, la prima cosa che mi è uscita dalla bocca è "mi dispiace", poi avrei voluto abbracciarla per farle capire che lei è sempre la stessa. 

Una storia come tante, questa più distante, ma purtroppo ne avrei anche di quelle vicine a me. Il filo che lega è l'incapacità di capire comportamenti come questi. 

martedì 30 novembre 2021 9 vostri commenti

Quello che serve



La bellezza del silenzio

del buio poco interrotto
dell’immobilità delle cose
del cellulare che non suona.

E il respiro che si sente
e il corpo che molla le tensioni

La libertà di non fare niente
La pulizia dei pensieri in coda

Soffice come un guanciale.
giovedì 25 novembre 2021 9 vostri commenti

Ti voglio bene

Ti ascolto, ti aiuto e ti voglio bene. 

Il mercoledì è da sempre un giorno speciale. La mattina non vado come al solito in ambulatorio a lavorare, ma partecipo da molti anni ad un laboratorio teatrale integrato con pazienti psichiatrici, educatori, attori e cittadinanza. 

Posso dire con certezza che ho imparato di più in questo luogo che in mille corsi di formazione e altrettanti volumi. Non è facile descrivere l'atmosfera, le relazioni, gli scambi e le parole che da sempre circolano tra di noi. Un posto che è diventato una casa sicura per molti. 

Ieri nei tanti lavori svolti uno in particolare ci ha lasciato una scia presente tutta la giornata. Avvicinarsi ad un compagno, guardarlo negli occhi ripetendo "ti ascolto, ti aiuto e ti voglio bene". Quante volte non riusciamo a dire certe parole, le diamo per scontate, non le attendiamo più, oppure le attendiamo invano. Quante volte invece siamo noi a dire ti voglio bene ma vorremmo anche sentirlo. 

L'ultima volta che abbiamo davvero ascoltato una persona? Senza farci prendere dalla frenesia della giornata, dal susseguirsi dei pensieri, dalla pesantezza. Così come l'aiuto vero, una mano tesa in mezzo a molti, troppi sguardi di indifferenza. 

Da un po' di tempo ho imparato a dire ti voglio bene, forse perché ho perso per la strada qualche persona importante, perché il dolore è venuto a bussare alla mia porta e quando riconosco il bene, cerco di tenermelo stretto. 

Ci provo. 

martedì 16 novembre 2021 16 vostri commenti

La fatica

Mi sono reso conto di aver scritto davvero poco sulla pandemia. Forse perché davvero è uno di quegli argomenti che è entrato di prepotenza nella nostra vita. Difficilmente nei nostri discorsi rimane fuori.

Siamo quasi alle soglie di un triste e drammatico anniversario, due anni, da quel maledetto giorno in cui tutto è iniziato. 

Non credo di avere la verità in bocca, soprattutto davanti ad una situazione come questa, una pandemia, che molti, purtroppo, sembrano avere dimenticato. 

Ho fatto la prima dose di vaccino a Febbraio dell'anno scorso quando non ne sapevamo ancora nulla. L'ho fatta perché avevo a cuore soprattutto la salute di chi mi stava vicino oltre alla mia e perché francamente non ho mai visto alternative. Ho fatto poi la seconda e una settimana fa la terza. 

Ho faticato per mesi a trovare una dose di vaccino per i miei genitori, fragili e quasi ottantenni, ho spiegato a mia figlia, che aveva 5 anni all'inizio di questo delirio, che per il bene di tutti avremmo dovuto da lì in poi seguire delle regole e rinunciare anche alle cose di sempre. 

La fatica è tanta. Aumenta vedendo quelli che da sempre se ne sono fregati, quelli che hanno detto NO a tutto. Quelli di "è solo un'influenza", del no al distanziamento, del no alle chiusure, del no alle mascherine, del no al vaccino, del no al green pass. Quelli che hanno avuto anche il coraggio di negare i morti. Non dimentichiamoci che qualcuno è riuscito anche a seguire le ambulanze per vedere chi ci fosse dentro. 

Non ero gioioso quando ho fatto al prima dose, e non lo ero nemmeno una settimana fa e non nego che, purtroppo,  ci siano stati casi di effetti collaterali anche drammatici. Ma non vedo altre soluzioni e i dati, quelli si che esistono, lo stanno dicendo. 

Il resto è solo paura con delle punte di individualismo, che spaventa. 

Molto. 

venerdì 22 ottobre 2021 8 vostri commenti

Domande

Quando si ha a che fare con una malattia degenerativa si naviga a vista. Si vive giorno dopo giorno, cercando di mettere tra un passo e l'altro, come ho imparato grazie agli amici del Teatro, un po' di respiro, cercando un equilibrio che a volte manca.

Spesso si fanno domande ai medici, si cercano risposte, si aspettano risposte, si pretendono risposte. Nella maggior parte dei casi però arrivano quelle che non si attendevano.

Ma in fondo l'unica che si spera di ascoltare, da figlio, è... "stai facendo tutto il possibile".
martedì 19 ottobre 2021 12 vostri commenti

Vai avanti te

Una volta eravamo uno dei paesi con maggiore partecipazione alle elezioni, un profondo senso del dovere, il fatto di avere ancora in mente l'aria della dittatura fascista e i tempi della lista unica, perché i soggetti che si presentavano alle elezioni erano decisamente diversi, perché noi eravamo diversi. 
I tempi erano quelli dei partiti di massa, dei comizi, dei giornali appesi fuori dalle sedi di partito, dalla partecipazione vera, fisica, dello stare insieme. Nessun click, nessun commento o condivisione sui social. Ci si doveva alzare, camminare e faticare per dire la propria. 
Al di là del piacere di vedere gente come Salvini e Meloni finire senza niente in mano, riuscendo a perdere anche Latina, roccaforte della destra, mi pare di poter dire che non sia mai una buona notizia la poca partecipazione. 
Anzi, credo che sia proprio uno dei mali della nostra epoca, dove basta premere i tasti di una tastiera per pensare di avere "fatto la rivoluzione". 
Questo succede a tutti i livelli, anche nelle tanto "odiate" assemblee di condominio.
Chi fa politica raramente si pone delle domande rispetto a tutto ciò, idem chi dall'altra parte procede con colpi di qualunquismo del tipo "la politica fa schifo", "il sindacato non serve" e via di seguito. 
Mi pare ci sia una profonda crisi delle pensiero al "collettivo" e si proceda sempre di più su un sentiero tracciato solo per l'individuo, senza nemmeno voltarsi per aiutare chi rimane indietro. 
lunedì 11 ottobre 2021 5 vostri commenti

Partecipazione?

Sono un delegato Cgil da parecchi anni e da qualche anno anche dirigente. Spesso si sente parlare del Sindacato come se fosse una cosa a sé stante, mentre è fatta di donne e uomini. Come tutte le organizzazioni di questo mondo ha dei difetti, certo, chi non ne ha? Proprio per questo motivo è importante la partecipazione, per migliorarsi e portare voci al suo interno.

Leggere certi commenti di questi giorni del tipo "i sindacati non fanno niente" porta ad alcune considerazioni. Chi dice queste cose è iscritto? Ha mai scioperato? Ha mai partecipato attivamente alla vita di un sindacato? Ha mai partecipato alle assemblee nei posti di lavoro? Ha mai provato a cambiare le cose?

Perché vedete la strada è semplice. Molti di quelli che ora vorrebbero il fallimento del sindacato sono gli stessi che però pur non pagando la tessera possono usufruire di un contratto collettivo magari raggiunto grazie a lunghe trattative col supporto di ore di sciopero di lavoratori. E guardate lo dice uno che per difendere una persona non chiede se ha la tessera, la difende e basta.
L'alternativa è la contrattazione individuale, come si faceva più di 100 anni fa. Soli davanti al padrone, cioè quello che vorrebbe Confindustria.
Le lotte vanno combattute, le lotte hanno bisogno di partecipazione.
Di donne e di uomini.
domenica 10 ottobre 2021 7 vostri commenti

Squadristi 2021

Allora ricapitoliamo.

I sindaci chiudono i centri sociali perché sono brutti sporchi e cattivi.

Se a sinistra si fa un corteo e provi a fare qualche metro in più in un attimo arrivano le camionette addosso.

Durante il G8 anche i cortei autorizzati sono stati attaccati dalla polizia.

La Meloni continua ad aprire bocca nonostante non sia prevista dalla costituzione.

Forza Nuova, Casapound e company continuano a esistere nonostante siano fuorilegge. 

Il candidato sindaco a Roma dice che la pietà per l’olocausto degli ebrei deriva dal fatto che avevano le banche. 

E la fogna fascista a Roma può permettersi di assaltare la Cgil.

Quando ci consegneranno il fez da mettere?

venerdì 8 ottobre 2021 9 vostri commenti

Autrostrade per l'Italia?

"Perché spesso lungo le autostrade si vedono i cantieri ma non gli operai al lavoro?"
 "E’ vero, lei ha ragione: il motivo è che in realtà non si tratta di cantieri veri e propri ma solo di un modo per alleggerire il peso dei veicoli in determinate tratte, in accordo con il Ministero, con l’obiettivo di garantire la sicurezza"

A domanda risponde l'amministratore delegato Roberto Tomasi di Autostrade per l'Italia. 
3 anni dopo il ponte Morandi siamo ancora qui a dover commentare dichiarazioni come queste che palesano il pericolo che ognuno di noi corre nel momento in cui imbocca un casello pagando anche fior di quattrini. 

Questa è l'Italia, un paese dove crolla un ponte e nessuno è ancora in galera. 
giovedì 7 ottobre 2021 9 vostri commenti

Sperando nel sole

51 anni fa Genova fu teatro di una delle più terribili alluvioni mai registrate. Vite spezzate, la città in ginocchio ancora una volta doveva raccogliere le vittime e rimboccarsi le maniche grazie soprattutto a quei giovani che scesero per le strade a dare una mano a tutti, indistintamente. 

Oggi come allora la Liguria ancora una volta deve guardare inerme il suo territorio piangere. La mancanza di manutenzione, l'impreparazione, una cultura che nonostante tutte le tragedie vissute continua a mettere al primo posto il mattone. 

Costruire, costruire e costruire. 

Siamo solo all'inizio della stagione autunnale, gli amministratori sembrano tirarsi fuori da tutto, come sempre, indicando quello dietro o quello davanti come colpevole. 

E noi qui, ogni volta con gli occhi al cielo. Sperando nel sole. 

venerdì 1 ottobre 2021 11 vostri commenti

Mimmo

Quello che è successo a Mimmo Lucano è frutto di anni di decadenza, di disprezzo dell’altro, di una cultura che ha lasciato questo paese. 

Lo stato della Legge Bossi-Fini non poteva partorire altro, dove la peggiore destra cerca consensi cavalcando il razzismo e l’odio per il diverso a colpi di tweet, dove la sinistra è praticamente sparita e ora commenta nei salotti indignata ciò che è successo a Mimmo Lucano, dimenticando di avere spesso giocato a fare la destra, dimenticando il renzismo che ha dato il colpo di grazia a ciò che rimaneva, dimenticando le lotte per cui vale la pena non fare un passo indietro.

venerdì 24 settembre 2021 20 vostri commenti

Piccoli

“Papà oggi una mia amica mi ha detto che non voleva giocare con me..”

“Beh Greta capita”.

“Allora le ho detto… dimmi cosa succede e sistemiamo tutto”.
Ecco. Forse la soluzione è nei comportamenti dei bambini, nella semplicità dei loro gesti, delle loro parole.
La libertà di dire "sistemiamo tutto".
La semplicità di guardarsi negli occhi e dire ti voglio bene, a volte detto solamente da una piccola mano che ne cerca un'altra per passeggiare.
Una corsa senza motivo, non per prendere un autobus o perché si è in ritardo.
Uno sguardo che va oltre grazie ad un'altalena.
Un pianto per un capriccio seguito dalla voglia di fare pace.

lunedì 20 settembre 2021 21 vostri commenti

Siamo stati

Una foto di 28 anni fa ha una potenza difficile da descrivere. Un pugno nello stomaco o una carezza da far venire i brividi.  

In pochi attimi riesce a riportarti indietro nel tempo, facendo luce in quegli angoli che ormai sembravano bui. Parole, sguardi lontani nel tempo, ma sempre nostri. Qualche capello in meno, il segno del tempo che ha trovato modo di lasciare una traccia sulla  pelle, ferite e gioie come mandanti. 

Quindi siamo stati giovani anche noi. Quando scuotiamo la testa guardando gli adolescenti, quando li critichiamo,  temporaneamente abbiamo cancellato quegli anni in cui eravamo dall'altra parte. 

Una foto, si. Che ti ricorda di essere stato sul cofano di una macchina di notte sulla neve, perché non avevamo le catene ed era l'unico modo per tornare a casa. Di avere bevuto un po' troppo e non ricordare nemmeno il locale della sera prima. Di avere sentito il cuore a mille per quella ragazza senza la quale pensavi di non poter vivere. Di aver pensato di sapere tutto. Di avere paura di non sapere niente.  Di avere scavalcato cancelli nonostante i divieti. Di avere fumato, di avere marinato, o tutte e due le cose contemporaneamente. Di aver corso a mille all'ora dopo aver fatto un casino pazzesco. Di aver pianto senza fine per una risata stupida o per essere stato lasciato dalla ragazza. 

Per Rimbaud "quando hai diciassette anni non fai veramente sul serio". 

Chissà. 

giovedì 9 settembre 2021 10 vostri commenti

Pilota automatico

E' un compagno di viaggio, poco desiderato, fastidioso, a volte fa anche un po' sorridere, bisogna dirlo. Una delle sue migliori prestazioni è quando cerchiamo il telefono mentre stiamo parlando con qualcuno in una conversazione telefonica. 

Un cult sono le chiavi. Sono arrivato alla conclusione che di notte mentre stiamo dormendo si fanno crescere delle piccole zampette e iniziano a camminare, spostandosi nei punti più imprevedibili della casa. Il top viene raggiunto quando le dimentichiamo attaccate alla moto, allo scooter, oppure al bauletto. 

Gli ombrelli poi. Quanti ne abbiamo dimenticati in giro, sugli autobus, nei portaombrelli di una sala d'aspetto. Chissà magari sono ancora lì che ci aspettano, sperando in un ritorno. 

Fa scherzi anche quando siamo alla guida, portandoci in un posto invece che in un altro. Lasciando spazio alla ripetizione continua del gesto. Noi ci siamo fisicamente ma pilota lui, anche senza patente. 

Quando arriva però è un campanello d'allarme. Significa che stiamo premendo troppo sull'acceleratore, che stiamo correndo più delle lancette, le superiamo e dalla distanza facciamo anche dei gestacci, vantandoci. In realtà non c'è nulla di bello nel fare frenetico, meglio respirare, meglio assaporare ogni passo, rendersi conto di dove si è. Vivere, davvero, quel momento. 

Dirlo è facile, congedare il pilota no. 

domenica 15 agosto 2021 6 vostri commenti

Usa il populismo

Texas, Florida e Arizona.

Tre stati USA a guida repubblicana, ultra destra polpulista.

Tre stati dove i governatori contrastano le misure anti Covid, vietando anche l’uso delle mascherine, e contrastando i vaccini.

Tre stati dove si registrano i maggiori contagi e decessi.

sabato 14 agosto 2021 7 vostri commenti

Nessun colpevole

Un altro 14 agosto è passato.

Con la consapevolezza che non vedremo mai in prigione i colpevoli del crollo del Ponte Morandi.

Con la consapevolezza di essere di fronte all’ennesima strage italiana impunità.

Perché se dovessero decidere di mettere sotto accusa qualcuno, dovrebbero procedere contro i governi centrali, regionali e comunali degli ultimi trent’anni. Compresi quelli in carica.

Tutti sapevano e nessuno ha fatto niente.

Nessuna dimissione, nessuna. 

La storia purtroppo di ripete.

venerdì 13 agosto 2021 7 vostri commenti

Un gigante

Non ci sono parole, davvero, non ci sono.

Da oggi saremo più soli.

Gli ultimi saranno più soli.

Ora sta a noi provare a percorrere quella strada.

Grazie di tutto Gino, grazie uomo libero.

Grazie. 

mercoledì 4 agosto 2021 12 vostri commenti

Stretti sempre

Sette anni fa esatti a quest'ora io e tua madre camminavamo nella nostra via, dopo una serata di focaccette al formaggio, tenendo in mano una culla vuota.
Ti aspettavamo.
"E' nata?!?" ci disse una signora.
"No no è presto la data è fra dieci giorni".
Eri già una piccola ribelle, così verso mezzanotte mentre leggevo "I Diari di Kafka" hai iniziato a farti sentire, ogni minuto sempre di più.
Come dimenticare la fuga in ospedale con me al volante per la prima volta e con indosso la maglia del Portogallo taroccata. Tua mamma che si fermava ogni due metri perché protestavi.
Poi alle 15.44 con sottofondo degli Aerosmith sei nata mentre alla radio davano "I don't Want to miss a thing" e quelle parole "Potrei rimanere sveglio solo per sentirti respirare
Vederti sorridere mentre dormi".
Sono ancora mie, nostre.
E lo faccio, ancora.
Cinque anni fa io e tua mamma camminavamo con te in braccio verso il nostro matrimonio, tra amici indimenticabili, monologhi teatrali, musica, acciughe fritte e sangria sparita in pochi secondi.
Quel sorriso di una bellissima sposa, da portare in tasca in ogni momento della giornata. Un mini kit di pronto soccorso per i momenti difficili.
Lo stesso sorriso degli anni all'Università, quando non c'erano i cellulari, ma cartoline e agende con numeri fissi che ci tenevano legati.
In questo momento di incertezza totale, l'unica cosa certa è che voglio stare sempre di più con voi.
Ora camminiamo, insieme, anche tra difficoltà, fermandoci solo, come dice Greta, per un "abbraccio collettivo".
Stretti, sempre.
giovedì 22 luglio 2021 11 vostri commenti

Un ragazzo gentile

Ci sono incontri particolari nella vita. Persone che conosci da anni, ma non così bene. Un saluto e niente più. Poi capita come è successo a me negli ultimi mesi di fermarmi a parlare  con questa persona. Un ragazzo che abitava nella mia stessa via da trentanni, come me. 

Scoprire che era uno scrittore è stata davvero una sorpresa. Un tipo taciturno, timido e gentile. Amante del calcio di una volta, tanto da vestirsi in stile tifoso inglese, quell'ambiente che tanto amava. 

Ieri quando ho visto la polizia per le scale ho pensato ad uno dei tanti controlli di routine. Poi la mortuaria e il sospetto di un fatto più grave. Mai avrei pensato a lui, un ragazzo della mia leva, 46 anni, morto per cause naturali. Subito dopo anche la madre che accudiva da tempo, con amore e attenzione. 

Una tragedia nella tragedia.

Oggi leggendo sui social della notizia non ho potuto fare a meno di leggere i soliti commenti dei giudici da tastiera con accuse ai vicini. Nemmeno la morte ferma la stupidità delle persone in cerca di un colpevole. Christian aveva scelto di vivere così, occuparsi di sua mamma inferma in un letto, dopo la morte del padre. Non era una famiglia allo sbando,  ma un figlio che si è preso cura della madre per anni. 

Il destino è stato crudele, terribile direi, portandolo via così giovane, inaspettatamente e così anche la povera madre. 

Ieri sera guardavo le stelle e il cielo di casa mia, poi la strada dove spesso lui si fermava con i sacchetti della spesa e dove l'ultima volta abbiamo scambiato due chiacchiere sui vecchi terzini e i personaggi del calcio di una volta. Mi sono domandato se ci fosse stata qualcosa che avrei potuto fare. Non credo, ma il dispiacere è tanto, per queste due vite e per avere conosciuto tardi una persona così.

lunedì 12 luglio 2021 14 vostri commenti

Brexit 2021

Credo di essere diventato troppo vecchio per i calci di rigore, voglio il ritorno alla monetina. E via. Confesso la soddisfazione di  battere l'Inghilterra in casa loro, dopo i continui proclami da fenomeni, dopo gli exploit del loro Salvini biondo spettinato.

Al di là di questo, il giorno dopo è bene fare un'analisi di ciò che abbiamo visto ieri. Per l'ennesima volta il mio amato calcio ha dato prova di essere al di sopra di tutto, anche della normale logica e delle normali leggi. 

Uno stadio strapieno in pandemia fa solamente rabbrividire, scene davvero senza senso quelle viste ieri con tanto di esempio da parte di istituzioni che sembrano aver dimenticato il periodo in cui viviamo. 

La tanto millantata correttezza inglese poi ieri è svanita in un pochi attimi. Inno fischiato, medaglia del secondo posto tolta subito e pubblico che non ha assistito alla premiazione dei vincitori. 

Temo che scene del genere si vedano solo nel calcio purtroppo. Dove chi non vince è un perdente, un messaggio raccapricciante che viene mandato alle giovani generazioni. Se non vinci sei un fallito. Fa male tutto ciò, per chi ama questo sport. 

Per concludere, tornando a casa nostra, da ieri dobbiamo rivedere il termine distanziamento sociale. Evidentemente per il calcio non serve visto che in molte città, la mia compresa, sono stati allestiti maxi schermi con gente accalcata senza dispositivi. Mentre se bisogna andare a fare un visita serve un permesso del papa e quando ci riesci devi entrare senza un accompagnatore. 

Tempo difficili i nostri. 

lunedì 5 luglio 2021 13 vostri commenti

Incontri

Mi piace il mio lavoro. Ci sono capitato un po' per caso tanti anni fa quando decisi di fare l'obiettore di coscienza. Poi dopo un anno l'offerta di rimanere a lavorare come educatore con un gruppo di ragazzi pluridisabili e infine l'approdo ormai da un po' di tempo nella riabilitazione visiva. 

Una professione che dalle istituzioni spesso e volentieri è poco riconosciuta, perché si guarda troppo al lato medico della malattia e non a quello riabilitativo.

Ci sono giorni faticosi durante il nostro lavoro da riabilitatori. A volte perché si fatica a trovare soluzioni quotidiane che possano facilitare la vita delle persone. Altre invece perché la nostra professione viene vista più come un peso nei bilanci delle aziende.

Poi ci sono giornate come questa, quando hai il privilegio di vedere la voglia di farcela negli occhi di una persona, accompagnata da splendide frasi come "ogni giorno mi innamoro della mia compagna".

sabato 3 luglio 2021 18 vostri commenti

Padroni e complici

Qualche giorno fa la sentenza di un giudice boccia l'accordo Ugl per i Rider, un contratto vergognoso, come tanti altri purtroppo, per cercare di tenere fuori dai diritti una grossa parte di lavoratori. Dichiarati quindi anche illegittimi i licenziamenti di chi non aveva accettato quell'accordo e chiesto anche il reintegro. 

Indovinate un po' chi sponsorizza l'Ugl, dicendo che è un sindacato coraggioso che guarda al futuro? Capitan Selfie Salvini. Con buona pace di chi negli ultimi anni ha avuto il coraggio di dire che la Lega parla coi lavoratori, tutela i lavoratori ed è dalla parte dei lavoratori. 

Queste pseudo organizzazioni che firmano contratti vergognosi con i padroni andrebbero messe fuori legge. 

martedì 29 giugno 2021 23 vostri commenti

Azzurro

Quanto pesano le parole? Quanto valore diamo loro nel momento in cui vengono dette?

Mia madre è malata. Da quatto anni purtroppo ha una di quelle malattie che si faticano anche a pronunciare. Quelle che sembrano così distanti quando non toccano da vicino. 

Parkinson, questa è stata la diagnosi, ma siccome non ci facciamo mancare nulla e siamo particolare non bastava il la versione classica della malattia, ci siamo buttati su qualcosa di diverso. Parkinson atipico. 

Che fare? Le medicine purtroppo in questo caso possono fare poco, anzi pochissimo, l'unica arma a disposizione è la riabilitazione, tanta e quotidiana. In questo caso dovremmo ritenerci "fortunati" perché essendo "atipici" abbiamo avuto la possibilità di essere seguiti dall'Aism, già perché se invece uno ha "solamente" il Parknson, beh in quel caso si deve arrangiare. Riabilitazione ogni tanto, cioè dopo mesi, e poi a pagamento. Se uno può.

Ma dicevo le parole, già. Dico così perché ieri una persona, sicuramente senza pensarci, mi ha detto una frase che mi ha lasciato di sasso. "Tua madre è sempre peggio... era una donna così carina". Mentre ascoltavo confesso di aver lasciato la conversazione per qualche minuto, alla ricerca di una ragione di parole come queste. 

Si è vero le cose cambiano, sono cambiate, ci sono sguardi che difficilmente torneranno e sorrisi un po' più difficili e il futuro chi lo sa. Ma mia madre è sempre lei, sempre quella, sempre bella. Spesso guardandola negli occhi rivedo lo stesso azzurro di tanti anni fa, con fatica certo è necessario dirlo, quel colore che più di una volta mi ha aiutato a risollevarmi, a guardare avanti. 

Ora tocca a me darle un po' di azzurro. 

mercoledì 23 giugno 2021 7 vostri commenti

Questa volta ce l'ha fatta

Il piccolo Nicola è stato ritrovato. Mentre guardavo le immagini del carabiniere che lo teneva stretto in braccio e sentivo le parole del bimbo chiamare la mamma mi è subito tornata in mente la triste vicenda di Vermicino. 

Proprio ieri sera ho visto, ma ho faticato davvero tanto, le prime due puntate della ricostruzione cinematografica di quei giorni. Alfredino oggi avrebbe la mia età e al momento della tragedia aveva quella di Greta. Non riesco nemmeno ad immaginare il dolore dei genitori distanti 40 metri in profondità dal proprio bambino e non poterlo aiutare. 

Non ricordo molto di quella sera, ma ho in mente alcune immagini dei miei genitori incollati alla televisione. Uno spartiacque per un paese che da lì in poi sarebbe entrato nell'era della televisione, della diretta, dell'evento mediatico. 

Dalle due puntate che ho visto ieri, ma lo sapevo già avendo letto in questi anni testimonianze varie, viene fuori una mancanza di preparazione da parte dei soccorsi, tentativi improvvisati,  una tavoletta buttata in un pozzo che ha contribuito a complicare gli interventi e poi tanta gente, troppa, attorno a quel maledetto pozzo. 

Oggi finalmente una bella notizia, una mamma che riabbraccia il suo bambino. Così come ho fatto ieri sera quando Greta ha chiamato dalla sua cameretta, l'ho stretta, l'ho abbracciata e le ho detto ti voglio bene. 

Ancora di più. 

giovedì 17 giugno 2021 24 vostri commenti

Discesa

Davvero era necessario pubblicare il video della tragedia del Mottarone? 

Il solo pensiero degli ultimi attimi di vita di quelle persone, quei bambini, mi gela il sangue. Non credo basti  puntare il dito contro la stampa, ma casomai contro una società che pare non darsi più limiti. Un diritto di cronaca che ormai assomiglia più alla spettacolarizzazione del dolore, cittadini che sono sempre più pubblico di reality, affamati di colpi di scena di cattivo gusto. Una quotidianità che si confonde con la fiction, una serie tv interminabile, democrazia a colpi di streaming e televoto. 

Tutto ciò mi fa orrore, mi spaventa per il futuro nostro e soprattutto dei nostri figli. Una discesa che sembra non avere mai fine. 

martedì 15 giugno 2021 19 vostri commenti

In seconda

Avanzato, intermedio, base, in via di prima acquisizione. No tranquilli non è una nuova filastrocca tipo dire, fare, baciare, lettera o testamento. Sono i giudizi della scuola elementare. 

Già perché siamo arrivati alla prima pagellina, scuola finita e il prossimo anno si va in seconda. Fortunatamente è stato un anno sempre in presenza, credo sia davvero doveroso ringraziare tutti gli insegnanti che hanno portato a termine un anno così difficile. Chi si è reinventato a distanza, chi invece ha continuato fisicamente insieme ai bambini e i ragazzi con tutte le difficoltà che purtroppo sappiamo. 

Però davvero, magari sono io che non capisco, o forse inizio ad essere vecchio. Ma quei quattro aggettivi non li comprendo. Sia chiaro a me interessa solamente che Greta abbia una valida istruzione, che imapri a relazionarsi bene con gli latri, a stare in gruppo, mettersi all'ascolto. Non bado al giudizio finale, puntualizzando sul significato. Ma vorrei capire le ragioni del passaggio a questi termini lasciando le votazioni. 

Qualcuno potrebbe dire per evitare che i bambini siano messi di fronte a voti che possono turbare. Non so, francamente mi pare che la maggior parte di noi sia venuta su con giudizi differenti senza avere in prenotazione poi una serie di sedute dall'analista. 

Forse stiamo esagerando?

giovedì 10 giugno 2021 8 vostri commenti

Compagni

 Ieri ultimo giorno di scuola, prima elementare.

“Allora Greta... la cosa più bella di quest’anno?”
“Quando ho conosciuto i miei compagni”.
“E quella un po’ meno bella?”
“Quando litigano i miei compagni..”
Ecco, per me basta così.
lunedì 7 giugno 2021 7 vostri commenti

Prendersi cura

Forse abbiamo perso di vista il vero senso della parole cura.  Interessamento attento, attenzione, riguardo, comprensione, ascolto. Parole che passano in fretta davanti a noi. 

Cura non va d'accordo con fretta, necessita di tempo, pazienza, volontà di essere in quel momento con la persona che abbiamo davanti. 

Invece spesso i  compagni di viaggio sono la frenesia, la velocità, il fastidio e la superficialità. 

Quello che è successo al povero Michele Merlo dovrebbe far riflettere tutti, dovrebbe indurre lo Stato a fermarsi, mettere da parte la propaganda e aprire una messa in discussione di ciò che è diventato il nostro sistema sanitario. 

Un ragazzo che si presenta in ospedale con dei sintomi evidenti, viene mandato via e a quanto pare con qualcuno che si è anche permesso di dirgli che intasava il pronto soccorso. Leucemia fulminante. Inaccettabile, impossibile da pensare il dolore dei propri cari. Un vita spezzata in pochi attimi. 

Prendersi cura vuol dire rendersi conto di avere una persona davanti e non un numero. Una persona che conosco di 94 anni rimasta al pronto soccorso per 12 ore in attesa di un ortopedico fantasma, senza cibo e senza acqua. 

Quanti casi come questi dobbiamo ancora vedere? Quante persone devono rimanere invisibili?

Abbiamo presidenti di Regione che si beano dei loro successi, mentre con l'altra mano tagliano i fondi agli ospedali, fanno legislazioni che permettono di avere in turno meno persone in reparti che spesso sono affollati. 

Persone, non numeri. 

martedì 1 giugno 2021 6 vostri commenti

Che uscite

Vedere Brusca uscire di prigione fa male, fa davvero male. Credo però che le parole migliori le abbia dette la sorella di Giovanni Falcone, Maria Falcone. 

"Umanamente è una notizia che mi addolora, però questa è la legge, che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata".

Difficile aggiungere altro, si cadrebbe forse in banalità o peggio come qualche politico dedito alla propaganda sta facendo, dicendo che l'Italia non merita questa giustizia. Verrebbe da domandare a questi fenomeni delle percentuali del consenso di cosa si sono occupati in questi anni con il susseguirsi dei vari governi. Ma sarebbe chiedere troppo a personaggi del genere, non sono in grado di analizzare in maniera razionale le questioni. Seguono la logica del "quello che la gente si vuole sentire dire". 

Sembriamo finiti nel baratro. 

lunedì 24 maggio 2021 9 vostri commenti

Un giorno all'anno

Confesso di averci pensato più di una volta quando ci sono stato sopra. Ma è una di quelle cose che sembrano impossibili, come i ponti che non possono cadere. Già, non possono. 

La tragedia di ieri è davvero terribile, fatico anche a leggere gli articoli e guardare le foto della funivia del Mottarone. Famiglie con bambini, donne e uomini che cercavano un po' di spensieratezza. Questa è la vita, si dice così. Ma fa male, tanto. Eitan 5 anni sta ancora lottando per la vita, forse salvato dall'abbraccio del padre, mi vengono i brividi solamente a pensarlo. 

Non so cosa sia successo, difficile immaginarlo. Ora ci saranno le inchieste, qualcuno parla già di manutenzione fatta in maniera approssimativa, altri invece che l'impianto era stato visto e doveva essere a posto per altri 4 anni. 

Ho il sentore che rimarrà una delle tante tragedie senza colpevoli di questo paese,  dimenticate col passare del tempo. Una sequenza già vista, la rabbia, l'indignazione del momento, le prese di posizione e poi, il silenzio. Solo il dolore di chi ha perso qualcuno. 

A Genova quel dolore lo conosciamo bene purtroppo, ma continuiamo a non imparare niente, ad indignarci un giorno all'anno. 

L'indifferenza uccide due volte. 

sabato 1 maggio 2021 8 vostri commenti

Primo


Nella speranza che il lavoro torni ad essere importante, che la partecipazione e i valori di una volta ci guidino sempre. 

Per i diritti e il bene di chi ha un lavoro e di chi non lo ha. 

Perché il rischio è quello di voltarsi e non trovare dietro nessuno.

6 vostri commenti

Occhibelli

Ricordo la prima volta che ci siamo visti.

Se non sbaglio, perché ormai è passato tanto tempo, pensai che occhi del genere ne avevo visti pochi. La sensazione che però ricordo di più è la voglia continua di parlare con te. Aspettare il giorno dopo per raccontarti ancora qualcosa. Ascoltarti.

Eravamo fidanzati, non tra noi però. 

Difficile raccontare alla propria ragazza che hai conosciuto una persona, una donna, con la quale parli bene e che ti farebbe piacere continuare a vedere.

In quegli anni non c’erano telefonini, ma solamente gettoni, tessere telefoniche, rubriche dove appuntare numeri e impianti fissi a casa, con tanto di prefisso.

Le conversazioni non erano come ora… “Ciao, dove sei?” senza presentarsi e neanche un accenno di buona educazione. Una volta ci si presentava così. “Pronto, buongiorno, casa Pincopallo? Potrei parlare con Andrea?”. Insomma una frase di un quarto d’ora, adesso consumeremmo tutto il traffico solamente per l’introduzione.

A dover essere pignolo il nostro incontro lo dobbiamo tutto alle politiche di sostegno dell'università agli studenti. Già perché con qualche lira in più, perché l’euro era molto lontano, e qualche voto in meno, non ci saremmo mai visti, mai incontrati, mai baciati sotto la casa di Colombo tanti anni fa. 

E soprattutto amati.

Buon compleanno occhibelli.

mercoledì 28 aprile 2021 8 vostri commenti

Io Manifesto

Ho iniziato a leggere Il Manifesto negli anni 90, l’era del berlusconismo quando al posto della falce e martello iniziarono  a spuntare strane piante.

Lo compravo la mattina e lo appoggiavo sul banco dopo aver messo l’Eskimo sulla sedia. La prof di inglese, democristiana dichiarata, mi chiamava fascista rosso diceva per le mie posizioni estreme durante l’occupazione scolastica.

Anni in cui la partecipazione ancora sembrava possibile, sentita. Si aspettava il giorno dopo per vedere la mitica prima pagina del Manifesto.

Oggi compie 50 anni, un giornale con una storia importante alle spalle, ancora oggi presente purtroppo ridimensionato.

Abbiamo ancora bisogno di spazi come quelli, di prime pagine, di partecipazione ma soprattutto di donne e uomini di 50 anni fa.

domenica 25 aprile 2021 7 vostri commenti

Ricordiamoli, sempre.

 Cara mamma, non preoccuparti per me. È il destino crudele che ha voluto colpirmi in questo modo. Perdonami di tutti i peccati e dei dispiaceri che ho mancato verso di te. Io vado con coraggio alla morte...

Caro papà, perdonami anche tu di tutto quello che ho mancato verso di te. Fa coraggio alla mamma. Non pensare a me...

Caro professore, la mattina del 11-5–1944 il destino ha segnato per me la fine. Io, come sai, sono sempre forte come sono state forti le mie idee. Spero che il mio sacrificio valga per coloro i quali hanno lottato per le stesse idee e che un giorno possa essere il vanto e la gloria della mia famiglia, del mio paese e degli amici miei. Voi che mi conoscete potete ripetere che il mio carattere si spezza e non si piega. Abbiatemi sempre presente in tutti i vostri lavori e specialmente in tutte le opere che compirete per il bene della Patria così martoriata. 

Muoia tutto, viva la nostra Italia.


Giuseppe Testa, 19 anni, partigiano.


Ricordiamoli, sempre.

W il 25 aprile!!!

lunedì 19 aprile 2021 13 vostri commenti

Il mio calcio

Per me il calcio rimarrà sempre quello di un pallone che finisce sotto una macchina, proprio al centro. A quel punto solo l'intervento della vicina con una scopa riportava tutto alla normalità e si ripartiva. 

Rimarrà sempre quello delle felpe usate come pali e una traversa fantasma, con litigate interminabili per un gol non gol, altro che Var. 

Rimarrà sempre quello del rumore del Supertele, che se riuscivi ad addomesticare quel pallone eri davvero un fenomeno, ma quello vero. 

Rimarrà quello delle scivolate nel campetto dei San Nazaro, con le cicatrici che poi erano mostrate come trofei in giro per la spiaggia con litri e litri di mercurocromo.

Rimarrà quello delle corse per arrivare primo dentro al campo e poter essere nei dieci della partita. 

Rimarrà quello del tutti contro tutti. 

Rimarrà quello dei mille tentativi per rifare la rovesciata di Pelé in Fuga per la vittoria. 

Rimarrà quello del mio esordio a Sori con la maglia numero 8 del Cosmos Usve 1913. 

Rimarrà quello dei calzettoni che andavano davanti alla scarpa quando pioveva e il campo sembrava una palude. 

Rimarrà quello che se dicevi qualcosa al mister o all'arbitro quando uscivi le prendevi ancora da tuo padre.

Rimarrà quello dei volti delle ragazze e dei ragazzi che ho allenato e dei discordi interminabili fatti nello spogliatoio.

Rimarrà quello delle passeggiate in Corso Italia con la smania di incontrare qualcuno con la radiolina e chiedere "quanto fa il Genoa?"

Rimarrà quello di Signorini che piange sotto la gradinata Nord, della serata di Genoa Oviedo, delle capriole di Thomas, delle giocate di Pato, delle punizioni di Branco. 

Rimarrà quello della Coppa delle Coppe, della Coppa Uefa e della Coppa dei Campioni, delle partite tutte alla stessa ora, di novantesimo minuto e i suoi giornalisti da fumetto, con Luigi Necco che salutava Milano. 

Rimarrà quello delle storie di uomini, favole, come quella del Verona dello scudetto, del Genoa di Bagnoli, ahimè anche dello scudetto della Sampdoria, dell'Atalanta, del Chievo dei miracoli, del Leicester. Dei piccoli che ce la fanno. 

Il resto ormai è solo business, formazioni che non si conoscono nemmeno perché cambiano casacca ogni mese, orari improbabili e campionati d'élite. 

Tenetevi tutto, il bello noi lo abbiamo già visto e nessuna offerta potrà mai portarcelo via. 


giovedì 15 aprile 2021 25 vostri commenti

Non siamo rimasti umani



Dieci anni fa veniva assassinato Vittorio Arrigoni, Vik, aveva i miei stessi anni. 

Concludeva tutti i suoi articoli scrivendo "restiamo umani" da zone in un cui di umano c'era davvero poco. Ho sempre amato questa foto, un'immagine di un uomo, un ragazzo,  che ha dedicato la sua esistenza per una causa, presente in zone di guerra con il suo taccuino e la sua penna. Strumenti che hanno dato voce agli oppressi, ai dimenticati.

Quel messaggio apparentemente semplice, restiamo umani, che abbiamo dimenticato, ma non solo in questo tragico momento. 

Da sempre. 


mercoledì 14 aprile 2021 5 vostri commenti

Ascoltiamoli

Non so cosa sia successo. 

Ieri a Genova due ragazze si sono suicidate, 14 e 21 anni. 

Quell'età in cui tutto dovrebbe essere pieno di entusiasmo, voglia di fare, anche problemi sia chiaro che a volte sembrano incredibili ma che passano come un razzo. 

Invece, no. Una notizia passata in un attimo, come se fosse una cosa normale. 

Parliamo ai ragazzi. 

Ascoltiamoli. 

martedì 13 aprile 2021 13 vostri commenti

Nego ergo sum

C'è sempre una prima volta ed è capitato anche a me. 

Prima d'ora lo avevo fatto solamente a distanza, via social o al massimo letto qua e là qualche commento e nulla più. Una bella dose di nervoso e via. 

Stavolta però lo avevo davanti un negazionista. Con tutto il pacchetto completo e soprattutto quella cosa che mi ha fatto uscire di testa. "Ma secondo me non sono nemmeno piene le terapie intensive", il tutto avallato logicamente dal solito amico che si conosce e che ha detto di aver visto che non è vero niente, che è tutta un'invenzione, una truffa. 

Si perché nel decalogo del negazionista una delle prime regole è quella di non essere mai diretto testimone. Di solito il più gettonato delle fonti è il cugino, anzi ammiocuggino, quello che lavora quasi vicino all'ospedale e che conosce un parente alla lontana di un barelliere in pensione che ha ancora un contatto con la centralinista del pronto soccorso. 

Ah chiaramente non potevano mancare "è solo un'influenza", "io non credo a nessuno", "ci sono delle cure che non ci dicono", "io non mi vaccino".  Insomma come dicevo pacchetto completo. 

Devo dire che per un po' ho resistito ma quando sono state tirate in ballo le terapie intensive a suo parere vuote non ce l'ho fatta. 

Il resto potete immaginarlo. 

lunedì 12 aprile 2021 8 vostri commenti

Senza speranza

Sembra di assistere a quelle gare tra maschietti a chi fa pipì più lontano. 

Io apro prima, anzi apro dopo, no prima di tutti. 

Date buttate a caso per vaccinazioni ai quarantenni, se avete voglia andate a vedere il sito di Regione Liguria, mentre gli ultrafragili stanno ancora aspettando e quelli a domicilio si vaccineranno nel 2028, forse. 

Anche davanti ad una tragedia come questa stiamo assistendo al teatrino della politica peggiore. Salvini che fa finta di stare con i ristoratori mentre siede al governo, Draghi che se la prende con "i giovani psicologi" dimenticando che proprio il governo ha messo per loro l'obbligo di vaccinazione come sanitari. Il ministro della Sanità che va in Tv e parla di importanza delle cure domiciliari quando appunto ora li stiamo proprio dimenticando quelli che non si possono muovere. 

Il circo mediatico al posto della programmazione seria che dovrebbe fare un paese. Ma non siamo soli in questo caso, all'estero direi che abbiamo ottima compagnia. 

Mancano solo le maschere e poi la commedia/tragedia è servita. 

venerdì 26 marzo 2021 25 vostri commenti

E parlano ancora

Vaccinarsi è giusto, utile e bisogna avere fiducia nella scienza per proteggere se stessi e gli altri cercando di raggiungere l'immunità di gregge. E questa è una cosa.

Draghi annuncia che ci sarà un decreto per gli operatori sanitari non vaccinati. Allora io mi domando, uno stato che non sta vaccinando le persone fragili, che si sta dimenticando milioni di lavoratori a rischio da inizio pandemia, che ha organizzato una campagna vaccinale imbarazzante, che ha messo il destino di tutti noi nelle mani di Presidenti di Regioni da indagare, uno stato ridicolo come questo può parlare?
giovedì 25 marzo 2021 8 vostri commenti

Alla deriva

Ciò che sta succedendo con i vaccini riassume benissimo la situazione della nostra società.

Incapacità organizzativa totale degli amministratori locali e nazionali, incapacità da parte dell'opinione pubblica di spingere per avere chiarezza su un tema così importante, individualismo che prevale sulla collettività, arte dell'arrangiarsi, dell'amico degli amici o del canale preferenziale che permette a qualcuno di avere la dritta giusta per una dose di vaccino.

Spaventa più l'uomo che il virus. 

venerdì 19 marzo 2021 26 vostri commenti

Verso ciò che vorrei essere

Spesso mi domando se sto facendo bene il padre. Forse non c’è una risposta, lo si diventa passando anche attraverso errori, insegnamenti o come in questo caso provando a fare almeno una piccola percentuale di ciò che hai fatto te per noi. 

Non sei un tipo tecnologico, hai un Brondi che nn accendi mai e solo per colpa della Pandemia hai iniziato a fare le videochiamate, perché senza vedere tua nipote non potevi stare quando eravamo in lockdown. Quindi questo post non lo leggerai mai, anzi ora mi diresti di piantarla di usare “quel belin di cellulare” come dici te. Ma questa volta non posso darti retta perché scrivere di te mi aiuta anche a pensare di potercela fare con Greta, di potercela fare. 

Perché quando penso a te mi viene in mente una roccia, uno scoglio di quelli che negli anni viene colpito da mareggiate ma rimane sempre in piedi, anzi sorregge anche gli altri.

Così hai fatto e ancora adesso stai facendo, in un periodo difficile in cui devi anche ascoltare ogni giorno le mie raccomandazioni per uscire di meno. È stata un’impresa tenerti in casa un anno fa, perché tu hai sempre pensato a tutti e quel “puoi ammalarti anche te” che continuavi a dirmi. 

E poi i nostri litigi perché pensi a tutti tranne che a te, hai un dito rotto da quattro anni ma guai andare dal medico. Meglio un aperitivo e passa tutto. 

Un papà senza macchina che ci ha portato da tutte le parti, senza chiedere mai nulla a nessuno. Chilometri e chilometri a piedi per tornare dalle mie partite. 

Mi hai insegnato il valore del lavoro, della lotta, dell’onestà e del pensiero verso l’altro, spero proprio di averli messi in pratica in questi anni. 

L’orgoglio di una tuta blu che non si smette mai di indossare nello sguardo di un figlio verso il padre che vorrebbe essere.

martedì 16 marzo 2021 17 vostri commenti

Quel silenzio che non c'è più

E' tornato il mio amico. 

Un tipo che fischia solo, di poche parole ma che mi accompagna tutto il giorno. A lui piace soprattutto la sera quando mi corico esausto per le fatiche della giornata, ama tenermi compagnia. L'ultimo che saluto prima di addormentarmi e il primo al mattino, con qualche intermezzo in caso di risveglio, perché si sa alla mia età la dormita tutta una tirata ormai è una chimera. 

Lo avevo incontrato per la prima volta più di un anno fa, un incontro inaspettato una sera mi pare così all'improvviso, una sorpresa. Poi come tutte le storie il tempo logora un po' quindi siamo caduti nell'abitudine. Devo essere sincero ho provato un po' di tutto per allontanarmi da lui, perché va bene la vicinanza ma in tempi di distanziamento non bisogna esagerare. C'era ma era come un leggero sottofondo ormai. Ora invece è qui con me anche in questo momento. Chiaramente vi saluta, a modo suo, fischiando. 

Quindi dopo esami, risonanze, agopuntura, chiropratico, massaggi, omeopatia, medicina normale, meditazione. Lui è tornato. Amico acufene del mio cuore, anzi del mio orecchio. Non so se questa volta avrò la forza e la voglia di ripetere tutto quello che ho fatto in passato. Diciamo che ti conosco un po' di più quindi magari qualche punto debole tuo lo trovo. 

Una cosa però voglio dirtela, sei uno stress!! Ah no questa parola non si può dire. 

martedì 9 marzo 2021 9 vostri commenti

Figuriamoci ora

Non ricordo esattamente il primo giorno di clausura in casa. Ricordo però la strana sensazione che ho provato quando ho sentito pronunciare per la prima volta la parola Pandemia. Il pensiero è subito andato ai miei genitori, a Greta e a mia moglie.  Dovevo e volevo proteggerli. Da quel giorno con tanta forza di contrattazione sono riuscito a non far più uscire mio padre che continuava a dirmi "anche te ti puoi ammalare". Non accettava il fatto che questa volta non poteva essere lui ad occuparsi di tutti, come sempre. Non dimenticherò mai gli occhi di mia madre che a distanza mentre le portavo la spesa sembrava chiedermi quando sarebbe passato tutto questo. 

Greta a tavola che chiedeva spiegazioni su questa "baraonda", come la definiva lei, e i nostri giochi inventati per far scorrere il tempo. Il lievito di birra che usciva anche dai cassetti dei calzini, tenuto come le monete di Paperon de Paperoni. Nuvole di farina nelle stanze dopo aver impastato ravioli, lasagne, gnocchi, tagliatelle e pizze di ogni tipo. 

Ricordo una delle mie prime uscite per fare i "rifornimenti" in stile guerra mondiale, una specie di mascherina antipolvere trovata da mia moglie in dispensa, come se fosse oro, sciarpa sulla faccia e via tra gli scaffali evitando gli altri meglio di Pac Man. Un carrello con dentro qualsiasi cosa, chili e chili si simmenthal che sono ancora in casa da qualche parte. 

La caccia agli untori. I runner, i cani, i bambini, gli anziani. Una ruota insomma che ancora adesso continua a girare. 

La prima persona che ha perso la vita per questo maledetto virus e quelle parole che ancora fanno male. Aveva malattie pregresse. Poi tutti gli altri, i camion con le bare di Bergamo. Il dolore della gente e di chi era fuori a lottare contro un nemico invisibile. 

Dopo un anno sembriamo esserci abituati ai morti, non hanno più nomi, solo numeri che ormai non vengono nemmeno più elencati in un bollettino. Quelli che gridano alla dittatura sanitaria, che negano ancora tutto, che dopo un anno non portano ancora la mascherina. Ci si scanna sul web per fare a gara su chi ha più diritto al vaccino e le istituzioni brancolano in mezzo a piani vaccinali che sembrano scritti con l'inchiostro simpatico. Chi dovevamo proteggere qualche mese fa ora si trova a dover far il vaccino fra mese. Forse. 

Spesso provo vergogna per avere fatto il vaccino prima dei miei, per la paura di infettarli ogni giorno, o di altre persone anziane e non, con o senza patologie. Rabbia per una società che ha messo in mano al capitale il destino di molte persone. Amarezza per l'ennesima lezione che non abbiamo imparato, posti davanti alla conferma che andava già tutto male prima del virus. 

Figuriamoci ora. 

lunedì 8 marzo 2021 6 vostri commenti

Natalia



Ennesima vittima sul lavoro. Un numero che ormai non si arresta più, cifre che sembrano entrate all'ordine del giorno. Una brutta "abitudine" mentre scorriamo la pagina di un giornale, come se fosse normale alzarsi dal letto la mattina salutare i propri figli, il marito o la moglie, lasciare la propria casa e non tornare più.

Natalia Dimitrova Beliova, 57 anni, lavorava a Battipaglia presso due anziani, una delle tante badanti invisibili nella nostra società. Morta oggi nel rogo dell'abitazione dovuto probabilmente al malfunzionamenteo della stufa a gas. 

Ha aiutato i due anziani mettendoli in salvo. 

Lei ha perso la vita. 

La lotta è ancora lunga.


lunedì 1 marzo 2021 19 vostri commenti

I sogni, quelli belli.


“Papà quando potrò lavorare? A quindici anni?”

“E no è un po’ presto Greta”.

“Ok quando lavorerò compreremo una casa in campagna e ci abiteremo tutti. Nonni, zii, tutti. Cinque stanze, due bagni, quattro piani...”

“‘Ma costa una casa così...”

“‘Ma io lavorerò farò la veterinaria, vedi all’ultimo piano la stanza del Cinema, poi la serra per i bonsai, il forno per fare il pane...”

A noi piace sognare. Insieme però.
sabato 27 febbraio 2021 18 vostri commenti

Tutti pazzi per Draghi

La sensazione è quella di essere nel Limbo. Un silenzio strano ci circonda. Siamo passati dall'indignazione quotidiana alla pace politica. 

In questi giorni abbiamo letto i nomi dei sottosegretari del governo dei "migliori". Strano paese il nostro dove chiamiamo le cose con nomi ad hoc per cercare di convincere la gente. Verrebbe da dire "se questi sono i migliori". Soliti nomi riciclati, una su tutti la Sottosegretaria alla Cultura targata Lega che ha confessato di non leggere un libro da tre anni. Ma evidentemente il paese è questo e la sua espressione deve essere ciò che abbiamo sotto gli occhi. 

Draghi sembra non proferire parola. Silenzio assoluto. Nel frattempo le cose procedono come prima. Sostanzialmente stessi provvedimenti. Ora però non leggiamo più post indignati dei politici di turno. Lungi da me voler difendere Conte, ma veramente vogliamo far finta di niente? Dovevano solamente togliere di mezzo qualcuno per occupare i posti di comando. Chissà magari Renzi vede del Rinascimento anche in questo caso. 

Comando è una parola grossa. Già perché continuiamo a delegare decisioni fondamentali ai cosiddetti "governatori" di Regione. Quindi ordine sparso e via così. Bonacini che si fa prendere dal salvinismo e prima vuole aprire tutto poi dichiara che siamo nella terza ondata quindi scherzava non apriamo niente.  Lombardia con solo un centinaio di insegnanti vaccinati, Campania con scuole chiuse, Veneto che prima dice di aver trovato dei vaccini poi magicamente sparisce il fantomatico venditore. Della Liguria che dire, noi siamo particolari. Abbiamo un presidente che sostanzialmente è sempre a Roma, che ha tenuta la delega alla Sanità ma che non si fa mai vedere in Consiglio. Ha annunciato che dall'8 marzo inizieranno a vaccinare gli Under 65, bene! Piccolo problema, si è dimenticato la fascia 65-80, gli "improduttivi" come disse qualche mese fa, quelli "che devono stare a casa" e che dovevamo proteggere, si è dimenticato gli oncologici, i disabili. 

Si è dimenticato, che sarà mai. 

La verità è che la macchina organizzativa fa acqua da tutte le parti e i vaccini ormai sembrano finiti all'asta. 

Chissà cosa scriveranno i libri di Storia di questa Pandemia. Avevano la soluzione ma hanno preferito lasciarla la mercato.


sabato 20 febbraio 2021 16 vostri commenti

Basta!!!

 

Ancora una volta. 

Un donna. 

Non bastano solo le giornate per ricordare questi terribili atti, non basta l'indignazione a spot, quella del momento, quella delle telecamere che inquadrano le istituzioni, le stesse che poi si voltano dall'altra parte e spesso lasciano soli i centri antiviolenza. 

Clara aveva già pagato il suo funerale, perché lo sapeva.

Ora basta. 

Davvero. 

venerdì 19 febbraio 2021 23 vostri commenti

Lento vaccinale

"Ho prenotato il vaccino per mio padre ultra novantenne".

"Bene dai, quando lo farà'"

"A Maggio..."

Ecco qui in Liguria siamo in queste condizioni, ma presumo anche nelle altre Regioni. L'aggravante da noi è che abbiamo un personaggio come governatore che si bulla della riuscita del suo piano vaccinale. Un uomo che sta ricoprendo (?) anche il ruolo di Assessore alla Sanità, introvabile, che non si presenta mai in Consiglio per riferire. 

Non è una novità purtroppo per la mia regione, qui la Sanità non funzionava già in pre-Pandemia ma ora spesso si dimentica. 

Di quello che dovrebbero fare opposizione non parlo nemmeno perché sembrano non esistere, anche loro non da ora, da sempre. 

martedì 9 febbraio 2021 14 vostri commenti

Incomprensibili perdite

Ieri sera ho stretto più forte del solito Greta e questa mattina mentre temporeggiava per cambiarsi per andare a scuola, non me la sono sentita di riprenderla. 

Ieri è morta una mamma dopo aver portato a scuola la figlia di 6 anni. Investita da un camion mentre andava al lavoro su un monopattino, sembra che abbia perso l'equilibrio. Una tragedia che ancora oggi fatico a pensare. Una figlia, un marito che vedono uscire la madre, la moglie e non fare più ritorno a casa. Un autista del camion sotto shock. 

Più di una volta in questo periodo mi sono detto di cercare di assaporare sempre di più i momenti belli, eliminare il superfluo, ciò che appesantisce le nostre giornate, cercare di praticare degli attimi  di felicità e leggerezza. Ora ancora di più.

Dopo la tragedia di qualche giorno fa, madre e padre caduti in montagna sotto gli occhi della loro piccola, ieri nella mia città ancora una volta un dramma. 

Non ho voglia di partecipare al dibattito che ora leggo un po' ovunque sui monopattini, davvero non riesco. Ciò che posso solamente dire è che sulle strade si rischia sempre di più, con qualsiasi mezzo. Frenesia dello spostamento e spesso, troppo spesso, strade dissestate che vengono costantemente dimenticate dalle amministrazioni comunali. 

Oggi per la cronaca in quella via dove è successa la tragedia ci sono dei fiori. 

Vicino un cartello con scritto "attenzione dosso". 

Ora.

venerdì 5 febbraio 2021 11 vostri commenti

Quelli nell'ombra

Cè un lato di questa pandemia che pochi stanno prendendo in considerazione. La reclusione forzata dei mesi scorsi, le attività relazionali interrotte o semplicemente la paura del contagio hanno fatto aumentare i casi di tentato suicidio o autolesionismo anche tra molti giovani. 

E' uno dei tanti problemi, però, che il virus ha solamente scoperto. Casi che già prima venivano trascurati dalle Istituzioni. Basti pensare ai tagli che ogni anno le Regioni fanno nel settore della disabilità o nella salute mentale. Situazioni di abbandono sociale che sono sotto gli occhi di tutti, ogni giorno. Prese in carico che vengono effettuate da associazioni che a mala pena riescono a mantenersi a galla. 

Il periodo che stiamo vivendo non ha permesso il nomale svolgere di attività che per molti ragazzi sono vitali, momenti di socializzazione, ascolto e condivisione che permettono spesso un "riabilitazione" e un integrazione a volte sventolata nei grandi congressi, ma dimenticata poi nel momento di reale bisogno. 

Donne e uomini che rimangono nell'ombra, dimenticati. 


domenica 31 gennaio 2021 30 vostri commenti

Crisi... di identità.

Davvero difficile trovare le parole per commentare questa crisi di governo, in un momento in cui contiamo ancora ogni giorno 500 morti. 

Le uniche che mi vengono in mente sono da indirizzare al tipo che inneggiava ad un nuovo Rinascimento, non sapendo probabilmente nemmeno il significato di quello vecchio. 

Ecco, chi dialogo con uno del genere o si siede accanto in un governo non è nemmeno degno di nominare la parola sinistra. 

Ora sarebbe il caso davvero di ritrovare la nostra giusta identità, a volte basta guardare al passato. 

giovedì 21 gennaio 2021 8 vostri commenti

Qualcuno era comunista


Aveva difetti? Certo, come tutti noi. Chi non ne ha? È stato parte della nostra storia, dando quella spinta necessaria attraverso la lotta nelle piazze, casa per casa, per arrivare a leggi che ancora oggi reggono la nostra società, leggi fondamentali, indispensabili.

Una sinistra che è ancora tale non deve aver paura della sua storia, diceva Macaluso, invece è avvenuto proprio l’opposto. Così rimangono quelle passeggiate alla festa dell’Unitá, quella vera, con mio padre che camminava orgoglioso.
Ora capisco.
Perché alla fine senza siamo più soli, smarriti, spettatori di trasformazioni e simbolini che hanno fatto più danni che altro. Fiori, alberi, roba del genere. Perché quella falce e quel martello hanno ancora valore, ideali che qualcuno ha voluto mettere in cantina troppo presto, raccontandoci che era tutto finito. Che il mondo sarebbe stato migliore. Eccolo il mondo, lo abbiamo davanti oggi e sembra tutto tranne che migliore.
Già...Qualcuno era comunista perché c’era il grande Partito Comunista.
Bisogna esserlo anche oggi.

venerdì 15 gennaio 2021 20 vostri commenti

Indigestione

Seconda puntata di un’indigestione a cena.

“Papà la prima volta che mi sono innamorata... ho lasciato subito perdere. Non è il ragazzo per me, ora lo voglio sportivo”.

Da domani andrò a letto senza cena.
mercoledì 13 gennaio 2021 27 vostri commenti

La cena

Il momento della cena è anche un momento di riflessioni, spesso si racconta la giornata e la convivialitá a volte porta anche ad aprirsi.

“Papà mi piacciono i maschietti, ma non so come parlarci”.

Appunto.
giovedì 7 gennaio 2021 14 vostri commenti

Triste realtà

 

La triste realtà di questo mondo in diretta Tv.

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