E' vero è consumismo il Natale. E' vero spesso senti della gente al telefono che non incontri mai durante l'anno. E' vero ti arrivano messaggi con numeri non registrati in rubrica con i classici auguri ai quali si risponde con un predefinito. E' vero in alcuni casi arrivano dei regali imbarazzanti, tipo maglione con le renne.
Però il Natale a me piace, non so che farci. Probabilmente è il retaggio del passato, la tradizione che abbiamo sempre avuto in famiglia. Mio padre, comunista, che tira giù dei cristi mentre fa il cielo del presepe perché non sta su. Mia madre che circa un mese prima inizia a chiedere cosa mettere nel menù in formato gigante. Mia nonna che si mangia 50 ravioli con il touccu alla genovese.
Ho ancora in mente quando io e mio fratello andavamo a letto la sera del 24 con l'ansia per un uomo che da lì a poco sarebbe passato da un camino, che non avevamo, o da una finestra, sempre chiusa, per portarci i regali.
Era una magia. Ci alzavamo alle 4 per vedere i regali e non c'erano... poi alle 5 e non c'erano... poi alle 7 come per magia erano tutti in fila nella sala sotto l'albero.
Per non parlare di quell'anno in cui mio fratello aveva scoperto che papà e mamma erano babbo natale andando alla ricerca dei regali in tutta la casa.
Non ricordo quando mi comunicarono la triste notizia, non so la reazione ma sono sopravvissuto.
Però devo dire che ancora adesso, ogni tanto, la sera del 24 un'occhiata magari la vado a dare di là non si sa mai. Poi adesso tocca a me gestire la favola per Greta.
Quindi buone feste a tutti laiche o religiose che siano.
Per non essere da meno pubblico anche io la foto di un albero di Natale, un po' "strano", uno stranalbero come dice un grande amico scomparso, per ricordare quello che sta succedendo in Liguria a chi tutto l'anno si ricorda degli altri e si vede tagliare i fondi da una regione che invece di portare i doni li toglie ai più deboli.