martedì 28 aprile 2020 22 vostri commenti

Piove

"Mi raccomando state insieme". 
Ci sono frasi che si ascoltano durante il giorno che pesano come macigni, spesso nelle nostre conversazioni la mente vaga. A volte, troppo, non riusciamo ad essere solo concentrati su ciò che facciamo, che ascoltiamo. 
Esistono però campanelli che ci mettono in guardia su ciò che è più importante nella vita. Le cose fondamentali, quelle senza le quali alla fine non conta più niente. 
"Ho perso mio marito a Gennaio". 
Ecco, macigni. 
Senza la vita alla fine non conta più, niente. Senza l'affetto delle persone care, il solo pensiero di un abbraccio che non si potrà più avere. E' vero l'economia è importante, se non si riprenderà ci saranno estreme difficoltà, ma la vita, davvero prima di tutto. Mi pare che negli ultimi giorni non se ne parli più tanto, ma solo di corse tra maschi che devono arrivare prima ad un traguardo non ben definito. 
"State insieme", già io ora vado di là e abbraccio mio figlia e mia moglie.
Oggi piove. 

sabato 25 aprile 2020 13 vostri commenti

Noi sognavamo



Per la prima volta non sfileremo come ogni 25 aprile per le strade di Genova, non sentiremo Bella Ciao suonata dalla banda e il silenzio.
“Greta domani è la festa della liberazione”
“Allora usciamo”
“No mi dispiace, non si può”
“Allora non siamo liberi”
“Si noi si, proprio grazie a quei giorni”
"Lo facciamo in casa il corteo papà, non ti preoccupare".

Si, lo faremo in casa. 
Perché anche se lontani mai saremo distanti da quegli ideali che ci hanno permesso di essere liberi, da quelle donne e quegli uomini che anni fa hanno dato loro vita per salvare la nostra.
“Noi sognavamo un mondo diverso, un mondo di libertà, un mondo di giustizia, un mondo di pace e un mondo di fratellanza e di serenità.”
Germano Nicolini
Anche io lo sogno.
Buon 25 aprile.
W la Resistenza, sempre.
domenica 19 aprile 2020 12 vostri commenti

Tornare

Tornare a quei giorni
di contatti e di passi
di scontri e sorrisi, ora coperti
di mani libere di esplorare
di minuti vissuti e non controllati
di spazi aperti, di odiate assemblee di condominio
di porte degli autobus che non si chiudono per la troppa gente
di cortei di lotta e non funebri
di serate e di schiamazzi dei vicini
di "stasera pizza da noi?"
di sveglie per uscire di casa e non per andare in cucina
di moto che non partono e di meccanici chiusi ma solo perché è domenica
di attesa in coda attenti a non farsi superare
di cartellini timbrati come brioche nel latte
di colleghi visti dal vivo, anche quelli antipatici
di insulti tra automobilisti o per un verde che non arriva mai
di panini dell'autogrill che non sanno di nulla
di mugugni per le autostrade care
di "quando arrivi a casa?"
di bar pieni e tazze vuote
di padri e madri da abbracciare e non da vedere a mezzo busto con la voce a scatto
di bimbi per la strada
di "un altro giro di giostra"
di "dai un bacino al nonno"
di nipoti per mano
di strade vuote ma solo alle quattro del mattino
di maschere, ma della commedia dell'arte
di teatro e copioni da imparare
di ragazzi che corrono dietro ad un pallone
di libri annusati in libreria
di ascensori affollate
di "a casa non ci siamo mai lasci il pacco dalla vicina"
Tornare a prima, già
ma ad un "prima" diverso, perché a pensarci bene
tutto non era così limpido.

martedì 14 aprile 2020 14 vostri commenti

Paura

Adesso io ho paura. 
In questo momento in cui il contagio sta rallentando, ho paura. 
Perché sento parlare da parecchie parti di riaprire, di necessità di ripartire, di economia che non se lo può permettere. Tutto ciò vuol dire che la politica inizierà, anzi lo ha già fatto, a ragionare (?!?) col metro elettorale dettato dai sondaggi.

Mentre negli ospedali si continua a morire, nella mia Regione il signor Toti ha appena firmato un decreto per ripartire con  "giardinaggio, sia a scopo professionale che personale, e coltivazione di piccoli terreni; manutenzione straordinaria e allestimento delle attività balneari e dei piccoli chioschi
attività dei cantieri nautici propedeutici alla consegna delle imbarcazioni già allestite; piccoli lavori di edilizia, sia privata che pubblica; controlli alle imbarcazioni da parte delle darsene".

Un provvedimento senza senso che rischia seriamente di vanificare gli sforzi fatti fino a qui. Più facile prendersela con qualcuno che magari esce per fare due passi con un figlio sotto casa, anche se io non lo sto facendo. Si predica lo "state a casa" e poi si firmano provvedimenti che riempiranno autobus, che rimetteranno in circolazioni migliaia di persone. 
Nel frattempo non sono ancora stati fatti i tamponi nelle case di riposo e agli operatori sanitari, così come agli ospiti anziani. Ad alcuni hanno già detto che non li faranno. Non sappiamo il reale stato delle scorte di dispositivi di sicurezza. Per fare un esempio nella residenza protetta dove lavoro io abbiamo mascherine che ci basteranno per un mese se non avremo nessun contagio, in caso invece ci contagio ci basteranno solo per 8 giorni!!! 
Ma dobbiamo fare i lavori negli stabilimenti... perchè secondo questi personaggi che occupano cariche istituzionali a giugno ripartirà la stagione balneare?!!? 
Non ho più parole, ma parecchia paura. 
Meno del virus, più dei politici. 
giovedì 9 aprile 2020 13 vostri commenti

Prima

In questi giorni di quarantena capita anche di fare dei bilanci. Credo che abbia senso cercare cose positive, occasioni, situazioni che prima non si presentavano. O meglio, non le facevamo accadere. 
Siamo al 32mo giorno di clausura in casa, si lavora, il tempo alla fine passa più velocemente di prima. Ciò che mi preme di più in questo momento è l'attenzione che cerco, cerchiamo, di dare a Greta. Lavorando tutti e due in settimana non possiamo troppo starle dietro, quindi piano piano sta imparando ad autogestirsi. Ad esempio rispetto a prima ora si veste da sola, una sorta di autonomia forzata, dovuta al caso. Esce sul poggiolo a bagnare piante e Bonsai e aiuta in cucina. Un passo che sarebbe stato fatto prima o poi è chiaro, ma ci sono circostanze come queste che alla fine spingono l'acceleratore. 
Sono contento di stare di più insieme alla mia famiglia. In questi anni ho "corso" tanto, preso dai mille impegni di un'agenda senza fine. Il lavoro, il calcio, il teatro e il sindacato. Tutte cose che amo ma che in alcuni casi mi hanno tenuto lontano da loro.
Pur nella difficoltà quindi ora cerco di assaporare ogni momento, dal risveglio mattutino che non si limita al saluto, una colazione rapida come prima e poi la fuga verso l'ufficio. No, ora l'ufficio è qui ad un metro. La pausa caffè è un abbraccio e un bacino alla piccola. Un sorriso agli occhibelli. 
Le privazioni ci sono, manca a tutti noi l'abbraccio dei nonni, ma resistiamo. Ponendo le basi della nostra forza sul fatto di sentirsi in un certo sento dei privilegiati rispetto alle persone che purtroppo devono uscire o che stanno aiutando il paese a rialzarsi. 
Mai come questa volta la parola Prima avrà un valore particolare.
domenica 5 aprile 2020 12 vostri commenti

Questi tempi

E' una realtà quella che stiamo vivendo in questo momento che ci segnerà per molto. 
Ciò che mi colpisce di più le poche volte che esco di casa è il silenzio. L'assenza del vociare, delle chiacchiere. Prima al supermercato era un continuo susseguirsi di mezzi discorsi. Mariti che venivano rimproverati per aver messo nel carrello l'ennesima cosa inutile. Bambini che si sentivano dire mille volte "non toccare, mettilo giù". Quel "chi è l'ultimo" dal salumiere che spesso generava anche liti. Ora quella domanda si dice all'ingresso del supermercato, con una sorta di timidezza e di ricerca di intimità minima col prossimo che sta comunque vivendo lo stesso dramma. 
Mancano le espressioni del viso spesso ricoperte da mascherine di tutti i generi, io ne indosso due, quella chirurgica con sopra quella per la polvere, una sorta di rassicurazione in più, solo quello. Però rimangono gli occhi che a saperli leggerli bene molte volte dicono parecchio, anzi non mentono. Ma anche gli sguardi devo dire si incrociano meno. 
Così come le traiettorie dei carrelli tra le corsie oppure quei pochi incontri sul marciapiede, con una sorta di messaggio telepatico, come dire "scendo io o scendi tu". 
Poi l'attenzione. Io sono sempre stato uno di quelli delle chiavi dimenticate attaccate alla porta di casa, del garage aperto, del cellulare scordato prima di uscire. Ora ogni passo richiede un'applicazione costante del nostro cervello, una scannerizzazione anticipata di ciò che c'è tra noi e il nostro obiettivo. La mente perennemente occupata mentre si è fuori. 
Una cosa però è rimasta. 
E a rivolgere lo sguardo in alto spesso si trovano certezze, la luna e le stelle sempre lì, uguali, testimoni di ciò che stiamo vivendo. Così l'altra sera me le sono tenute strette come luca di speranza per il ritorno alla normalità. 

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