giovedì 27 gennaio 2022 6 vostri commenti

Voleva solo rivedere la mamma

La memoria ormai sembra interessare pochi. Tendiamo a rimuovere per la velocità del nostro tempo, per pigrizia, per ignoranza o per comodità.

Non conoscevo la storia di Sergio De Simone, uno dei tanti bambini uccisi dai nazisti. Arrestato e condotto nel campo di concentramento della Risiera di San Sabba con sua madre, Gisella Perlow, sua zia, Mira Perlow, sua nonna e le piccole cuginette di 4 e 6 anni, Andra e Tatiana Bucci. Deportati poi nel lager di Auschwitz-Birkenau.

La nonna morì il giorno stesso in una camera a gas. La madre e la zia vennero mandate nei campi di lavoro, sopravvissute come le due cuginette. Sergio non ce l'ha fatta. Voleva solo rivedere la mamma. E quel giorno quando le guardie fecero quella domanda ai bambini "chi di voi vuole vedere la mamma?". Lui come altri fece un passo avanti, aveva 7 anni. Nonostante le due cuginette lo avessero messo in guardia su quella domanda. Ma lui aveva 7 anni, voleva vedere la mamma. 

7 anni come mia figlia. 

Ecco. Sergio non la incontrò più la mamma, perché i nazisti portarono lui e altri bambini in un altro campo per sottoporli ad esperimenti medici sulla tubercolosi. Poi lo impiccarono ai ganci nei sotterranei della scuola. 

Spesso ripenso alle parole di Guccini. "Come può l'uomo", già come ha potuto commettere atti come questo. Atrocità che non si riescono nemmeno ad immaginare. 

Oggi la rabbia aumenta perché ci tocca leggere di gente che paragona il green pass alle deportazioni degli Ebrei. Gente misera, senza memoria, senza rispetto.

Ma non lo scopriamo ora. 

lunedì 24 gennaio 2022 4 vostri commenti

Guido


Avevo 4 anni quel giorno e i ricordi in questo caso non mi sono d’aiuto.

Ho conosciuto Guido Rossa tramite i racconti di mio padre, operaio dell’Italsider come lui, suo collega e compagno di tante lotte. 

L’ho conosciuto tramite la storia di un cappello indossato da mio papà e comprato lo stesso giorno del suo funerale, quando anche il cielo piangeva a Genova.

Abbiamo il dovere di tenere a mente  il suo coraggio, di ricordarlo ai nostri figli, di raccontare la sua storia negli anni che verranno, guardandoli con gli stessi occhi di Guido Rossa mentre guarda sua figlia, come in questa foto.

Come a dire finché c’è lotta, onestà e coraggio c’è speranza.

venerdì 21 gennaio 2022 5 vostri commenti

PCI

21 gennaio 1921, nasce il Partito Comunista Italiano

Noi orfani di una grandezza che non abbiamo mai visto e vissuto.

Ascoltatori di Storie di donne e uomini che c’erano e che hanno permesso a questo paese di rinascere.

In attesa perenne di ritrovare anche solo una minima parte di quel partito.

Perché le ragioni ci sono.

Perché le classi esistono ancora.

Perché donne e uomini ancora vengono sfruttati. 

Per il bene comune.

giovedì 20 gennaio 2022 8 vostri commenti

La parte fortunata

Leggo  di persone che stanno tentando di prendere il Covid per evitare il vaccino. Mi è davvero difficile comprendere certe posizioni. Irrispettose per chi purtroppo si è infettato e non voleva, e magari non ne è nemmeno uscito. 

Credo siano privilegi da occidentali che possono usufruire del sistema sanitario. Tanto c'è chi cura, tanto un posto all'ospedale lo abbiamo. Intanto, non è così certo che ci sia sempre un posto libero all'ospedale. E' ancora fresco il terribile momento in cui abbiamo sentito dire "dobbiamo scegliere chi curare". Eppure siamo ancora qui a leggere di party Covid, di gente che preferisce il virus. Nel frattempo molti non trovano spazio per altre cure e operazioni importanti vengono rimandate. 

E' un argomento davvero devastante, che si fatica anche a condividere. Mi ricorda molto quegli anni in cui quando l'argomento politica era tabù per la paura di imbattersi in un berlusconiano, oppure per la vergogna di chi dava il voto al Caimano. 

Siamo nati in una parte fortunata del pianeta, per puro caso. Anzi, aggiungerei perché abbiamo sfruttato altri paesi in difficoltà. 

Teniamolo a me. 

giovedì 13 gennaio 2022 6 vostri commenti

Concordia

Dieci anni da un inchino criminale. Una tragedia che ha portato via la vita di 32 persone. A distanza di tanto tempo viene da chiedersi quante volte sia stato sfiorato il dramma. Tutto per un' "abitudine" che molti conoscevano e non hanno mai denunciato. 

Questa triste vicenda pone l'attenzione anche sui tanti lavoratori precari che ogni mattina fanno trovare la colazione pronta per gli ospiti, sempre disponibili al sorriso, alle feste. Dietro tutto ciò spesso ci sono storie di donne e uomini che fanno sacrifici enormi, sfruttati da compagnie con conti bancari faraonici. Le stesse persone che in quella vicenda hanno fatto il possibile per salvare vite umane. 

Spesso tragedie come quelle della Concordia riportano alla mente il preciso momento che si stava vivendo. Non ricordo bene quelle mie ore, ma non scorderò mai l'immagine di una catena umana che aggrappata ad una corda per calarsi giù dallo scafo di una nave. Una fotografia che porta a distogliere lo sguardo, come a non volerci credere. 

Ma è successo. 

mercoledì 12 gennaio 2022 10 vostri commenti

Città per pochi intimi

Ciò che mi spaventa più di tutto è la mancanza di stupore nel leggere che all'attore Rodolfo Laganà sia stata rubata la carrozzina elettrica, che usa a causa della sua malattia, la sclerosi multipla. 
Nessun salto sulla sedia, non sono caduto, non ho imprecato. Nulla.
Perché ormai questa sembra la deriva presa da questa società. 
Nei giorni scorsi ho affittato una carrozzina per andare a fare un giro con mia madre. Avete mai provato a spingerne una per le vie della vostra città? Fatelo. Potrebbe essere un'esperienza unica, un risveglio davanti ad una realtà che spesso viene mascherata, nascosta, messa in ombra. 
Le nostre città hanno barriere architettoniche ovunque. Se sei disabile non puoi decidere il percorso, ma devi fare quello "meno pericoloso", "più accessibile". A volte non puoi nemmeno farlo. 
Ecco, a me pare che più che tanti paroloni o giornate per la disabilità, servano prese di coscienza, atti veri e proprio, quotidiani, da parte di tutti non solo degli amministratori. Quest'ultimi logicamente dovrebbero essere i primi a non nascondersi dietro a degli slogan, perché altrimenti Genova, ad esempio, potrebbe essere "meravigliosa" solo se non hai una carrozzina. 
martedì 11 gennaio 2022 13 vostri commenti

Sabbie mobili

Da quanto tempo discutiamo sull'importanza della scuola? In questi anni ne abbiamo sentito parecchie e mai un governo ha messo al primo posto l'istruzione, l'educazione e la formazione. Mai. 

Ieri è ricominciata la scuola, dopo due anni di emergenza pandemica, nulla è cambiato. Gli spazi sono sempre gli stessi, siamo in presenza delle cosiddette classi pollaio che pregiudicano anche la didattica, che dovrebbe essere primario obiettivo per ciascuna scuola. 

E' un disco rotto ormai, ci sono argomenti che non portano voti. Non si tratta solo di colpe da dare alla politica, ma anche alla cittadinanza stessa, sempre meno attiva e sempre più disinteressata. A farne le spese sono due colonne di una normale società. La Sanità e come dicevo la Scuola. 

Ora stiamo raccogliendo le briciole e piangendo vittime. Servirebbero vere riflessioni, spunti e prese di posizioni anche coraggiose. 

All'orizzonte però nulla. A parte una vergognosa candidatura di Berlusconi alla Presidenza della Repubblica che ci porterà sempre più nel baratro. 

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