In questi giorni di Tweet, di votazioni on line dalle 9 alle 14, di correntine, di elenchi di nomi, di candidati alla Magalli, di professori che hanno svenduto le industrie italiane, di dissidenti che tengono famiglia, di reti a sinistra che non riescono nemmeno ad incontrarsi nello stesso posto, di Nazzareni e Ponzi Pilati, di fascistelli con accento toscano che senza essere eletti impongono nomi, di cavalieri che rimangono in sella, di commenti sui social network che rispecchiano sempre di più il paese, di Democrazia Cristiana che non ci lascerà mai... mi rileggo il discorso di insediamento di Sandro Pertini...
"Bisogna sia assicurato il lavoro di ogni cittadino. La disoccupazione è un male tremendo che porta anche alla disperazione. Chi vi parla lo può dire per personale esperienza acquisita quando in esilio ha dovuto fare l'operaio per vivere onestamente. {...} Bisogna risolvere il problema della casa perché ogni famiglia possa avere una dimora dignitosa, dove poter trovare un sereno riposo dopo una giornata di duro lavoro. {...} Ma se a me, socialista da sempre, offrissero la più radicale delle riforme sociali a prezzo della libertà, io la rifiuterei, perché la libertà non può mai essere barattata. {...} La Repubblica sia giusta e incorrotta, forte ed umana: forte con tutti i colpevoli, umana con i deboli e i diseredati. Così l'hanno voluta coloro che la conquistarono dopo vent'anni di lotta al fascismo e due anni di guerra di liberazione. {...} Non posso non ricordare i patrioti con cui ho condiviso le galere del tribunale speciale, i rischi della lotta antifascista e della Resistenza. Non posso non ricordare che la mia coscienza di uomo libero si è fondata alla scuola del movimento operaio di
Savona e rinvigorita guardando sempre ai luminosi esempi di Giacomo Matteotti, di Giovanni Amendola, di Piero Gobetti, di Carlo Rosselli, di don Minzoni e di Antonio Gramsci, mio indimenticabile compagno di cella."
...probabilmente sono troppo ancorato al passato, ma se il presente è questo...