venerdì 29 novembre 2013 15 vostri commenti

Se questo fosse...

Se questo fosse un paese normale oggi si parlerebbe di decadenza civile e non di un pregiudicato.
Se questo fosse un paese normale oggi si parlerebbe del livello di disoccupazione che non viene neanche più aggiornato da quanto sale.
Se questo fosse un paese normale oggi si parlerebbe di lavoro e di diritti che ogni giorno vengono calpestati dai piccoli berlusconi che crescono nelle nostre aziende.
Se questo fosse un paese normale oggi si parlerebbe di bene comune e non di leggi ad personam.
Se questo fosse un paese normale oggi si andrebbe in giro con la costituzione invece di attaccarla ogni volta.
Se questo fosse un paese normale oggi si griderebbe al colpo di stato non per salvaguardare gli interessi di una sola persona ma perché nelle nostre regioni e nei nostri comuni ogni donna e ogni uomo viene trattato come un numero da cancellare, da tagliare in onore del bilancio.
Se questo fosse un paese normale a decadere non sarebbe una sola persona ma tutti i milioni di cittadini che ancora hanno avuto il coraggio di dare il loro voto ad un personaggio del genere.
Se questo fosse un paese normale personaggi come D'Alema e company sarebbero solo un ricordo.
Se questo fosse un paese normale oggi non si parlerebbe di decadenza perché per cadere bisogna salire e uno del genere non avrebbe mai dovuto farlo.
Se questo fosse un paese normale oggi si discuterebbe di orario di lavoro, di salario, di diritto al lavoro, di contratti nazionali e non di clientelismo e fedelissimi in doppio petto capaci solo di esistere grazie al volere di un uomo.
Se questo fosse un paese normale nelle vie e nelle piazze ora ci sarebbero cortei. 
Invece...
martedì 26 novembre 2013 10 vostri commenti

Fantasmi in città

Passeggiare in una delle nostre vie ultimamente fa riflettere molto. Soprattutto se lo si fa senza l'intento di guardare vetrine o elettrodomestici inutili creati solamente per rompersi ad orologeria dopo due anni, a garanzia scaduta naturalmente.
Oltre ad accorgersi delle bellezze architettoniche che le nostre città offrono al di sopra del nostro naso si possono associare immagini a considerazioni sullo stato del paese, ma direi della società intera.
Ogni 20-30 metri ci sono persone che chiedono l'elemosina. Ciò che mi ha colpito rispetto al solito è il fatto che ultimamente siano in maggioranza  persone anziane, donne e uomini. 
Allora il mio cervello ha iniziato ad elaborare pensieri. Chi sfila per queste persone, chi manifesta, chi si arrabbia se non i soliti?!? Pochi, pochissimi, nessuno. Queste le risposte.
Molti potrebbero rispondere che dovrebbero andare a cercare lavoro. Un anziano? In questo momento storico? E chi glielo da il lavoro?
Questo per dire che nella nostra società, nelle nostre piazze, nelle nostre vie ci sono parecchi fantasmi che dimentichiamo, che evitiamo, parecchi di noi fortunatamente non lo fanno e ci sono associazioni che per questo vanno ringraziate ogni giorno.
Sarò un inguaribile utopista ma non riesco ad accettare una società che si basa su disparità enormi, dove le classi ci sono e non sono quelle delle scuole.
mercoledì 13 novembre 2013 6 vostri commenti

Domani per le strade di Genova un cavallo blu...


Non solo il cielo sarà blu domani pomeriggio a Genova, ma anche un cavallo molto particolare. Costruito 40 anni fa nel laboratorio P del manicomio di Trieste dove ogni giorno artisti, operatori, medici, pazienti e volontari si incontravano per esprimere artisticamente ciò che desideravano. All'interno dell'ospedale psichiatrico un cavallo tirava il carretto della biancheria uscendo ogni giorno dalla struttura. Il giorno in cui morì  decisero di farlo vivere ancora come simbolo di un cambiamento, quello che la legge 180 stava iniziando a portare, costruendolo di cartapesta.
Così nel 1973 trainato da uomini e donne con al seguito un corteo di bandiere di tutti i colori Marco Cavallo uscì dai cancelli del manicomio mostrandosi alla gente in tutta la sua bellezza.


Oggi questo paese ha ancora bisogno della sua corsa e Marco Cavallo si è fatto trovare pronto per dire NO agli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove le persone vengono dimenticate e lasciate marcire senza diritti come fantasmi da nascondere. Chiedendo di trattare questi uomini e queste donne come persone. Per non rivedere nessuno finire in un OPG per danni materiali e rimanerci anni, per non dover più commentare delle morti che non vengono nemmeno commentate mentre c'è chi si può permettere di usufruire di pagine di giornali o servizi televisivi per ottenere gli arresti domiciliari grazie al cognome e ad un avvocato strapagato.
Il gruppo teatrale Stranità del Teatro dell'Ortica di Genova, nel quale ho l'onore e il piacere di collaborare, domani sarà vicino a Marco Cavallo sfilando per la strade della superba, che saprà un po' di anni 70,  per contribuire al viaggio di questo simbolo che grazie  a Peppe Dell'Acqua toccherà varie città italiane.
Per ricordare ed impedire che queste cose si ripetano.

lunedì 4 novembre 2013 10 vostri commenti

Genova ricorda


Oggi il cielo sopra la mia città assomiglia a quello di due anni fa. Gli stessi torrenti sembrano dormire come nelle prime ore di quel maledetto 4 novembre in cui dopo qualche ora quegli spazi coperti d'erba ed arbusti si trasformarono in corsi d'acqua violenti portando via sei vite.
A Genova si va avanti con stati di Allerta e attenzione per evitare ciò che ancora tutti abbiamo in mente, immagini e suoni che nessuno di noi potrà mai dimenticare. 
La domanda che in questi anni molti genovesi si sono posti è se si possa continuare a vivere in questa maniera, con il naso sempre rivolto vero l'alto durante gli allerta,  scuole chiuse nelle zone a rischio e con le attività commerciali in balia del meteo.
La risposta in un paese civile sarebbe chiara e semplice, in questa maniera non è giusto vivere. Servirebbe un impegno concreto di tutti per finanziare un'opera come lo scolmatore che la città attende da anni e che a detta degli esperti metterebbe in sicurezza il torrente Ferreggiano. 
Genova chiede anche  che la procura faccia chiarezza sui fatti del 2011, ad oggi sono stati rinviati a giudizio l'ex sindaco e altre 5 persone. Le famiglie delle vittime e la città stessa hanno il diritto di sapere se in quelle ore ci fu noncuranza da parte dei responsabili e se qualcuno dopo ha anche provato a nascondere documenti fondamentali per arrivare alla verità.
Oggi ricordiamo chi ha perso la vita in quelle ore, ricordiamo tutte quelle persone, gli angeli del fango, che subito hanno aiutato chi era in difficoltà, tenendo a mente che per troppo tempo l'uomo si è dimenticato di ciò che ha attorno, un ambiente che viene calpestato e prevaricato dalle continue costruzioni. 
Nonostante tutto a Genova si continua a costruire in zone a rischio con progetti di box assurdi e in quartieri dove sono stati registrati in passato crolli e frane. 
Non basta ricordare solo quando ci sono le ricorrenze, ma è necessario ricordare sempre per non commettere gli stessi errori.


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