martedì 19 novembre 2019

Non si ferma

Amo il calcio. 
Sono dentro questo sport da 38 anni, ho iniziato a giocare a 6 anni. Le prime scarpette e quel campetto di calcio in gomma me lo ricordo ancora. Ogni volta che ci ripasso davanti il pensiero va a quegli anni, ai sogni di un bambino con il suo pallone che in quel momento è solo ed esclusivamente suo e non lo vuole dare a nessuno. 
Faccio l'allenatore da vent'anni quasi, ho sempre cercato di insegnare ai ragazzi e ragazze i valori dello sport, il rispetto dell'avversario, la cultura della sconfitta, il senso del gruppo e della fatica per raggiungere un traguardo. Ci sono stati anni belli, fantastici e indimenticabili, ma anche quelli anonimi o brutti da accantonare come in tutte le cose. 
Ora però fatico. 
Credo che prima o poi scenderò da questo treno impazzito che ha perso da tempo la giusta direzione, che ha a che fare purtroppo anche con i progetti assurdi di genitori, parenti o affini che vedono nel calcio una possibilità di carriera. Ma soprattutto per quanto riguarda tutto il contorno che spesso è fatto di rabbia repressa portata sugli spalti e maleducazione sventolata ai quattro venti. 
Leggere la notizia dell'ennesima aggressione verbale ad un arbitro, questa volta in Sardegna, una ragazza di 17-18 anni che dirigeva una partita di Giovanissimi, ovvero ragazzi di 13 anni, fa male al cuore e fa venire voglia di smettere, di gettare la spugna. 
Dovrebbe far riflettere tutti gli addetti ai lavori e non solo. Purtroppo anche questo fatto passerà come molti altri, finendo nel dimenticatoio presto. Quando invece ci vorrebbero prese di posizioni della federazione, stop dei campionati, allontanamento definitivo di tecnici dirigenti violenti, allontanamento dai campi di parenti scellerati.
Ma è un treno impazzito, come ho detto.
E non si ferma.

14 commenti:

  1. Il calcio è il cancro dell'Italia.
    C'è poco da fare.
    Ragazzini che credono di poter diventare Vieri o Totti e sposare la velina.
    Soldi facili e truzzaria.
    Genitori penosi.
    Si pensa esista solo questo sport. Peccato.
    Non mi stupisce che l'altro paese dove tira così tanto è il Brasile, che è terzo mondo non per niente, proprio come l'Italia.

    Moz-

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    1. Mah io non so se dipende dallo sport, il calcio è solamente il più giocato e nella grande percentuale alla fine si trova di tutto.
      Altro problema è che per anni si è sottovalutata la formazione degli addetti ai lavori soprattutto per chi si occupa di scuola calcio.

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  2. Oggigiorno fare l'educatore, sia come insegnante che come allenatore, è sempre più difficile e, mi dispiace dirlo, la colpa è dei genitori che, senza voler generalizzare, non sanno più educare ai valori, al rispetto... E questi sono i risultati.
    sinforosa

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    1. Si diciamo che avere a che fare con "l'educazione" ora è sempre più complicato

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  3. Belin Erneste hai giå 38 anni!per anni sono vissuta vicino a un campo di calcio, ho visto impegnarsi per lo sport tante persone, ma i genitori te li raccomando!

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  4. Sono molti i treni da cui bisognerebbe scendere, non solo il calcio.

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  5. Il calcio è solo una delle tante espressioni della società.
    Sto conoscendo questo mondo ora per mio figlio.
    Vedo bambini di 10 anni che prolungano il tempo per rialzarsi dopo un fallo, falli fatti con cattiveria e vari tentativi di imbrogliare gli arbitri.
    se ciò succede è perchè qualcuno lo insegna.
    I genitori sugli spalti?
    Silenzio stampa.
    io speravo nel rugby x il terzo tempo ;)

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    1. la cola è di tutti. Genitori nonni sugli spalti che urlano o si sostituiscono ai mister, allenatori che hanno perso di vista il vero senso della scuola calcio che non è vincere ma insegnare, la stessa federazione che punisce con squalifiche ridicole chi commette atti gravissimi e non dovrebbe più avvicinarsi ad un impianto sportivo.
      Adoro il terzo tempo

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  6. L'aggressione verbale è già un "lusso" ho letto di casi di aggressioni fisiche, pugni, calci. Gli arbitri delle categorie inferiori, già dalla ex serie D. sono davvero mandati quasi al macello e questo per tutte le ragioni che esponi tu nel tuo post.

    E questa inciviltà riguarda tutto il carrozzone: dirigenti, calciatori, allenatori, genitori,… Ma è vero, è un treno impazzito che non si ferma.

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    1. Un carrozzone che fatico sempre di più a comprendere e dal quale credo scenderò presto, a mio malincuore, perché amo questo sport e mi piace insegnarlo ai ragazzi

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