martedì 9 febbraio 2021

Incomprensibili perdite

Ieri sera ho stretto più forte del solito Greta e questa mattina mentre temporeggiava per cambiarsi per andare a scuola, non me la sono sentita di riprenderla. 

Ieri è morta una mamma dopo aver portato a scuola la figlia di 6 anni. Investita da un camion mentre andava al lavoro su un monopattino, sembra che abbia perso l'equilibrio. Una tragedia che ancora oggi fatico a pensare. Una figlia, un marito che vedono uscire la madre, la moglie e non fare più ritorno a casa. Un autista del camion sotto shock. 

Più di una volta in questo periodo mi sono detto di cercare di assaporare sempre di più i momenti belli, eliminare il superfluo, ciò che appesantisce le nostre giornate, cercare di praticare degli attimi  di felicità e leggerezza. Ora ancora di più.

Dopo la tragedia di qualche giorno fa, madre e padre caduti in montagna sotto gli occhi della loro piccola, ieri nella mia città ancora una volta un dramma. 

Non ho voglia di partecipare al dibattito che ora leggo un po' ovunque sui monopattini, davvero non riesco. Ciò che posso solamente dire è che sulle strade si rischia sempre di più, con qualsiasi mezzo. Frenesia dello spostamento e spesso, troppo spesso, strade dissestate che vengono costantemente dimenticate dalle amministrazioni comunali. 

Oggi per la cronaca in quella via dove è successa la tragedia ci sono dei fiori. 

Vicino un cartello con scritto "attenzione dosso". 

Ora.

14 commenti:

  1. Io penso che monopattini e dossi non siano niente, in questi casi: è proprio l'appuntamento col destino.

    Moz-

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    1. Non sempre. A volte anche noi abbiamo una parte di responsabilità.

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  2. Ti capisco bene.
    Anch'io provo un dolore dritto nello stomaco, quando leggo notizie come questa.
    Nessuna polemica, ma fai bene a stringere Greta ancora più forte. Io faccio lo stesso con Lorenzo. ❤️

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  3. Anche a me si è stretto il cuore quando ho letto la notizia. E mi chiedo quanto ci sia di ineluttabile nella vita umana.

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  4. Purtroppo ci dimentichiamo troppo spesso che ogni giorno è un regalo che la vita ci fa e per questo dovremmo saperlo vivere appieno, godendo di tutte le cose belle che ci ruotano attorno. Mi dispiace tantissimo per quella mamma, per quella famiglia, davanti a queste tragedie non ci sono parole.
    sinforosa

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  5. Si muore. Punto. In strada, in casa, in ospedale. Non prendiamo il covid per mesi, poi ci investono.
    Ecco perché bisogna vivere, e abbracciare stretta Greta, ogni volta che puoi.

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  6. Quando mio figlio minore faceva la prima elementare, la mamma di una sua compagna morì; partecipava a una gara ciclistica in Egitto, venne investita per strada insieme ad altri. La cosa naturalmente gettò tutti nella costernazione perchè nessuno in fondo ci pensa al fatto che le nostre vite possano finire all'improvviso. Il "merito" del covid forse sta nel farci prendere coscienza di ciò e insegnarci a vivere più intensamente ogni giornata.

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  7. La sicurezza stradale dovrebbe essere una priorità di tutti, invece per ignoranza si pensa che gli incidenti accadono.

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  8. Putroppo non c'è niente di inaspettato o incomprensibile.
    Chiunque utilizzi la bicicletta o la moto come mezzo abituale di trasporto sa che è sempre più pericoloso per due fenomeni ovvi.
    1. le strade sono state costruite in epoche in cui la gente andava a piedi, ogni tanto passava un carretto e una volta al mese forse un veicolo a motore. Questo implica che non ci sono gli spazi per la convivenza di veicoli eterogenei, che hanno ingombri, velocità e comportamenti differenti. Non vale solo per i viali cittadini ma anche per le strade interurbane.
    2. in collegamento alla mancanza di spazi e alla convivenza forzata di veicoli eterogenei, il traffico veicolare è aumentato a dismisura. Fondamentalmente ci sono in giro tanti veicoli quante persone.
    A questo punto da una parte è una questione statistica e dall'altra è una questione di percezione del rischio. Io per esempio anni fa mi dilettavo facendo delle gite in moto e adesso ho smesso perché ho cosi paura di circolare che non mi diverto più. Per me l'interruttore è stata la constatazione che quando sono in strada non ho più gli spazi per frenare o per evitare un ostacolo, tutti mi stanno troppo addosso e vanno troppo veloce, qualsiasi minimo imprevisto, stanti spazi e tempi di reazione umani, implicherebbe finire in terra ed essere schiacciato da chi sopravviene. In bicicletta sono costretto a fare dei giri più lunghi pur di evitare le vie principali, dove sarebbe un suicidio.

    Poi, nello specifico del monopattino, trattasi di veicoli che vanno come un motorino tradizionale ma con la meccanica di un giocattolo per bambini. L'idea che possano circolare fuori da spazi protetti è da dementi. D'altra parte, non ci sono spazi da nessuna parte, dove vanno i monopattini e le biciclette se non sui marciapiedi?

    Riassumendo, l'unica soluzione è ripensare completamente la "mobilità" e ridurre il traffico veicolare, creando se possibile percorsi separati per veicoli differenti.

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  9. Il dolore e lo sgomento per questa tragedia familiare, aldilà di tutto, è la cosa che colpisce di più. Sono d'accordo con te. Un caro saluto a te.

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  10. Davanti alla morte tutto si relativizza. Io ci penso ogni giorno, in questo periodo ce l'ho sempre in mente dato che mio cognato, che abita sotto, ha i giorni contati ..

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  11. Ricordo la notizia. Vero si potrebbe parlare per ore del pericolo a girare in città con un monopattino, ma non sarebbe questa la sede opportuna. La tristezza per la vita straziata è e deve essere prevalente, e le tue considerazioni come sempre molto umane, dirette e mai banali, non possono che aprirci l'anima ad una riflessione più ampia, universale e meno pragmatica.

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  12. Ricordo la notizia. Vero si potrebbe parlare per ore del pericolo a girare in città con un monopattino, ma non sarebbe questa la sede opportuna. La tristezza per la vita straziata è e deve essere prevalente, e le tue considerazioni come sempre molto umane, dirette e mai banali, non possono che aprirci l'anima ad una riflessione più ampia, universale e meno pragmatica.

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