martedì 21 gennaio 2025

C'era una volta la lettera


“Le lettere si conservano per non leggerle più: una buona volta, poi, per discrezione, si distruggono, e svanisce così, senza che noi o altri mai più si possa recuperarlo, il più leggiadro e spontaneo fiato di vita”

Jobann Wolfgang von Goethe
Le affinità elettive

Non ho fatto così. Le ho tenute, tutte.
O meglio, le ha tenute mio padre, grazie alla sua meravigliosa e innata capacità di archiviazione della memoria storica.
Capita così di ritrovarsi in mano le cartoline di una mia meravigliosa amica delle superiori, scritte da una spiaggia in pieni anni ‘90.
Capita di leggere parole che fanno ancora male.
Capita di rileggere le righe scritte di una corrispondenza con un’amica di Roma, in cui parlavamo di tutto. Politica, filosofia, libri e di quel noi che poteva essere, ma che non fu mai.
Capita di ritrovarsi un po’ nostalgico per quei 18 anni, quando le emozioni erano alla potenza, gli amori sembravano per sempre e il grigio non trovava quasi mai spazio.
Ci prendevamo il tempo, non il contrario. Carta o cartolina, penna o stilo, gomma o cancellino. A volte matita.
La mente guidava la mano.
La mano danzava sul foglio lasciando una scia testimone dei nostri giorni.
Era una poesia che viaggiava su binari.
E noi in attesa. 

4 commenti:

  1. Un amico mi ha chiesto, quando viaggio, di spedirgli una cartolina ... da allora ne mando una a lui, una alla mia vicina e una a me stesso : e quando la ricevo sono anche contento! :-)

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  2. Sembrano cose di tempi lontanissimi ed ormai perduti. Erano cose vere? O solo fantasticate? Eppure siamo proprio cresciuti così. Magari conservando tutyo per anni ed anni e poi buttando via presi da chissà quale sacro furore stupido. Almeno, io facevo così, che sciocco.

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  3. Tutto troppo rapido e comodo ora.
    Bravo il tuo papà ad aver tenuto.

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