Non so se riuscirò a finire questo post, e non so neanche se alla fine lo pubblicherò.
Perché queste lettere a batterle sulla tastiera fanno male, cronaca di un mese terribile passato dalla mia famiglia.
Purtroppo mia nonna è morta. Aveva 91 anni. Capisco, qualcuno potrà dire che la sua vita se l'è vissuta tutto sommato. Vero, chiaro. Vero è però che il bene che vogliamo alle persone non ha età, non ha limiti e non prende in considerazione quasi mai il fatto che possa finire tutto.
Il problema però è che non se n'è andata perché stava male, ma perché è entrata in un ospedale.
Un mese è mezzo fa dopo una caduta in casa andiamo subito al pronto soccorso dove i medici non trovano niente di niente... "può andare a casa, è solo una contusione, fatela muovere comunque, deve fare movimento".
Ok. Caspita loro sono medici lo sapranno.
Quindi a casa, quindi alcuni tentativi di movimenti, ma niente. Ancora dolore.
Logicamente non tutti i medici sono uguali, quindi quello che seguiva mia nonna le consiglia una TAC e altri raggi (Tac non fatta la prima volta dal pronto soccorso).
Femore rotto!
Si ritorna al pronto soccorso, a quello della prima volta, dove i medici prima negano l'esistenza della frattura, poi tergiversano, poi fanno un'altra Tac e infine si decidono facendo anche i preziosi. Ricovero, quindi intervento chirurgico.
Attenzione era il 24 aprile, due giorni dopo viene operata. E si sa... mai e poi mai trovarsi negli ospedali durante le feste, peggio se ci sono i ponti, non bisogna farsi male, ci si deve chiudere in casa e non toccare niente.
Infatti, dopo l'operazione il reparto si è trasformato nel deserto dei tartari.
Dottori spariti. Fisioterapisti che si presentavano per 10 minuti, tranne i festivi sia chiaro. Infermieri, non tutti, pronti a farti sentire una merda quando ponevi loro delle domande. E mia nonna sempre a letto.
Risultato, una piaga da decubito davvero brutta. Perché i materassi antidecubito non ci sono. Bisogna richiederli, allora li richiediamo. Bisogna aspettare che qualcuno non lo usi più. Domanda fatta da loro anche in ritardo. Nel frattempo il materasso deve ancora arrivare.
"Non preoccupatevi la stiamo curando, sta migliorando"
Intanto i giorni passano, quelli a letto diventano tanti, troppi. Provi a parlare con qualcuno ma è come rincorrere un criceto sulla sua ruota.
Poi guarda caso in quei giorni nel reparto viene operata una persona famosa. Quindi come per magia compaiono medici, infermieri ad ogni angolo, porte chiuse con orari ben definiti. Con tanto di presenza del mitico Primario mai visto prima d'ora. Poi di nuovo il nulla e il deserto.
E allora riprende la routine, rincorrere i medici che ti dicono "ma no che riabilitazione, sua nonna deve solo camminare un po' non si preoccupi". Va bene se lo dice lei, è un medico, io ho solo studiato Scienze Politiche, mi fido.
Insomma dimissioni. Può andare a casa.
Con ancora la piaga che curerà il personale specializzato della Asl a domicilio. Poi riabilitazione come scritto sul referto 15 giorni di girello, poi bastone e poi carico libero. Il gioco è fatto.
Si, peccato che però a casa la Asl a fare ginnastica ci viene 2 volte alla settimana, il resto lo faceva con me, peccato che dopo pochi giorni mia nonna ha iniziato ad avere problemi di insonnia, stanchezza dovuta alla debilitazione (vogliamo parlare di quello che si mangia in ospedale?).
Peccato che la testa ha iniziato ad andare un po' in tilt, a vedere cose e persone di notte.
Di qui logicamente il crollo di mia madre e quella sera che abbiamo dovuto chiamare anche per lei la guardia medica. Lei che chiaramente come tutti noi non immaginava potesse succedere una cosa del genere ad una donna che solamente un mese fa mi chiedeva se Doria aveva vinto le elezioni, se il Genoa si era salvato, che si incazzava guardando Vespa, che andava a dormire a mezzanotte e si alzava alle nove e mezza. Insomma una nonna anomala.
Ma a loro questo non interessa, per loro sei anziano, quindi è normale se in ospedale dici qualche "belinata", intanto ti mettono il catetere per tutto il tempo che sei li, il pannolone e tutto il resto. Colpa anche dei tagli del governo e della Regione sia chiaro, il personale è quello che è. Ma a prescindere da questo dovrebbe esserci sempre umanità e professionalità. Quindi che importa se ci sono studi che dicono proprio di non tenere troppo a letto una persona anziana e di non lasciarla col catetere per tanti giorni.
Poi l'epilogo.
La febbre a 37, poi 38, poi 39.
Quelle parole uscite dalla bocca di mia nonna quella sera guardandomi stesa sul letto...
"Damme in baxin"
Detto diversamente dalle altre volte, come se sentisse qualcosa, e poi quelle parole dette a me e alla mia compagna... "mia raccomando state sempre insieme, non lasciatevi".
Quindi il ricovero in medicina. Dove abbiamo trovato dei bravi medici e infermieri che hanno provato l'impossibile fino all'ultimo.
Un'infezione causata dalla piaga, questo il referto medico, una piaga fatta venire da un ospedale che invece dovrebbe curare. Ma questo logicamente non lo ammetteranno mai.
Un'infezione che l'ha divorata... portandola via in meno di un mese.
Mi sembrava giusto farvi sapere il perché della mia assenza, e portare a conoscenza quello che a volte succede nei nostri ospedali, a volte per colpa delle istituzioni che tagliano e tagliano, ma a volta anche per colpa di chi fa il lavoro solo perché lo deve fare non rendendosi conto che ogni atto ha una conseguenza e in alcuni casi la vita ne risente.
Mia nonna ha vissuto sempre con noi, in famiglia, non era una donna anziana qualunque, si informava su tutto, con le sue cuffie seguiva la televisione, la politica e il calcio. A capodanno tirava fino a tardi. Voleva sapere se avevo vinto con la mia squadra, se non andavo in giro con i jeans stracciati. Era una donna gentile, onesta e giovanile. Era bellissima. Non sapeva cucinare perché prima cucinava sua mamma e poi sua figlia, ma le piaceva mangiare. Quando ero piccolo mi portava a scuola con mio fratello, ha partecipato alle nostre gite, promettendomi ogni tanto quello scupassun (schiaffo) che non mi ha mai dato. Era la nostra memoria storica, si ricordava tutto, dai bombardamenti e le corse in galleria alla liberazione e tutto quello che è successo dopo.
Una delle ultime cose che le ho potuto dire quando capiva, era che sarei salito sul palco del teatro Duse, era contenta, poi dopo parole sussurrate, non capite e chissà.
Lo so, a quell'età si può mettere in conto la morte, è chiaro, ma nessuno merita di morire per l'incuria di chi le persone le dovrebbe curare. La rabbia è tanta, la sensazione è quella di aver lottato come un leone contro il nulla per tutto questo tempo.
Per poi arrivare a questo.
non so che cosa dire, perchè davvero non ci sono parole. ti abbraccio forte per la tua perdita, che comprendo molto bene perchè anch'io ho avuto una nonna che viveva in casa con noi e che di fatto mi ha allevato ed era una persona speciale. su tutto il resto non dico, perchè è troppo vergognoso per un paese che si definisce civile.
RispondiEliminaAl di là del contesto, su cui torno dopo, posso solo dire che capisco perfettamente cosa voglia dire la perdita di una nonna amata. Spero tu possa accettare, dunque, queste mie condoglianze. Aggiungo, dato che abito anch'io in Liguria, che proprio qualche sera fa mi sono stati fatti da persona competente precisi esempi di malasanità della nostra regione.
RispondiEliminaUn caro abbraccio..Sul resto è meglio non aggiungere altro a quello che hai descritto.Solamente commozione e rabbia..
RispondiEliminaL'anno scorso mio zio, che di anni ne ha 72, finì all'ospedale per un intervento (era in lista d'attesa da mesi e lo rimandavano continuamente) di rimozione di un'ernia. Una stupidaggine? Finì in prognosi riservata...
RispondiEliminasai che anche mia nonna è morta a causa dell'incuria di medici e infermieri, io non l'ho vista ma me l'hanno detto. Da piccolo non capivo, ora si
un abbraccio grande Ernest...solo questo posso.....non so' cosa farai ora, cosa farete, ma se qualcosa è possibile fare anche con l'intervento di qualche associazione, fallo...per lei, per questa donna gentile e giovane, per lei come persona che ha diritto alal sua dignità anche da malata...e per tutte le altre persone che potrebbero trovarsi nelle stesse condizioni......
RispondiEliminaa presto...
ti abbraccio.
RispondiEliminale nonne sono una invenzione fantastica, gli ospedali, dove ho lavorato per anni, molto meno, a volte ho la sensazione che si curi un pezzo, non una persona, ed è la cosa che più detesto. ho fatto il medico per prendermi cura delle persone, non sempre abbiamo la soluzione per i problemi, ma stare vicino a chi mette i suoi problemi nelle nostre mani è dovere. Un abbraccio a te ed a tutti coloro che hanno amato la tua nonna
RispondiEliminaSono addolorato e non riesco a trovare le parole per esprimerlo.
RispondiEliminaPerdonami Ernest.
Di certo non ho parole giuste da scrivere in questo momento. Leggendo il tuo post mi son venute le lacrime agli occhi. E rabbia. Quando le persone che amiamo se ne vanno, il dolore è sempre immenso. Ma quando ce le portano via... Dio. Detesto gli ospedali. Li ho sempre detestati. E mi dispiace anche un pò dirlo, perchè sono sicura che ci dovranno pur essere medici che amano il loro lavoro e che lo portano avanti onorando il giuramento che hanno fatto. Ma non ci credo quasi più, purtroppo.
RispondiEliminaTi abbraccio forte, da lontano.
Condivido il tuo dolore, caro Ernest e la tua rabbia.
RispondiEliminaCito la mia città, Bologna, conosciuta un tempo anche per la sua accoglienza e capacità ospedaliera.
Ora più del 90% dei medici, degli infermieri ... sono come zombi.
Sono lì solo fisicamente (ed è già molto), ma senza partecipazione, professionalità, umanità.
Mi dispiace davvero per te e per la tua famiglia.
Ti abbraccio,
Lara
un abbraccio sincero, il racconto che hai fatto è doloroso ma commovente, a tua nonna sarebbe piaciuto, siamo con te
RispondiEliminaNe sono davvero dispiaciuta e ti capisco. Capisco la tua rabbia,la tua impotenza,il bisogno di professionalità e umanità (che credo sia la cosa principale che manchi). Io ci sono passata 19 anni fa,mia mamma entrò in un maledetto ospedale con un semplice( a sentir gli "esperti medici")mal di pancia e non uscì più.
RispondiEliminaAdesso diffido e guardo in "cagnesco" chiunque indossi un camice bianco ...
Ciao Ernest,un abbraccio.
Francesca
Che posso dire per farti sapere che sono molto addolorato per te e per i tuoi?
RispondiEliminaTi comprendo anche perchè, a partire da entrambi i miei genitori, capitati in mani indegne, io stesso è dal 1953 che frequento ospedali o case di cura convenzionate. Una piccola cosa: tredici anni fa dopo tre bypass e l'impianto di un defribillatore due giorni dopo essere stato dimesso ci son dovuto ritornare. Il chirurgo che me l'aveva impiantato aveva sbagliato i calcoli.
La struttura pubblica non la fanno funzionare di proposito per far sì che uno si debba ricoverare in una clinica privata dove lavorano gli stessi medici.
Un abbraccio di cuore, anche se malandato.
aldo.
Ciao,
RispondiEliminaleggo spesso il tuo blog ma non ci conosciamo personalmente... a mia nonna era successa una cosa simile. Ricoverata per una crisi diabetica, morta di cirrosi. Sbagliata completamente la cura.Uno disse: dovete rivolgervi al tribunale del malato, ufficio 3 piani sottoterra con orari molto flessibili. Mi ricordo ancora la telefonata dell'infermiera... ciao tua nonna è morta, non c'è più. Sai era vecchia... Diciamo che per un 12enne è stato un pò difficile...
@anonimo. mi dispiace, quello che dici e racconti fa venire ancora più rabbia al pensiero di quante persone purtroppo sono state vittime di queste cose.
RispondiEliminaun saluto
@il monticiano. grazie Aldo. Che dire, io penso anche che dipenda anche molto dall'uomo stesso. Lavorare nella Sanità in ospedale o casa di riposo che sia, non è un lavoro come tanti, si ha a che fare spesso col dolore e chi ci lavoro dovrebbe tenerlo a mente sempre. Ma purtroppo non è così. Quando si è negli ospedali si ha la sensazione di dare fastidio di essere evitati da tutti perchè tutti hanno paura di rispondere ad una domanda. Come ho detto per fortuna ci sono le eccezioni, ma un paese civile può parlare di fortuna?!?
un abbraccio
@francesca. posso solo immaginare la tua sofferenza, un abbraccio anche a te
@barabba marlin. grazie di cuore.
@Lara. non ci sono parole, sanità e scuola che dovrebbero essere alla base di un paese normale vengono continuamente dimenticati.
un abbraccio
@Ade. si sono sicuro anche io che ci sono persone che fanno bene il loro lavoro ed è giusto anche in questi momenti ricordarlo sempre perchè sono anche convinto che di solito sono le prime a patire colleghi che stanno li solo per lo stipendio (anche se poco in alcuni casi). Per il resto come ho detto, la sensazione è quella di aver lottato a vuoto.
RispondiEliminaun abbraccio
@magocamillo. bastano quelle che hai scritto amico mio, un abbraccio
RispondiElimina@amanda. grazie, quello che dici è vero, le soluzioni purtroppo nn ci sono sempre, basterebbe però occuparsi della persona e almeno fare il proprio dovere. un abbraccio
RispondiElimina@v. grazie!
@chica. ciao chica e grazie mille. Direi che qualcosa faremo, ci stiamo muovendo, come dici tu logicamente nella speranza che queste cose non debbano succedere e come abbiamo letto nei commenti purtroppo succedono spesso.
RispondiEliminaun abbraccio
@inneres. poi parlano di numeri, di tagli e di altro e si dimenticano che i servizi alla persona vogliono dire anche questo.
RispondiEliminaun abbraccio
@mr.Hyde. grazie!
@Adriano Maini. si purtroppo hai ragione, qualche mese fa è stato pubblicato una relazione pessima sulla sanità ligure.
un abbraccio
@guchi. grazie di cuore. Mancherà molto si, la porterò sempre con me questo è sicuro.
un abbraccio
Ti esprimo le più sincere e sentite condoglianze. Purtroppo ci sono troppi casi di malasanità e continuano ancora i tagli.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Ti capisco Ernest, ti capisco perfettamente e ti confesso che sono io a non essere riuscito a finire il post, tornerò. Ti lascio qualcosa di molto importante per me. Un abbraccio.
RispondiEliminaQui mi ci potrei inzuppare il pane, in questa ciotola piena di dolore e insofferenza. Ingiustizia. C'ho rivisto quell'uomo che ho tanto amato e che i medici m'hanno legato su di una sedie a rotelle, braccia e gambe immobilizzati... niente più passi, niente più parole. Niente più occhi. E noi che di sensi di colpa ne abbiamo piena l'anima pensavamo di portarlo in un porto sicuro, che ce lo restituisse meglio di come l'avevamo portato. Illusione la nostra, non esiste pietà ernest. Un caro saluto
RispondiElimina@maraptica. è come se le parole che hai scritto le avessi scritte io. E' proprio così si pensa di portare una persona in un porto sicuro e invece. un abbraccio forte.
RispondiElimina@antonio. grazie, a presto.
@cavaliereoscurodelweb. si davvero troppi.
Mia madre si è rotta il femore undici mesi fa. Non era la prima volta, dieci anni fa all'altra gamba, ma era più giovane, recuperò abbastanza bene. Questa volta non è andata altrettanto bene, troppe anestesie nella sua vita e l'ultima è stata più che dannosa, specie in una persona che aveva cominciato a soffrire di attacchi ischemici transitori, che si sono poi ripetuti più volte. Risultato, il cervello se ne è andato sempre di più. Oggi è assistita 24h al giorno (badante pagata da noi, l'asl che ancora non riconosce l'invalidità!), non so se ci riconosce, non dice parola da sei mesi. A volte sembra più lucida, mi vede e piange, e ti lascio immaginare come ci si può sentire. Impotente è riduttivo. Ma è la vita Ernest. Mia madre ha 84 anni e meritava di meglio, ma è andata così. Mi spiace molto per tua nonna.
RispondiElimina@rouge. e io non ho parole caro rouge. Si hai ragione è la vita, e il pensiero va a quanto di meglio si meritassero.
RispondiEliminaTi mando un abbraccio davvero grande, ti sono vicino.
la morte di una persona cara procura immenso dolore ma vederla andar via a causa di incuria in un ospedale è semplicemente ASSURDO
RispondiEliminaQuesto è il classico post in cui ogni parola in più rischia di essere vuota e retorica. Io qui vorrei fare semplicemente un appello, visto che mi manca un esame alla laurea in medicina: se un giorno diventerò un medico del genere qualcuno mi tiri un cazzotto in faccia, o qualsiasi altra cosa per farmi aprire gli occhi. Il rischio c'è, a meno che non si sia dei robot: nell'ambito pubblico per uno che fa il suo dovere e tratta i pazienti come si deve ce ne sono quattro che stanno un'ora al giorno in ospedale quando va bene e quando ci sono sarebbe meglio non ci fossero. Non esiste nessuna responsabilità, se non quella dettata dalla propria coscienza, e in un ambiente del genere il rischio di lasciarsi andare, di afflosciarsi, è fortissimo. Ma basta un pizzico di empatia per comprendere cosa significhi stare dall'altra parte, e quella non può insegnarla nemmeno l'università migliore del mondo. Un abbraccio forta.
RispondiEliminaAmico, sono commosso e mesto anch'io per la tua meravigliosa nonna. Sono giorni in cui per motivi diversi dai tuoi latiterò un po' dal web, ma un post così non potevo non leggermelo fino in fondo. Sarà anche vero che per i 91 anni firmeremmo tutti, e che per una vita così lunga e piena che finisce non dovrebbe neanche esistere la parola lutto, ma questo vale se finisce serenamente e naturalmente, non se si viene uccisi! Ho letto con l'indignazione che montava, dall'inizio alla fine. Tutte quelle TAC invece di intervenire (come se non fossero costose e dannose a loro volta, e da farsi solo se necessarie...), per non parlare dello scandalo dello zelo per la persona famosa...
RispondiEliminaTi abbraccio forte forte, anche se so che non servirà a consolarti. E ti dico di stare vicinissimo a tua mamma, anche se già so che lo farai, perché sei un ragazzo generoso e stupendo.
Caro Ernest, mi chiedevo il perchè della tua assenza e pensavo ad un impegno con i tuoi 'ragazzi'.
RispondiEliminaInvece assistevi con rabbia alla poca professionalità che c'è in molti dei nostri luoghi di cura.
E soffrivi e soffri per la perdita di una persona cara che conoscevi e amavi da sempre.
Mi dispiace per te e la tua famiglia e ti abbraccio con affetto.
Cristiana
Un abbraccio, senza parole
RispondiEliminaCiao Ernest. Perdonami se prima delle espressioni di cordoglio, aggiungo la mia alla tua rabbia. Non so se coloro che sono responsabili di questa storia "...lo ammetteranno mai..." ma so, invece, che non si può morire per sciatteria, sbadataggine, cattiva professionalità, menefreghismo degli altri. E, quindi, se fossi al tuo posto a qualcuno quella responsabiità la farei sputar fuori. Hai accennato ad un referto che individua le cause. Avrai delle cartelle cliniche... beh, falle vedere ad un avvocato, fatti consigliare e poi decidi. Gente che provoca di queste tragedie è indegna di fare un lavoro come quello che svolge. E non aggiungo di peggio.
RispondiEliminaEd ora, ti dedico un mio silenzioso momento di vicinanza e affetto perché mai come in questi casi, le parole sono molto ma molto inutili.
Ciao Ernest, sii forte come hai sempre dimostrato.
Mi dispiace molto Ernest, di fondo, oltre a tutto, credo che nel nostro mondo ci sia pochissimo rispetto per la vecchiaia.Come dire che tanto sei vecchio e allora devi morire. Mi dispiace davvero tanto, non è giusto per tua nonna! ti abbraccio forte.
RispondiEliminaSara
per quel poco che conta in momenti come questi, vorrei dirti che ti sono nel cuore, e capisco fino in fondo quei sentimenti di dolore e rabbia cieca che si provano di fronte a cose del genere, perchè purtroppo anche la mia famiglia si è trovata ad affrontare una situazione come questa.
RispondiEliminaNon c'è età per il dolore, la morte è difficile da gestire in ogni caso, e quando è causata da incuria, ignoranza e superficialità è ancora più difficile da accettare.
Abbiamo anche noi combattuto contro i mulini a vento dopo ciò che è successo, sapevamo bene che qualsiasi cosa avessimo fatto non sarebbe servita a restituirci la nostra nonnina, ma abbiamo cercato fino in fondo di combattere con certe cose, con la speranza che qualcuno dopo di noi potesse evitare di trovarsi nella stessa situazione....poi leggo ciò che hai scritto....e davvero mi restano poche parole, solo rabbia e dolore...
ciao Ernest, un abbraccio!
Mia nonna aveva molto della tua, lei ci ha lasciato a 94 anni, ho convissuto con lei per trent'anni e se adesso ho un tetto sulla testa, beh, molto lo devo a lei. hai perfettamente ragione: il voler bene ad una persona non ha età e non ha limiti.
RispondiEliminaogni altra parola stonerebbe però, ti abbraccio forte e stai sicuro che il suo ricordo ti accompagnerà e ti darà la forza per andare avanti, nonostante tutto.
leggo solo adesso ... un abbraccio, Manu
RispondiEliminaL'altro giorno non sono riuscita a commentare, non trovavo le parole.
RispondiEliminaNon le trovo neppure ora.
Però voglio abbracciarti Ernest...forte.
io ho letto solo ora, ti abbraccio forte, capisco perfettamente perchè l'ho vissuto ed è inaccettabile :*
RispondiEliminala perdita di una persona cara è sempre un dramma, ma in questo modo sembra impossibile. Un abbraccio forte.
RispondiEliminaCaro Compagno Ernest, che nervi, che dispiacere.
RispondiEliminaLa storia della nonna ci accomuna, la mia e' morta a 96 anni ed e'stata la persona a cui ho voluto piu' bene in vita e anche dopo.
A 85 anni si ruppe una rotula, i medici dissero che non si poteva operare e che avremmo dovuto procurarci una sedia a rotelle, il che significava farla morire in un anno.
In questo paese se non hai delle conoscenza in campo sanitario sei finito al primo acciacco.
Fortunatamente fra i miei amici ve n'e' uno che e' un luminare del ginocchio,che ha operato valanghe di calciatori professionisti.
mi disse che in tre giorni avrebbe messo a posto la nonna, senza alcun rischio.
Difatti visse altri undici anni sulle proprie gambe.
Ovviamente, tornai dai medici che l'avevano giudicata incurabile e tagliai gli pneumatici di due loro autovetture, li offesi pesantemente sino all'arrivo delle guardie, e per finire dissi loro di stare bene attenti se mi avessero incrociato in futuro, che io sarei finito in galera, ma loro sotto tre metri di terra.
Lo so', sti coglionazzi continueranno a svolgere il proprio lavoro come dei parassiti, ma sono certo che nelle loro teste sia ben presente l'immagine delle mie labbra schiumanti rabbia.
Hasta
Zac
Lo so.
RispondiEliminaUn abbraccio.
RispondiEliminaCommentare la malasanità mi fa troppo male, dopo l'esperienza traumatica vissuta con mia figlia, un'operazione andata male che oltre a non restituirle l'udito a un orecchio le ha causato danni neuro-sensoriali.
A un anno di distanza dalla prima operazione avrebbe dovuto essere operata all'altro, ma sono passati due anni perchè mi manca il coraggio.
Mia nonna se n'è andata allo stesso modo. Però in un giorno solo, per fortuna.
RispondiEliminaCi hanno chiamato dall'ospizio che s'era rotta un femore e sono arrivata all'ospedale che lei dormiva, erano circa le 20, e alle 8 del mattino successivo è morta. E mi ricordo le mie lacrime disperate, mentre chiedevo all'infermiera com'è possibile morire per un femore rotto. Io credo che all'ospizio, dopo che è caduta dal letto, l'avessero sedata così tanto affinché non rompesse le scatole, che non s'è più svegliata. Mi viene da vomitare al solo pensiero, però ho anche ringraziato il fatto che non ci sia dovuta tornare.
Un bacio, compagno.
Quando un affetto forte viene a mancare, il fattore età è relativo e ininfluente.
RispondiEliminaUn abbraccio forte Ernest.
Arrivo solo adesso e me ne dolgo. In certi momenti so che a poco servono le parole. Ti do un grande grande abbraccio.
RispondiEliminaUn abbraccio sincero...commentare mi è molto difficile!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaUn grande dispiacere. Una nonna speciale la tua fino alla fine ricordandoti che gli affetti sono la cosa che conta di più nella vita. Saluti.
RispondiEliminati abbraccio forte caroErny!!... gli ospedali oggi sono un puttanaio,luogo strateggico in cui coltivare relazioni extraconiugali...infermieri e dottori dovrebbero essere mossi principalmente da vocazione!!! ho perso mia madre 1anno e 1/2 fà e ho vissuto per circa 9 mesi in ospedale, sò la rabbia che si prova nel vedere tanta inettitudine e apatia mentre un tuo caro sta male,sò cosa significa rincorrere,aspettare,sò cosa significa capire, capire che c'hai capito più tu che un coglione che ti prende per il culo nascosto dietro ad un camice bianco...magra consolazione non sono tutti così,ma tanti anche peggio di così.
RispondiEliminaE la cosa che più mi fà incazzare è che pensano di essere dei "padreeterni" cioè sanno se vale o non vale la pena, se esce o non esce ancora prima , solo perchè non vogliono assumersi responsabilità, tanto è vecchio,tanto è ad uno stato avanzato, tanto parliamo di esseri umani!!! scusa lo sfogo!!! _marì
Amico mio, arrivo solo ora. E' inutile che ci si consoli con l'età, la morte non la si accetta mai, non la si può accettare! Ho visto diverse situazioni del genere purtroppo, di morti causate proprio dagli ospedali, anche a persone a me molto vicine. Mio papà per esempio, quasi 3 anni fa, o mia cognata a marzo. Esserti vicino, anche da 500 chilometri, è il minimo che io possa fare. Ma tua nonna, anche se non c'è, nei tuoi ricordi continua a esserci, eccome! E al diavolo tutto il resto cazzo! Un grosso bacio, ci vediamo presto!!!
RispondiEliminaUn grandissimo abbraccio.
RispondiEliminaSi può mettere in conto tutto ad una certa età amico mio, vero ma vien da chiedersi perchè gli "sconti" capitino sempre e solo agli altri?!?!?!
RispondiEliminaAbbraccio forte te ed i tuoi carie ti sono vicino, molto!
Ancora un grosso grazie a tutti per le parole che avete scritto e un enorme abbraccio a chi ha vissuto sulla propria pelle una situazione del genere.
RispondiEliminaPovera nonna, mi dispiace. Purtroppo non è così solo da te. Io sono rimasta sconvolta da come gli infermieri trattavano mio nonno, parlandogli come fosse un bambino deficiente, mentre era semplicemente malato di cuore. E facendo di tutto per ignorarlo il più possibile. Da allora nutro ben poca stima nella categoria. :(
RispondiEliminaCecilia
E' una cosa terribile, mi dispiace.
RispondiEliminaNoi abbiamo avuto un paio di esperienze analoghe con una zia disabile e con diverse patologie (che purtroppo è morta l'anno scorso, non a causa degli ospedali, anche se ce l'hanno messa tutta!).
In occasione dei vari ricoveri, la cosa che più mi ha disgustato è l'atteggiamento del personale infermieristico/ausiliario... messi lì che se gli chiedevi qualcosa, mentre guardavano la tv, li disturbavi e che si scocciavano a farla andare in bagno (essendo non autosufficiente, aveva bisogno di assistenza). In uno degli ultimi ricoveri (entrata che ancora riusciva a stare seduta e fare qualche passo con le sue gambe), l'hanno tenuta così tanto a letto senza alcun genere di fisioterapia e farmaci antitrombotici, che, dopo due giorni dall'uscita, le è venuta una trombosi ed è stata ricoverata d'urgenza (e l'hanno strappata alla morte per i capelli)... un altro ricovero medio-lungo, questa volta con farmaci adeguati, e, quando è uscita, non camminava proprio più per niente e stava a letto sempre. Un'altra persona.
Ciao anche io come te l anno scorso ho perso la mia adorata nonna allo stesso modo...rottura del femore operata dieci giorni di ospedale esce con inizio di piaga ma aveva una grande grandissima grinta e voglia di tornare a camminare e vivere voglia ke giorno dopo giorno è venuta a mancare e la piaga nonostante curata a peggiorare fino a smettere di alzarsi di parlare di mangiare e di vivere! Ovunque tu sei mia adorata nonna ti voglio un mondo di bene e mi manchi tantissimo
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