lunedì 3 settembre 2018

Sospesi


Noi genovesi siamo ancora là, sospesi tra i due monconi del ponte. Passando per quella zona si ha l'idea di essere osservati da quell'enorme blocco di cemento ora lasciato solo, una sorta di richiamo alla pietà, come se ci chiedesse di finirlo. 
Invece siamo fermi, nel vero senso della parola col pensiero a quelle 43 vite spezzate.
La circolazione verso il ponente è davvero problematica, prendere l'autostrada per Ventimiglia costringe molti ad attraversare la città. Ma non è solo un problema di traffico, stiamo parlando della vita delle persone. Parliamo di case che sono in attesa, anche loro sospese tra il tornare alla normalità e l'essere abbattute. Parliamo di lavoro, grande e piccoli negozi che rischiano di chiudere anche perché la psicosi del traffico tra prendendo sopravvento.
Nel frattempo stiamo assistendo al solito balletto delle colpe, cose già viste in Italia. E' strano vedere che ora molti usano la parola nazionalizzazione quando per anni al solo sentire una cosa del genere gridavano ai bolscevichi alle porte. 
Ma è un paese così questo, dove a Febbraio in una lettera si legge che il ponte non è sicuro ma nessuno fa niente. Sia chiaro nessuno escluso compreso l'attuale governo. Per non parlare di Autostrade, senza dimenticare gli amministratori regionali e comunali che ora gridano vergogna. Viene da chiedersi dove fossero in tutti questi anni. "Quel ponte è malato" molti lo dicevano a Genova ma non ricordo levate di scudi di nessuno colore. 
Ma qui ormai è sempre più difficile parlare, discutere, si va avanti a colpi di slogan, spuntano esperti in ogni angolo, completamente immersi in un'enorme fake news. 
E noi siamo li appesi.

20 commenti:

  1. Infatti, molti genovesi denunciano il degrado da molti anni, purtroppo in Italia si arriva sempre troppo tardi.

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    1. abbiamo visto in questi anni solo denunce a spot, prediamo ad esempio l'alluvione, Il Bisogno in questi giorni è una Savana.

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  2. Ad agosto sono stata a Genova, esattamente due giorni dopo il crollo del ponte. Era la mia prima volta. Ho trovato una città ferita al cuore, ma con una dignità immensa. Mentre andavo a Camogli, i due monconi del ponte li ho visti... mi ha fatto male. Mi è venuta la pelle d'oca e sono rimasta in silenzio a lungo. Non ci sono parole... Non ci sono parole per l'intera situazione, per il prima, il durante e anche il dopo. So solo che continua a far male, nonostante Genova non sia "casa mia". Nonostante quelle persone non mi "appartenessero". Hai ragione quando scrivi che è sempre più difficile parlare... siamo nell'era dei tuttologi, di quelli che parlano per slogan, di quelli che cercano colpevoli ovunque, ma che allo stesso tempo, pensano a come lavarsi le mani; di quelli che "come noi nessuno mai". La verità è che questa nazione sta cadendo a pezzi in tutti i sensi. Io non riesco più a trovarci un senso. Provo rabbia, fastidio e insofferenza. E non mi piace. La nazione degli sprechi, del magna magna. La nazione con la classe politica più pagata al mondo e intanto, tutto, ma proprio tutto ( e non mi riferisco solo all'aspetto materiale), cade a pezzi e la gente muore. E nessuno paga... anzi, sì, paga sempre e solo la gente onesta.

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    1. Come sempre passati i primi giorni e i primi mesi il rischio è di finire nel dimenticatoio come spesso succede. Ieri c'è stata una protesta degli sfollati, molti stanno lamentando la poca attenzione verso le case, e maggiore attenzione alle aziende. Il rischi è di finire come sempre in una lotta tra poveri.
      Grazie per le tue belle parole a presto

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  3. Posso solo provare a immaginare.
    Che poi oltre gli slogan, il rischio è pure quello di fare di questo ponte (e della tragedia) una bandiera...

    Moz-

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  4. Certe cose dovrebbero essere di competenza esclusiva degli esperti, ingegneri, architetti etc. fuori gli interessi della politica e dei soldi, la sicurezza non si contratta.

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  5. Come in tutte le cose italiane vige una sorta di logica del "purché non tocchi a me" fino alla prossima "disgrazia" di Stato

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    1. Giusto per fare un esempio, ieri protesta degli sfollati, qualcuno sta facendo polemica sul fatto che assieme a loro in Regione c'erano anche persone che non abitano nella zona. Li stanno chiamando Professionisti della protesta, come dire se non tocca voi perchè andate a protestare?

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  6. Ciao Ernest,
    Anche tu in fondo trovi un colpevole indicando chi guida ora il paese.
    A febbraio era presente un governo uscente, dopo uno entrante.
    Dubito che politicamente qualcuno avrebbe potuto fare cose in base a quelle segnalazioni.

    I responsabili sono altri, pubblici e privati.
    Però da questo fatto ho letto cose che fanno nascere domande.
    Per esempio ho letto relazioni secondo cui se Autostrade fosse nazionalizzata sarebbe in perdita e non avremmo i fondi per mantenerla.
    Qui nascono domande.
    Come mai un'azienda che fa utili spaventosi(e qui la vergogna della poca manutenzione, vergogna se paragonate alle autostrade svizzere per esempio) se nazionalizzata non solo non li farebbe ma secondo alcuni sarebbe addirittura in perdita?
    Perchè la gestione del pubblico è più onerosa del privato?
    Secondo me si.
    Secondo me siamo tutti pronti a guardare le colpe di questi casi, ma quando siamo noi nel nostro piccolo... chi se ne...
    Siamo tolleranti con noi stessi e intolleranti con chi sta al vertice.
    Lorenzo dice che va rifatta quest'Italia di manufatti.
    Ha ragione, ma va rifatta anche la società, va spiegato che un lavoro va fatto con amore, con attenzione anche se siamo nel pubblico(io direi sopratutto visti i privilegi) .
    Altrimenti poi non abbiamo motivo di lamentarci se anche altri, con mansioni più alte, se ne lavano le mani.

    PS
    Tu parli delle comunicazioni di febbraio, io credo che sia vergognoso che dopo il ponte caduto sulla Milano-Lecco non si sia dato più credito alle segnalazioni.
    C'era stato un morto e un chiaro segnale, ma evidentemente non è bastato.
    In quel caso dopo 6 gg i primi avvisi di garanzia c'erano!

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  7. Ha ragione Lorenzo, ma è facile dire che bisogna buttare giù tutto e ricostruire...qui non si riesce neanche a fare manutenzione (perché non fa cassa di risonanza come una una tav o un super ponte sullo stretto), bisognerebbe andare per gradi senza eccessi, senza sproloquiare.. ma non lo fa nessuno.. così come non condanneranno nessuno per Genova, anzi, più ne indagheranno e più tutto fluttuerà nel nulla... neanche le sacrosante case agli sfollati trovano unità di intesa.. figuriamoci il resto...

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    1. Dico solo una cosa... tu non vuoi pontificare su Genova ma vuoi pontificare su tutto è questo il tuo problema. Avevi iniziato dicendo alcune cose anche condivisibili poi le solite frasi... voi non capite... questo è un blog di sinistra... mi viene da ridere... se dovessi fare un post sulla pasta all’arrabbiata pontificheresti anche su quello.
      Sono felice che ti venga da ridere, la risata è fondamentale per la vita, però fai una cosa cambia modo di porti nei confronti delle persone oppure vai a ridere da un’altra parte.
      Buona giornata

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  8. Dallo scaricabarile si è passati al tirassegno, gli uni contro gli altri. Vedremo se anche i responsabili di questa tragedia annunciata verranno fuori.

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  9. xpisp(Stefano)4 settembre 2018 16:49

    Siamo tolleranti con noi stessi e intolleranti con chi sta al vertice.
    Lorenzo dice che va rifatta quest'Italia di manufatti.
    Ha ragione, ma va rifatta anche la società, va spiegato che un lavoro va fatto con amore..



    Lorenzo4 settembre 2018 19:38
    Scusa ma mica stai parlando della nonna che fa i ravioli.

    Non ci vuole amore, ci vogliono due cose, la competenza tecnica e il timore della morte.

    Ma che ideologia abbiamo della costruzione/ricostruzione di un PONTE....se abbiamo perso di base pezzi di materiale che
    oggi confondiamo con il cemento..
    Mi aspettavo che venisse data una risposta a chi qui ha sostituito il cemento con l'amore!

    Vabbene, evidentemente dobbiamo ritornare su un "ponte"del passato ...sul quale qualcuno ha già testato!

    ".....Nulla poi ostacola l’amore e più uno ama, più diventa felice e allegro, non solo, ma rende felici e allegri anche gli altri. Ecco, cari fratelli, quello che volevo dirvi, prima di lasciare questa terra.

    Al giorno d’oggi si sente dire da ogni parte che la nostra vita è amara e infelice perché mal organizzata, dobbiamo trasformare le strutture sociali e la nostra vita diverrà felice. Non credete assolutamente a ciò, cari fratelli !

    Non illudetevi che l’una o l’altra struttura sociale migliorerà la nostra vita. Intanto, tutte queste persone, che si stanno impegnando per migliorare l’organizzazione della società, non sono d’accordo fra loro. Gli uni propongono un progetto come il più adatto, gli altri affermano che quello è pessimo e che solo il loro va bene, i terzi bocciano anche questo e ne propongono uno ancora migliore.

    Poi, anche ammettendo che si trovasse l’organizzazione sociale ideale, come farla accettare da tutti, e come realizzarla, se la gente è piena di vizi ?

    Per costruire una vita migliore, devono divenire migliori i singoli individui."

    L.

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  10. Mi pare ormai palese che l'obiettivo del governo non è governare bene il paese, migliorarlo, "aggiustarlo", ma andare a caccia dei cattivi alla stregua di supereroi mascherati, trovare dei colpevoli qualsiasi, meglio se neri ove possibile ma ci accontentiamo anche di quelli di sinistra, e linciarli così da avere quella bella sensazione liberatoria di "giustizia è fatta", anche quando di fatto nelle loro misere vite non è cambiato assolutamente niente.

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  11. La vita andrà avanti, ancora una volta.

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    1. "Una strada c’è nella vita, e la cosa buffa è che te ne accorgi solo quando è finita. Ti volti indietro e dici “Oh. ma guarda, c’è un filo”. Quando lo vivi non lo vedi, eppure c’è. Perchè tutte le scelte che fai sono determinate, tu credi, dal tuo libero arbitrio, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te che innanzi tutto è il tuo istinto, e poi forse da qualcosa che i tuoi amici indiani chiamano il karma e con cui spiegano tutto, anche ciò che a noi è inspiegabile. Forse quel concetto ha qualche fondamento perchè ci sono cose nella nostra vita che non si spiegano se non con l’accumularsi dei meriti o colpe di vite precedenti."

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  12. La tua città, la città di Faber! Quella città che ti prende nel cuore quando ci vai...in cui vorresti sempre comprare la focaccia al formaggio o mangiarti pasta col pesto (quello buono)...dove vorresti trovare sempre il tempo di andarti a percorrere la bellissima passeggiata di Nervi, o andare a guardare incantato Boccadasse...quella tua città che ora continua a essere ferita in quel cuore! Sono con te Luca, con voi! Per tutto!

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