“Noi da queste parti abbiamo un nome per quest’ora, un’ora che è di tutti, un’ora che è pace e presagio. La chiamiamo tralummescuro: tra luce e la notte. Lungo la montagna vedi la linea d’ombra che sale lenta lenta, e poi vien buio”.
Leggere i libri scritti da Guccini è un po' come averlo accanto, sentendo le parole che masticano emiliano con quella erre che ha decantato storie e ballate. 
L'approccio a questo tipo di scrittura in un primo momento può mettere sul chi va là, ma dopo poche pagine la sensazione è proprio quella di essere ai piedi del mulino, immersi nell'Appennino tosco-emiliano in quel di Pàvana.
Tra lume e scuro non è solo un attimo della giornata, ma per molti di noi, forse tutti, può rappresentare anche la stessa vita che ciondola tra momenti di chiarore e buio. Sono proprio quei momenti di passaggio che spesso ci fanno capire quali sono le cose importanti della vita, gli amori, le emozioni, visi e voci che diamo per scontato, abbracci dati e ricevuti. 
Probabilmente poche volte ci soffermiamo su quel momento in qui quella linea d'ombra sale lenta. Noi gente di città chiusi tra i metri dei nostri palazzi, stretti in mezzo al traffico con lo sguardo rivolto verso il semaforo che non diventa mai verde. 
Nel frattempo il chiaro fa spazio allo scuro e noi nemmeno testimoni. 
Comunque in mezzo. 

 
 
 
 
 

 
  
  
 


 
 
 
 
 



 
 



 
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