lunedì 3 agosto 2020

Pensando a loro

Oggi piove a Genova, come quel dannato giorno di 2 anni fa. 
Noi, miracolati, che siamo qua a raccontare questa storia e ad indignarci dovremmo gridare anche più forte perché ancora una volta in questo paese la giustizia sembra fermarsi davanti ad un muro. Una sorta di parete che non permette di vedere dall'altra parte, fatta di mattoni che si chiamano affari, guadagni, sostegni politici, amici degli amici degli amici. 
In mezzo come sempre gli innocenti, come nelle stragi di stato. 
Già perché quella di 2 anni fa è stata una strage annunciata. Molti sapevano che il Morandi aveva qualcosa che non andava, i sensori dal 2015 davano già segni di instabilità. 
Nessuno ha fatto qualcosa, nessuno. 
Stasera su quel ponte ci saranno molte autorità ad usare ancora una volta una tragedia come propaganda. Istituzioni nazionali e locali che dovrebbero solo chiedere scusa per ciò che è successo, non tappeti rossi e aerei in cielo. 
44 vittime e le loro famiglie gridano ancora giustizia e ad oggi nessuno ha pagato. Come sempre. 
Genova oggi piange come due anni fa, perché è stufa di passerelle, stanca di vivere in mezzo alla propaganda del politico di turno, stanca di raccogliere vittime e noi come allora alzeremo gli occhi al cielo. 
Pensando a loro. 

12 commenti:

  1. Ripartire come città ma lasciando indietro 43 persone e i loro familiari è un dolore troppo grande

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  2. Ho letto che le famiglie delle vittime hanno diffidato dal nominare i loro cari durante queste assurde celebrazioni.
    Che scempio.

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  3. Si anche io sono stufa. Delle parole inutili, delle verità negate. Ne parlavo da me ieri, ricordando il 2 agosto 1980.
    Ti abbraccio e abbraccio tutti i genovesi.

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  4. Infatti non comprendo quest'aria di quasi festa.
    Non capisco io, cosa ci sia da festeggiare.
    Immagino chi ha pianto dolore vero.

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  5. Le sole parole accettabili le ho ascoltate nel discorso dell'Architetto Renzo Piano.

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  6. Tempo fa un cavalcavia che attraversava un viale tra i più trafficati delle mie parti è crollato, schiacciando un tizio che si trovava a passare sotto. E' crollato perché il cavalcavia, oltre ad essere vecchio quanto il viale, quindi dei primi anni Sessanta, veniva usato da trasporti eccezionali da e per una acciaieria che si trova su uno dei lati del viale. Un giorno ci è passato sopra un carico eccessivo e patatrac.

    A parte che tutti i cavalcavia sono della stessa età, l'inchiesta ha determinato che la responsabilità era di quattro o cinque enti differenti, le cui competenze sulla viabilità e sulle infrastrutture si sovrappongono, QUINDI RESPONSABILITA DI TUTTI UGUALE RESPONSABILITA DI NESSUNO.

    Voialtri compagni lo sapete meglio degli altri quale è il vero scopo del "sociale". E' esattamente questo, de-reponsabilizzare ogni singola sardina che si trova dentro il banco delle sardine.

    Adesso il "Ponte di Piano" che di Piano non ha niente, verrà consegnato ai Benetton perché la "concessione" è ancora in vigore. Il rimedio che i geni alla Toninelli hanno escogitato è comprare la società dei Benetton. Cosi nazionalizziamo i debiti, dopo avere privatizzato i profitti. Una volta nazionalizzato, sicuramente lo Stato procederà ad abbattere e ricostruire l'intera rete autostradale italiana. Coi soldi ottenuti dalla "Europa". Poi magari, davanti al tracollo finanziario, la ri-privatizzerà e via, un altro giro di giostra.

    Resto in attesa.

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  7. "Le responsabilità non sono generiche, hanno sempre un nome e un cognome. Sono sempre frutto di azioni che dovevano essere fatte o di omissioni che non dovevano essere compiute".

    Dice così Mattarella, chissà...

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