lunedì 26 febbraio 2024

Crepe d’attesa

Sono un frequentatore assiduo di sale d’attesa ultimamente, l’età che avanza dei miei porta anche a questo.

Mi tornano in mente le attese di quando ero piccolo e accompagnavo mamma dal medico, il tavolone in mezzo alla sala con le solite riviste, quella frase ormai consuetudine “l’ultimo chi è”. Poi l’attesa, diversa da oggi. Adesso spesso non si vedono le facce perché chine sugli schermi luminosi. I silenzi di imbarazzo a volte sembrano non sentire tempo e assomigliano a quelli di una volta, che ti permettevano di sapere vita morte e miracoli di chi era in stanza dal medico prima di te. Altro che privacy. 

Rimane il fatto che ancora diamo poco peso all’ambiente che dovrebbe accogliere, che dovrebbe rassicurare chi sta aspettando per un intervento o chi come parente é in attesa dell’uscita. 

Si fissano porte che non si aprono mai, non ci sono parole magiche. Ma rumori sinistri di ventole in azione. 

Spesso le sale d’attesa sono angoli brutti, usate come ripostiglio temporaneo, senza foto o immagini e con colori che ricordano il viso dell’indigestione.

Lì dove dovrebbe iniziare la cura spesso si è invisibili e anche una crepa può fare compagnia.

8 commenti:

  1. Beh, adesso anche dal medico di base si va con l'appuntamento, pertanto le sale d'attesa sono abbastanza vuote, mentre prima pullulavano di gente e si poteva aspettare anche parecchio tempo. Si finiva per dialogare con perfetti sconosciuti e, alla fine, si usciva quasi amici. Io, comunque, visto che sono una chiacchierona, finisco sempre per trovare qualcuno per conversare, anche se per pochi minuti perché...è già il mio turno!

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  2. Poesia di una sala d'attesa, e un grillo sul vetro (a forma di crepa). Comincio a passare del tempo anche io in sale tutte malinconicamente uguali: di pronto soccorso, reparti oncologici, psicologi o semplici medici curanti.. una discreta varietà.. fanno parte del corredo di crescita.. tappe forzate..

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  3. in attesa di un'incuria, ci si prepara con l'incuria della sala d'attesa...
    Ci allenano già da prima...

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  4. Ho letto un post, prima di venire qui, in cui si tratta l'argomento al contrario. Sala d'attesa con gente che parla al telefono dei fatti suoi, dialoghi in viva voce, mancanza di privacy...Da una parte un luogo freddo, vuoto e silenzioso, dall'altra un luogo caciarone, pieno di discorsi ad alta voce. Luoghi comunque dove ci si sente soli, perché nessuno interagisce con noi. I tempi sono cambiati, e non in meglio, purtroppo!

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  5. Io sono spesso in sale d'attesa con mia mamma, ma lei attacca bottone in un modo magistrale!

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  6. Sì, sono cambiate ma sono uguali, sì, siamo cambiati, ma siamo uguali. Quello che è rimasto invariato è il poco impegno per la cosa pubblica, per renderla accogliente, giusta, per farci sentire bene in un momento brutto. Che dire? Dovevamo uscirne migliori, ne siamo usciti che peggio non saprei...

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  7. Caro Luca, questo tuo breve post mi tocca particolarmente! Ne leggerai il motivo all'inizio del mio ultimo post scritto dopo vari mesi di assenza. Anche io ho sempre frequentato le sale di aspetto, ma mentre prima di andare in pensione erano soprattutto quelle degli aeroporti, in questi ulrimi sei mesi sono state appunto quelle sanitarie! Inoltre pensando a me che mi sono potuto permettere di mantenere l'assicurazione sanitaria che avevo durante gli anni lavorativi in cui era pagata dall'azienda, penso anche a coloro che invece, a causa di questa sanità sempre più a rotoli, non se la possono permettere e sono costretti ad aspettare tempi interminabili per essere curati! 😢 Ti abbraccio amico mio 🤗

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  8. Interessante! ... un autore che non conosco ... me lo segno.

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