martedì 11 giugno 2024

Invisibili

 Esistono "pazienti invisibili". Espressione della domanda "chi cura chi cura?". Senza risposta spesso. 

Donne e uomini che si occupano di chi sta male, che ogni giorno passano gran parte della loro giornata al telefono per spiegare la stessa cosa all'ennesimo medico. Per loro è stata inventata una parola, caregiver, ma non una cura. Incollati ad uno schermo per cercare di incastrare impegni, fissando un'agenda che assomiglia sempre di più ad un cassetto stracolmo che non si chiude. 

Che rispondono sempre alla stessa domanda.

Che si riattivano appena trovano qualcuno pronto ad ascoltarli.

Entrati in un loop che li porta a dire che solo loro possono fare determinate cose.  

A volte ripetono a sé stessi sottovoce che non ce la fanno più, come stretti in un vicolo chiuso, quasi sul punto di mollare. Ma non mollano quasi mai. Una sorta di omino della Duracell che continua a camminare anche se davanti si trova un muro spesso. 

Invisibili ai molti, allo Stato, alle Istituzioni e anche a chi prima era vicino a loro ma poi il vento della malattia ha spinto più distante. 

In balie delle onde, col mare forza sei.

4 commenti:

  1. Mi ha salvato la pensione. Il caregiver a tempo pieno non avrei potuto certo farlo, lavorando ancora..

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  2. Non so molto sulla figura del caregiver. Posso solo dire che ho assistito mio padre, che ha vissuto fino a 95 anni e che gli ultimi anni sono stati duri, anche perché, nel frattempo , lavoravo... saluti.

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  3. Mia madre ha avuto l'Alzheimer per dieci anni. Ogni giorno perdeva ricordi ed autonomia, fino a doverla alimentare col biberon, perché nemmeno ad imboccarla capiva più che dovesse mandare giù il boccone. C'era una signora che la accudiva quando noi andavamo a lavorare, diversamente ce ne occupavamo noi, mio marito, mio figlio ( allora studente universitario) ed io. In quattro ad accudirne una, ventiquattro ore su ventiquattro. Il suo medico mi disse che aveva visto molte persone nella mia situazione andare fuori testa, ma ce l'avevo fatta e sono contenta di esserci riuscita. Tanto amore avevo ricevuto da lei nella mia vita e l'ho restituito, anche se lei non l'ha mai saputo. Ancora oggi, dopo dieci anni dalla sua scomparsa, ho gli incubi e sogno che mi combini marachelle. E' stata durissima e posso capire che molti non riescano a prendersi cura di una persona così bisognosa di attenzione. Io non ce l'avrei mai fatta senza l'aiuto dei miei familiari e di quella signora, che ancora oggi sento un po' come una sorella.

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