23 maggio e 19 luglio, l'anno era il 1992.
Quello delle stragi, della paura nelle città, della mafia che sfida tutto e tutti, quello si uno stato corrotto e mafioso che non governa più ciò che ha creato, quella di uno stato che poi in extremis ora sappiamo prova a scendere a patti con la mafia.
Avevo 17 anni e ricordo i visi preoccupati di mio padre e di mia madre, ho ancora negli occhi le immagini di un paese che si rivolta contro la politica durante i funerali, che tenta di assalire i potenti. La voce di una delle mogli di un uomo della scorta, la voragine di Capaci e le immagini di una via d'Amelio in stile Beirut.
Qualche anno dopo, nel 1994, ebbi l'onore di conoscere personalmente in una conferenza Antonino Caponetto colui che aveva pensato e creato il pool antimafia, un nuovo modo di condurre le indagini e di combattere cosanostra. Posso dire senza alcun dubbio che in quel momento ho visto negli occhi di una persona che ha dato tanto per la giustizia la stanchezza e la delusione nei confronti di uno stato che ancora una volta nonostante il sacrificio di Falcone, Borsellino, della scorta e di tutte le vittime di mafia, provava già ad arrestare la forza delle indagini cercando di bloccare le intercettazioni.
Era l'anno nero, quello del cavaliere. L'inizio del tracollo finale di un paese che è stato quasi sempre in mano a dittatori, piccoli re, partiti corrotti, poteri forti e segreti, mafia e quant'altro.
Quel giorno avevo indosso il mio Eskimo, avevo 19 anni, ero nel pieno della passione politica che purtroppo ha dovuto fare i conti con la storia trovandosi davanti solamente i resti di ciò che fu il partito comunista, ma ci provavamo nel nostro piccolo abbiamo occupato la scuola, lottato contro i tagli, che si facevano già.
Una stretta di mano quella con Caponetto che porterò sempre con me, così come la forza di volontà di Falcone e Borsellino, dimenticati e lasciati soli dallo stato allora come adesso. Ora molto più velatamente ma allo stesso modo in maniera violenta attaccando i magistrati di palermo. Uccisi due volte da quella parte di italiani che il giorno dopo hanno dato fiducia a personaggi improponibili e imbarazzanti messi alla guida del paese...
"Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri"
(da L'agenda rossa di Borsellino)
...l'elenco è lungo basta scegliere.
Le parole di Borsellino colpiscono nella loro durezza, nella loro consapevolezza..esprimono pero' tutto il suo coraggio, tutta la sua grandezza morale..
RispondiElimina.. già l'agenda rossa
RispondiEliminaChissà...forse mio nipote, o sui figli, sapranno la verità....
RispondiEliminaEssenziale non perdere la minima memoria di tutto questo! Come stai facendo per l'appunto tu.
RispondiElimina"ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri"
RispondiEliminaE purtroppo questi "altri" sono sempre in mezzo a noi, più potenti che mai.
Ciò che diceva Falcone: "Tutte le cose umane hanno un inizio e una fine e la mafia è una cosa umana... prima o poi finirà"... Forse la mafia finirà, ma i debosciati che l'hanno coltivata, surrogata e rafforzata, quelli non finiranno mai...
RispondiEliminaRicordo esattamente dov'ero e cosa facevo in entrambe quelle terribili giornate e soprattutto ho ben presente come, da quel momento, quando si parla di Stato tutto mi diventa terribilmente difficile da sopportare e particolarmente indigesto da accettare.
RispondiEliminaPer fortuna non sono state morti totalmente inutili ma hanno lasciata, tracciata nitidamente, la strada e la via della rivalsa sociale. A noi custodirla, sgombrarla, renderla accessibile e, soprattutto, percorrerla!
Un abbraccio a te e sempre GRAZIE a persone come Paolo e Giovanni.
Parole profetiche, parole che indicano come Borsellino aveva ben capito chi era il vero nemico.
RispondiEliminaChissà avrebbe mai immaginato un presidente della repubblica fare quel che sta facendo Napolitano e avere pure il coraggio, anzi l'improntitudine di dire «Si deve giungere alla definizione dell'autentica verità su quell'orribile crimine che costò la vita a un grande magistrato protagonista con Falcone di svolte decisive per la lotta contro la mafia».
Hai detto bene, uccisi due volte, anche da chi in questi 20 anni ha cercato di cancellare il ricordo di quelle stragi.
RispondiEliminaUna cosa che mi piace ricordare di Falcone e Borsellino è che erano siciliani: quando si parla del mezzogiorno come di una terra impestata, capace di esportare solo malavita (anche se le recenti inchieste hanno fatto luce anche sulle rive settentrionali delle organizzazione a delinquere), mi piace ricordare che gli eroi dell'antimafia non vengono da Stoccolma, per ribadire, qualora ce ne fosse bisogno, che chi è nato sotto gli aranci non è destinato a farsi penetrare dalla cultura mafiosa.
RispondiEliminaParole sulle quali i soliti squali dovrebbero avere la dignità di tacere. Fare silenzio per tornare a sentire la voce di chi ha dato la vita per una nazione diversa. Basta con le solite menzogne sulle tombe dei martiri.
RispondiEliminaBuona giornata
Sono siciliano e ricordo benissimo sia Capaci che via D'Amelio. Due giorni di grande tristezza. Negli anni successivi, quando mi è capitato di passare dal tratto autostradale intorno a Capaci, nel vedere il guardrail rosso, mi sono sempre emozionato. Così come mi sono emozionato quando mi è capitato di scambiare due parole con Rita Borsellino, sorella del giudice e candidata alla presidenza della regione nel 2006. Quella volta rivinse, purtroppo, don Totò Cuffaro. E dopo di lui c'è stato (c'è ancora) don Raffaele Lombardo. Forse la Sicilia non vuole cambiare...
RispondiEliminaE pensare che siamo uno dei piu' splendidi paesi al mondo.
RispondiEliminaChiunque, dall'arabo all'amerikano, sogna di vedere Venezia, di fare il bagno in Sardegna, di sciare sul Sella, di entrare agli uffizi e poi, in mezz'ora, essere risucchiato dalla collina toscana.
E altre migliaia di cose da fare e vedere racchiuse in un lembo di terra lungo poco piu' di mille km, caso unico nel pianeta.
Poi ci sono gli italiani.
Hasta
Zac
La verità era molto vicina e ancora oggi molti sono messi a tacere.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Ricordiamo ogni anno che passa, ogni anniversario, quelle stragi dove sono stati assassinati uomini veri, tutti, anche quelli delle scorte, ma ancora si cercano i mandanti che ci sono, non si può negare.
RispondiEliminaUn caro saluto,
aldo.
ps.Grazie del tuo commento.
Continuano a lavarsene le mani chiunque sieda al potere.
RispondiEliminaSi stringono l'un l'altro come topi di fogna che temono di annegare.
Cristiana
Una pagina NERA come la pece della storia del nostro paese..e ancora...
RispondiEliminaCondivido totalmente il commento di Cristiana.
RispondiEliminaSi dovrebbe ricominciare dal lavoro di Falcone e Borsellino, ma vista la situazione generale non so se sia più ridicolo o drammatico questo mio pensiero ...
RispondiEliminaE ora praticamente la Mafia sede tra gli scranni...
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