venerdì 5 aprile 2013

Crocicchi

Probabilmente ognuno di noi ci si è fermato in mezzo più di una volta. Uno sguardo a destra, uno a sinistra, davanti e poi subito dietro. Qualche istante di riflessione oppure scelte dettate dall'istinto e da  sensazioni.
I momenti della nostra vita, positivi o negativi, che ci hanno cambiato a volte arrivano all'improvviso, bisogna anche saperli cogliere, vederli e fermarli oppure in alcuni casi lasciarli andare.
Fabbricatori di differenti identità, le nostre, che hanno dato vita a  nuovi personaggi,  nuovi ruoli.
Difficile ricordarsi dei primi momenti quelli vissuti da piccolo. Forse il mio primo crocicchio è coinciso con l'andare a scuola dalle suore fino alle elementari. Un'educazione cattolica, non troppo rigida, ma comunque chiaramente sotto l'occhio di madre chiesa. Un'identità, forse la prima, quella che ricordo, che in alcuni momenti credo ancora  oggi si faccia vedere.
Le strade, si sa, si possono cambiare, si cammina si prende un sentiero, se ne scarta un altro e magari si giunge ad un altro crocicchio. Le superiori, gli scioperi e soprattutto la scelta di occupare la scuola. Tredici giorni chiusi all'interno dell'edificio scolastico, le riunioni che dovevano essere politiche ma poi si trasformavano in mini concerti, gli amori, la passione, le litigate, le lacrime, la consapevolezza di far qualcosa di davvero particolare, le amicizie saldate nella notte davanti ad un bicchiere di birra e a un sigaretta  con l'ombra del tabacco. Insomma la politica che non mi ha più abbandonato. Un'altra identità quella che ancora oggi mi fa parlare quando mi accorgo di essere davanti ad un'ingiustizia, chissà forse quella che mi ha fregato.
Il viaggio però continua  e le nostre scelte ci portano ad incontrare luoghi, come l'università, che rimarranno impressi in noi e soprattutto persone, quelle che colpiscono, con cui ti accorgi di stare bene, anzi qualcosa di più, ma in quel momento la scelta che si fa è un'altra, è quella dello stare.
Non prendere una strada però significa comunque camminare su un'altra. Altro crocicchio. La scelta di fare l'obiettore di coscienza capitando per caso a lavorare con l'handicap. Un ambiente, dove lavoro ancora oggi,  completamente nuovo, con difficoltà e soddisfazioni. Un ruolo che mi ha decisamente plasmato, che mi ha insegnato la fatica del lavoro e quella della vita. Una nuova identità maggiormente pratica. Insomma una nuova via che ha radicalmente cambiato la mia esistenza.
Ma i percorsi possono essere lunghi, a volte danno l'idea di concludersi dopo la curva o in cima alla salita e invece al posto del traguardo un altro crocicchio. La fine del mio matrimonio, la separazione. Un periodo davvero buio della mia vita, in balia di un qualcosa ancora da decifrare,  in cui la mia identità che per anni, circa quindici, era stata di coppia è diventata di colpo singola. Nuova, ripensata grazie ad un anno passato da solo, grazie ad amici incontrati, grazie anche al blog e all'incontro di un nuovo amore magnifico, lo stesso incontrato durante l'università che chissà forse era stato solo rimandato e che non avrei mai potuto ritrovare se non avessi deciso di fare l'obiettore di coscienza.
A volte si cammina pensando al punto di arrivo, invece magari la meta è proprio il viaggio, il movimento, il cambiamento. Strada facendo si possono incontrare soffi di vita che ci rinvigoriscono e che ci spostano in un'altra direzione. E' così che ho preso l'ultimo, per ora, crocicchio. Quello del teatro, sotto forma di laboratori di teatro sociale che mi ha portato e mi porterà tra qualche mese a salire sul palco. Una svolta questa che mi ha insegnato a ricercare la poesia sempre in ogni momento della giornata, a vederla nei volti dei ragazzi, in quella dei miei genitori e negli occhi della mia compagna. 
E' chiaro non sempre si riesce ad uscire dai crocicchi, e a volte è anche bello starci, ma provando a guardare oltre il blu del mare di solito si intravede un nuovo porto, forse il nostro.

11 commenti:

  1. E a volte il caso, o destino che dir si voglia, decide per noi senza interpellarci.
    Trattasi di sliding doors, dico io (da quando ho visto il film omonimo).

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  2. mi sa che abbiamo scelto spesso la stessa strada a tanti crocicchi :)

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  3. beh, allora come si dice a teatro: "Tanta merda!" :)

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  4. che poi è buffo come a volte certe cose ci sembrano capitarci per caso, eppure quel caso è azzeccatissimo.

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  5. Ogni crocicchio, positivo o negativo, rafforza e rende solida l'identità che prende via via forma. Fondamentale, proseguire andando avanti verso buone strade, speranzosi e sempre più maturi con la consapevolezza del passato.
    Bel post. Complimenti!

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  6. Così è.
    Mi sto chiedendo in che crocicchio si sono impelagati i nostri eletti eroi; mi pare sia una rotonda, che percorrono tentando di afferrare qualcosa che gli sfugge, e non si sono ancora accorti che stanno inseguendo la loro stessa propria coda.
    Ciao.

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  7. Sono sinceramente ammirato per la tua vita intensa e aperta sulla politica, sul sociale e sulla cultura.

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  8. auguri per la tua nuova attività teatrale, l'importante è andare avanti per non dover dire mi dispiace...

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  9. Direi che la tua è stata una vita piuttosto movimentata ma interessante.
    Mi pare di capire che adesso, con una nuova persona che ti è accanto, tu abbia preso un ottimo crocicchio partecipando inoltre a laboratori di teatro sociale. Ottimo!

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  10. Ci farai un resoconto dell'esordio?

    In bocca al lupo Ernest, ci sono passata, ma non avevo 20 anni e avevo molta incoscienza...un successone ;-))

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