Da poco ho finito di leggere un libro di Fumio Sasaki, giapponese che cerca di spiegare l'arte dell'essenziale e del riordino. Una frase mi è rimasta impressa, proprio quella in cui spiega che molti giapponesi dopo l'ultimo terremoto-maremoto hanno deciso di disfarsi degli oggetti di casa, per evitare di rimanere schiacciati durante una scossa sismica.
Ora lasciando perdere questo eccesso, la cosa vera però è che di regola il terremoto di per sé non fa vittime, se ci sono di solito è perché l'uomo ha sbagliato qualcosa.
La tragedia di Amatrice, Accumuli e altri paesini spezza il cuore ogni volta che si guardano le immagini, ogni volta che incrociamo lo sguardo di persone hanno perso tutto, ogni volta che si legge di una vita spezzata con la sua storia portata via in pochi secondi.
La rabbia è tanta perché vorrei sentire parlare di prevenzione e sicurezza e non più di emergenza e del paese dal cuore d'oro che risponde ogni volta che c'è una tragedia... acqua, terra, fuoco che sia.
Il pensiero ora è davvero solamente rivolto a chi ha perso qualcuno e ancora sta sperando di ritrovarlo, non parlerò di chi in questo momento riempie la rete di spazzatura razzista, di chi scrive cose senza nemmeno saperle, di una scuola ricostruita con i soldi per L'Aquila e crollata in pochi secondi, di Bertolaso che dovrebbe espatriare su Marte e invece parla, di politici che fanno proposte irrealizzabili, di amministratori che parlano ma in questi anni non hanno mai messo a norma niente, di giornalisti che non vedono l'ora di inquadrare un pianto, di giapponesi che comprano le case antisismiche da noi in Trentino, di gente che ora commenta e tra un mese non saprà nemmeno più come si chiamavano i paesi colpiti, di cittadini che si fanno inquadrare dalle telecamere.
Non ce la faccio sono stanco, allora penso solo a loro che stanno ancora sperando e a tutti quelli che veramente e in silenzio stanno facendo qualcosa.
Grazie Ernest
RispondiEliminaCondivido, e, come ho scritto da me, non è possibile morire così. La terra trema, e noi dovremmo essere pronti, ma a causa della politica intrecciata con gli affari, non lo siamo mai.
RispondiEliminaSottoscrivo.
RispondiEliminaNon ce la faccio sono stanco, allora penso solo a loro che stanno ancora sperando e a tutti quelli che veramente e in silenzio stanno facendo qualcosa.
vorrei capire perchè è più interessante il business della ricostruzione che quello della prevenzione!
RispondiEliminaIl secondo ha un risparmio in vite umane notevole.
Concordo tristemente su tutte le tue affermazioni.Oggi la classe politica, in genere, è vergognosamente ignorante, con ho priva di di titoli accademici.
RispondiEliminaCiao,fulvio