giovedì 12 aprile 2018

Paraocchi

Abbiamo una nostra particolare concezione della realtà.
Viviamo nei nostri mondi imbottiti di silicone, illuminati da insegne traballanti e vetrine piene di niente. 
Non andiamo al di là del nostro corridoio con il pensiero accorgendoci di ciò che ci circonda solo nel momento in cui possiamo diventare attori principali oppure subire un danno. 
E' un po' come camminare con la testa in giù con gli occhi sul telefonino mentre intorno le strade crollano e i palazzi cadono lasciando solamente la nostra piccola striscia per procedere verso il nulla. 
Ecco. 
Così noi ci accorgiamo della guerra.
Che c'è già.
Non che rischia di iniziare. 

20 commenti:

  1. La guerra c'è, eccome, magari è combattuta a km da noi, ma non vogliamo ammettere che c'è (a parte quando deflagra, per qualche motivo anche nelle nostre città). Dovremmo sentire il grido dei bambini, anche se distanti, dovremmo restare umani. Siamo ancora in tempo?

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    1. non so se siamo ancora in tempo ormai sembriamo averla accolta nei nostri salotti tramite la tv, distante da noi va tutto bene
      poi a volte ci accorgiamo che la terra brucia da qualche parte

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  2. Risposte
    1. come ho detto però mi spaventa molto il fatto che non riesca a venire fuori un movimento pacifista mondiale

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  3. Spesso mi chiedo perché siamo così in pochi ad avere questi pensieri. Bel post.

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  4. E poi uno si chiede, ma a cosa serve tutta questa informazione che ci sommerge? Informazione?

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  5. Bisogna ritornare ad esssere protagonisti con le nostre idee.

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    1. credo anche io ma sembra davvero tutto così difficile

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