Forse la soluzione è questa. Trovare qualcuno ancora disposto a giocare, accoglierlo, tenendo aperte le porte. Dare la priorità al sorriso, alla follia, alle regole inventate, cambiate e ancora una volta ridisegnate.
Trovare un muro, c'è l'imbarazzo delle scelta, e poi contare, ma non come vogliono tutti, come comandano. Passare dall'uno al cinque per poi tornare indietro e fare un salto in avanti.
Barare perché no!!! Con la coda dell'occhio cercare di capire se c'è qualcuno dietro a quel muro, se lo vogliamo trovare davvero, oppure fare i conti con il nostro istinto che ci porta a nasconderci con lui, ad essere lui prima o poi. Anche se non lo vogliamo capire, non lo vogliamo ammettere.
Ascoltare i rumori. Passi veloci, lenti, passi pesanti, che scappano. Porte che si chiudono, chiavi che girano per non fare entrare nessuno, proprio nessuno.
E l'odore? Perché no. Pochi istanti per tornare a quel profumo di ragù di prima mattina, di minestrone alla sera, a quel dell'arrosto per il giorno dopo rubato dalla pentola di terracotta. Odori che ci rassicurano come il rientro a casa, così prezioso, così unico, spesso dato per scontato. Per molti inesistente.
Domani sarà il caso di trovare un altro posto.
Oppure no.
La foto che hai scelto è splendida mi fa venire in mente le interminabili partite a nascondino nelle sere d'estate, quando si era autorzzati a stare fuori fino a che c'era luce e scovare trenta compagni di gioco era un'impresa che durava fino al libera tutti o finché le mamme urlavano di salire che era tardi
RispondiEliminaChe bel post ! Mi ricordo i giochi estivi e l’immancabile nascondino!
RispondiEliminaInsomma scatenare la fantasia da grandi vuol dire riprendersi un bel po' di libertà.
RispondiEliminaFoto bellissima e scelta con molta intelligenza. C'è muro e muro, quello unificativi del nascondino e quello divisorio di ben altro genere, quello che potrebbe sgretolarsi se ci fosse la curiosità di sentire i suoni e magari anche poi vedere i volti dalle altre parti. Resta il fatto che cmq il problema dei migranti va in qualche modo risolto e la cooperazione a questo punto mondiale deve essere la strada altrimenti l'altra "soluzione" la stiamo già vedendo in atto.
RispondiEliminaIl profumo di ragù di prima mattina, mi fa sempre pensare alla mia adolescenza e a mia nonna... al suo sugo della domenica. E' un'immagine che mi commuove e mi emoziona. Un post bellissimo e delicato, come l'immagine che hai scelto.
RispondiEliminaBellissimo post, non si può aggiungere altro, e forse non si deve *___*
RispondiEliminaMoz-
Quoto Moz, in pieno.
EliminaMi hai fatto venire in mente, con un groppo allo stomaco, i vicoli di Genova.
RispondiEliminaIo lo vedo molto profondo questo post e ringrazio...
RispondiEliminaProfondo perché ha come titolo la libertà di tutti,dall'interpretazione soggettiva ...all'introspezione che scava nei ricordi ...nei sapori ....negli odori e nei legami di un tempo andato ma non per questo escluso al continuare a credere nella possibilità che oltre il muro ,oltre le porte si possa scorgere l'amicizia ,l'amore e la condivisione per i veri valori...magari quelli di un tempo sempre presente..sempre in noi.
Buona serata !
L.
Finche sogneremo saremo liberi.
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