Non credo di riuscire a ricordare l'ultima volta in cui sono stato bambino. Ho finito da poco il libro di Fabio Bartolomei "L'ultima volta che siamo stati bambini", una storia di piccoli spettatori degli orrori della seconda guerra mondiale, un'avventura che pagina dopo pagina assomiglia ad un rito di passaggio all'età adulta.
La memoria mi tradisce e non ho la totale certezza di fatti che sono successi ormai tanto tempo fa, ricordi veri o racconti che ho sentito, un dubbio difficile da risolvere. Torna alla mente allora l'immagine di un primo funerale di una bisnonna, oppure il primo trasloco e il distacco da quella che per anni era stata casa nostra. Un cambiamento radicale da un quartiere ad un altro.
Forse il primo bacio dato dietro ad una siepe con i compagni di classe a qualche metro a fare tifo da stadio come in gradinata sotto la finestra di un'incolpevole signora che in pochi attimi ci ha ricoperto di insulti. Oppure la prima delusione d'amore e quel dolore che sembrava infinito, o semplicemente la prima volta che mi sono innamorato.
Chissà, magari non ho mai smesso di esserlo.
Una speranza.
Va beh, l'importante è essere sempre ragazzi!
RispondiEliminaCi proviamo
EliminaIl mio primo ricordo adulto è il giorno del funerale di mio nonno, un dolore straziante che aveva poco di infantile, avevo dieci anni, in compenso datemi un babbo Natale e vi solleverò il mondo
RispondiEliminaImmagino Amanda , io ho in mente quello di mia nonna ed è di pochi anni fa quindi davvero immagini
EliminaDi Babbo Natale abbiamo bisogno!!!
Credo che ogni epoca abbia il suo rito, un tempo era passare ai pantaloni lunghi, oppure quando smettevi di credere a BabboNatale, o quando potevi guidare il motorino, oggi credo sia l'arrivo dello smartphone.
RispondiEliminaI ricordi ci rimangono sempre dentro.
RispondiEliminaAssolutamente si
Eliminaho smesso presto, prestissimo di essere bambina.
RispondiEliminaperò il ricordo più bello è legato al buco nello stomaco quando mi ha sfiorato le labbra la prima volta quel ragazzino quell’estate del ‘85
Che emozioni e che momenti io ricordo ancora la sensazione di provare qualcosa di unico e irripetibile
EliminaIo a nove anni persi mio fratello un po' più grande di me, annegato. Un grande dolore. Ma non saprei dire se non fui più bambino.
RispondiEliminaUn abbraccio Alberto
EliminaSi un abbraccio anche da parte mia
EliminaBelle le tue parole con cui onori un gran bel libro!
RispondiEliminaLe donne sostengono che noi maschietti non cresciamo mai.
RispondiEliminaQuindi magari restiamo sempre un pò bambini.
Una speranza ;)
@ Stefano
EliminaLe donne sostengono che noi maschietti...
Se fossi io l'autrice di questo post apporterei una lieve modifica,verrebbe fuori questo quesito da cui poi se ne genereranno altri:
Quando abbiamo smesso?
Quando abbiamo smesso di credere che sia l'uomo che la donna sono tuttora "bambini" sia dell'uno che dell'altro ?
Quando abbiamo smesso di condividerci e sostenerci nel bene
e nel male?
Quando abbiamo smesso di credere nell'amore dell'uno nell'altro?
Quando abbiamo smesso Quanto abbiamo perso?
Quando abbiamo smesso ci chiediamo almeno una volta quando è iniziato?
La maggior parte delle volte nei blog chi commenta non è coerente con il post..ecco io ad esempio non lo sono spesse volte, questa è una di quelle e sapete perché? Perché quello che mi preoccupa non è tanto la coerenza con il titolo di un post ma l'INCOERENZA UMANA...quella che ti chiede la pace e tu rispondi con la guerra...allora qui io divento "incoerente" con il post, non posso fare altrimenti perché vengo forzata a fare un discorso inverso ..."fare guerra" a chi non vuole pace...e poi mi dico :magari qualcuno risponde con la qualità delle mie "munizioni"!... potremmo perfino riderci sopra!
Buona serata
L.
Fortunatamente non ho mai smesso nemmeno io... altrimenti la vita perderebbe qualsiasi tipo di magia, e chi ha voglia di sopravvivere nel triste mondo di guerra ed odio degli adulti? Preferisco sognare e lavorare ogni giorno per un mondo migliore.
RispondiEliminaBuon Natale.
Francamente non ricordo quando ho smesso di essere un bambino. Se guardo all'innocenza degli stessi ed a come vedono il mondo, forse troppo presto. Tipo la morte per annegamento di un compagno di terza media ed il prendere coscienza di cosa fosse la morte. Oppure, ancora più piccolo perché avevo 8 anni, mia madre in fin di vita ed io ed i miei fratelli trasferiti a Napoli per essere affidati a degli zii. Quasi un anno prima di poter ritornare in famiglia e vedere mia madre guarita. Però, per alcune mie ingenuità o fragilità, c'è anche chi mi dice che sono ancora un bambino. Certo, a volte non è proprio un complimento ma se dentro di me ancora conservo qualcosa dell'innocenza di quei tempi, non me ne faccio un cruccio! Anzi.
RispondiEliminaCiao Ernest e ti auguro serene festività.
Un abbraccio a te Carlo e buone feste
EliminaBuone cose...
RispondiEliminaDopo aver letto il post sono un po’ confuso non lo ricordo.
Anche a te Enri buone feste
EliminaPer digerire l'abbuffata che hai descritto ,nei minimi particolari ,a me non basta una vita.
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