domenica 29 marzo 2020

Nuove abitudini

In questi giorni di quotidianità interrotta ci sono momenti in cui i pensieri corrono veloci. Si spingono, fuori uno dentro l'altro. A volte piacevoli, molte volti invece disegnano scenari inquietanti. Nella drammaticità del momento una cosa su tutte mi mette angoscia, la solitudine delle persone sole ricoverate. Vero è che accanto hanno tutte le meravigliose persone che in questo momento, mettendo a rischio la loro vita, lavorano negli ospedali, ma la mancanza di una persona cara vicina in un momento così difficile credo sia terribile. 
Ieri ho letto la notizia di quei due bambini rimasti soli dopo la scomparsa della nonna e la quarantena della mamma a Montevarchi, ora "adottati" dalle persone che si sono offerte per dare quel poco di vicinanza che un estraneo può dare in questi momenti. Davvero terribile. 
Per non parlare dell'impossibilità di dare l'ultimo saluto alle persone care, se non magari per telefono come purtroppo è già successo. 
Tanta è la rabbia per le molte persone che avremmo potuto salvare e che ancora potremmo salvare se non avessimo carenza di strutture e personale. Quei famosi 4000 posti di terapia intensiva che ormai abbiamo praticamente riempito. 
Mi capita a volte di non attendere più i numeri delle 18 elencati dalla protezione civile, non so perché forse siamo entrati in un "abitudine" del contagio e dei positivi o forse è la voglia di pensare che alla fine questo sia solamente un terribile incubo dal quale svegliarsi. 

15 commenti:

  1. Sembra realmente di vivere un incubo, speriamo che passi prima possibile, dobbiamo ritornare a vivere.

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  2. Un mio piccolo amico è stato operato ieri, un intervento delicato, la mamma ha dovuto assisterlo da sola per tre giorni, senza il conforto del marito vicino, solo stanotte quando il bimbo è stato trasferito in rianimazione al padre è stato concesso di raggiungere la madre e di attendere fuori di quella dannata sala. È disumano

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  3. È um incubo dei più terribili perche siamo inermi senza nessuna possibilità di agire.

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  4. Purtroppo un incubo non è, ma come un incubo finirà, passerà anche questa.
    Storie drammatiche saranno raccontate negli anni a venire...

    Moz-

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  5. Da quando siamo ai "domiciliari" a troppi è negata anche la visita parenti... Tempi difficili (Dire Straits)

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  6. Hai ragione, la cosa più brutta per i malati è che per giunta devono affrontare tutto da soli, mentre i parenti sono costretti a preoccuparsi a distanza, aspettando una telefonata.

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  7. Sono sempre più tristi le conferenze delle 18.00
    No, non ci stiamo abituando, stiamo perdendo la speranza...

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  8. Io guardo il tg tutti i giorni, ma distolgo l'attenzione quando comunicano i numeri, perché non ci voglio pensare.
    Sono d'accordo con Moz. Proprio come in un incubo, ci sveglieremo. Spero presto.

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  9. Dobbiamo rispettare le regole, lo so che è difficile.

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  10. È una vera tragedia che sta colpendo e mettendo in ginocchio il mondo intero, alla fine se ne uscirà, certo, ma intanto se ne saranno andate migliaia e migliaia di persone, e se ne saranno andate senza avere la consolazione di avere un proprio caro accanto nel momento più importante della vita, il momento della morte.
    sinforosa

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  11. Sforo ...la pazienza di voi genovesi e liguri è unica e da esempio per l resto degli" itagliani " . Ciao un abbraccio

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  12. Non dobbiamo mai perdere la speranza Anche questa disgrazia dovrà pur finire. Nel frattempo dobbiamo esser vicini col nostro cuore a chi soffre, a chi lotta e rischia in proprio. Facendo sempre la nostra parte per la tutela della salute di tutti noi. Un caro saluto a te.

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  13. L'ho pensato spesso anch'io..Morire senza avere vicino le persone importanti della propria vita è veramente triste,come d'altro canto è triste vivere col rammarico di non essere stati vicino ai propri cari in quel momento.. Ed è anche straziante sentire parlare di numeri e non di esseri umani..Si tratta di un virus infame.

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