venerdì 22 agosto 2025 1 vostri commenti

Cicatrice

 Un anno fa, dopo la morte di mamma, Greta mi disse “ora papà dobbiamo aspettare la cicatrice ma non dimenticare”.

Mi porto dietro da tempo un bagaglio a mano di parole di cura, medicine da prendere al bisogno, rilasciate nel tempo da stelle che ho incontrato.

Queste su tutte.

E’ dura però, perché certe cicatrici impiegano tanto per rimarginarsi. Hanno bisogno di cura, la stessa che mamma con il suo sorriso, anche nella drammaticità di una malattia degenerativa, riusciva a donare. 

Ora il vuoto è tanto, ed io, abituato a voler sistemare le cose, di fronte a questo arranco. 

Così i bei ricordi si mischiano a troppe immagini di dolore di un anno fa. Fotogrammi difficili da dimenticare.

Come quella notte tra il 21 e il 22 agosto, papà che accarezzava la donna che ha amato per tutta la vita, guardarmi chiedendomi se era finita davvero.

Ora proviamo ad andare avanti, scorrendo le immagini di una vita, come seduto guardando dal finestrino del treno. Amavo farlo da piccolo.

Col ricordo a quella sensazione che ancora sento “se mi stringi forte fino a ricambiarmi l’anima”.

Ma è un film che va di fretta.

E io sono alla ricerca della pausa.

Magari per un fotogramma.

Il tuo sorriso.

lunedì 21 luglio 2025 6 vostri commenti

Il diritto di ricordare

A Genova questi 3 giorni di luglio non saranno mai giornate normali. 

24 anni fa nella mia città venne sospesa la democrazia e le strade si trasformarono in una macelleria legalizzata, un piano premeditato per distruggere un movimento che faceva paura, perché in grado di smuovere coscienze, risvegliare i popoli da un torpore, aprendo gli occhi su ciò che poi stiamo vivendo in questo momento. 

Quei ragazzi avevano ragione. Avevamo ragione e ci hanno massacrato. 

Una lezione impartita con tanto di spartito scritto dal Governo Italiano. Manifestazioni autorizzate attaccate dai blindati.

Temo che oggi pochi sappiano di quelle giornate e si rendano conto di ciò che è successo a Genova, derubricando tutto con la solita frase "se la sono cercata". 

La frustrazione è tanta vedendo gli eredi di quel governo ancora al potere, sapere che tutti quelli che commisero dei crimini sono stati promossi. 

Abbiamo il diritto e il dovere di ricordare cosa furono quei giorni, ricordare la Diaz e la macelleria da dittatura, ricordare la Caserma d Bolzaneto dove ragazze e ragazzi vennero torturati. 

Ricordare, ricordare. 

mercoledì 16 luglio 2025 5 vostri commenti

Gli abbracci



“A volte mi riconosco negli altri. Mi riconosco in chi resta fisso dov'è, negli amici-rifugio, magnifici matti innamorati della giustizia, insetti alati della bellezza, e poi negli altri girovaghi e sfaccendati che vagano per queste lande e per queste lande continueranno a vagare, come le stelle della notte e le onde del mare. E perciò, quando mi riconosco in loro, sono aria che impara a sapersi perpetuata nel vento.
Mi sembra che sia stato Vallejo, César Vallejo, a dire che a volte il vento cambia aria.
Quando non ci sarò più, il vento ci sarà, e continuerà”

Così scriveva Eduardo Galeano nel Libro degli abbracci.

Siamo spesso travolti dalla frenesia della quotidianità. Immersi in un universo parallelo che ormai la realtà digitale ci ha convinti essere l'unica possibilità di relazione. Arrivati al punto che troppe volte perdiamo i volti e i nomi delle persone. Che passano così rapidamente da non lasciare il segno.

Ma noi siamo se esistiamo al plurale.

Alla ricerca di punti fissi nella nostra vita, pensando a quelli persi, cercando di ricordarli e percorrere i sentieri che ci hanno lasciato.

Come luoghi che ci fanno rinascere e pensare.

lunedì 9 giugno 2025 11 vostri commenti

Spartiacque

Una cosa è certa. Dopo questa tornata referendaria almeno ognuno di noi, che si è speso per i diritti degli altri, avrà ben chiaro con chi continuare a rimanere in rapporti e chi tagliare fuori. 

Non c'è più spazio per qualunquisti, fascisti, razzisti, opportunisti, menefreghisti, ignoranti ed egoisti che guardano solo al loro praticello di casa. 

Grazie a chi ci ha creduto, ci ha provato e nonostante tutto continuerà a lottare per i più deboli, con sempre meno strumenti, anche se credo che in questo paese, ma non solo, ormai la speranza sia difficile da trovare anche nel dizionario. 

Ovviamente la destra sta già pensando di portare ad 1 milione le firme necessarie per chiedere un referendum. 

Non ve la meritate la democrazia.

giovedì 22 maggio 2025 5 vostri commenti

Abbraccio

 “Non so dove vanno le persone quando scompaiono, ma so dove restano” scriveva Antoine de Saint-Exupéry.

Già, è come se ogni posto alla fine tenesse una traccia, un sentiero battuto più volte che riporta alla mente diversi ricordi.

Non sappiamo dove vanno, ma cosa hanno fatto si. Sappiamo bene cosa hanno trasmesso, lasciando una polverina magica, come quella delle fate, che al tocco del ricordo ci fa volare.

Il presente è già passato, corrono uno incontro all’altro e si abbracciano.

Infinitamente.

martedì 13 maggio 2025 4 vostri commenti

Al buio

Sono sempre meno e il peso è maggiore. Hanno poco riconoscimento e spesso il loro valore viene riconosciuto quando mancano. 

Quando mancava la luce una volta in casa mia la prima frase era “dove sono le candele?”.

Già… dove sono le candele?


(Foto da “Grande Panda e Piccolo Drago”)



venerdì 9 maggio 2025 3 vostri commenti

Peppino

 


“Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!”
Il coropo di Peppino Impastato venne trovato il 9 maggio del 1978, trucidato dalla Mafia, la stessa che aveva combattuto a viso aperto, senza nascondersi.
Andando contro tutto e tutti.
Mi domando spesso quanti ancora lo ricorderanno in una società così liquida, così rapida a dimenticare, così menefreghista. L'opposto di quella che voleva Peppino.
Noi ci dobbiamo ribellare, non dobbiamo dimenticarlo.
lunedì 17 marzo 2025 7 vostri commenti

Ritrovato



I libri sono fatti così, ti aspettano. 

Li compri, li sistemi negli scaffali oppure sul comodino.

Se ne possiedi troppi ti affanni a cercare un posto, pur sapendo che non ce n’è più. 

A volte li leggi subito altre invece stanno in una sorta di anticamera.

Attendono i tempi giusti.

Così capita di riprendere in mano un classico, proprio nel giorno, 15 marzo, in cui quell’amico nelle parole di Uhlman fece il passo in avanti. 

E poi quelle righe capaci di dipingere una madre, che riportano alla mente una sera di 17 anni fa quando quegli occhi erano di un azzurro color cielo, in grado di dirmi “va tutto bene”.

Nonostante tutto, nonostante il dolore.

“Non dimenticherò mai la sera in cui — avevo sei o sette anni — entrò in camera mia per darmi il bacio della buona notte. Indossava un abito da ballo e io la fissai come se fosse stata un'estranea. Mi aggrappai al suo braccio, rifiutandomi di lasciarla andare, e cominciai a piangere, cosa che la turbò molto.

Chissà se capì che non ero né infelice né malato ma che, per la prima volta nella vita, la vedevo obiettivamente com'era: una donna attraente con un'individualità tutta sua”

L’amico ritrovato.

mercoledì 26 febbraio 2025 6 vostri commenti

Fuga per la salvezza


"ogni cosa, cadendo, continua a cadere, anche quando ormai ha toccato il suolo. Perché di ogni cosa, in fondo, conta il peso. E poi una sospensione dell'angoscia, persino un calore, una specie di vago senso di Natale".

Si può lasciare alle spalle la propria famiglia. Chiudere la porta un giorno, dando dei giri di chiave definitivi. Mettere migliaia di chilometri di distanza.
Per salvarsi, si.
Leggere il libro di Bajani, "L'anniversario", è come prendere piccoli pugni nello stomaco pagina dopo pagina. Una salita faticosa, il fiato che manca, affanno, paura di non arrivare in fondo.
Una storia di violenza piscologica e fisica tra le mura domestiche. Inconcepibile per ciò che io ho vissuto, per ciò cha rappresenta per me la famiglia. Un rifugio sicuro.
Eppure è possibile.
Uno stile di scrittura che guida il lettore fino alla fine all'uscita di sicurezza.
Prendendo respiro, aria cha a volte passa anche attraverso un dolore.
martedì 21 gennaio 2025 5 vostri commenti

C'era una volta la lettera


“Le lettere si conservano per non leggerle più: una buona volta, poi, per discrezione, si distruggono, e svanisce così, senza che noi o altri mai più si possa recuperarlo, il più leggiadro e spontaneo fiato di vita”

Jobann Wolfgang von Goethe
Le affinità elettive

Non ho fatto così. Le ho tenute, tutte.
O meglio, le ha tenute mio padre, grazie alla sua meravigliosa e innata capacità di archiviazione della memoria storica.
Capita così di ritrovarsi in mano le cartoline di una mia meravigliosa amica delle superiori, scritte da una spiaggia in pieni anni ‘90.
Capita di leggere parole che fanno ancora male.
Capita di rileggere le righe scritte di una corrispondenza con un’amica di Roma, in cui parlavamo di tutto. Politica, filosofia, libri e di quel noi che poteva essere, ma che non fu mai.
Capita di ritrovarsi un po’ nostalgico per quei 18 anni, quando le emozioni erano alla potenza, gli amori sembravano per sempre e il grigio non trovava quasi mai spazio.
Ci prendevamo il tempo, non il contrario. Carta o cartolina, penna o stilo, gomma o cancellino. A volte matita.
La mente guidava la mano.
La mano danzava sul foglio lasciando una scia testimone dei nostri giorni.
Era una poesia che viaggiava su binari.
E noi in attesa. 

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