domenica 23 novembre 2025 4 vostri commenti

Le parole al passato


Guccini rimane poeta a prescindere dal mezzo usato.

La sua capacità di raccontare storie del passato mi ricorda mia nonna, quando alla fine dei pranzi di famiglia, a volte guardando qualche vecchia foto, narrava di persone che non c’erano più. Con soprannomi assurdi. 

Chissà perché si è un po’ persa l’abitudine di dare quei soprannomi.

Il passato ci appartiene e andrebbe rispolverato.

Guccini in questo piccolo racconto ci riesce come sempre, portandoci indietro anche con parole di allora.

venerdì 7 novembre 2025 7 vostri commenti

Una particolare meraviglia

“Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto. Invece, una foglia che ingiallisse su un ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola, non gli sfuggivano mai: non c’era tafano sul dorso d’un cavallo, pertugio di tarlo in una tavola, buccia di fico spiaccicata sul marciapiede che Marcovaldo non notasse, e non facesse oggetto di ragionamento, scoprendo i mutamenti della stagione, i desideri del suo animo, e le miserie della sua esistenza.”

Già, forse dovremmo provare ad essere un po' Marcovaldo. Lasciare andare la frenesia delle cose, il superfluo, per dare spazio alle meraviglie della quotidianità che a volte diamo per scontate. Ai piccoli mutamenti nelle giornate che ci sembrano uguali, ai particolari che passano inosservati perché presi dal rincorrere una lancetta che gira.
All'ascolto.
Perché se seguiamo una foglia che cade alla fine possiamo attutire il suo impatto.
giovedì 6 novembre 2025 10 vostri commenti

Parole che fanno luce


"Un punto di luce e calore nella vasta caverna fumosa", così Henry James descrisse le prime librerie nate nelle stazioni ferroviarie intorno al 1848.

Più di 150 anni dopo credo che ogni libreria aperta in una città rappresenti ancora quella luce, una speranza, un luogo sicuro dove trovare parole, dove vengono gettati i semi per un raccolto che verrà.
Sogno una città in cui ogni quartiere possa avere una sua libreria di riferimento. Un paese d
ove si aiutino i librai ad aprire queste porte magiche per mondi diversi.

Un paese dove i prezzi dei libri diventino più accessibili per tutti.
Un paese che spinga le persone a leggere non a consumare.

Sogno anche una mia libreria, ma questo è un altro discorso.
Per ora mi limito a cercare posto, quasi impossibile, dove mettere ancora qualche libro.

martedì 28 ottobre 2025 5 vostri commenti

Vita

Lo dico prendendo a prestito le parole di Mario Andrade, poeta brasiliano.

Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.
Ormai non ho tempo per riunioni interminabili, dove si discute di statuti, norme, procedure e regole interne, sapendo che non si combinerà niente… Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica non sono cresciute.
Ormai non ho tempo per trattare con la mediocrità. Non voglio esserci in riunioni dove sfilano persone gonfie di ego.
Non tollero i manipolatori e gli opportunisti. Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati. Odio, se mi capita di assistere, i difetti che genera la lotta per un incarico maestoso. Le persone non discutono di contenuti, a malapena dei titoli.
Il mio tempo è troppo scarso per discutere di titoli. Voglio l’essenza, la mia anima ha fretta… Senza troppe caramelle nella confezione… Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana. Che sappia sorridere dei propri errori. Che non si gonfi di vittorie. Che non si consideri eletta, prima ancora di esserlo. Che non sfugga alle proprie responsabilità. Che difenda la dignità umana e che desideri soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.
L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta. Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone. Gente alla quale i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima.
Sì… Ho fretta… di vivere con intensità, che solo la maturità mi può dare. Pretendo di non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono…
Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Spero che sia anche il tuo, perché in un modo o nell’altro ci arriverai.
lunedì 27 ottobre 2025 4 vostri commenti

Insulto alla Costituzione

Nella notte tra sabato e domenica una "squadraccia" di fascisti è entrata al Leonardo da Vinci, una scuola di Genova occupata dagli studenti su votazione dell'Assemblea. 

Un attacco vergognoso che non nasce per caso. Ieri a Predappio ennesimo insulto alla Costituzione con saluti fascisti.

Ciò che sta succedendo in questo paese richiede unità. Il movimento nato a sostegno della Flottilla non va disperso, ha bisogno di sostegno da parte di tutti e deve ergersi a difesa della Costituzione.

Al di là di bandiere e terreno di conquista.

Per il bene dei deboli e di chi verrà dopo di noi.

Ognuno nel suo piccolo si attivi per dare una speranza ai ragazzi.

giovedì 11 settembre 2025 5 vostri commenti

I tempi del "tanto non serve a niente"

“In tempi duri dobbiamo avere sogni duri, sogni reali, quelli che, se ci daremo da fare, si avvereranno."
 
Clarissa Pinkola Estés
Donne che corrono coi lupi

Ecco.
Credo che queste parole dovremmo ripetercele ogni mattina appena svegli. Soprattutto in questo momento in cui la barbarie sembra aver preso il sopravvento, ma non solo lontano chilometri da noi.
Anche sul nostro pianerottolo di casa.
Anche la persona che conosciamo da anni.
Quelli che ridono quando parli di Gaza e del tentativo della Flottilla di portare oltre al cibo anche un po' di speranza.
Sono gli stessi che da sempre, non ora, dicono "tanto non serve a niente".
Quelli che non partecipano, mai.
Ecco a voi dico che il sogno a volte non si può fermare, non solo nelle favole.
domenica 31 agosto 2025 3 vostri commenti

Luci per la speranza

Genova.

50 mila luci per illuminare la speranza.

50 mila storie diverse.

50 mila età diverse.

50 mila voci.

50 mila in cammino con un sogno.

Pace e Libertà.

venerdì 22 agosto 2025 5 vostri commenti

Cicatrice

 Un anno fa, dopo la morte di mamma, Greta mi disse “ora papà dobbiamo aspettare la cicatrice ma non dimenticare”.

Mi porto dietro da tempo un bagaglio a mano di parole di cura, medicine da prendere al bisogno, rilasciate nel tempo da stelle che ho incontrato.

Queste su tutte.

E’ dura però, perché certe cicatrici impiegano tanto per rimarginarsi. Hanno bisogno di cura, la stessa che mamma con il suo sorriso, anche nella drammaticità di una malattia degenerativa, riusciva a donare. 

Ora il vuoto è tanto, ed io, abituato a voler sistemare le cose, di fronte a questo arranco. 

Così i bei ricordi si mischiano a troppe immagini di dolore di un anno fa. Fotogrammi difficili da dimenticare.

Come quella notte tra il 21 e il 22 agosto, papà che accarezzava la donna che ha amato per tutta la vita, guardarmi chiedendomi se era finita davvero.

Ora proviamo ad andare avanti, scorrendo le immagini di una vita, come seduto guardando dal finestrino del treno. Amavo farlo da piccolo.

Col ricordo a quella sensazione che ancora sento “se mi stringi forte fino a ricambiarmi l’anima”.

Ma è un film che va di fretta.

E io sono alla ricerca della pausa.

Magari per un fotogramma.

Il tuo sorriso.

lunedì 21 luglio 2025 6 vostri commenti

Il diritto di ricordare

A Genova questi 3 giorni di luglio non saranno mai giornate normali. 

24 anni fa nella mia città venne sospesa la democrazia e le strade si trasformarono in una macelleria legalizzata, un piano premeditato per distruggere un movimento che faceva paura, perché in grado di smuovere coscienze, risvegliare i popoli da un torpore, aprendo gli occhi su ciò che poi stiamo vivendo in questo momento. 

Quei ragazzi avevano ragione. Avevamo ragione e ci hanno massacrato. 

Una lezione impartita con tanto di spartito scritto dal Governo Italiano. Manifestazioni autorizzate attaccate dai blindati.

Temo che oggi pochi sappiano di quelle giornate e si rendano conto di ciò che è successo a Genova, derubricando tutto con la solita frase "se la sono cercata". 

La frustrazione è tanta vedendo gli eredi di quel governo ancora al potere, sapere che tutti quelli che commisero dei crimini sono stati promossi. 

Abbiamo il diritto e il dovere di ricordare cosa furono quei giorni, ricordare la Diaz e la macelleria da dittatura, ricordare la Caserma d Bolzaneto dove ragazze e ragazzi vennero torturati. 

Ricordare, ricordare. 

mercoledì 16 luglio 2025 5 vostri commenti

Gli abbracci



“A volte mi riconosco negli altri. Mi riconosco in chi resta fisso dov'è, negli amici-rifugio, magnifici matti innamorati della giustizia, insetti alati della bellezza, e poi negli altri girovaghi e sfaccendati che vagano per queste lande e per queste lande continueranno a vagare, come le stelle della notte e le onde del mare. E perciò, quando mi riconosco in loro, sono aria che impara a sapersi perpetuata nel vento.
Mi sembra che sia stato Vallejo, César Vallejo, a dire che a volte il vento cambia aria.
Quando non ci sarò più, il vento ci sarà, e continuerà”

Così scriveva Eduardo Galeano nel Libro degli abbracci.

Siamo spesso travolti dalla frenesia della quotidianità. Immersi in un universo parallelo che ormai la realtà digitale ci ha convinti essere l'unica possibilità di relazione. Arrivati al punto che troppe volte perdiamo i volti e i nomi delle persone. Che passano così rapidamente da non lasciare il segno.

Ma noi siamo se esistiamo al plurale.

Alla ricerca di punti fissi nella nostra vita, pensando a quelli persi, cercando di ricordarli e percorrere i sentieri che ci hanno lasciato.

Come luoghi che ci fanno rinascere e pensare.

lunedì 9 giugno 2025 11 vostri commenti

Spartiacque

Una cosa è certa. Dopo questa tornata referendaria almeno ognuno di noi, che si è speso per i diritti degli altri, avrà ben chiaro con chi continuare a rimanere in rapporti e chi tagliare fuori. 

Non c'è più spazio per qualunquisti, fascisti, razzisti, opportunisti, menefreghisti, ignoranti ed egoisti che guardano solo al loro praticello di casa. 

Grazie a chi ci ha creduto, ci ha provato e nonostante tutto continuerà a lottare per i più deboli, con sempre meno strumenti, anche se credo che in questo paese, ma non solo, ormai la speranza sia difficile da trovare anche nel dizionario. 

Ovviamente la destra sta già pensando di portare ad 1 milione le firme necessarie per chiedere un referendum. 

Non ve la meritate la democrazia.

giovedì 22 maggio 2025 5 vostri commenti

Abbraccio

 “Non so dove vanno le persone quando scompaiono, ma so dove restano” scriveva Antoine de Saint-Exupéry.

Già, è come se ogni posto alla fine tenesse una traccia, un sentiero battuto più volte che riporta alla mente diversi ricordi.

Non sappiamo dove vanno, ma cosa hanno fatto si. Sappiamo bene cosa hanno trasmesso, lasciando una polverina magica, come quella delle fate, che al tocco del ricordo ci fa volare.

Il presente è già passato, corrono uno incontro all’altro e si abbracciano.

Infinitamente.

martedì 13 maggio 2025 4 vostri commenti

Al buio

Sono sempre meno e il peso è maggiore. Hanno poco riconoscimento e spesso il loro valore viene riconosciuto quando mancano. 

Quando mancava la luce una volta in casa mia la prima frase era “dove sono le candele?”.

Già… dove sono le candele?


(Foto da “Grande Panda e Piccolo Drago”)



venerdì 9 maggio 2025 3 vostri commenti

Peppino

 


“Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!”
Il coropo di Peppino Impastato venne trovato il 9 maggio del 1978, trucidato dalla Mafia, la stessa che aveva combattuto a viso aperto, senza nascondersi.
Andando contro tutto e tutti.
Mi domando spesso quanti ancora lo ricorderanno in una società così liquida, così rapida a dimenticare, così menefreghista. L'opposto di quella che voleva Peppino.
Noi ci dobbiamo ribellare, non dobbiamo dimenticarlo.
lunedì 17 marzo 2025 7 vostri commenti

Ritrovato



I libri sono fatti così, ti aspettano. 

Li compri, li sistemi negli scaffali oppure sul comodino.

Se ne possiedi troppi ti affanni a cercare un posto, pur sapendo che non ce n’è più. 

A volte li leggi subito altre invece stanno in una sorta di anticamera.

Attendono i tempi giusti.

Così capita di riprendere in mano un classico, proprio nel giorno, 15 marzo, in cui quell’amico nelle parole di Uhlman fece il passo in avanti. 

E poi quelle righe capaci di dipingere una madre, che riportano alla mente una sera di 17 anni fa quando quegli occhi erano di un azzurro color cielo, in grado di dirmi “va tutto bene”.

Nonostante tutto, nonostante il dolore.

“Non dimenticherò mai la sera in cui — avevo sei o sette anni — entrò in camera mia per darmi il bacio della buona notte. Indossava un abito da ballo e io la fissai come se fosse stata un'estranea. Mi aggrappai al suo braccio, rifiutandomi di lasciarla andare, e cominciai a piangere, cosa che la turbò molto.

Chissà se capì che non ero né infelice né malato ma che, per la prima volta nella vita, la vedevo obiettivamente com'era: una donna attraente con un'individualità tutta sua”

L’amico ritrovato.

mercoledì 26 febbraio 2025 6 vostri commenti

Fuga per la salvezza


"ogni cosa, cadendo, continua a cadere, anche quando ormai ha toccato il suolo. Perché di ogni cosa, in fondo, conta il peso. E poi una sospensione dell'angoscia, persino un calore, una specie di vago senso di Natale".

Si può lasciare alle spalle la propria famiglia. Chiudere la porta un giorno, dando dei giri di chiave definitivi. Mettere migliaia di chilometri di distanza.
Per salvarsi, si.
Leggere il libro di Bajani, "L'anniversario", è come prendere piccoli pugni nello stomaco pagina dopo pagina. Una salita faticosa, il fiato che manca, affanno, paura di non arrivare in fondo.
Una storia di violenza piscologica e fisica tra le mura domestiche. Inconcepibile per ciò che io ho vissuto, per ciò cha rappresenta per me la famiglia. Un rifugio sicuro.
Eppure è possibile.
Uno stile di scrittura che guida il lettore fino alla fine all'uscita di sicurezza.
Prendendo respiro, aria cha a volte passa anche attraverso un dolore.
martedì 21 gennaio 2025 5 vostri commenti

C'era una volta la lettera


“Le lettere si conservano per non leggerle più: una buona volta, poi, per discrezione, si distruggono, e svanisce così, senza che noi o altri mai più si possa recuperarlo, il più leggiadro e spontaneo fiato di vita”

Jobann Wolfgang von Goethe
Le affinità elettive

Non ho fatto così. Le ho tenute, tutte.
O meglio, le ha tenute mio padre, grazie alla sua meravigliosa e innata capacità di archiviazione della memoria storica.
Capita così di ritrovarsi in mano le cartoline di una mia meravigliosa amica delle superiori, scritte da una spiaggia in pieni anni ‘90.
Capita di leggere parole che fanno ancora male.
Capita di rileggere le righe scritte di una corrispondenza con un’amica di Roma, in cui parlavamo di tutto. Politica, filosofia, libri e di quel noi che poteva essere, ma che non fu mai.
Capita di ritrovarsi un po’ nostalgico per quei 18 anni, quando le emozioni erano alla potenza, gli amori sembravano per sempre e il grigio non trovava quasi mai spazio.
Ci prendevamo il tempo, non il contrario. Carta o cartolina, penna o stilo, gomma o cancellino. A volte matita.
La mente guidava la mano.
La mano danzava sul foglio lasciando una scia testimone dei nostri giorni.
Era una poesia che viaggiava su binari.
E noi in attesa. 

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