venerdì 20 luglio 2012

Quel vento di mare che trattiene la storia

Le nuvole per la prima volta  in undici anni dai quei giorni, a meno che la mia memoria mi tradisca, minacciano Genova. Esistono date e giorni con le quali il tempo viene scandito, feste e anniversari, ricordi. Quei giorni non verranno mai dimenticati, un cumulo di ricordi e immagini che mai nessuna sentenza potrà spazzare via. 
Uomini e donne di ogni colore il primo giorno a sfilare per le strade dopo aver passato la settimana a discutere e a parlare di democrazia dei popoli. La città blindata, cancelli e pass per entrare e uscire. Le prima sfilare del blocco nero.
Poi la vergogna del giorno dopo, un corteo autorizzato attaccato, uomini in divisa che giocano alla radio con le vite delle persone, uomini in doppio petto chiusi in una caserma a dare ordine, gli stessi che ora si vantano di essere i più democratici di tutti. Agguati ad ogni angolo della strada, giornalisti presi a calci, pacifisti bastonati mentre il blocco nero girava libero per le strade ben individuabile ma mai fermato. Poi  piazza Alimonda, li proprio dove sono nato io 37 anni fa. Un proiettile deviato dal sasso come dicono loro, anzi no un'altra cosa, anzi ancora un'altra anzi...
La paura.
La speranza che non si potesse andare oltre e invece... il giorno dopo ancora sangue e violenza, su donne, anziani, giovani e uomini. Un corte spaccato in due, una folla che cerca rifugio incredula.
Caldo, fumo e sangue, tanto sangue.
Poi basta vero! No ancora.
E' notte... e li vanno a prendere uno ad uno... spuntano delle molotov, passano di mano in mano, quelle mani che dovrebbero proteggere dicono e che invece in quei giorni sono il mostro di una democrazia che si è voltata da un'altra parte. 
Ancora sangue, una macelleria.
Poi basta vero! No... ancora.
Torture a ritmo di canzoni fasciste nella caserma di Bolzaneto, secondini e dottori che si trasformano in aguzzini di giovani donne e giovani uomini in lacrime.
Genova non dimenticherà mai, proprio perché ama la democrazia, la non violenza e la pace. Proprio perché ai suoi giovani vuole ricordare che quello è stato il male, da tenere sempre presente, una degenerazione, un punto al quale abbiamo visto si può arrivare. Sta a noi con il ricordo della storia insegnare a chi verrà che la conquista dei diritti è sacra, che la libertà non può essere sono solo una parola con la quale vantarsi in un comizio politico. 
Quando si parla di quei giorni solitamente si hanno diverse reazioni. Chi non c'era e non ci crede ancora, chi c'era e vuol dimenticare, chi c'era e non dimenticherà mai, chi non c'era e avrebbe voluto esserci, chi si vergogna perché pensa che avrebbe potuto fare qualcosa di più, chi soffre per una ferita che non si rimargina. 
La verità, abbiamo imparato purtroppo, non è quella che spesso viene sancita dalle istituzioni, la storia ci insegna anche questo, noi la sappiamo, l'abbiamo vista e sentita. Questo paese ci ha abituato ad una giustizia fatta di diversi codici a seconda dell'imputato e così è stato anche in questo caso, ma non smetteremo mai di lottare per la democrazia e per i diritti per i quali i nostri nonni hanno lottato, per una giustizia che faccia onore al proprio nome e per le nostre città che non debbano mai e poi mai ciò che ha dovuto subire Genova.

18 commenti:

  1. Io faccio parte di quelli che si vergognano di essere rappresentati da queste istituzioni (minuscolo non per caso).

    RispondiElimina
  2. tra qualche anno voglio leggere cosa scriveranno sui libri di stroria perchè questa è una vergogna nazionale ! Curiosa di scoprire in che termini descriveranno lo sconcio,il sangue,l'abuso di potere,la menzogna,il ritorno ad una pratica fascista vergognosa!!

    RispondiElimina
  3. Pensai che fosse stata derogata la democrazia.
    Provai tanta paura come non mi era mai accaduto.
    Quando leggo di possibili accordi con il Vice Presidente del Consiglio dell'epoca, di cui non si è ancora chiarito il ruolo nei giorni di luglio 2001, mi viene voglia di vomitare.

    RispondiElimina
  4. Pezzi neri di storia disastrosa. Non si può dimenticare.

    RispondiElimina
  5. Nonostante la mia età che mi fa ricordare episodi della storia altrettanto raccapriccianti, non riesco il 20 luglio, a non pensare alla mattanza fatta a Genova.

    RispondiElimina
  6. Ricordo molto bene quelle giornate e una delle pagine più buie della storia.
    La verità non verrà mai a galla, siamo nel paese delle stragi di stato e poi parlano di democrazia...
    Saluti a presto.

    RispondiElimina
  7. Giornate da non dimenticare, proprio perché passino decisamente alla storia, alla grande storia, proprio, per restare a Genova, come il luglio 1960.

    RispondiElimina
  8. Era tutto programmato volevamo essere a Genova in quei giorni, poi per un "imprevisto" che ancora oggi ringrazio, il viaggio fu sospeso.
    Ho seguito allora gli sviluppi alla tele e non riuscivo a credere a ciò che vedevo. Ho visto il film "Diaz" e ancora una volta rimango incredula. Ho letto dei processi e delle sterili condanne ... continuo a non capacitarmi.
    Come sarà possibile, anche volendolo, dimenticare?
    Francesca

    RispondiElimina
  9. Amo Genova. Un amore cresciuto poco a poco, nei suoi angoli, in quei vicoli che voi chiamate con un nome che non so pronunciare, nelle sirene dei suoi negozi, nella fretta dei baristi.
    E pazzesco immaginare che questa città sia stata teatro di una violenza tanto crudele, quanto assurda. Grottesco.

    RispondiElimina
  10. Questa è una ferita che non si rimarginerà mai.Mai.

    RispondiElimina
  11. chissa perchè a Genova ? me lo sono sempre chiesto.

    RispondiElimina
  12. Veramente un bel Post, per non dimenticare..

    RispondiElimina
  13. Faccio fatica ancora oggi a ricordare quello che è successo e anche a parlarne.

    RispondiElimina
  14. DIAZ dopotutto era anche un navigatore ...

    RispondiElimina
  15. Ricordi la voce della polizia al telefono che esultava alla notizia della morte di Carlo Giuliani e al collega diceva tutta giuliva "Uno a zero per noi".
    Merde!!!

    RispondiElimina
  16. Complimenti per il post, da brividi. Tutto molto triste e vergognoso per una Nazione che osa definirsi civile, non siamo migliori del Cile di Pinochet o dell'Argentina dei generali. E non mi sembra che certi comportamenti siano spariti da allora

    RispondiElimina

Latest Tweets

 
;