martedì 15 gennaio 2013

Manifesto prossimo

Alla fine tutto sommato non ci vuole poi tanto. Stesi su un divano guardando il soffitto, oppure in moto fissando costantemente il paraurti della macchina davanti, a passeggio come uno zombie per le vie della propria città, ascoltando una canzone guardando le gocce della pioggia cadere lentamente giù sul vetro con minime interruzioni di percorso come a volerci dimostrare che esistono e che dobbiamo guardarle.
No davvero non ci vuole poi tanto per accorgerci di quanto andiamo veloce durante il giorno, quanta frenesia mettiamo nella maggior parte delle cose che facciamo, quanta poca importanza diamo a quelle più piccole che magari per un attimo ci passano davanti e snobbiamo o addirittura scansiamo.
Un amico che passa e che per la fretta liquidiamo con un "che piacere" che non riusciamo nemmeno a terminare.
Una foto che ci ricorda come eravamo 10 chili fa.
Le parole di una canzone che per troppo tempo abbiamo dato per scontate, ma che alla fine diventano la colonna sonora della nostra vita che blocchiamo andando su un'altra frequenza.
Visi sui quali ci soffermiamo troppo poco tempo quasi a non ricordarsi la loro forma neanche qualche minuto dopo.
Rincorse che continuiamo a prendere per fare il salto sempre più lungo, per raggiungere magari quello che ci sta davanti che come noi ansima e si lamenta ma a sua volta non molla perché davanti a lui c'è uno da raggiungere e un salto da superare.
Persone, cose, volti, suoni, colori, voci che passano alla nostra destra e alla nostra sinistra riportandoci alla mente quei momenti in qui da piccoli appoggiavamo la testa al finestrino del treno e con lo sguardo fisso osservavamo sfrecciare via tutto senza forma, con colore unico e un suono continuo, monotono.
Non ci vuole poi tanto a rallentare, gustare e ascoltare, scendere per un po' spostare leggermente la nuca indietro e accorgersi di ciò che per anni è stato sopra di noi, che mai e poi mai avevamo visto.
Tutto qui.
Intanto, da qualche parte c'è chi vive, chi possiede tempo e a noi lascia l'orologio.

26 commenti:

  1. Significativo il finale dell'orologio lasciato a noi.

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  2. Grande saggezza, Ernest, anche se inevitabilmente amara. La vera rivoluzione sarebbe strapparsi dai polsi gli orologi e gettarli via (o non comprarli affatto), e poi fare lo stesso con le sveglie. Il vero esproprio proletario sarebbe riprendersi il Tempo, non saccheggiare negoziacci di gadgets tecnonevrotizzanti. (E farsi provvisoriamente qualche bel nodo all'uccello, finché fare figli significherà fare nuovi schiavi consumatori A LORO DISPOSIZIONE) Allora sì che gli scoppierebbe in mano una bella , vera Decrescita, e comincerebbero a lasciare il campo ai pochi politici illuminati e onesti, tipo il presidente dell'Uruguay...

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  3. quoto Zio Scriba. la rivoluzione del tempo è forse la più fattibile, anche se comporterebbe delle rinunce che la maggioranza delle persone non pare disposta a fare, probabilmente perchè non conosce la differenza fra la qualità e la quantità.

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  4. Quoto pure io lo Zio, però al posto di farsi il nodo all'uccello, troppo doloroso, propongo di utilizzare ogni volta un sistema contraccettivo diverso, così, per gioco ;)

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  5. La fretta ormai contagia pure chi abita nei paesini, dammi retta. Vedo tutti i giorni gente che ha fretta pur non avendone motivo

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  6. che fine ha fatto il mio commento? un mistero

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  7. @amanda. Vado a vedere se l ha bloccato...

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  8. @amanda. non si trova... non capisco.

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  9. Ma u orologio di quelli "da fustino di detersivo".

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  10. Da sessant'anni non porto orologi da polso né orologi da taschino.
    Tanto il tempo scorre via veloce sempre.

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  11. Hai più che ragione ed esprimi il tuo ragionamento con grande efficacia. Ma al di là del lavoro sono tanti, e personali, i casi della vita che fanno correre...

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  12. dicevo più o meno: Ernest, ricorda, un passo un respiro, non permettere a nessuno di dirti come devi respirare perchè questa è la tua vita

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  13. Avevo trent'anni quando a momenti ci resto secca per una gravissima ipertensione dovuta a stress lavorativo.
    Da allora non corro più.

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  14. Ho tentato di rallentare il tempo, almeno per cinque minuti ogni mattino per un po' di tempo, poi, per un motivo o per un altro, non ce l'ho fatta più. Passa da me per capire cosa dico. Un saluto.

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  15. Un post che tratta il tempo come merita: un avaraccio esigente che vuole sempre l'ultima parola.
    Bentornato!
    Cristiana

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  16. Bella, delicata e sacrosanta riflessione.

    Condivido la proposta di Zio Scriba ma con una variante. Invece di gettarlo via, l'orologio che qualcuno ha legato alla nostra vita, come si fa con il gioco per i buoi.... tiriamolo dietro gli stessi. Milioni di "orologi"... ho l'impressione che facciano male!

    Ciao Ernest, buona giornata.

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  17. i CSI, prima del deragliamento, scrivevano così:
    ... amano gli orologi e non conoscono il tempo...

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  18. Sì, sì, tutto giusto, ma il nodo all'uccello zio no, meglio quello che dice Ally-Alligatore.

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  19. "Intanto, da qualche parte c'è chi vive, chi possiede tempo e a noi lascia l'orologio."

    Che bella definizione. Sintetizza tutto il tuo post in maniera perfetta.

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  20. Che poi la Terra gira sempre uguale, e noi sempre più veloci. Ma fino a quando?

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  21. Mi sono ritagliata un po' di tempo per venirti a salutare caro Ernest :-)
    Condivido le tue riflessioni, ché a correre sempre viene il fiatone.

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  22. L'orologio ho smesso di portarlo dal giorno che ho messo le mani sulla pensione ;-))

    Il passo a misura d'uomo me lo sono ripreso al punto che riesco a scendere dal letto anche alle 10:30 ;-))

    Zio Scriba, il nodo all'uccello...eccheczz, sciogliamo l'anticoncezionale dentro gli acquedotti è meglio. ;-))

    A furia di correre si perde il gusto della vita e al traguardo si scopre di essere da soli, non vale la pena.

    Notte buona Ernest ;-))

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  23. Caro Compagno Ernest, bentornato fra questi lidi.

    Questo non e' un manifesto, e' una lirica che potrebbe aprire un libro di Garcia Marquez.

    Applausi.

    Hasta
    Zac

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  24. Ottima riflessione e sono d'accordo con te.
    Saluti a presto.

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  25. Hai perfettamente ragione...
    un saluto

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  26. tutti oggi vanno di fretta senza soffermarsi a gustarsi la vita che passa, forse perchè sono consci della sua brevità è vogliono viverla, male, ma intensamente

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