Dobbiamo aggiungere una nuova frase ai nostri ricordi.
"Todos somos americanos!"
Parole di Barck Obama che in pochi attimi cancella anni di muro nelle relazioni tra Usa e Cuba.
Fine dell'embargo? Per ora non c'è ancora nulla di certo direi ma credo che sarà il passo successivo a meno che il futuro presidente Usa non cambi rotta.
Ognuno di noi su Cuba ha una propria idea. Quella di un'utopia realizzata, quella avventurosa e rivoluzionaria per eccellenza sotto la figura di Che Guevara, quella di un'isola felice come istruzione e sanità in un panorama sudamericano da brividi, ma anche quella di una paese senza democrazia, quella dei "balseros", degli scioperi della fame, dei cubani di Miami o degli attentati.
Il fascino di quel paese che ha lottato contro il gigante americano me lo tengo stretto, d'altra parte questo Blog prende il nome da un diario di Ernesto Guevara, sapendo però che negli anni il fascino della libertà è sfumeto per mantenersi in vita. Non starò qui a difendere la mancanza di democrazia, non è nelle mie corde, dico solo che da qui è difficile giudicare.
Cosa sarebbe diventata cuba senza la rivoluzione? Sarebbe rimasta ciò che era prima ovvero un'enorme Casinò alla luce del sole. Avrebbe fatto la fine del Cile con Pinochet sostenuto dai paladini della libertà americani, oppure la fine dell'Argentina.
Oggi al di là di ciò che è stato si deve essere contenti per questo inizio di cammino che deve necessariamente portare alla fine di un embargo che ha affamato per anni una popolazione. Il punto di domanda è d'obbligo però.
Le idee si contrappongono ad idee non a blocchi.
Anche io la penso come te anche se anche io sono rimasta al Che della mia gioventù. Certo è che Cuba non può tenere testa da sola al gigante americano... Ciao abbraccio
RispondiEliminaPS mandata email
Quello che mi preoccupa è che la fine dell'embargo dovrebbe votarla il parlamento che è a maggioranza repubblicana.
RispondiEliminaRimane un po' di nostalgia del sogno (irrealizzato?)
Hasta siempre Comandante
E' vero che le idee si contrappongono a idee.
RispondiEliminaVedremo cosa succederà: siamo tutti americani, questo è certo. Ma ci piacciono le cubane.
Moz-
rotfl!
EliminaE' un primo passo, certo. Speriamo che al successore di Obama non venga un improvviso mal di piedi.
RispondiEliminaChe abbia il giusto seguito però!
RispondiEliminaMi sembra un passo che prima o poi qualcuno doveva compiere. Cuba, qualsiasi cosa si pensi in fatto di diritti civili, ha resistito eroicamente ad un embargo durissimo, con la popolazione allo stremo. Tutto questo per una pura questione ideologica e di forza economica (con quanti paesi non "democratici" fanno affari gli Usa?... ho messo tra parentesi la parola democrazia, perché molto scivolosa e falsa: quanto sono democratici gli Usa, con un campo di tortura impiantato proprio sull'isola dei sogni infranti del Che?).
RispondiEliminaAdesso potranno diventare il "patrio trasero" degli USA e finalmente far girare l'economia con gioco d'azzardo, prostituzione, mafia e quanto di meglio sa offrire il capitalismo.
RispondiEliminaUn passo indietro o uno in avanti? ... comunque la si pensi un passo. Vedremo in seguito dove!
RispondiEliminaSono d'accordo con te, si dev'essere contenti per questo inizio di cammino, e come dice Sarah bisogna che la cosa abbia um giusto seguito! Mi ricordo che ero un ragazzino quando seppi per la prima volta dell'esistenza di questo embargo, e mi incazzai in modo pazzesco esclamando fra me e me "ma a questi non gli basta ammazzare con la pena di morte, vogliono anche fare stragi di interi popoli!". Anche se è accaduto tardi, in questo caso non sarà mai stato troppo. Voglio sperarlo!
RispondiEliminaAnch'io mi sento un po' combattuta, da un lato contenta che sia stato compiuto un passo davvero necessario, dall'altro perplessa su come andrà. Staremo a vedere.
RispondiEliminaIntanto, buone feste!