venerdì 30 settembre 2016

Emilie

Faccio fatica a leggere certe notizie. Si tratta di un profondo fastidio che porta a scuotere la testa come voler dire non è possibile. Non riesco nemmeno ad immaginare il dolore dei genitori di Emilie, ragazza francese di 17 anni che si è tolta la vita lo scorso gennaio. 
Una depressione che i genitori pensavano fosse dovuta alla loro separazione per poi scoprire un diario  dove Emilie aveva annotato la sua sofferenza quotidiana che doveva affrontare ogni giorno tra i banchi di scuola. Colpevole di non vestirsi alla moda e di studiare, di non essere come tutti gli altri diventando così obiettivo di insulti terribili.
Scene che probabilmente anche in questo momento si stanno ripetendo, troppo spesso lasciate correre da chi invece dovrebbe intervenire.
Il silenzio è alla pari degli insulti dei bulli come il voltarsi dall'altra parte. 
Lei voleva essere solamente sé stessa, gli altri no.

13 commenti:

  1. Oggi si punta il dito contro la rete, ma la vera colpa è della società attuale. Non si può accusare un mezzo, quando nella vita di tutti i giorni, in molte famiglie s’insegna l'odio e la mancanza di rispetto verso gli altri. In questo pianeta malato d'umanità, ci vuole più cuore e cervello.
    Saluti a presto.

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  2. E'una storia tristissima. Penso che siano colpevoli tutti i suoi compagni, bulli e ignavi. Non sarà l'ultima. Questa cattiveria è bestiale.

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  3. Ho messo un post di risposta a questo!

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  4. Ho un dubbio grosso.
    Ma noi eravamo diversi?(io sono degli anni '70)
    No!
    Non lo eravamo, anzi parole che oggi sono "bandite" ai tempi erano normali.
    Quindi, senza ovviamente colpevolizzare le vittime, mi chiedo se non sia che spesso oggi si è "più deboli".
    Da padre mi sono sentito ribadire più volte che i bambini vanno "rinforzati" affinchè la loro autostima cresca.
    Personalmente a me sembra che A) non cresca un bip B) quando poi si trovano di fronte ad una critica crollino.
    Non so, ma a me tutta questa political correct, questa cura, questa attenzione agli altri mi sa di falso come pochi.
    Dalla descrizione fatta da Ernest ci vedo la classica "secchiona" della classe, quella che veniva derisa in ogni classe ma che derideva poi il bullo somaro quando questo prendeva un pessimo voto!
    E' triste ciò che è successo ma secondo me dare la sola colpa ai bulli è non voler vedere forse il vero problema
    Un saluto

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  5. Faccio mio il commento di Cavaliere Oscuro del Web: viviamo in una stupida e crudele Europa, al minimo della sua civiltà. Ciao Emilie ... sono triste.

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    1. una vicenda come quelle simili a queste che lascia un amaro difficile da digerire

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  6. Ti lascio lo stesso ommento che ho lasciato da Zio Scriba, condivedendo per essere un po' più chiara molte parti del commento sopra di Stefano.
    "Non conosco la storia di Emilie, la leggo ora per la prima volta, e non voglio esprimermi in tal senso.
    Però mi piacerebbe capire un po' più profondamente ciò che circonda la vita delle vittime del bullismo. Mi spiego meglio, tutti noi siamo stati molto giovani e nelle nostre cerchie, scuole, amicizie, c'è sempre stato/a quello che noi ritenevamo il/la
    " particolare" del gruppo. A tutto c'è un limite e io non so se ci si spingeva oltre o se c'era un codice non detto oltre il quale non si doveva andare. Quello che so di certo è che nessuno si è mai suicidato, nessuno andava a casa piangendo e che la giornata finiva sempre con una grande risata e se ciò non succedeva si chiedeva scusa con le lacrime agli occhi. Ci si prendeva in giro, si era spietati come solo i giovani sanno essere ma tutto finiva lì. A volte mi chiedo cosa è cambiato da quella generazione a quella di oggi, eppure se mi guardo indietro trovo spesso le stesse situazioni di oggi a volte forse più spietate. Il mio non è un volersi schierare da una parte o dall'altra ma un voler capire cosa causa l'eccessiva fragilità da una parte e lo spietato accanimento dall'altro.
    Ecco io farei una bella riflessione su questo ..."

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    1. Francesca quello che dici mi sembra di poter dire che è in linea con quello che scrive Stefano. Capisco le tue parole e le sue, anche quando andavo a scuola io c'era chi veniva preso in giro dai compagni. E' vero anche io non ricordo neanche un suicidio, ma francamente eravamo noi nel nostro piccolo, chissà cosa sarà successo altrove e magari non lo abbiamo notato. Mi ricordo però di persone che hanno cambiato scuola per cose del genere. Non credo si debba fare una comparazione tra ciò che succedeva a noi e adesso, i tempi sono troppo differenti ed è palese sotto gli occhi di tutti che questa società ha preso una deriva terrificante. Potrei fare davvero tanti esempi ma sono sicuro che ti stanno venendo in mente anche a te.
      Ciò che mi spaventa rispetto a tutti questi casi è il silenzio di quelli che magari non hanno mai insultato, pestato e calpestato qualcuno ma sono stati zitti, si sono girati dall'altra parte vedendo oltrepassati dei limiti, senza parlare di chi probabilmente avrebbe dovuto vigilare e accorgersi del problema.
      Questa come altre è una vicenda tristissima che tra pochi giorni verrà dimenticata come spesso accade mettendo un punto a capo pronti a scrivere un'altra storia, mi auguro che prima o poi si possa fermare questa giostra impazzita.

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  7. Senza togliere mezza virgola alla grave responsabilità dei ragazzi i professori, che adesso tacciono, non si erano accorti di nulla?

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  8. Oggi essere giovani e normali è sempre più difficile.

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  9. Leggo qua sopra che c'è chi giustamente indica gli insegnanti(quelli che quando poi dicono che un ragazzo non si comporta adeguatamente vengono insultati dai genitori).
    E ripropongo la questione ad ognuno di noi.
    Quante volte in un blog, in uno spazio come questo siamo rimasti in silenzio di fronte ad un'aggressione verbale che andava oltre il consentito?
    Quante volte abbiamo escluso chi aveva un pensiero differente?
    Siamo sicuri che sia poi così diverso solo perchè nascosti dietro ad una tastiera?

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