giovedì 10 luglio 2014

Le porte accanto

E' come se avessi ancora davanti a me la rampa della scala della prima casa dove abitavamo. Gradini che sembravano valichi, niente ascensore naturalmente.
L'altra sera assemblea di condominio. Non è di questo che voglio parlare ma di un piccolo fatto che è accaduto durante la riunione. Uno di quei flash che mi ha riportato a quei gradini, a quelle porte, a quegli anni.
Nel bel mezzo dell'assemblea fatta nell'atrio del palazzo una porta si apre. Esce una simpatica vecchietta che abita da sola e ci guarda, salutandoci come se fosse natale. Chiedendoci, prima di chiudere, per ben tre o quattro volte se avevamo bisogno di qualcosa.
Cose d'altri tempi. In un periodo, ormai lungo, in cui prima di aprire si guarda sette volte dallo spioncino, si fa finta di non conoscere il proprio vicino, non ci si saluta per le scale e se si ha bisogno di un pezzo di burro non viene neanche in mente di suonare alla porta accanto.
Erano i tempi in cui non si chiudevano porte in faccia.

36 commenti:

  1. eh sì, sono episodi che riempiono il cuore e che fanno pensare che è ancora possibile l'umanità, che non tutto è perduto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. quella che ho visto è proprio una gentilezza di altri tempi una cosa rara

      Elimina
  2. Ogni tanto c'è qualcosa che fa ritrovare un po' di speranza

    RispondiElimina
  3. Proprio vero... Era lo spirito di paese, di comunità, che sta rapidamente scomparendo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. era la fine degli anni 70 e inizio 80 e c'era ancora quello spirito, poi...

      Elimina
  4. da noi resiste un'isola felice di buon vicinato ma la pattuglia si sta assottigliando, parliamo cento lingue e non è l'ostacolo peggiore alla migliore convivenza

    RispondiElimina
    Risposte
    1. credo si tratti di diffidenza e di individualismo galoppante che ormai sentiamo ogni giorno per le strade o nei discorsi della gente

      Elimina
  5. Non tutte le case sono uguali, per fortuna. Mezz'ora fa mi son fatto aiutare da un vicino e da una vicina ad attaccare agli alberi del giardino le palle col mangime per i merli. Ma so bene che non è dappertutto così. Che bello sarebbe lasciare le porte aperte. E quando sono al paesello in Liguria aperte le lascio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Meno male che ci sono delle eccezioni! A volte capita però che anche in campagna poi alla fine non si parli col vicino o magari si litighi per un metro di terra

      Elimina
  6. c'è troppa diffidenza in giro, persone che partono dal presupposto che tutti gli altri le vogliono fregare. io ho la fortuna di avere per dirimpettaia una coppia di persone gentili e disponibili, così se capita ci si aiuta a vicenda senza problemi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sai che ci pensavo l'altra volta mentre guardavo il mio vicino passare senza neanche salutare...

      Elimina
  7. Ho la fortuna di vivere in un posto piccolo, dove cose del genere sono normalissime^^

    Moz-

    RispondiElimina
  8. proprio ieri avevo bisogno di un limone, ho attraversato la strada e me lo son fatto dare dalla mia simpatica anziana dirimpettaia. Fortunatamente ancora certe gentilezze esistono!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. se faccio una cosa del genere io prima di aprirmi il limone è da buttare :-)

      Elimina
  9. Al mattino la prima mossa è mettere le chiavi nella toppa fuori dalla porta; non per il timore di restare chiusi fuori, che abbiamo altre entrate. Chi viene da noi, volendo, non ha bisogno di suonare il campanello e lo spioncino è coperto da un calendario perenne in tessuto.
    Questo, finché dura...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. bello davvero bello... impossibile credo nella maggior parte delle città dove chiaramente ci sono anche problemi di sicurezza... la sensazione di essere in una comunità condivisa deve essere davvero bella

      Elimina
  10. Credo sia il sintomo di una sfiducia sempre maggiore che ormai nutriamo per gli altri.
    Pure per quelli che ci vivono accanto.
    Io poi ho fatto una fatica ad abituarmi al" freddo e al gelo" del nord.
    Visto che di natura sono una diversamente settentrionale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ah ah "diversamente settentrionale" è bellissimo!

      Elimina
  11. una gentilezza d'altri tempi e di una cultura che ci ha solo sfiorato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. si vero ci ha sfiorato ma mi è rimasta impressa... ad esempio mi ricordo che da piccolo andavo a bere la camomilla sempre dalla nostra vicina di sotto

      Elimina
  12. Ecco, bellissimo. leggo di gente che ancora lascia le chiavi attaccate alla porta di casa, come mi capita ormai solo in vacanza in borghetti sperduti.. vero è che ancora in grossi centri accadono episodi significativi (a Reggio Emilia per lavoro, l'hotel forniva la bici per raggiungere l'ufficio, alla mia richiesta di antifurto apposito mi è stato candidamente riferito: "Non si preoccupi, non gliela porta via nessuno" " Mi perdoni sa, ma a Roma se la lascio cosi, ne trovo quattro.. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. vero, ho avuto la tua stessa reazione leggendo di porte ancora aperte

      Elimina
  13. Nella mia terra si usa ancora lasciare le chiavi "in toppa", come si suol dire. Nel posto dove vivo attualmente, non so nemmeno chi sono i miei vicini... Tristezza infinita.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. pensa che a volte incontro gente per le scale mai vista prima...

      Elimina
  14. rimane diffuso forse nei piccoli paesi fuorimano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. eh nelle città come la mia molte volte sui pianerottoli non ci si guarda nemmeno :-(

      Elimina
  15. Una volta nei condomini c'era più vita sociale, mentre oggi si sono persi tutti quei valori.

    RispondiElimina
  16. Se lasci le chiavi nella toppa non ritrovi né chiavi e né toppa per non dire del resto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ah ah pensa che da me una volta hanno portato via uno zerbino! :-)

      Elimina
  17. io abito in paese ed ammetto che qualche [brutta] abitudine c'è ancora...

    RispondiElimina
  18. E' il progresso, bellezza! Dicevano.

    Ciao Ernest. Non si può negare che il progresso, appunto, abbia portato enormi vantaggi agli individui. Quel progresso concentrato soprattutto nelle grandi città dove, però, qualcosa la si doveva perdere. C'è voluto tempo affinché quella che era una "cultura" contadina, raccontata dai migranti nelle città, scomparisse. Tuttavia alla fine è scomparsa. Qualcuno come noi, più fortunato, l'ha sentita raccontare o l'ha vissuta per un breve periodo della sua vita. Altri, come si può leggere anche dai commenti, quella realtà la vivono ancora nei piccoli centri urbani, nei piccoli paesi.

    Sicuramente qualcosa l'abbiamo persa: la genuinità e spontaneità dei rapporti, una maggiore fiducia nel prossimo, più umanità e, se vuoi, anche una visione diversa del prossimo!

    RispondiElimina
  19. Segni di altri tempi...quando le persone si aiutavano, si spalleggiavano e si salutavano!!!!!!!!!!!!!! Abbiamo perso l'ìumanità,la capacità di guardare l'altro e riconoscerlo come NOI...

    RispondiElimina
  20. Certo che leggere questo post subito dopo il mio di oggi fa un bel contrasto!

    RispondiElimina

Latest Tweets

 
;