giovedì 10 marzo 2016

Asilo dei virus

Il tempo passa e siamo arrivati all'asilo.
Anzi meglio dire che ci stiamo buttando in quello spazio popolato da piccoli hobbit pieni di virus dove frequenti qualche giorno e il resto del mese lo passi tra le braccia dei nonni a farti misurare la febbre. Ma bisogna imparare a socializzare con gli altri bambini (che però poi lì dentro si fanno i fatti loro). Essendo uno di quelli che crede nelle relazioni di gruppo  direi che può davvero servire. Ditemi di sì.
Il dazio da pagare (oltre alla retta ahhhh) sarà quello di portare a casa qualche starnuto in più, si spera solo quello. 
Ma mi domandavo, ai nostri tempi era lo stesso? Eravamo così malati? Eravamo piccoli, quindi difficile ricordare, ma con l'aiuto dei miei genitori andando indietro nel tempo pare che il nostro tasso di assenze fosse meno elevato. 
Altri tempi direi, dove la parola inserimento se non sbaglio non era nemmeno prevista nei vocabolari. Mi tornano in mente le parole che mia madre ogni tanto mi ricorda, ovvero la suora (ebbene si sono andato in un asilo religioso, pare per comodità perché c'era già mio fratello, mandato lì perché erano gli unici che prendevano un anno prima) che diceva ai genitori "andate via anche se piange ci penso io", che suona anche un po' inquietante. Mitica Suor Fede, era una di quelle che se andavi da lei dicendo che uno ti aveva dato un calcio ti diceva di restituirglielo. 
Ora forse i piccoli "untori" vengono mandati all'asilo anche con un po' di febbre passando tutto a tutti, questo probabilmente perché spetto i genitori  lavorando non sanno a chi lasciare i figli.
Francamente non lo so, però stasera per precauzione pranzerò con qualche tachipirina al ragù di cinghiale.

21 commenti:

  1. Non eravamo né più né meno soggetti a prenderci malattie quand'eravamo bambini noi: era solo che i nostri genitori si facevano meno masturbazioni mentali. Si andava a scuola, ci si pigliava le malattie di rito (raffreddori e influenze, e anche le "bestie nere" che adesso terrorizzano i genitori: morbillo, pertosse, orecchioni, scarlattina, rosolia); se il dottore ci dava un periodo di riposo a casa ce lo facevamo - yuppiii, una settimana o due senza scuola! - e basta. Nel mio periodo scolastico non ho mai visto nessuno morire per quelle classiche malattie. Ma nessuno vuol proprio dire nessuno, né nella scuola che frequentavo io, né nelle scuole di cui potessi venire a conoscenza. Chiaro che se ci si svegliava al mattino col semplice naso chiuso i genitori a scuola ci spedivano lo stesso; adesso basta un piccolo ecciù e trakkete, via, a casa, non puoi mica andare a scuola in queste condizioni.

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    1. Concordo sul fatto che i ns genitori si facevano meno problemi, ora spesso ce li costruiamo da soli... invece sul fatto che ora non limando all'asilo non sono pienamente d'accordo secondo me invece spesso li mandano nella speranza che succeda il "miracolo" ma magari mi sbaglio :-)

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    2. Non so dalle tue parti, ma quello che vedo io è fior fiore di genitori moderni che al minimo bubù del piccolo si pigliano permessi sul lavoro per non mandarlo all'asilo o a scuola. Figurarsi se lo mandano quando ha davvero la febbre! Però, se per la febbre ha senso non mandare i figli a scuola, per un semplice raffreddore no, perché altrimenti gli anticorpi (anche mentali) non se li faranno mai e arriveranno da adulti a fermarsi per ogni minimo bubù.

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    3. Volevo scrivere la stessa cosa: il primo commento mi ha risparmiato la fatica :-)

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  2. e in Francia allora che li mandano al Nido ammalati con lo zainetto dei medicinali? Credimi i bimbi sono sempre stati ammalati, solo che andavano in comunità più tardi e un po' di anticorpi se li erano già fatti giocando con i numerosi fratelli o in cortile con gli altri bimbi. E sì assolutamente l'asilo s'ha da fare :)

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    1. ah ah però ora preparo il Kit per Greta :-) per il resto come darti torto. Poi vogliamo parlare di questi assurdi gruppi di whatsapp dove si fa terrorismo psicologico ahhhhh

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  3. Cmq per la cronaca... ci siamo beccati il virus. Allucinante.

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  4. Noi crescevamo più o meno in strada, poca igiene (quando si giocava) e niente disinfettante. Adesso ci si disinfetta anche se dai la mano a qualcuno e poi il primo stupido batterio che incontri ti mette k.o.
    Tieni conto che esistono pure due categorie di genitori: gli scrupolosi e i menefreghisti. E se i primi stanno attenti i secondi mandano a scuola i bambini con nasi colanti che durano da ottobre a giugno, senza dimenticare il costante uso giornaliero di tachipirina.
    I bambini è giusto che stiano con gli altri bambini, ne guadagna molto la socializzazione e il "saper fare".
    Francesca

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    1. eh eh vero... noi però non siamo in nessuna delle due categorie per ora, siamo in quella che subiamo gli attacchi dei virus appena entrati lì dentro, cmq direi che è normale routine

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  5. I bambini si ammalavano sempre e forse anche più di adesso,hai miei tempi lontani c'era il flagello della pogliomelite che,se eri fortunato, ti segnava per la vita,ma confesso di asili,oggi rigorosamente chiamata "scuola d'infanzia"ne so poco,la mia famiglia non mi ha mai voluto mandarmici e ancora oggi sento che mi manca qualchecosa.
    Ciao,fulvio

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    1. io sono andato alla scuola materna, niente asilo nido. Mi madre non lavorava e in casa con noi c'era anche la nonna, altri tempi altri modi di vivere direi
      un saluto

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  6. Dai è lo scotto che si paga nel primo anno di vita in comunità , se non vanno al nido capita alla materna, se no alle elementari!
    Comunque concordo su una cosa, un tempo i genitori avevano meno balle ,secondo me dipende anche dal fatto che ora l'età dei genitori è maggiore e, con l'aumentare dell'età aumentano anche le ansie.
    Emanuela

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    1. eh dai speriamo ed è la cosa che dicono tutti.. però pensavo poi se le prendono cmq anche alla materna e alla elementari (lo vedo dai bambini che alleno)... quindi perché iniziare prima a prenderseli (sto delirando non farci caso). Sul resto hai ragione i nostri genitori avevano meno balle direi che stavamo anche meglio
      un saluto

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  7. Un problema che conosco per sentito dire, non per esperienza diretta. Da bambina ero una torella!

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    1. ahhh Sara come torella!!! Anche io non credo di essermi ammalato tanto

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  8. Come Sara, è un problema conosciuto per sentito dire e, spesso, è un racconto fatto di problematiche da affrontare, angosce per questo o quello, recriminazioni. Però, posso testimoniare del passato e affermare che si, ci ammalavamo anche noi ma il modo in cui affrontavano l'evento i nostri genitori, era meno angosciato. Forse perché allora c'erano più mamme casalinghe che potevano comunque seguire i figli "malati" o forse perché i "problemi" avevano una scala di valori differente ed una febbre, non era un problema. Recentemente, comunque, ho scoperto che nonostante il "progresso", ci sono scuole (quinta elementare, quindi pure grandicelli) dove è ancora possibile beccarsi i famigerati pidocchi!

    Ciao Ernest, buon fine settimana e... buona convalescenza virus!

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    1. Ciao Carlo
      si credo che il fatto di avere la mamma casalinga incidesse anche su questo fattore. E poi affrontavamo probabilmente la cosa in maniera totalmente differente. Come ho detto prima erano davvero altri tempi

      grazie dai speriamo di riprenderci almeno per domenica :-(

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  9. L'unica cosa veramente rognosa che ai nostri tempi veniva tenuta più sotto controllo sono i pidocchi... Quando ero piccolo c'era l'assistente sanitaria che ci controllava e chi aveva i pidocchi veniva mandato a casa e non tornava finchè non li aveva eliminati. Ora, per la "praivasi", ci sono mille limiti ai controlli e poi guai far sapere agli altri che qualcuno ha i pidocchi per non "ghettizzarlo". Morale della favola: ciclicamente se li beccano tutti :-(

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  10. Forse il dire "erano altri tempi" dipende da molti fattori.
    Prima di tutto la nostra percezione delle malattie, non riuscivamo a capire la gravità.
    Molte mamme erano casalinghe o le nonne non lavoravano(io sfigato avevo mamma lavoratrice e nonna idem!) quindi meno casino in caso di malanno.
    meno seghe mentali da parte delle maestre e degli altri genitori che ti guardano come un untore se porti il figlio con un banale raffreddore.

    la cosa che mi sembra cambiata è la gestione del rientro, io ricordo, ma forse mi sbaglio, che dopo tot giorni di malattia era necessario il certificato medico che certificasse la guarigione, ora non è più necessario!

    Comunque...il problema è che da quando è arrivato lui mi ammalo mentre prima no...

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    1. Vero non serve più certificato medico... ricordo ancora che a noi toccava portarlo a scuola alla maestra. E cmq io negli ultimi 10 anni mai preso influenza invece ora... :-) :-) ma va bene così :-)

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  11. Ora forse i piccoli "untori" vengono mandati all'asilo anche con un po' di febbre passando tutto a tutti, ... i genitori lavorando non sanno a chi lasciare i figli.
    Un'abitudine di cattivo civismo che affolla le farmacie e le fa ricche come le multinazionali della chimica.

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