Questa volta il peggio è arrivato dal mare. Il nostro amico, un compagno che noi genovesi, noi liguri sappiamo di avere sempre lì a disposizione. Una presenza, la sua, che possiamo avvertire in ogni momento anche quando si cammina nei vicoli del centro storico sommersi dall'altezza dei palazzi di una volta.
L'acqua è arrivata di notte sulle strade del litorale, spazzando via tutto.
I danni non si contano più, la mia città ultimante sembra entrata in un circolo vizioso. Le alluvioni, le frane, il crollo del ponte e ora i danni della mareggiata.
Nulla avviene per caso però.
Che si tratti di incuria, di mancata manutenzione o di cemento che avanza, la mano dell'uomo è sempre presente. Ogni volta che passo sulla sopraelevata penso a quanto cemento abbiamo messo tra noi e il mare. In alcuni casi un'azione indispensabile probabilmente per permettere l'esistenza stessa dell'urbe, ma in alcuni casi a mio giudizio un'invasione che ora la natura ci sta facendo pagare.
Sento dire spesso ultimamente che Genova si rialzerà. Non lo so, me lo auguro, ma quel che è certo è che stiamo prendendo pugni nello stomaco da molto tempo.
Siamo, credo, l'unica città al mondo con un'autostrada che termina dentro alle vie cittadine, un danno, un disagio per tutti che non può essere sopportato ancora per molto. Il rischio è quello di un ulteriore tracollo dell'economia cittadina. Genova anni fa puntava a superare il milione di cittadini ora siamo meno di seicento mila. Molti anziani, i giovani fuggono, come il lavoro.
Il decreto Genova partorito dal governo è un insulto, davvero troppi politici anche locali stanno giocando a chi la spara di più, una propaganda infinita che in questo caso gioca con la vita delle persone, delle loro case e delle aziende che chiudono.
Andremo avanti a Genova questo si. Ne abbiamo passate tante, ma oltre al ponte serve costruire una prospettiva comune.
Restiamo sempre in troppi nelle mani di pochi. E anche se siamo una marea continuiamo a non contare un caxxo. A farci prendere per i fondelli dal politico di turno. Da quello che di cambiamento ha solo il conto in banca. Il resto del mondo non conta, andrà spazzato via come con un vento a cento orari che tanti fanno ancora fatica a capire che si sviluppa per colpa nostra. Per i cambiamenti climatici ai quali contribuiamo anche noi con la nostra auto o facendo docce chilometriche sprecando acqua. Intossichiamo e prosciughiamo il mondo, e al massimo ne scriviamo su un blog. Sono triste.
RispondiEliminaSi hai ragione ogni giorno siamo sempre più colpevoli
EliminaChe si deve dire Ernest, coraggio
RispondiEliminaDobbiamo
EliminaCaro Ernest, sto pensando ai bellunesi e a voi genovesi. Nel mio piccolo sto cercando di comprare prodotti locali vostri.
RispondiEliminaDai Genova.
Ci proviamo
EliminaCaro Ernest, sto pensando ai bellunesi e a voi genovesi. Nel mio piccolo sto cercando di comprare prodotti locali vostri.
RispondiEliminaDai Genova.
Ogni anno a novembre ci viene presentato un conto troppo amaro.
RispondiEliminaMa nn vogliamo capire
EliminaMi piange il cuore. Sono ligure fin nel midollo, ho vissuto anche un anno a Genova. Mi piange il cuore.
RispondiEliminaTanti davvero troppi danni
EliminaScene già viste -quelle politiche, eh- stavolta cambia lo scenario: la tua fin troppo martoriata Genova...
RispondiEliminaMoz-
Genova è un po’ il simbolo di questo paese
EliminaHo parenti a Genova . Conosco Genova abbastanza bene da non perdermi. Mi piace Genova . Adoro Corvetto quanto Caricamento e mi piace il carattere dei genovesi, tenace e mai sottomesso , che poi forse è un po' il carattere di tutti i liguri. Vi sono vicino
RispondiEliminaGrazie
EliminaGenova ti aspetta sempre
....ed adesso chiudono anche La Rinascente ..:((
RispondiEliminaIl problema è esattamente la prospettiva comune.
RispondiEliminaNon sono per i genovesi ma per tutti gli italiani.
Ti abbraccio.
Si esatto il collettivo
EliminaTroppa devastazione in giro.
RispondiEliminaSereno giorno.
Troppa...
EliminaAnch'io sono di Genova, anche se spesso sono a Milano per varie cose da fare ma a Genova e in Liguria ci torno ci torno in diversi periodi dell'anno. Ho letto il tuo post e lo condivido parola per parola. A volte, dopo i vari nubifragi che passano negli anni, penso che Genova e la Liguria si stiano sbriciolando pezzo per pezzo. Ormai questi non li considero più come "fatti eccezzionali" perché li vediamo un po' ovunque anno dopo anno. Ma il ligure e il genovese non si lasciano andare...risorgeremo penso anche meglio di prima. Un salutone e alla prossima
RispondiEliminaLa speranza c’è ma davvero credo serva una grossa mano questa volta
EliminaEppure le tifoserie purtroppo votanti sono sempre più entusiaste! Tristezza e paura..
RispondiEliminaSi si qui per molti va tutto bene
EliminaCiao, ho scoperto il tuo blog da qualche altro blog che adesso non ricordo più quale sia. Anch'io sono di Genova, anche se di tanto in tanto faccio "l'immigrato" a Milano ma spesso torno in Liguria soprattutto nel levante. Condivido in pieno ciò che hai scritto. A dirla tutta ormai non sopporto più sentir dire "Un evento eccezionale" perchè un anno si e uno no in Liguria quando piove si scatena di tutto. Devi sapere che anni fa lavoravo sulle navi e poi ho cambiato radilcamente mestiere. Ma quando navigavo sono andato più volte in sud America e in America...beh! Quando vedo certi nubifragi che colpiscono la Liguria, o altre zone italiane, allora mi ricordo di aver visto cose simili nei paesi equatoriali, idem il caldo umido che viviamo in estate. Invece di tante parole ci vorrebbe un radicale intervento dello stato (con regioni e comuni) per sanare e risanare il territorio per cercare almeno di avere dei danni minori e in seguito migliorare la situazione. Lo stato di calamità che viene dato serve a poco o a niente...e sono sempre in ritardo.
RispondiEliminaUn salutone e alla prossima