Parigi è un sogno. E' un'avventura da diciassettenne, è il 1993, è una passeggiata sugli Champs-Elysées con il bomber e lo stemma della Fossa dei Grifoni sul braccio sinistro, è una sigaretta rubata sotto la Tour e una foto che nessuno dovrà vedere, è un singolo di Bon Jovi, è un bacio atteso da anni, è un francese che ci insulta sul metro chiamandoci "socialisti", è il rosso del Moulin Rouge, è la Galleria degli impressionisti guardata con un occhio mentre con l'altro si guardava una ragazza, è una corsa senza senso sul piazzale della Défense, è una t-shirt di Einstein presa a Montmarte, è un cappello che ancora indosso, è una fila di gettoni che volano per una telefonata, è un rullino che non basta mai, è una cotoletta con contorno di spaghetti, è una notte tutti nella stessa camera, è un francese improbabile, è una classe indimenticabile e un viaggio in treno col cuore che batte perché al confine il sogno finisce, è la gioventù.
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W il 1993, grande annata, vedo :)
RispondiEliminaMoz-
Io ho una Parigi simile, annata 85 😀
RispondiEliminaUn bel viaggio.
RispondiEliminaLa gita di classe a Parigi è un classico! La mia un po' prima della tua...
RispondiEliminaMa eri un ragazzino! 15, 16 anni?
RispondiEliminaEh si un ragazzino avevo 17 anni ed era primavera in tutti i sensi
EliminaQuesti viaggi nell'adolescenza e anche i primi nella giovinezza sono quelli che si ricordano di più.
RispondiEliminaNiente Pargi per la nostra gita scolastica all'estero, ma Budapest, che è comunque una bella meta per dei ragazzini, e allora anche per loro era primavera :)
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