In fondo come dovrebbe essere il calcio, lo sport?
Quali dovrebbero essere le reazioni e i comportamenti degli addetti a i lavori e di chi sta fuori?
Guardando questo video dovrebbe essere racchiuso tutto qui. Una bambina, la figlia del capitano della squadra di calcio olandese De Graafschap, si avvicina al padre in lacrime per la retrocessione, lo consola.
I ruoli si invertono la piccola che si abbassa per andare a cercare il volto del grande come a dirgli "dai su in fondo è solo un gioco".
Solo un gioco. Solo un gioco.
Quanto tempo è passato da quel calcio che era solo un gioco, da tanti anni ormai è diventato una specie di area vietata ai minori oserei dire, un agglomerato di diritti acquisiti non si sa bene come per rimanere in un limbo al di fuori della realtà quotidiana.
La mano tesa di quella bimba riporta indietro al calcio da piazzetta, ai pali inventati, alle squadre fatte con "miscela", ai migliori scelti prima e ai grammi presi di peso, a quelli con in piedi quadrati messi in porta e alle eterne sfide finite 44 a 45.
Il calcio, lo sport e anche la vita dovrebbe tornare ad essere un bambino che corre dietro ad un supertele sgonfio che si immedesima nell'attaccante e nel difensore contemporaneamente, con tanto di telecronaca e urla dei tifosi.
Alla ricerca del gol, della parata e dell'emozione.
ritorniamo alle cose serie e facciamo la conta per chi ha la palla
RispondiEliminahai perfettamente ragione! lo sport in generale dovrebbe essere prima di tutto un divertimento, invece vedo che fin da bambini si impone uno sfrenato agonismo, anche per colpa degli stessi genitori.
RispondiEliminaLo sport dovrebbe essere questo.
RispondiEliminaQuando uno sport diventa oggetto di interessi multimilionari, tutto cambia.
RispondiEliminaE in peggio.
Il supertele che miravi da una parte e lui si infilava dall'altro per colpa del vento :-)
RispondiEliminaTroppo soldi girano per tornare ad essere un gioco purtroppo.
Una lezione per tanti adulti che si rifiutano di crescere.
RispondiEliminaChe bel racconto hai fatto! E quanti ricordi mi hai fatto tornare in mente! Così dovrebbe essere lo sport!
RispondiEliminae quando, qualsiasi fosse il risultato, qualcuno decretava il "chi segna vince"
RispondiEliminaamo il calcio, odio quelli che ne fanno solo una questione di soldi.
RispondiEliminaBel post, bravo Ernest! Pur rimanendo fedele a questo sport (per me ormai è uno sport finito da tempo proprio per le motivazioni che esprimi) riesci a essere lucido e diretto. Mi rifaccio al titolo che hai dato per regalarti una bellissima canzone del grande Stefano Rosso: Gli occhi dei bambini.
RispondiEliminaSarebbe bello rimanere sempre bambini....
RispondiEliminaLa bambina è la metafora di un individuo, essere umano, non ancora contaminato dalle logiche, dalle tensioni, dai miti di un mondo moderno non più comprensibile e di cui lo sport, il calcio in particolare, ne è un aspetto. I nostri "campetti" erano quel mondo incontaminato che alcuni, tra noi adulti, ancora difendono, conservandolo nella memoria e nel cuore. Come te.
RispondiEliminaCioa Ernest, buon fine settimana.