Il 10 marzo 1959 il popolo tibetano si rivolta contro la Repubblica Popolare Cinese.
Nove anni prima il Tibet era stato annesso alla Cina iniziava così un periodo di coesistenza tra l'autorità di Pechino e il governo di Lhasa.
Nel 1955 però il potere passa completamente nelle mani cinesi.
L'insofferenza e la voglia di riprendersi la libertà culminano nella rivolta di Lhasa soppressa esattamente il 28 marzo di 50 anni fa. Poi è tutto un susseguirsi di sopprusi e negazione dei diritti. Il Dalai Lama è costretto a lasciare il proprio paese per l’India. Tra il 1956 e il 1959, periodo delle rivolte, vengono uccisi decine di migliaia di tibetani, la maggioranza nel Tibet orientale.
Il governo di Pechino, dopo aver soppresso i tentativi di ribellione, mette in atto le "Riforme democratiche" delle istituzioni religiose causando lo spopolamento dei monasteri, all’arresto di molti monaci e al saccheggio delle proprietà.
Durante la Rivoluzione Culturale molti monasteri vengono distrutti e la cultura tibetana viene svuotata vedendo estirpate le proprie radici.
Con l'avvento di Deng Xiaoping al potere a Pechino si vede un filo di speranza verso il dialogo, la luce viene subito spenta. Infatti, nel 1989 viene dichiarata la legge marziale in Tibet dopo il massacro di piazza Tienamen. Nello stesso anno il Dalai Lama viene insignito del Premio Nobel per la Pace, ma la Cina continua ad opporsi alla sua autorità dando inizio ad una rieducazione intensiva all'interno dei monasteri...ed oggi siamo ancora qui...scriviamo sui muri e attacchiamo alle nostre macchine adesivi con su scritto Free Tibet.
L'informazione ancora una volta latita, il Tibet viene usato come notizia spot, come argomento radical chic. Mai un approfondimento degno della storia di questo paese...ma si sa l'economia cinese fa gola a tutti.
Nove anni prima il Tibet era stato annesso alla Cina iniziava così un periodo di coesistenza tra l'autorità di Pechino e il governo di Lhasa.
Nel 1955 però il potere passa completamente nelle mani cinesi.
L'insofferenza e la voglia di riprendersi la libertà culminano nella rivolta di Lhasa soppressa esattamente il 28 marzo di 50 anni fa. Poi è tutto un susseguirsi di sopprusi e negazione dei diritti. Il Dalai Lama è costretto a lasciare il proprio paese per l’India. Tra il 1956 e il 1959, periodo delle rivolte, vengono uccisi decine di migliaia di tibetani, la maggioranza nel Tibet orientale.
Il governo di Pechino, dopo aver soppresso i tentativi di ribellione, mette in atto le "Riforme democratiche" delle istituzioni religiose causando lo spopolamento dei monasteri, all’arresto di molti monaci e al saccheggio delle proprietà.
Durante la Rivoluzione Culturale molti monasteri vengono distrutti e la cultura tibetana viene svuotata vedendo estirpate le proprie radici.
Con l'avvento di Deng Xiaoping al potere a Pechino si vede un filo di speranza verso il dialogo, la luce viene subito spenta. Infatti, nel 1989 viene dichiarata la legge marziale in Tibet dopo il massacro di piazza Tienamen. Nello stesso anno il Dalai Lama viene insignito del Premio Nobel per la Pace, ma la Cina continua ad opporsi alla sua autorità dando inizio ad una rieducazione intensiva all'interno dei monasteri...ed oggi siamo ancora qui...scriviamo sui muri e attacchiamo alle nostre macchine adesivi con su scritto Free Tibet.
L'informazione ancora una volta latita, il Tibet viene usato come notizia spot, come argomento radical chic. Mai un approfondimento degno della storia di questo paese...ma si sa l'economia cinese fa gola a tutti.
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