giovedì 1 dicembre 2011

Io esco tutti i giorni


Io esco tutti i giorni.
Io esco tutti i giorni.
Io esco tutti i giorni.
Io esco tutti i giorni.
Io esco tutti i giorni.
Io esco tutti i giorni.
Si io esco. Ad esempio ieri sono uscito come al solito per partecipare al laboratorio teatrale come ogni mercoledì mattina. Mi sono alzato come uno zombie dal letto, una lentissima colazione con ancora gli occhi chiusi, la ricerca della roba (a caso), chiavi, sigarette, portafoglio, accendino, la mia compagna che mi fa l'elenco (come fa a sopportarmi la mattina non lo so) e poi via, bacio, moto e via.
Quindi teatro, l'abbraccio con i miei compagni, prima il laboratorio di "Stranità" e poi le prove per lo spettacolo del 17 dicembre (che ansia..). Poi pranzo. Di corsa come al solito, e poi TAC timbro del cartellino... al lavoro. Poi RITAC timbro d'uscita, moto, e via fino al campo sportivo, allenamento. Discorsi, le solite sfuriate perchè i ragazzi fanno casino e poi fine, doccia e via.
Sempre veloce perchè devo arrivare in tempo a vedere uno spettacolo... non uno dei soliti. Arrivo, gente tanta gente, tanti bambini, genitori, amici, famiglie e divise blu.
Già uno spettacolo... prima piccoli attori vestiti di bianco, che danzano nello spazio su note musicali bellissime, rappresentano il viaggio, i viaggi. La felicità della partenza, l'ansia, la voglia di scoprire nuovi posti, la mancanza dei genitori, le cose nuove, le amicizie, la solitudine, il gioco, la la scoperta della diversità, l'accoglienza... che solo la magia di un palcoscenico può mettere insieme.
Poi pausa. Si chiude il sipario. Si accendono le luci. Rivedo le facce, gli amici, i bimbi che scendono dal palco, non tutti, e diventano spettatori. E rivedo le divise blu. E poi loro.
Grandi attori vestiti di nero. Genitori, attori, insegnanti e 6 detenuti del carcere di Pontedecimo.
Anche loro parlano del viaggio... quello fatto da tutti noi normalmente e poi quello fatto da loro. Quei 4 passi per 4 passi che ogni giorno fanno nella loro cella "16 splendidi metri quadrati".
Io esco tutti i giorni.
Te lo sei comprato il telefonino figo eh?!? Perchè con quello normale non riuscivi?!?
Io esco e vado da mia madre.
Io nella valigia ci metto la torcia perchè le ombre mi fanno paura.
Io abbraccio tutti i giorni mia moglie.
Questo spettacolo, "Voci del verbo andare", è frutto di un laboratorio teatrale di un anno e più messo in piedi dalla Compagnia del Teatro dell'Ortica (che frequento) con la scuola Daneo di Genova e i detenuti del carcere di Pontedecimo. Un "andare" prima rappresentato dai bambini e poi dai grandi. Un lavoro lungo, meraviglioso, faticoso e che ha incontrato durante il percorso tanti e troppi ostacoli che potete immaginare. A partire dal fatto che per queste cose non ci sono mai soldi e la maggiorparte delle volte le persone coinvolte devono lavorare gratis oppure addirittura mettendo del loro. Qualcuno potrà obiettare che prima ci sono altri problemi, vero si, ma è anche vero che in questi giorni abbiamo letto di sprechi e di privilegi imbarazzanti per un paese civile che spostano soldi che potrebbero finanziare progetti per la disabilità e per il sociale. Quindi l'applauso che va a tutti coloro che hanno lavorato a questo progetto è triplo.
Con questo sia chiaro non si vogliono cancellare le colpe di nessuno, nessuna retorica, nessun buonismo, nessuna riga su niente. E' un messaggio lanciato, per far conoscere l'umanità delle persone, l'importanza di questo tipo di lavoro nelle carceri. Per far conoscere alla popolazione che in quelle strutture che alcune delle nostre città ospitano ci sono persone, in 16 metri quadrati sovraffollati e che nella maggiorparte dei casi non hanno niente di rieducativo.
Per fa conoscere l'uomo non l'etichetta.
La mia vita è come una partita di calcio. Il primo tempo l'ho giocato male, ora sono negli spogliatoi ma il secondo tempo lo voglio giocare bene.

31 commenti:

  1. un pochino dopo tutti questi anni mi sento di dire che ti conosco e non è per paraculismo che dico che non solo stai giocando bene ma per quel che mi riguarda sei uno dei migliori in campo!
    me lo hanno detto le sensazioni di quel giorno a Trieste e ne ho conferma giorno dopo giorno, post dopo post!
    Un abbraccio ed un grande e sincero in bocca al lupo a te ed ai ragazzi ;-)

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  2. @chit. Grazie Chit la cosa è reciproca per quello che leggo sul tuo blog e quei pochi attimi a Trieste lo hanno confermato.
    Ci tengo a chiarire però che l'ultima frase del post è una battuta detta da un attore-detenuto ieri sera durante lo spettacolo.
    un abbraccio amico!

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  3. Sei una persona speciale.
    Un abbraccio.

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  4. @dalle8alle5. grazie davvero per le tue parole, davvero troppo!
    Ieri in teatro più volte con amici ci siamo domandati perchè per queste iniziative bisogna sempre pregare qualcuno...
    ancora grazie!

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  5. bellissimo spettacolo... e in bocca al lupo :)

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  6. merda, come si dice in teatro, oppure si usa in culo alla balena? Non lo ricordo più. La tua iniziativa mi ha ricordato un film di Ferrario, "tutta colpa di giuda", ma qualcosa mi dice che sei meno bona si Kasia Smutniak... ;)

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  7. so bene che non si tratta di buonismo ;-))

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  8. Il teatro sociale è una delle cose più vere, utili e sane che abbia fatto nella vita - e cui ancora mi dedico quando ho l'occasione. Sarebbe bello venire a vedere lo spettacolo! Adesso vedo se riesco. E a voi, invece, tanta merda! :-)

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  9. noi tifiamo perchè il secondo tempo ribalti il risultato

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  10. Niente doping Ernest.
    Lo sanno tutti che negli spogliatoi ti mangi la fugàssa e e bevi 'u gianchettu..
    Eh..! Eh..!

    P.S.:
    L'esperienza teatrale è utile e liberatoria.

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  11. Grazie per aver voluto condividere con noi questo progetto, è bello quando racconti qualcosa del tuo lavoro e del tuo impegno sincero nel sociale.
    Tanta merda! :)

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  12. Importantissima esperienza. Dove lavoro io proponiamo l'esperienza del teatro a ragazzi disabili. E non li facciamo recitare su Pinocchio o altre storielle. È un'esperienza corporea, di movimento, di suoni. È un pugno allo stomaco. È un nuovo vocabolario.

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  13. hai fatto benissimo a parlare di questo progetto toccando così il discorso delle carceri e della mancanza di riabilitazione. son cose di cui nessuno parla mai, quasi come se quelle persone fossero spazzatura da buttare e non esseri umani che hanno sbagliato. tanto più che ho spesso il desiderio di vedere ben altri soggetti dietro le sbarre...

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  14. Ci vorrebbero molte più iniziative come queste.

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  15. Ma Ernest,se tutti fossero impegnati nel sociale come te e il tuo gruppo, il mondo sarebbe TROPPO
    perfetto.
    Cristiana

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  16. http://www.compagniadellafortezza.org/tourne.htm
    Un altro esempio di teatro sociale, è stato qua Genova la settimana scorsa, se capita da voi con "Hamlice" non perdetelo.

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  17. Dovremmo impegnarci tutti per "alleggerire" la permanenza dei detenuti nelle nostre carceri che sono dei lager...sono persone che stanno pagando quel primo tempo giocato male...questo non fa di loro persone da dimenticare. Spesso giriamo la testa dall'altra parte per non vedere, non sentire, non metterci nei panni di...così perdiamo l'essere umani...Questa mattina ho accompagnato i miei alunni a vedere uno spettacolo realizzato da ex malati di mente...sono stati entusiasti della loro bravura...un alunno mi ha detto: Faranno strada. Non immaginando che gran parte della strada l'hanno già fatta uscendo dal tunnel della malattia...
    Siamo umani

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  18. ...Lei ti ama perchè sei come sei, speciale;-))

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  19. Il carcere dovrebbe riabilitare ad una vita normale, di fatto è un contenitore costoso che si limita a contenere. E' davvero una bella iniziativa questa, grazie per averne parlato

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  20. l'importante è partecipare e giocare anche il secondo tempo con la voglia e l'onestà del primo tempo e finire la partita soddisfatto

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  21. Dateci sotto, perché vi aspetta un debutto impegnativo! io starò ad applaudirvi con un po'd'invidia, perché vorrei essere anch'io sul palco!

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  22. I detenuti, così "esistenzialmente criminali fuori", così "grandemente umani nonché creativi dentro". Visti da me, che ho condotto spesso a livello volontaristico, laboratori teatrali tra i detenuti del carcere della mia città. In bocca al lupo

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  23. Ogni tanto, scopro delle realtà meravigliose dietro i tanti blog che frequento! Non che dubiti di chi si cela dietro le tante riflessioni che riempiono la rete... ma conoscere "la realtà" che c'è dietro quelle riflessioni, quasi a toccarla con mano, è commovente.

    Ciao Ernest e buona serata. Ecco, è il conoscere l'umanità positiva delle persone che mi procura piacere e mi infonde speranza e tu, oggi, ne hai trasmessa tanta. A proposito del "..prima ci sono altri problemi..." anche io credo sia vero. Tuttavia, tanti piccoli problemi affrontati e magari risolti, può significare problemi più grandi che neanche nascono. In fondo, se abbiamo dei problemi "grandi", come tanti obiettano, e perché non abbiamo affrontato con la dovuta attenzione, lo stesso problema quando era più contenuto. Con le carceri, è successo questo per esempio.

    Ciao Ernest, ti auguro un fine settimana sereno. (in attesa di lunedì!)

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  24. Sono rimasto molto contento nell'apprendere, leggendo questo tuo post, che "partecipi ad un laboratorio teatrale". Io ho un amore sviscerato per il Teatro - con la T maiuscola - molto meno per il cinema e ancora meno per certi spettacoli che propinano in televisione.
    In Teatro vuol dire che devi essere piuttosto capace come attore perché esibirsi di fronte ad un pubblico che ha pagato, se non lo sei ti stroncano senza pietà anche se si tratta del gelo che ti assale se non ricevi un applauso.

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  25. Risento quella che era aria buona nei primi anni '70 ...

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  26. Bellissimo post, si vede che è scritto col cuore, basta leggerlo per immedesimarsi nella tua realtà dove vita reale e teatralità si fondono in una cosa sola, dove i rituali di ogni giorno e il mettersi in scena diventano un tutt'uno. L'argomento che tratti è molto importante e importante è ricordare a tutti che dietro "etichette" ci sono essere umani. Purtroppo però, è uno dei maggiori fallimenti del nostro stato, che preferisce rinchiudere e dimenticare anzichè recuperare.
    Francesca

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  27. Iniziativa veramente lodevole e complimenti anche a te.

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  28. E' una gran bella cosa che loro, grazie a queste iniziative sulle quali ti spendi, cominciano a guardare la propria vita in maniera diversa, e credono seriamente nel loro riscatto..Certo, è triste che tutto si regga sui vostri sforzi..Pero' è una grande occasione di arricchimento umano in momento ed in un mondo in cui l'impegno sociale è prerogativa di pochi eroi..

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  29. tutti possiamo sbagliare, in un momento particolare della nostra vita. Prima vedevo le cose in bianco e nero. Giusto o sbagliato. Ora vedo molte sfumature. Sarà l'età, certo, ma anche il lavoro di mio marito. Lui fa il penalista, ma io dico sempre che dovrebbe definirsi "missionario" o "assistente sociale". Grazie a lui ho imparato a guardare con occhi diversi, a non giudicare senza sapere, a considerare possibile il cambiamento. Il carcere non dovrebbe essere una punizione, non dovrebbe privare un uomo della sua dignità o del rispetto della società. Iniziative come questa, servono a dare la possibilità a chi ha giocato male il primo tempo, di dare il meglio di sé nel secondo. E di segnare pure un gol!!! Grande Ernest!

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