giovedì 22 marzo 2012

Flic dans la tete

Strano paese il nostro, lo abbiamo detto tante volte e mai come oggi vale questa considerazione. 
Si proprio strano, perchè quello che in questi mesi i nostri tutori che sono al governo hanno messo in atto, mesi fa avrebbe portato all'indignazione della gente.
Già, la gente. Perchè è di questo poi che parliamo, gente, persone, popolo, cittadini che da anni ormai sembrano essere travestiti da pattumiera dell'immondizia, stracolma di spazzatura e riempita ogni giorno. 
Accettiamo tutto. Ieri sera facendo zapping mi sono ritrovato ad ascoltare un pezzo di Paolo Rossi in cui descriveva il popolo non più come cittadini ma come pubblico. E il pubblico si sa guarda da casa, televota, s'indigna un po' e poi va a dormire.
Ecco noi dormiamo da 40 anni direi. Lo abbiamo fatto con la democrazia cristiana, poi con i socialisti e infine col Berlusca. Abbiamo accettato le considerazioni di quelli che dicono che gli ideali di una sinistra vera sono sorpassati e anche indirettamente abbiamo sposato il capitalismo, siamo entrati nelle sue trame, non sappiamo come ma lo abbiamo fatto e ora non troviamo la via d'uscita.
Ho letto la proposta di riforma del lavoro, ma potevo anche non farlo. Perchè di sbagliato c'era già  la partenza, il fatto che questi "baroncini" dell'economia de noatri disprezzano chi lavora veramente, disprezzano la concertazione sindacale, disprezzano chi si oppone mettendoli davanti alla questione "guardate che stiamo parlano di uomini e donne"
Ma in fondo forse non è nemmeno colpa loro. Si perchè loro non la conoscono questa realtà, non l'hanno mai vissuta, e noi  abbiamo permesso tutto ciò, abbiamo firmato contratti in bianco ad una società che arricchiva i pochi per togliere ai tanti, abbiamo sorriso alle battute dell'imperatore di turno continuando a dire che non era nudo. 
Siamo complici.
Accostate l'orecchio alla vostra finestra. Sentite qualcosa? No direi proprio di no, non sentite niente. Invece dovreste sentire milioni di persone marciare per le vie ogni giorno, per protestare uniti senza differenza di categoria. Ma questo non avviene e non avverrà, perchè ci tengono in vita, sospesi in un limbo economico che riesce a mantenere il sistema.
Se loro non arrivano a fare pressioni, a censurare, a reprimere e a ordinare... ci pensiamo da soli state tranquilli. Tutto merito del  nostro FLIC DANS LA TETE, il poliziotto che ormai abbiamo dentro la testa, quello ci immobilizza davanti ad un dirigente, quello che fa chinare sempre la testa, quello che ci fa pensare che in fondo magari hanno ragione, che chiediamo troppo, che forse dovevamo stare più attenti alle lezioni di economia quando dicevano che un paese senza con una disoccupazione imbarazzante il lavoro aumenta solo se puoi licenziare di più.

15 commenti:

  1. Vorrei non essere complice, e non mi ritengo tale. Ogni volta mi arrabbio, non lascio cadere nessuna provocazione, reagisco. Ma no, non è abbastanza e non serve se lo fa una persona sola. Fatto così ti uccide solo dentro. E ti porta dove sono. Ci fossero una strategia collettiva e dei punti di riferimento, sarei la prima ad adottarli.

    RispondiElimina
  2. è vero, siamo un popolo di spettatori. non solo noi, naturalmente. il punto è che non c'è coscienza di quella che potrebbe essere la nostra forza, la forza del popolo. tanto di cappello a chi è riuscito a manipolarci così bene; adesso però ci servirebbe qualcuno che ci faccia aprire gli occhi e vedere.

    RispondiElimina
  3. Naturalmente c'entra la manipolazione delle teste, ma c'entra anche, se non di più, l'andazzo individualista di questa che non è più una società.

    RispondiElimina
  4. Ma non c'è mica bisogno di incazzarsi se questi governano! Lo stanno facendo da destra, e non c'era da aspettarsi altro, ma lo stanno facendo. A me faceva incazzare di più chi prima di loro faceva finta e basta.
    Poi, ho letto la riforma del lavoro proposta: ma siamo proprio sicuri che sia tutta da contestare?

    RispondiElimina
  5. Io mi sono accorto che la maggior parte della gente si aspetta sempre che ci sia qualcuno che lotti per loro. Nel mio ufficio sono in tanti che criticano il sindacato per un rinnovo contrattuale che fa pena ma quando si trattava di manifestare addirittura senza perderci niente perchè avevamo la possibilità di farlo usando le ore di permesso per assemblea sindacale e non di sciopero sono scesi in strada si e no il 20% dei dipendenti. Quando impareranno che il sindacato siamo noi? Lo Stato siamo noi?

    RispondiElimina
  6. E' che la maggior parte della gente è convinta che protestare sia controproducente, credono che fare il "bravo cane" paghi di più.
    E quando si accorgono che non è così, ormai è tardi: i denti per azzannare glieli hanno limati.

    Inoltre quello che dice Giulio è vero: tutti vogliono la pappa cotta da qualcun altro.

    RispondiElimina
  7. Ciao Ernest e buona giornata. Oggi, mi fornisci una descrizione "dotta" di quel popolo bue al quale ho sempre imputato le colpe di tutto ciò che stiamo subendo. Me ne ricorderò perché, spesso, quel modo di definirlo provoca reazioni poco "simpatiche" da parte dei soliti difensori dell'indifendibile. Condivido pensiero ed amarezza. Sono arrivato al punto di desiderare il peggio, il molto peggio per questo popolo senza più dignità, questa "pattumiera" che oramai divora tutto, senza provare disgusto alcuno. Auspico il peggio, nel quale purtroppo anche noi sprofonderemo. Solo così, questo popolo, capirà quello che ha perso e cosa significa lottare per difendere la propria dignità. Ed anche su questo, ho forti dubbi: siamo, insieme ai tedeschi, gli unici che in Europa hanno abbracciato, con entusiasmo, una dittatura ventennale dalla quale NON ci siamo liberati noi. Abbiamo, per quasi 50 anni, messo una croce su uno scudocrociato dal quale NON ci siamo liberati noi. Nell'ultimo ventennio, come nel ventennio di allora, abbiamo con entusiasmo accolto un nuovo "ducetto", moderno, audace, unico e... porco e farabutto. Anche di questo, NON ci siamo liberati noi. C'è stato bisogno di un'esercito internazionale per liberarci da una dittatura e non eravamo neanche tanto convinti. E' stato necessario un gruppo di magistrati per liberarci di politici che da mezzo secolo sostenevamo e, dopo, abbiamo espresso forti riserve nei confronti di quei giudici. Oggi, è stato necessario un massiccio attacco speculativo alla nostra economia per detronizzare l'ultimo ducetto e, dopo, in molti lo hanno pure rimpianto. Se pensi che i "sobri", nonostate tutto, continuano a star simpatici ad una bella fetta di popolo bue.... capirai anche la mia disperazione.

    RispondiElimina
  8. @rouge. si hai ragione infatti io non mi incazzo con loro perchè sono così, mi incazzo con gli italiani da sempre. Per quanto riguarda il resto il punto non è articolo 18 o meno il punto vero è che questi licenziamo comunque con o senza articolo 18. Lo fanno da sempre, se prendo l'esempio mio dove si parla di tagli della sanità la prima risposta da parte di chi comanda è stata "rivedremo le spese, quindi l'organico" e quando parlano di organico non parlano dei loro stipendi da 4-5mila euro ma parlano di chi sta sotto. Quello che sta succedendo oggi è una manovra per fa fuori quel che rimane del sindacato (anche lui ormai in balia del capitalismo a parte i pochi reduci) e quel che rimane delle coscienze critiche dei lavoratori che per paura di essere licenziati accettano tutto e di più.
    Pensiamoci bene... Monti ha accettato veti su tutto, la patrimoniale no, la giustizia a guai a parlarne, gli stipendi per l'amor di dio e la chiesa appena toccato. Guarda caso per l'articolo 18 non se ne parla nemmeno.
    Qui da noi si continua ad andare indietro. Ora la domanda da porci è tolto questo cosa ci toglieranno? Chi fermerà gente come Marchionne e i suoi proseliti che anche prima facevano il buono e cattivo tempo?
    un saluto

    RispondiElimina
  9. io ho perso la voglia anche di scrivere, sono depresso dal pensiero unico che ormai è calato in questo paese come una cappa asfissiante. fino a qualche tempo fa c'era almeno l'ondata di ribrezzo che ormai si era sollevata nei confronti del governo, oggi tutto passa per l'inevitabilità, la mancanza di alternative, passa per il fatto che "peggio di berlusconi non può essere". chi fa notare che così non funziona ormai sono in pochi, il manifesto, micromega, alfabeta2, insomma quotidiani e riviste che possiamo tristemente definire di nicchia, i "soliti" rompicoglioni che non gli va bene niente! questo siamo, questo sono. con chi confrontarsi? tra di noi nei blog? che cosa ci diciamo? quali opinioni solleviamo? a volte sono contento di questa pseudocomunità virtuale ma poi mi chiedo quanto sia vera, quanto possa aiutarmi. in quanti siamo? Ernest non sto capendo niente, non riesco più a raccogliere le idee neanche per scrivere uno straccio di post!

    RispondiElimina
  10. io ho perso la voglia anche di scrivere, sono depresso dal pensiero unico che ormai è calato in questo paese come una cappa asfissiante. fino a qualche tempo fa c'era almeno l'ondata di ribrezzo che ormai si era sollevata nei confronti del governo, oggi tutto passa per l'inevitabilità, la mancanza di alternative, passa per il fatto che "peggio di berlusconi non può essere". chi fa notare che così non funziona ormai sono in pochi, il manifesto, micromega, alfabeta2, insomma quotidiani e riviste che possiamo tristemente definire di nicchia, i "soliti" rompicoglioni che non gli va bene niente! questo siamo, questo sono. con chi confrontarsi? tra di noi nei blog? che cosa ci diciamo? quali opinioni solleviamo? a volte sono contento di questa pseudocomunità virtuale ma poi mi chiedo quanto sia vera, quanto possa aiutarmi. in quanti siamo? Ernest non sto capendo niente, non riesco più a raccogliere le idee neanche per scrivere uno straccio di post!

    RispondiElimina
  11. La situazione attuale è tutta colpa nostra. Tutti si lamentano, ma poi tutti si allineano come pecore di un gregge. Rimanendo in tema con il mio post di oggi, ti lascio un'altra citazione tratta da quel film:
    "I popoli non dovrebbero temere i propri governi: sono i governi che dovrebbero temere i propri popoli."

    Salutoni a presto

    RispondiElimina
  12. Behm ringraziando quel grande che è stato, Augusto Boal, non possiamo non pensare anche alle sue metafore: se ti senti insoddisfatto o oppresso dal mondo che ti circonda e non lo condividi più, hai solo un dovere: lottare per trasformarlo. Potremmo stare bene dopo.

    RispondiElimina
  13. Io ne ho di anni poiché sono entrato nella quinta età ma assicuro che non sono confuso. Però quello che mi fa dannare e che, per motivi fisici piuttosto seri, non posso almeno partecipare, quando è il caso, alle manifestazioni a Piazza San Giovanni che è piuttosto vicina a casa mia. Mi si dirà: perché cosa credi si riesca ad ottenere se uno partecipa? Intanto mi sentirei vivo e già questo mi consola e poi avrei la possibilità di scambiare opinioni e pareri dal vivo e non affidandomi ai media.

    RispondiElimina
  14. Tutti quelli che ne hanno le palle piene di questo governo, di questa politica economica, si coalizzi ... vediamo come va. Peggio di così non credo.

    RispondiElimina
  15. La verità è che siamo comodi, dannatamente, tremendamente comodi, con la presunzione di pensare (o sperare) che qualcun'altro faccia quello che toccherebbe ad ognuno di noi in prima persona.
    E' giunto il momento in cui o si scende in campo disposti a sporcarsi la maglietta e lottare o... meglio che neanche lascino il posto ad altri. E chiunque ha forza, energia, idee e disperazione, si faccia avanti!?!

    Un abbraccio

    RispondiElimina

Latest Tweets

 
;