In questo clima di distensione e vulimmusse bene che dura da troppo tempo qualcuno può tranquillamente togliersi dalla testa che Genova dimenticherà.
Faremo in modo di ricordare sempre, a chi verrà dopo di noi, ai nostri figli e nipoti, ai nuovi arrivati e quelli lontani che 12 anni fa in questi giorni venne sospesa la democrazia, trasformando una città medaglia d'ora per la resistenza in una Buenosaires degli anni 70 picchiando persone di ogni età senza motivo, caricando cortei autorizzati, uccidendo un ragazzo, lasciando scorrazzare per le vie personaggi protetti dalle forze dell'ordine, picchiando persone che dormivano alla Diaz per poi portarle nella caserma di Bolzaneto dove sono state fatte torture fisiche e psicologiche inneggiando il fascismo.
Ricorderemo anche che i colpevoli sono stati trovati ma sono stati promossi come sempre, mandati a ricoprire cariche importanti in un paese che troppe volte dimentica di essere una democrazia, e oggi fa veramente tristezza leggere che il sindacato della polizia Coisp chiede di manifestare in piazza Alimonda "affinche' anche i pochi che hanno tentato ed ancora tentano di far passare per eroe chi si e' comportato in maniera illegale cerchino conforto altrove piuttosto che nella ricerca della criminalizzazione di centinaia di migliaia di uomini e donne che onestamente svolgono il proprio servizio per la difesa delle istituzioni e dei cittadini". Dimentica troppo facilmente quest'uomo che in quei giorni quelle persone che avrebbero dovuto far rispettare la legge l'hanno calpestata e con lei hanno stracciato la costituzione della repubblica italiana che sta al di sopra di tutti.
Genova ricorda.
Il ricordo è sempre vivo.
RispondiEliminaAncora oggi la vista delle divise mi turba.
Non dimentico il ruolo del ministro-fascio, nella "cabina di regia".
Non dimentico il panico per le persone che mancavano all'appello quando dovevamo ripartire.
Non ho dimenticato niente.
Una delle pagine più brutte della nostra recente storia.
RispondiEliminaNon sono uno che fa di tutta l'erba... un fascio, anzi.
Non demonizzo le divise, mai lo farei.
Quei giorni, lì, è successa una cosa che non ha tenuto conto in quale fazione si era.
Moz-
Quell'uomo e altri come lui dimenticano ma noi no.
RispondiEliminaForse quando si è in un ruolo istituzionale, bisognerebbe ricordarsi del giudizio che darà inevitabilmente la Storia.
RispondiElimina@MikiMoz: il fascio c'era ed erano in tanti e armati: dagli elicotteri, dalle alture, di fronte alla carica e persino dal mare.
RispondiEliminaPoi Montalbano ha tentato la riconciliazione.
Conosco "divise" che sanno fare il loro lavoro; quelle di luglio 2001 venivano direttamente dalle camerate.
Sacrosanto ricordare!
RispondiEliminaNeanche volendolo, la figlia di un nostro amico porta un apparecchio ortodonzico, le manganellate alla Diaz le hanno portato via la mandibola superiore, il resto è storia.
RispondiEliminaUna brutta storia che non vorrei venisse cancellata dalla morte di Giuliani.
Quello che mi fa veramente schifo è che i responsabili non solo se la sono cavata, ma hanno fatto pure carriera.
RispondiEliminaImpossibile dimenticare.
Quanta violenza..Non si puo' dimenticare!
RispondiEliminaanche noi non dimentichiamo
RispondiEliminaScusa Ernest ma trovo autolesionismo puro unire la morte di giuliani con il resto.
RispondiEliminaScusa ma per rispetto alle persone che manifestando pacificamente hanno pagato un prezzo insensato non metterei insieme le due cose.
Rispetto per chi ha manifestato pacificamente, vergogna per chi ha usato la violenza, da qualsiasi parte.
Anzi, con l'aggravante per chi doveva difendere chi manifestava pacificamente indossando una divisa
@xpisp. Non voglio iniziare una polemica ma non è così. Quel corteo era autorizzato ed è stato attaccato ormai ci sono le prove, anche registrazioni di comunicazioni audio. E' stato un vero e proprio agguato contro il corteo partito dal Carlini era tutto organizzato, quel giorno alla guida di quei plotoni in piazza Alimonda c'erano anche comandanti che erano già stati segnalati per altre faccende... nn aggiungo altro.
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