galileo Parlate pure: il vostro abito vi dà diritto di dire tutto quel che
volete.
fulgenzio Ho studiato matematica, signor Galilei.
galileo Questo può tornarci utile, se vi
induce ad ammettere che due e due possono anche fare quattro.
fulgenzio Signor Galilei, non ho chiuso occhio da tre notti per tentar di
conciliare il decreto, che ho letto, con le lune di Giove, che ho viste.
Stamattina ho deciso di dire la messa e poi di venirvi a trovare.
galileo Per dirmi che le lune di Giove non esistono?
fulgenzio No. Sono riuscito a convincermi che il decreto è stato
saggio. È servito a rivelarmi quanto possa essere rischiosa per l'umanità
un'indagine libera da ogni freno: tanto, che ho preso la decisione di
abbandonare l'astronomia. Ma ho pure sentito il bisogno di esporvi alcuni
motivi che possono spingere anche un astronomo, quale ero io, a interrompere lo
studio delle scienze esatte.
galileo So benissimo quali sono questi motivi.
fulgenzio Capisco la vostra amarezza. Alludete a certi poteri straordinari
di cui dispone la Chiesa.
galileo Chiamateli pure strumenti di tortura.
fulgenzio Ma non si tratta solo di questo. Permettete che vi parli di me?
Sono cresciuto in campagna, figlio di genitori contadini: gente semplice, che
sa tutto della coltivazione dell'ulivo, ma del resto ben poco istruita. Quando
osservo le fasi di Venere, ho sempre loro dinanzi agli occhi. Li vedo seduti,
insieme a mia sorella, sulla pietra del focolare, mentre consumano il loro magro
pasto. Sopra le loro teste stanno le travi del soffitto, annerite dal fumo dei
secoli, e le loro mani spossate dal lavoro reggono un coltelluccio. Certo, non
vivono bene; ma nella loro miseria esiste una sorta di ordine riposto, una
serie di scadenze: il pavimento della casa da lavare, le stagioni che variano
nell'uliveto, le decime da pagare... Le sventure piovono loro addosso con
regolarità, quasi seguendo un ciclo. La schiena di mio padre non s'è incurvata
tutta in una volta, ma un poco più ogni primavera, lavorando nell'uliveto: allo
stesso modo che i parti, succedendosi a intervalli sempre uguali, sempre più
facevano di mia madre una creatura senza sesso. Donde traggono la forza
necessaria per la loro faticosa esistenza? per salire i sentieri petrosi con le
gerle colme sul dorso, per far figli, per mangiare perfino? Dal senso di
continuità, di necessità, che infonde in loro lo spettacolo degli alberi che
rinverdiscono ogni anno, la vista del campicello e della chiesetta, la
spiegazione del Vangelo che ascoltano la domenica. Si son sentiti dire e ripetere
che l'occhio di Dio è su di loro, indagatore e quasi ansioso; che intorno a
loro è stato costruito il grande teatro del mondo perché vi facciano buona
prova recitando ciascuno la grande o piccola parte che gli è assegnata...
Come la prenderebbero ora, se andassi a dirgli che vivono su un frammento di
roccia che rotola ininterrottamente attraverso lo spazio vuoto e gira intorno
a un astro, uno fra tanti, e neppure molto importante? Che scopo avrebbe tutta
la loro pazienza, la loro sopportazione di tanta infelicità? Quella Sacra
Scrittura, che tutto spiega e di tutto mostra la necessità: il sudore, la
pazienza, la fame, l'oppressione, a che potrebbe ancora servire se scoprissero
che è piena di errori? No: vedo i loro sguardi
velarsi di sgomento, e il coltelluccio cadere sulla pietra del focolare; vedo
come si sentono traditi, ingannati. Dunque, dicono, non c'è nessun occhio sopra
di noi? Siamo noi che dobbiamo provvedere a noi stessi, ignoranti, vecchi,
logori come siamo? Non ci è stata assegnata altra parte che di vivere cosi, da
miserabili abitanti di un minuscolo astro, privo di ogni autonomia e niente
affatto al centro di tutte le cose? Dunque, la nostra miseria non ha alcun
senso, la fame non è una prova di forza, è semplicemente non aver mangiato! E
la fatica è piegar la schiena e trascinar pesi, non un merito! Così direbbero;
ed ecco perché nel decreto del Sant'Uffizio ho scorto una nobile misericordia
materna, una grande bontà d'animo.
2000 anni di storia dell'uomo in un opera di Bertolt Brecht, "Vita di Galileo".
Il bisogno dell'uomo di sapere che in fondo dopo ci sarà qualcosa, una luce di speranza che non bada alle classi o l'oppio dei popoli spiegato in maniera chiara e limpida?
Troppo piccoli per sapere? Mai sapere o meglio non sapere?
Una risposta "ai materialisti con il chiodo fisso" o una risposta che è sempre meglio nascondere?
Convivenza tra scienza e religione?
Verità plasmata per governare, per il potere?
Verità da limare?
Verità unica?
Verità da nascondere per proteggere?
Verità per arricchire?
Verità di fede o fede?
io resto dell'idea che è l'oppio dei popoli...
RispondiEliminaBrecht è quel "mostro geniale" che scrisse sulle difficoltà di scrivere la VERITÀ!
RispondiEliminaE la verità non è una sola!
Dipende dalle nostre "certezze" o dai nostri "dubbi", ricercarla. Possibilmente senza farsi plagiare anche da adulti! Cosa che succede, immancabilmente, ancora adesso!
si sono inventati un sistema per mantenere i privilegi dei soliti, se poi c'è un prete che va fuori dal seminato, lo eliminano. anche non metaforicamente.
RispondiEliminaIo sono un "materialista con il chiodo fisso"!
RispondiEliminaChe grande poesia..Ci son tanti spunti di riflessione.. uno fondamentale è che la religone ha sempre esaltato le qualità negative dell'uomo!
RispondiEliminaRispetto ad Adrìano sono una razionale in maniera purgativa, non mi pongo il problema, mando semplicemente a farsi fottere in vaticano, apprezzeranno.
RispondiEliminaNotte buona Ernest ;-))
Quoto Guchi.
RispondiEliminaMolti spunti per riflettere.
RispondiEliminaCaro Ernest,
RispondiEliminaquando vai al ristorante con gli amici, non mangiare pesante.
Poi dormi male e ti vengono incubi e cattivi pensieri.
Torna alla realtà, ti prego..
Un saluto preoccupato dal tuo amico magocamillo.
Eh..! Eh..!
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P.S.:
Ti lancio uno spunto.
http://decrescitafelice.it/tema/maurizio-pallante
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Cerca di scansarlo altrimenti ti fai male.
;-)
@magocamillo. eh eh amico mago tranquillo di solito quando mangio pesante 3 bicchieri di grappa istriana mettono a posto tutto. In questo caso ha preso sopravvento il mio lato filosofico.. ma sta per tornare a posto.
RispondiElimina:)
Se c'è una cosa che distingue l'uomo illuminato dal resto dell'universo è la ricerca della verità.Il resto,tutto il resto, non conta un cazzo ( mangiato pesante anche io, stasera ) :)
RispondiElimina@ Blackswan da parte di magocamillo
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Ah... la milza! (Brancaleone dolorante al fianco, dopo il duello con Teofilatto dei Leonzi)
No, ivi ci sta lo fegato. (Teofilatto dei Leonzi)
Ah si? Spesso mi dole.
Bollitura di cetosella, finocchio... zolfone... malva... tutto insieme... Bere a digiuno!
Bono remedio?
Eh... ti ribolle dentro come sciacquare una botte, poi per lo dietro ti esce uno gran foco... e tu sei guarito!
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;-)
tutti i grandi geni vengono osteggiati all'inizio, salvo poi inchinarsi allo loro sapienza...
RispondiEliminaNon potrà mai esserci pace tra religione e scienza...l'uomo ha bisogno dell'illusione della religione per sovravvivere alla propria debolezza e alla paura della morte.
RispondiEliminaDa quanto c'è l'uomo, c'è una religione, ma un conto è avere fede, un conto è divenare bigotti e intolleranti verso coloro che quella religione non la condividono.
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