venerdì 6 aprile 2012

Provate a contarli 3 anni

Provate a pensare solamente un attimo ai secondi, poi alla loro somma, ai minuti che passano inesorabili e diventano ore, che scorrono dal mattino alla notte in modo continuo per diventare giorni, e poi mesi, col passaggio della stagioni che scandiscono il corso degli anni.
3 per la precisione.
Tre anni passati sono tantissimi, possono essere una vita, una somma di situazioni e avvenimenti.
Questo è il tempo passato da quelle 3.32 del 6 aprile 2009. Molti a quell'ora dormivano, magari qualcuno lavorava o ci stava andando, qualcuno tornava a casa. Di certo qualcuno rideva, e lo sappiamo...

…..Alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito, non è che c’è un terremoto al giorno”.
“Lo so”, e ride.
“Per carità, poveracci”.
“Va buò”.
“Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto”

...già. Non dimentichiamo.
Non dimentichiamo poi il resto. Dal mancato allarme, le manie di protagonismo di SuperBertolaso, le performance del OneManShow di Arcore con tanto di cappello da pompiere, la farsa del G8, le foto davanti alle macerie, i miracoli promessi con le New Town costate coste 2800euro a metro quadro che ora necessitano manutenzione di cui nessuno sembra occuparsi, le tende, il fascismo messo in piazza contro chi voleva far sapere al resto d'Italia che il miracolo non esisteva, le carriole resistenti e tanta tante gente aquilana che continua a resistere.
E poi i numeri...

309 morti e circa 2.000 feriti

21.731 persone (dei 72 mila residenti) ancora oggi assistite

7 mila persone di quelle assistite abitano nei Map (Moduli abitativi provvisori, casette di legno)

573 nelle case in affitto concordato con la Protezione Civile, 630 attraverso il fondo immobiliare

314 persone in albergo o nella Scuola sottufficiali delle Fiamme gialle di Coppito

13 mila cittadini circa risiedono nelle 19 new town

circa 500 micro imprese artigianali che non sono riuscite a ricollocarsi e altre 1.500 che rischiano di chiudere

8.881 richieste di indennizzo e solo in 2.712 casi sono stati concessi contributi definitivi

un centro storico circondati da 4 milioni circa di  tonnellate di macerie, 211 mila sono state portate via 

Una ricostruzione ferma.

Quella che invece non si fermerà mai è la resistenza degli aquilani e dei cittadini degli altri paesi colpiti, la loro voglia di ripartire. Con loro deve esserci sempre il nostro ricordo e il nostro sostegno.
Non dimentichiamo.

20 commenti:

  1. Hai ragione. Tre lunghi anni e non si è fatto ancora praticamente niente. Quanto ci hanno messo i Giapponesi a tirarsi su dopo il terremoto? Già. Ma forse i Giapponesi non avevano pensato di trarre profitto dalla catastrofe. Solo noi, cazzo. Che vergogna. No. Non si dimenticano certe cose. Mai.

    RispondiElimina
  2. L'Aquila è l'esempio lampante della falsità politica esistente.
    La mia solidarietà alle popolazioni locali e il mio blog resta a disposizione per eventuali iniziative.

    RispondiElimina
  3. Che vergogna, ha ragione Ade.
    E hai dimenticato la bella personcina che ci rideva sopra: degno simbolo di questa bella italiA...

    RispondiElimina
  4. Nell'elenco delle disgrazie, vorrei ricordare FORUM, la mitica trasmissione di Mediaset che ha generosamente elargito il suo contributo di chiarezza e di onestà intellettuale (!).

    RispondiElimina
  5. Grazie Ernest per questo appassionato ricordo.Io non dimentico un attimo di quella allucinante giornata,diventata ancora più terribile per i contorni grotteschi assunti a causa di chi ci ha speculato sopra ( in tutti i sensi ).

    RispondiElimina
  6. è allucinante pensare a come stanno ancora le cose in Abruzzo! e non solo lì, se per questo... e non se ne parla, quasi come se la cosa non fosse manco successa.

    RispondiElimina
  7. Tre anni e per le strade l'unica cosa che senti è il silenzio!!!!!!!!!!!!I politici che hanno fatto passerelle e dichiarazioni sono: Falsi, bugiardi e ladri... anche di speranze!!!!!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  8. solo un saluto Ernest, non riesco nemmeno a commentarla questa vicenda...

    RispondiElimina
  9. Quanto a cose vergognose non siamo secondi a nessuno. L'Aquila è una di queste.
    In che mondo di merda siamo finiti!

    RispondiElimina
  10. Continuo a fare una comparazione, il terremoto de L'Aquila con il terremoto del Friuli, in Frili hanno mandato fuori dalle palle tutti e si sono gestiti da soli alla grande, ricostruendo come era prima, a L'Aquila la protezione civile ha mandato fuori dalle palle i locali e...questi tre anni sono la testimonianza, fossi stata un Aquilana, quello avrebbe riso per l'ultima volta.
    Hasta Ernest ;-))

    RispondiElimina
  11. grazie... ma mi preme ricordare come ho fatto in altri blog, che ci sono cose ben più importanti dei numeri e dell'economia (perché la cassa integrazione e la disoccupazione erano già gravi prima del terremoto) alle quali nessuno fa caso.
    Negli ultimi 3 anni il 70% della popolazione ha sofferto di depressione silente, il consumo di superalcolici e stupefacenti tra i giovani è aumentato in percentuali mostruose (persino tra i minorenni). Sono cresciute le incidenze di malattie come i tumori di tutti i tipi oltre alle malattie psicologiche. Queste sono cose che non verranno mai cancellate

    RispondiElimina
  12. Una tragedia che continua nella più vergognosa indifferenza.
    Che penseranno di noi, che siamo dei mostri?
    Passa de una buona Pasqua se puoi.
    Cristiana

    RispondiElimina
  13. Fai bene ricordare questo scempio..fai bene a scriverci le cifre accanto..Accanto a queste ci sono altri numeri che testimoniano altri scempi.Ci sarebbe da scrivere un libro per ricordarci di tutti questi lestofanti,ladri assassini!

    RispondiElimina
  14. Ma soprattutto ricordiamocelo ogni giorno e non solo agli anniversari

    RispondiElimina
  15. Ciao Ernest. Dopo tre anni che seguo le vicende aquilane, sono arrivato alla conclusione che l'Aquila è lo specchio di questo nostro Paese, in tutto. C'è chi si indigna, pochi, e chi vive, mi correggo, sopravvive rassegnato. Ecco, l'Aquila è questo. Come nel Paese quello che accade, che sta rendendo le nostre vite sempre più problematiche, il quotidiano difficile, il futuro incerto e nebuloso è dovuto alla nostra incapacità di cambiare il corso di questi eventi, così a l'Aquila c'è stata tanta rassegnazione. Non dimentico le critiche, a volte aspre, degli stessi aquilani nei confronti di alcuni "movimenti" e non dimentico quegli aquilani andati a ringraziare il "salvatore" per un'appartamentino che a noi c'è costato quanto uno di lusso, però costruito in mezzo al deserto. Non erano pochi. Anzi!

    L'Aquila è arrivata prima del resto del Paese alle macerie di un crollo. Andando avanti così, è la fine che faremo un po tutti, tutto il Paese... con morti e feriti. Già si contano, intanto, quelli suicidi per disperazione.

    RispondiElimina
  16. In troppo stanno, purtroppo, dimenticando!

    RispondiElimina
  17. Ciao Ernest, concordo con chi ti ha già riposto e in particolare con Carlo.

    Oggi è Pasqua, 'passaggio' etimologcamente.
    Ti lascio qui i migliori auguri.

    A presto,
    Lara

    RispondiElimina
  18. Che questa sia una Pasqua laica di rinascita per la robusta gente aquilana, e un po' anche per tutti noi.
    Auguri Ernest.

    RispondiElimina
  19. Mi sa che la "zona rossa" rimanga "zona rossa" :(

    RispondiElimina
  20. Una disgrazia sfruttata mediaticamente all'inizio e poi messa a tacere perchè di mantenere le promesse proprio non se ne parla.

    RispondiElimina

Latest Tweets

 
;