Mi domandavo, forse perché sono alla soglia dei 40 (tra due anni dai!), se le cose che parecchi anni fa i nostri genitori ci dicevano valgono ancora.
Esempio pratico.
Ricordo come se fosse ieri che mia madre, quando ero in tenera età, mi diceva di salutare le persone più anziane di me. Mi tornano in mente anche le domande che mi ponevo... "Ma perché devo farlo se non lo conosco!?!"... però lo facevo... come tenere il portone aperto o la porta dell'ascensore.
Ora molte volte ci si incontra per la scala del proprio palazzo e il buongiorno rimane come inghiottito da qualche mistero. Le porte si chiudono in faccia. Vediamo i portoni serrarsi ad un centimetro dal nostro naso. Assistiamo all'accelerazione del nostro vicino di casa che non vuole prendere l'ascensore con noi. Ascoltiamo riposte del tipo..."Eh mi dispiace non ci stiamo, magari poi si ferma!".
Insomma ero piccolo e dovevo salutare i grandi, tenere porte, aspettare tutti e portare sacchetti della spesa di altri, ora sono grande (anche un po' di più) e devo salutare i piccoli, rischio facciate nei portoni chiusi, faccio tre piani di scale per non rincorrere gli altri e mi do il buongiorno da solo.
Deve essere successo decisamente qualcosa nel frattempo.
Li hanno prima inferiorizzati con la tv, quindi tecnoglioniti con la telefonia e i sorcial merdwork. Ma io continuo a sorridere, salutare, tenere porte aperte e lampeggiare coi fari per far passare chi non avrebbe la precedenza, ma che senza la mia gentilezza rimarrebbe inchiodato lì per venti minuti. Ammetto di farlo soprattutto per me: sentirsi una merdolina scortese e maleducata dev'essere bruttissimo, oltre che squallido. :)
RispondiEliminaLa gentilezza non abita più qua. Qualcuno credo lo abbia detto prima di me.
RispondiEliminaSì, qualcosa è cambiato. Ma io ricordo di aver conosciuto degli anziani rompicoglioni. Sarà il karma.
RispondiEliminaMoz-
Le tue parole sono molto vere e capita anche a me.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Quoto MikiMoz.
RispondiEliminaGiusta riflessione Ernest.
RispondiEliminaIl mio problema grosso rimane il saluto, le persone faticano a rivolgerlo, magari lo sostituiscono con un sorriso o solo con mezzo sorriso, ma io continuo impeterrita a sottolinearlo e rimarcarlo. Non è solo una questione di educazione ma di rispetto e considerazione verso gli altri.
Ciao :)
Francesca
noi però si continua imperterriti: buongiorno, buona sera, come sta, la posso aiutare a portare la spesa? prego si accomodi, sul bus a chi è più anziano, alle donne incinte e lo condiamo pure con un sorriso perché la vita è decisamente meglio così che colà, lo impareranno a proprie spese
RispondiEliminaDirei che tua mamma ti ha insegnato bene. Io ho visto che dopo la prima volta salutano anche gli altri... direi che non è il caso di smettere.
RispondiEliminaIl saluto nasconde il saluto insito dell'augurare buona salute, buona giornata. Dalla mie parti si usa molto salve, salute! e in dialetto bellunese pure "sani". Non ci si occupa più degli altri. Si inizia evitando il saluto, poi cercando di evitare i vicini di casa etc etc...ci stiamo disumanizzando... :(
RispondiEliminaIo imperterrita insisto. MI piace salutare e sorridere e fare cortesie!
Beh, siamo coetanei e ci hanno insegnato le stesse cose, mi sa...
RispondiEliminaLe mamme hanno smesso di educare...semplice. ( quando dico mamme intendo anche i papà, chiaramente!) Ad un certo punto si è incominciato a delegare a qualcuno a qualche cosa anche l'educazione di base...
RispondiEliminaSì, è successo che le persone sono sempre più individualiste, molto stile Razzi, e hanno paura di tutto e di tutti nascondendosi dietro al classico "con tutto quello che si sente in giro...". O forse, paghi di condivisioni sui social network, ritengono di non aver altro da condividere nella vita reale, manco un dannato "buongiorno".
RispondiEliminaE' successo che tutto è andato a puttane, in questi ultimi anni.
RispondiEliminaCristiana
io mi sono accorto che i bambini non salutano più. E che l'uso del lei per gli sconosciuti sta scomparendo
RispondiEliminaPensa Erne' che lo scorso agosto una coppia abitante al terzo piano del fabbricato dove abito io, che sto al primo piano, mi chiesero il favore di dare un'occhiata alla porta del loro appartamento (blindata da quattro serrature di sicurezza) e, lasciandomi i numeri del cellulare, eventualmente di avvisarli se si verificava qualche guasto visibile dall'esterno della loro casa. Trascorso tutto il mese in vacanza quando sono tornati non si sono neppure degnati di salutarmi dicendomi magari grazie. Da allora non li ho più incontrati per le scale o in ascensore o in strada. Eppure sono in casa come al solito. Avrò controllato il loro appartamento almeno una dozzina di volte.
RispondiEliminaScusami per il commento così lungo.
aldo.
mi piace tanto questo nuovo diario...con l'Ernest di sempre però!
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