lunedì 11 maggio 2009

Riscoprirsi liberi dalla televisione


Il dialogo di una famiglia a tavola.
Discutere dei problemi, parlare tra un boccone e l'altro.
Raccontarsi la giornata, la sera magari davanti a un bel piatto di minestra.
Leggere un bel libro, rileggere un passo insieme alla propria compagna o compagno...assieme alla famiglie...ai propri figli.
Uscire per strada, tirare un calcio al pallone...rincorrersi.
Ascoltare il silenzio...la natura e i suoi rumori...la gente.
Questo nel comune di Noceto in provincia di Parma è stato possibile. Tutto è nato da una tragedia che 13 anni fa ha visto come vittima un bambino di 12 anni. Il bimbo stava guardando la TV...un esecuzione di un uomo trasmessa...la ripetizione del gesto e la tragedia di una famiglia e di un paese intero che si è voluto stringere per il dolore.
Arrivati a quel punto Noceto ha voluto dire basta...spegnere le televisioni...ritornare ai valori di una volta, alla riscoperta delle piccole cose. Prima la scelta radicale di spegnimento, ora, sono 13 anni che la società civile di Noceto organizza iniziative per evitare che le famiglie si perdano davanti ai teleschermi. Quindi, non più l'oscuramento degli schermi ma incentivare altre attività che lascino meno vuoto nelle giornate delle persone che purtroppo i palinsesti televisivi cercano di riempire. Corsi di teatro, laboratori di pittura, letture animate, giochi antichi, giornate dedicate allo sport, doposcuola, incontri con i genitori, cineforum, serate di riflessione, atttività che cercano di non tralasciare nulla, questa la risposta di Noceto.
Non si tratta perciò di una demonizzazione del mezzo di comunicazione, ma una rivolta verso l'alienazione che comporta un suo uso spropositato.
Un tentativo per liberarsi dagli stereotipi di successo proposti dalle trasmissioni ai ragazzi, per liberarsi dal bombordamento commerciale al quale le famiglie italiane vengono sottoposte.
Le speranze a volte affiorano quando e dove meno te l'aspetti...

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