martedì 10 gennaio 2017

Mancano anche le comparse

Esattamente 49 anni fa gli studenti torinesi occupavano Palazzo Campana, quella che viene considerata la prima occupazione del '68, anche se in realtà nel dicembre del 1967 c'erano già state delle occupazioni.
Il resto bene o male lo sappiamo. Il Movimento Studentesco, la Statale, Trento, una infinita quantità di leader e via di seguito.
Quello che mi domando spesso è dove sia finita la voglia di protestare, di cambiamento, di mettersi di traverso, di fare sentire una coscienza critica.
La risposta la sappiamo purtroppo forse la lunga scia del riflusso degli anni '80 non è mai finita e alla fine ci ha portato a sostituire il Noi con l'Io, ad odiare la politica come argomento lasciando via libera a personaggi che hanno massacrato lo Stato.
Sappiamo anche che molti di quelli che hanno partecipato al '68 poi sono andati ad occupare delle posizioni che prima detestavano, altri sono confluiti nei movimenti emersi successivamente, altri nelle tante sigle dell'eversione,  mentre altri si sono semplicemente persi.
Ma oggi che siamo davanti all'annullamento di molte conquiste fatte in quegli anni, allo scempio dello Statuto dei lavoratori, allo Stato di abbandono delle scuola italiana, alle guerre sparse per tutto il mondo al limite nelle strade e nei posti di lavoro regna il silenzio.
Anche i cortei si sono trasformati in mini spot e molti di noi in comparse di film muti.

12 commenti:

  1. Non sai quante volte mi sono posto la tua stessa domanda e sono in cerca di risposte.

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  2. Oggi,forse i giovani hanno altri problemi e non sentono la neccessità di esporsi e poi non c'è più quella comunanza meravigliosa tra studenti e operai,ma soprattutto non c'è più un partito o un movimento di lotta di rappresenti i valori della Sinistra.Io ho gia dato,ero a Valle Giulia (Roma) nel "60 e la mia lotta cin Lc è continuata fino al "74,dopo sono andato a guadagnarmi il pane,oggi toccherebbe ad altri,ma i temoi sono cambiati e le parole Compagni,lotta solidarietà sono state da tempo appese al chiodo o spesso mai usate.
    Ciao,fulvio

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    1. non credo sia solo un problema dei giovani, sui posti di lavoro io vedo anche persone in là con l'età che hanno smesso di partecipare, di dire la propria anche in contesti protetti questa è una delle vere sconfitte ciao

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  3. Quelli che hanno fatto la "rivoluzione" in quel periodo , oggi sono quelli che ti dicono come vestire , come arredare la casa, cosa mangiare e quanto trombare ..ahahaha ...ciao Ernest

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  4. Se i giovani d'oggi abbiano un'idea o un'ideale di vita per cui lottare, è una domanda che mi pongo anche io e già da lungo tempo. Purtroppo, a guardare come si comportano, mi do una sola risposta: sono conformi al "sistema", quel sistema che a partire da quelle prime occupazioni del '68 e per quasi un decennio altri giovani, uniti sotto le sigle di tanti movimenti o confluiti in gruppi eversivi, a loro modo provarono ad "abbattere". Forse non ci riuscirono e forse sono diventati parte di quel "sistema" ma sono innegabili le conquiste sociali ottenute in quel periodo storico per l'intero Paese, grazie alla protesta operaia e studentesca e ad alcuni sindacati e partiti che in quel momento seppero rappresentare al meglio la voglia di cambiamento che attraversava la nostra società.

    Oggi che di quelle conquiste di civiltà viene fatto scempio, questi "giovani" a cui viene negato ogni diritto anche ad immaginarlo un futuro, non muovono un dito.

    Ciao Ernest

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    1. Quelli sono stati davvero anni particolari, anni di partecipazione e anche di eccessi questo è chiaro. La rivoluzione politica alla fine non c'è stata ma c'è stata però quella dei diritti, senza quei movimenti hai ragione ora saremmo in altra situazione non avremmo potuto fare parecchie cose di quelli che invece abbiamo fatto negli anni passati... ciò che veramente mi fa tristezza è vedere anche la poca voglia di partecipazione che ormai c'è a tutti i livelli, questa secondo me è una delle sconfitte peggiori che ha aperto la strada alle peggiori riforme che abbiamo mai avuto
      ciao Carlo

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  5. In momenti di particolare sconforto mi viene da pensare che siamo così "andati a male" da essere sulla via del non ritorno. Poi penso che è troppo pericoloso convincersi di questo e riprendo le mie piccole battaglie

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    1. e ma sono anni che lo diciamo il fatto è che sempre non esserci mai il fondo

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  6. Noi siamo cresciuti per strada, aggregandoci in bande di bambini e già questa probabilmente è stata una scuola di collaborazione e rapporto tra pari che ai ragazzi contemporanei è stata in parte negata. Sono cresciuti nelle case con pochi coetanei, il fuori occupato dalle auto gli è stato sottratto.
    Noi eludevamo costantemente la sorveglianza degli adulti, ci badavamo l'un l'altro, in età prescolare scorazzavamo per conto nostro in quartieri e campagne senza che i genitori sapessero dove eravamo. Malgrado ciò da adolescenti eravamo, come giusto, "nemici" dei nostri genitori e reclamavamo nuove libertà (sessuali per esempio). Oggi vedo i ragazzi amici di padri e madri, è bello ma non credo vada bene, i genitori non dovrebbero essere amici ma appunto genitori. Gli adulti inseguono mode dei ragazzi illudendosi di rimanere giovani sottraggono loro il diritto ad essere diversi da quelli che gli hanno preceduti e la sana cesura tra una generazione e l'altra è venuta in gran parte a mancare.
    Le nuove leve dovrebbero cercare di "buttar giù dalla torre" le precedenti se non si vuole annegare in paludi di conformismo come appunto accade.

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