Una storia italiana.
Una storia che vorrebbero cancellare, che molti non vorrebbero ricordare.
Un paese con troppi Federico Aldrovandi.
Storie di una democrazia che troppe volte offre dei black out, dei muri di gomma, delle stanze fumose che si chiudono e che sbarrano la strada alla verità.
Un ragazzo ucciso, una famiglia che lotta, un'inchiesta che non si ferma perchè le persone vogliono la verità quella che non entra mai in quelle stanze abbottonate.
Domani a Venezia sarà proiettato "E' stato morto un ragazzo" di Filippo Vendemmiati, prodotto da Marcello Corvino (Promo music) in collaborazione con l'Associazione Articolo21, il contributo di Cinecittà, immagini di Rai teche e patrocinato da Regione Emilia-Romagna, dopo oltre 330 cassette registrate e visonate per produrre il Film.
Una storia che vorrebbero cancellare, che molti non vorrebbero ricordare.
Un paese con troppi Federico Aldrovandi.
Storie di una democrazia che troppe volte offre dei black out, dei muri di gomma, delle stanze fumose che si chiudono e che sbarrano la strada alla verità.
Un ragazzo ucciso, una famiglia che lotta, un'inchiesta che non si ferma perchè le persone vogliono la verità quella che non entra mai in quelle stanze abbottonate.
Domani a Venezia sarà proiettato "E' stato morto un ragazzo" di Filippo Vendemmiati, prodotto da Marcello Corvino (Promo music) in collaborazione con l'Associazione Articolo21, il contributo di Cinecittà, immagini di Rai teche e patrocinato da Regione Emilia-Romagna, dopo oltre 330 cassette registrate e visonate per produrre il Film.
"La verità è sempre rivoluzionaria"
A.Gramsci
A.Gramsci
Non avresti potuto cominciare meglio il tuo post. Esattamente di una storia italiana si tratta. Una delle tante vergogne.
RispondiElimina@nico. a volte sembra davvero impossibile contarle.
RispondiEliminaSono troppe e non si può dimenticare, non potremmo dimenticare nemmeno se ce ne fosse una sola di vittima. Tutto ciò va contro il senso civile di uno Stato che si dichiara tale. E l'aggravante è tutto il fumo che ci gira attorno, che nasconde, offusca... la verità.
RispondiEliminasperiamo esca anche nelle sale
RispondiEliminaLa verità è sempre rivoluzionaria anche se non tutti la vogliono ascoltare.
RispondiEliminala verità... che cos'è la verità?
RispondiEliminail problema sta anche in questo... sta nell'avere la capacità di ascoltare e di non farsi guidare dai pregiudizi... ci riusciremo mai? a non pensare di avere la VERITÀ in mano?
a smettere di difendere corporativamente i nostri "simili"? a fare di tutta l'erba un fascio, giustificando sempre i nostri, accusando sempre "gli altri"?
quando capiranno gli onesti che siedono sotto gli scranni del potere - i preti, i poliziotti, i militanti di partito - che indeboliscono il prestigio e l'onore di quelle istituzioni che vorrebbero difendere con il silenzio e la complicità? e come fanno a capire che la colpa dell'uomo d'ordine è enormemente maggiore di quella del cittadino? l'uomo che parla in nome di dio, l'uomo che parla in nome dello stato, l'uomo che parla in nome dell'utopia... come possono tacere sui crimini commessi da altre persone che dovrebbero condividere i loro ideali? condividono solo la macchia. quanto sarebbero più amati, rispettati, apprezzati la chiesa, la polizia, i partiti, se loro per primi indagassero (senza fervore giustizialista, ma con giustizia e senza tutele aprioristiche) ed eventualmente condannassero con fermezza quelli fra le loro file?
ricordo questa storia, il dolore e l'impotenza che ho avvertito all'epoca: mai dimenticare, mai tacere!
RispondiEliminaMi auguro che un giorno venga fatta giustizia, soprattutto per quei genitori che stanno lottando ancora oggi per sapere la verità.
RispondiEliminail fatto che Bondi non si sia presentato alla mostra di Venezia, è un buon segno.
RispondiEliminabravo ernest a ricordare uno dei tanti assassini di stato
RispondiEliminaspero che non resti impunito, ma con questa magistratura che indaga e che giudica...
...mi auguro che sia visto da molti, specialmente giovani. Voglio ricordare inoltre l'ulteriore spregio nei confronti della famiglia Aldrovandi, con la querela alla madre che aveva definito "delinquenti" chi gli aveva ucciso in quelle circostanze il figlio. Omissioni, depistaggi e menzogne non sono riuscite a celare la verità di un pestaggio bestiale.
RispondiEliminaSono tante, troppe le verità da ricercare sulle "vittime dello Stato"
Vi invito a lanciare una campagna : che differenza cè tra il massacro a calci di in ragazzo di 18 anni da parte di 4 agenti di polizia di un paese che si ritiene democratico come l'italia , e la lapidazione della ragazza in Iran paese non riconosciuto come democratico ? Perchè i Nobel italiani, la stampa nazionale, il presidente della repubblica , pronti a intervenire dove cè clamore, non si occupano di queste barbaria per quanto già accaduta , ma sempre nell'aria ?La mia ammirazione va al regista Vendemmiati e ai giovani un invito a tenerne conto mentre si immergono nei loro spriz :la libertà si tutela non è un conquista definitiva.
RispondiEliminaenzocorrado
Dalla reazione che il documentario a caldo provocherà, capiremo se abbiamo tutti davvero imparato qualcosa da quel giorno in cui "è stato morto un ragazzo", come dal giorno di Stefano Cucchi, di Carlo Giuliani, di Aldo Bianzino e delle troppe altre vittime della violenza della polizia e della falsità criminosa dello stato.
RispondiEliminaPurtroppo ne dubito fortemente. Anche io comunque spero che la proiezione non rimanga confinata ai festival di nicchia, e che arrivi dove c'è più bisogno, fin nelle sale dei centri commerciali, tra la gente, superando ogni tentativo di censura.
Non vedo l'ora di poterlo vedere! Di film così dovrebbero riempire le sale!
RispondiEliminaSpero davvero che arrivi nelle sale e che la gente lo vada a vedere.
RispondiElimina@maraptica. un senso civile dello stato che sembra davvero perduto da troppo tempo
RispondiElimina@robyduck. me lo auguro ma la vedo difficile
@magocamillo. orecchio non presenti!
@laVolpe. amico... "quando capiranno gli onesti che siedono sotto gli scranni del potere - i preti, i poliziotti, i militanti di partito - che indeboliscono il prestigio e l'onore di quelle istituzioni che vorrebbero difendere con il silenzio e la complicità? e come fanno a capire che la colpa dell'uomo d'ordine è enormemente maggiore di quella del cittadino? l'uomo che parla in nome di dio, l'uomo che parla in nome dello stato, l'uomo che parla in nome dell'utopia... come possono tacere sui crimini commessi da altre persone che dovrebbero condividere i loro ideali? condividono solo la macchia. quanto sarebbero più amati, rispettati, apprezzati la chiesa, la polizia, i partiti, se loro per primi indagassero (senza fervore giustizialista, ma con giustizia e senza tutele aprioristiche) ed eventualmente condannassero con fermezza quelli fra le loro file?"
ripeto queste parole perchè secondo me sono da incorniciare, dovrebbero essere ripetute sempre e tenute presenti, vorrei davvero avere istituzioni di questo tipo, uomini di questo tipo, ce ne sono ma troppo pochi e non parlo solo delle istituzioni ma anche nel piccolo in quella che chiamiamo vita quotidiana!
@sara. tacere vuol dire essere finiti!
@stefania248. lo spero davvero!
@harmonica. gente del genere non si riesce nemmeno ad immaginare vicino alla cultura
@itsas. sono davvero tanti e a pensarci si viene assaliti da un profondo senso di tristezza
@loris. sono film da proiettare nelle scuole
@enzocorrado. Ciao, la tua è una giusta riflessione che dovrebbe farci pensare sullo stato dell'occidente, sui casi che snobbiano, su quanto ci sentiamo forti quando parliamo degli altri e nulli quando cose del genere riguardano noi.
@ross. sarebbe davvero importante riuscire ad arrivare il più lontano possibile, ho forti dubbi però che film del genere riescano a trovare spazio in questo paese
@giudaballerino. assolutamente si, ma non diciamolo agli italiani che aspettano il cinepanettone
@ilRockpoeta. speriamo sempre in un cambiamento!
@ilRatto. grazie per il link