lunedì 21 novembre 2011

Avanti o indietro popolo?

Voglio premettere una cosa, questo è un post per discutere non per fare polemiche tra di noi.
Per parlare della nostra identità presente e soprattutto futura. Per trovare una via, forse, nuova o magari che è sempre rimasta li a portata di mano ma che pochi hanno ancora il coraggio di proporla. Un strada diversa sicuramente da quelle del passato, libera dalle smanie di dittatura, di regime o dell'uomo solo al comando. Un alternativa possibile a tutto quello che abbiamo vissuto finora oppure l'eterna utopia dell'uomo che tiene il suo desiderio, il suo materasso per atterrare vicino, il suo obiettivo irraggiungibile ma che comunque deve esserci.
Se avete letto le Monde Diplomatique di questo mese avete presente forse di cosa sto parlando altrimenti potete capirlo da questo titolo....

...un dossier sul futuro delle sinistre.
In un momento storico così importante, in cui il capitalismo vacilla e in molti casi collassa invece di proporre soluzioni di sinistra la maggiorparte dei partiti ex comunisti si allinea al liberismo.
Perchè?
Presa di coscienza dell'unica strada liberista?
Paura di perdere consensi dalle alte sfere del potere economico?
Mancanza di leader che sappiano comunicare le reali intenzioni?
Una classe dirigente cresciuta all'ombra dei leader storici?
L'interesse particolare ha sconfitto definitivamente quello della collettività?
Ottusità nel voler associare la strada a sinistra solamente con quelle viste in passato?
I partiti di sinistra sudamericani che si sentono orfani di una sinistra europea che per loro è stata sempre un punto di riferimento, ora si trovano da soli ad esprimere forse un'alternativa reale al liberismo.
Le risposte potrebbero essere molte, sicuramente ognuno di noi ne avrà una. Rimane comunque una domanda forse senza risposta... quando l'uomo potrà essere al centro dell'attenzione, perchè non ora e forse perchè mai?

37 commenti:

  1. caro Ernest, hai una domanda di riserva? guarda, alla fine noi la sinistra la vorremmo proprio per rispondere a quella domanda, ma...

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  2. Secondo me è la seconda che hai detto.

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  3. eppure nel momento in cui i modelli della destra affondano in modo così palese, in cui il disinteresse per l'ambiente, che dovrebbe essere tema caro alla sinistra, si fa prioritario non dovrebbe essere impensabile valutare modelli di "crescita" meno voraci e più attenti al bene collettivo, ed invece...

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  4. Caro Compagno Ernest, io sostengo la tesi seguente:

    Il mondo ha "costruito" i sistemi divindendosi fra capitalismo e socialismo.
    A un certo punto ci hanno raccontato che il primo aveva vinto sul secondo, risultando l'unico sistema possibile.

    A oggi, l'unica potenza mondiele e' la Repubblica Popolare Cinese, che basa le sue fondamenta sul sistema Maoista, che ha i suoi pro e i suoi contro, ma non e' certo un sistema capitalista alla maniera nordamerikana.

    Indipercui, numeri alla mano, pare che Marx avesse leggermente piu' ragione di Rockfeller.

    Hasta
    zac

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  5. Belle domande.
    Posso solo darti una risposta a livello di chiacchiere da bar: c'è nella natura umana un desiderio di "avere" che porta ad un egoismo intrinseco in (quasi?) ogni azione che viene compiuta.
    C'è chi ce l'ha di più, chi di meno, ma ce l'abbiamo tutti.
    IMHO, non saremo mai in grado, come umanità, intendo, di comportarci tenendo il concetto di uomo al centro. Ci sarà sempre chi vorrà essere lui stesso al centro, a spese degli altri.

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  6. L'errore di fondo è stato fatto nel contrapporre capitalismo e socialismo come fossero solo sistemi economici, mentre è evidente che almeno nel secondo per funzionare ci deve essere necessariamente una componente umana che non è riconducibile a semplici numeri e tesi economiche.
    Il compito del primo era certo più semplice. Ha cambiato l'uomo, ma non pretendeva di farlo, e di certo non si proponeva di farlo in meglio come invece il secondo.
    Si può arrivare oggi a una forma di socialismo? Credo di sì, ma perché abbia una possibilità di successo prima deve essere abiurato il sistema attuale, ancora visto come l'unico in grado di dare prosperità. Per farlo in maniera sostanziale, in modo che sia accettato dalla maggioranza, bisogna che la maggioranza stessa si renda conto dell'errore. Siccome l'unico modo per far capire qualcosa a qualcuno è per esperienza sua diretta, bisogna che questo qualcuno tocchi con mano le storture del sistema. Quindi, a mio avviso, non c'è soluzione, o meglio questa passa attraverso un disastro sociale che non so se augurarci (essendo pur'io impregnato di consumismo: mica vivo sulla luna!).
    Prima va a scatafascio tutto, prima si ricostruisce con altre basi.
    Ecco, fossi un dirigente di sinistra, mica lo so se avrei fegato di andare a dire 'ste cose in giro :)

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  7. sinistra istituzionale impreparata...la gente è già più avanti e di molto.

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  8. domande a cui è dificile rispondere, ma, il mio pensiero è che le sinistre hanno smesso di essere tali nel momento in cui hanno deciso di voler governare. Questa decisione ha fatto crollare ogni idea di stato sociale a favore di idee pseudo progressiste, alla fine si è smesso di essere carne senza diventare pesce...

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  9. Dopo aver letto i 5 punti di Paolo Ferrero mi sono cadute le nocciole a terra sfarinandosi.

    La risposta alla tua domanda non è possibile, non lo è per molteplici motivi, il più pesante è che siamo 7 miliardi e diventa difficile apprilare le soluzioni che andavano bene a un solo miliardo ai 7 odierni.

    Il numero di chi detiene le ricchezze è rimasto invariato, il numero di chi banchettava con le briciole...a me spaventa.

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  10. quota dalle8alle5. mai come ora al centro c'è tutto, fuorchè l'uomo.

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  11. Permettimi solo una battuta.
    La risposta è dentro di te e ... comunque ... è sbagliata.

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  12. quando l'uomo potrà essere al centro dell'attenzione di tutti non avremmo bisogno dei partiti

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  13. Caro Ernest,ti leggo sempre e ti stimo perchè ci metti una passione che non ha eguali.Ma,vivendo la tua stessa passione e il tuo stesso impegno,ho capito una cosa.La sinistra,le idee,la rabbia,la voglia di cambiare il mondo, esiste solo nei nostri sogni.Se un giorno qualcosa cambierà,cambierà nelle piazze,col sacrificio della gente comune.Ma sarà sempre e solo un moto,un'ipotesi,una volontà frustrata.Poi,qualcuno prenderà il potere e farà politica.Cioè,la fine di tutto.A me piace ancora crederci e lottare.Ma oggi mi sento molto sconfitto.

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  14. Butto li alcune considerazioni che forse non risponderanno alla domanda che hai posto, ma forse aiutano (o ingarbugliano) a dipanare i pensieri.
    Oggi, una di quelle rivolte della "Primavera araba" ha contato 40 morti uccisi da quell'esercito che buona parte della nostra sinistra ha accumunato alla rivolta tunisina o libica. In Spagna stravince la destra, con qualcuno che accuserà gli indignados di essere stati i migliori alleati del partito popolare senza voler ammettere l'incapacità a gestire i conflitti da parte della sinistra stessa.
    In italia, per non perdere le abitudini, qualcuno oggi pensa che al governo dei tecnocrati era preferibile quello dei pornocrati, e oggi è più o meno radicale in funzione delle chance di poter concorrere per qualche posto in parlamento.
    Conclusione: Ritengo che Marx ed Engels continuano ad avere ragione nella "concezione materialistica della storia" e delle mutazioni che tecologia ed economia determinano sulle classi sociali. Credo che un movimento come quello degli indignados rappresenti una delle mutazioni sociali in atto e che la "sinistra" (definizione forse tecnicamente superata) dovrebbe avere la capacità di riuscire a gestire i conflitti li generati. Pensando ai morti egiziani, credo che non ci sia vittoria popolare , se a redimere la controversia è l'esercito. La sacrosanta richiesta di democrazia e giustizia sociale non può arrestarsi a metà del guado.
    Molte altre considerazioni porterebbero a quanto è successo il 15 ottobre e a quanto ciò abbia giovato sia al PD sia al PDL per assecondare il governo dei tecnocrati e quanto la "sinistra radicale" persista nel tentativo di unificare soggetti inadeguati e insufficienti anziché unificarsi su un progetto sociale che coniughi giustizia sociale e sostenibilità.

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  15. ... bel quesito al quale ovviamente non sono in grado di dare una risposta.
    Da quello che vedo, non c'è più una ideologia della sinistra ma solo una voglia di piacere a tutti,una sinistra che dimentica la lotta di classe attorno alla quale aveva organizzato storicamente la sua identità.
    Francesca

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  16. Il fatto che la Cina sia potenza mondiale significa che Marx vince uno a zero contro Rockfeller?
    C'è qualcosa che non va, in questa equazione.
    C'è qualcosa che non va alla grande.
    A partire dal concetto di democrazia e di diritti umani che mancano, là.
    Non può essere che capitalismo e comunismo abbiano fallito entrambi?
    Non può essere che non ci sia più bisogno di schematismi, compresi i concetti di destra e sinistra?
    E'utopia?

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  17. Le Ideologie hanno sempre avuto un forte potere aggregativo..trovo che negli ultimi anni l'abbiano perso,..abbiamo poco da contrapporre all'avanzata di questa dittatura silenziosa e invisibile che ci sta piano piano schiacciando tutti...Questo disagio sociale, sopratutto economico ci toglie lucidità..non è facile reagire efficacemente..Penso che la politica sia morta..Troviamo il modo di svincolarci dai dictat del mercato, perchè nascondono l'inferno..
    Ho la vaga impressione di trovarmi in mezzo ad un delirio collettivo nel quale la nostra esistenza sia all'improvviso legata al gioco degli investimenti e delle speculazioni...Grave è che nessuno di noi questa cosa l'abbia voluta.
    ..abbiamo saltato qualche capitolo e siamo arrivati alla fine del romanzo.

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  18. Penso vada raccolta la vastità della tua domanda.
    Il capitalismo è in crisi per la concentrazione privata del suo capitale; mentre l'imprenditore ha una qualche funzione perché mette in moto azioni e impulsi, la concentrazione capitalistica prosciuga ricchezze e uomini. Occorre porre un limite alla ricchezza privata salvando nel contempo le spinte positive della piccola e media imprenditoria. Le grandi imprese e le grandi banche debbono avere un carattere pubblico. L'ho detta in modo approssimativo, per iniziare un discorso, ciao

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  19. Oggi siamo tutti abmidestri chi più o chi meno..
    I partiti di sinistra sarebbero un alternativa se avessero una ricetta alternativa..

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  20. Sebbene brevemente,mi sembra che Francesco Zaffuto abbia risposto egregiamente.
    Cristiana

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  21. la crisi delle sinistre è cominciata a partire dagli anni '60 con il superamento della metanarrazione comunista. da allora le sinistre sono alla continua ricerca di una nuova dimensione e identità

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  22. Sono abbastanza d'accordo con Rouge, nel senso che il capitalismo e l'economia su cui è basato non è riformabile, e quindi la sinistra ci convive malamente, non potendo di fatto decidere niente e non avendo davanti nessuna prospettiva di cambiamento radicale.

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  23. @alberto. Si Alberto credo che Rouge abbia ragione anche se spero che chissà prima o poi ci si possa accorgere delle soluzioni prima di sbattere la testa.

    @rouge. idem come sopra. Magari andando a dire in giro quelle cose però un esponente di sinistra sarebbe più credibile invece di seguire le banche. Mah!

    @linea gotica. e mi sa che qualcuno fatica ancora a trovarla. Un po' come dire il popolo c'è ma nessuno lo vede.

    @duhagnst. diamogliela noi a questo punto!

    @Francesco Zaffuto. si concordo, anche perchè senza limite mi sembra che il risultato sia davanti a tutti.

    Cristiana. idem

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  24. @mrHyde. "Ho la vaga impressione di trovarmi in mezzo ad un delirio collettivo nel quale la nostra esistenza sia all'improvviso legata al gioco degli investimenti e delle speculazione"... l'hai detto!

    @silvia. si infatti, e l'errore è stato pensare sempre e solo ad una via già percorsa da altri in maniera dittatoriale. Non è certo quella la strada, si deve parlare di vita sociale, si sentimento dell'uomo, di stati d'animo convivenza e rispetto dell'uomo. Quindi non solo capitale non solo finanza e interessi che in questo caso sono solo del singolo.
    La Cina in alcuni casi è molto più capitalista di molti altri paesi...

    @francesca. si credo che la favola che le classi non esistono non regge più.

    @loris. spero sineceramente che le urla democratiche delle piazze vengano ascoltate e non solo le paroline sussurrate negli uffici delle borse.

    @blackswan. Intanto ti ringrazio molto, e ti capisco perchè molte volte ho gli stessi pensieri per credo sinceramente che al mondo servano coloro che sognano e credono nell'utopia, forse sono quelli che tengono una luce accesa per la speranza chissà!
    un abbraccio

    @adrianoMaini. eh....

    @InneresAuge. uhm ci sarà sempre bisogno di partiti credo ma di partiti migliori composti da uomini migliori.

    @Gap. Eh Gap! Mi sa che hai proprio ragione...

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  25. @Tina. e aumenta sempre di più uno mentre l'altro diminuisce... allucinante.

    @nino p. troppa paura di difendere la propria idea, da cambiare certo rispetto al passato ma da tenere per i valori che ha sempre rappresentato.

    @Cirano. si vero. Ma la gente dovrebbe dimostrarlo ancora di più rispetto all'oggi.

    @dalle8alle5. purtroppo il tuo ragionamento non fa una piega... per questo esistiamo noi che crediamo nelle utopie!

    @Guchi. idem

    @Zac. Si ce ne hanno raccontate parecchie, e il capitalismo è in fallimento da molto tempo basta vedere la soglia di povertà e chi è veramente alla fame. Sulla Cina ho parecchi riserve, io li vedo capitalisti più dei capitalisti ormai per non parlare dei diritti civili che non esistono praticamente.
    hasta

    @sara. Credo proprio anche io! La torta è grossa...

    @amanda. appunto è proprio questo il problema.

    @Robydick. eh roby anche io vorrei la domanda di riserva, ma...

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  26. mancano veri leader capaci di prendere decisioni importanti e in qualche caso impopolari ma non più procrastinabili. A questo, aggiungici il venir meno del senso della collettività, a favore di piccoli, allucinanti, insaziabili interessi personali...

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  27. @alberto: appunto, la fine della grande metanarrazione ha provocato lo smarrimento della sinistra. ma ciò ha comportato un medesimo smarrimento nelle destre, che non avevano più una metanarazione da combattere: crollato il comunismo, è crollato tutto ciò che ci si era costruito attorno, pro e contro.
    come teorizzato dai "postmodernisti"

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  28. Non riesco a dare una risposta anche perché il momento è difficile e coplicato.

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  29. Bisogna che torni a essere un partito del popolo, com’era agli inizi. Non si può appoggiare un governo fatto da banchieri e poteri forti; inoltre ci vuole maggiore unità a sinistra con un soggetto unito.
    Saluti a presto.

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  30. E ora fanno pure il tifo per supeMario...

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  31. Non ho risposte, ma avrei tante altre domande...

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  32. Ciao Ernest e buona serata. Perché? proprio non saprei! Guarda cosa è accaduto, subito dopo le dichiarazioni critiche di Fassina agli ennesimi suggerimenti arrivati dal commissario europeo, per la nostra crescita. Le ha definite deprimenti sul piano intellettuale ed economico e... apriti cielo! Nel Pd, levata di scudi e richiesta di dimissioni. Come si sente, magari appena sussurrata, "qualcosa di sinistra", in alto gli scudi! Ed è metaforica perchè... sono scudocrociati, mai morti de fi ni ti va men te!!!

    Altrimenti, una risposta l'avrei ma non è tra quelle elencate da te o meglio, è un mischione di alcune: l'ottusa convinzione che l'unica strada possibile, per l'umanità, sia quella liberista unita ai devastanti legami che si sono creati tra politica ed economia (ma quale economia se qua sguazziamo nella finanza speculativa??) che, conseguentemente, spingono questi signori a pensare solamente alla loro sopravvivenza fottendosene della collettività.

    Ottusità che gli impedisce di pensare, addirittura solamente immaginare che questo sistema ha fallito e che ve ne potrebbero essere altri dove, come anche tu accenni, è l'uomo al centro degli interessi e non il "profitto" ad ogni costo (quello che pagano e pagheranno i lavoratori).

    Tu parli di "...trovare una via, forse nuova o magari che è sempre rimasta li a portata di mano..." Non saprei se è da qualche parte, da un bel pezzo mi guardo attorno e non la vedo. Non c'è a destra e su questo possiamo giocarci i maroni sicuri di non perderli! Ma non c'è neanche a sinistra, almeno quella che conosciamo e riempie giornali e TV. Sicuramente è nei nostri sogni, ne immaginiamo forme e vantaggi per la collettività. Quella collettività che, oggi, vittima della finanza se ne lamenta ma, poi, al sabato ed alla domenica riempie gli ipermercati, dietro i quali c'è la finanza speculativa.

    Forse, Ernest, dobbiamo lasciar perdere di cercare "destra o sinistra" ma lavorare sugli individui perché se non cambiano loro, avremo sempre quella "levata di scudi" di cui ho accennato all'inizio.

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  33. scusa se mi intrometto ma la domanda è decisamente avvincente... dov'è la sinistra? certo non in parlamento, da parecchio tempo ormai... da quando ha abdicato al suo ruolo e s'è messa a scimmiottare la destra pensando di poterne ottenere gli stessi benefici. So di non attirarmi troppe simpatie, ma già ai tempi del PCI (per parlare solo di casa nostra, d'altra parte non sono una tuttologa...) di errori se ne sono collezionati tanti. In primis forse quel gestire la cosa pubblica sempre più spesso esattamente con lo stesso sistema di clientele e favoritismi tanto caro alla DC... ma se non altro la DC era la DC e non ti aspettavi qualcosa di diverso. E poi ci s'è messo il revisionismo acritico, e poi le concessioni all'unità nazionale ed il non voler prendere atto che uno poteva anche dire "Nè con le BR né con lo stato" senza essere un terrorista, anzi... e via così. Il marxismo non mi pare sconfitto, certi pezzi di Marx sembrano scritti oggi... ma i marxisti si sono divisi in tanti ruscelli che ad oggi non trovano un percorso comune e si rinfacciano ancora lo stalinismo, il trotskjsmo e quant'altro. Poi ci pensa Pansa, e Ichino, e D'Alema e tutti gli altri... ognuno nel suo piccolo. E' abbastanza "storico" che nei momenti di crisi la gente pensi più a coltivarsi il proprio orticello che al benessere comune (e infatti la lega non ha poi cent'anni...) ma è anche il sistema più sicuro per andare a fondo tutti, credo io. Soprattutto in un mondo globalizzato come il nostro. Ma la gente, finché ha un piatto di minestra a disposizione, non capisce... è vero ciò che scriveva qualcuno qui sopra: solo l'esperienza insegna... d'altra parte già Gramsci notava che la storia è ottima insegnante, ma non altrettanto i suoi scolari. Mi sembra poi vera anche la considerazione che la sinsitra non ha un leader carismatico. Ma siamo sicuri di averne bisogno? Forse il problema è proprio questo: finché il popolo della sinsitra avrà bisogno di un messia che dia la linea, finché non sarà in grado di arrivare autonomamente a capire cosa fare e come... io la vedo male. Scusa la lungaggine... ma il tema mi appassiona! :)

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  34. Sto "recuperando" un po' di post andati e per questo devo farti i complimenti, gran bello spunto di discussione.
    Ormai è stato detto molto, quasi tutto. Alla domanda finale caro Ernest io temo di dover rispondere "mai" perchè per questi sistemi l'uomo è un semplice strumento, non qualcosa degno di attenzione. Se non nei mesi pre elettorali...

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  35. Bella tavola rotonda quella cui hai dato vita. Tempo fa furono pubblicati alcuni brevi articoli intorno a questo tema che ho inserito nel mio blog. Potrebbero essere utili alla discussione. Aggiungo un altro suggerimento di lettura, il libro a più voci Sinistra senza sinistra, pubblicato da Feltrinelli nel 2008.
    Un saluto

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  36. Come ulteriore spunto di riflessione contribuisco con questo post che ho scritto oggi.

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