Ogni giovedì qui a Genova davanti alla Prefettura il Forum del terzo Settore organizza un presidio per ricordare a tutti i tagli che il governo ha fatto e vuole fare e che di conseguenza le Regioni metteranno in atto nel sociale, colpendo in particolar modo le cooperative.
Per ricordare a tutti che esiste una quantità infinita di persone che si occupa di bambini, anziani, disabili e tutte le altre persone che molte volte la nostra società reputa fantasmi fastidiosi.
Ieri diversamente dalle altre volte il presidio si è trasformato in corteo, marciando per le via della città, un breve tragitto, ma importante, per far conoscere la realtà di questa vicenda che troppe volte passa senza creare nessun tipo di reazione. Una delegazione di Fincantieri ha marciato assieme al corteo, una notizia davvero importante.
Fin qua direte che novità c'è?
Verso la fine del corteo, in quel momento fermo in una delle gallerie del centro cittadino, un uomo un operaio, credo di una società della manutenzione delle strade (ma non ci giurerei), veniva in direzione contraria alla manifestazione.
Insulti... solo insulti al corteo. Perchè lui doveva andare a casa e noi in quel momento bloccavamo la strada. Una scena surreale con l'uomo allontanato dai carabinieri.
Capisco la fatica di fine giornata, soprattutto di uno che usa il proprio fisico per lavorare... ma in quel gesto c'è una sconfitta. La sconfitta delle ragioni collettive, la tristezza nel vedere una persona che dovrebbe stare dalla tua parte inveire contro un corteo. Il risultato ottenuto dal sistema che porta un uomo a non domandarsi neanche perchè quelle persone sono in piazza.
Qualche giorno fa su questo blog ci siamo domandati dove è la sinistra. Ecco la sinistra è proprio quella vocina che dovrebbe nascere in tutti noi richiamandoci all'ordine mentre stiamo per difendere una nostra priorità non tenendo conto della collettività, quel "si ma però io" che dovrebbe essere sostituito da un "si ma noi", quella frazione di secondo in cui il nostro cervello pensa al singolare e non al plurale.
Ieri sono andato via dal corteo alla fine con un'immensa tristezza dentro.
hai ragione in tutto... la tristezza passa
RispondiEliminaPorta pazienza.
RispondiEliminaLa mamma dei cretini è sempre incinta.
Quello che dici è triste ma molto veritiero. Sai quante volte mi sono trovata a discutere sul noi e non sull'io, quante volte ho ricordato che anche se il problema non ci tocca direttamente è sempre un problema e tale rimane, quante e quante volte e .... ancora ... A volte ci si sfinisce e si è tentati di rinunciare ma alla fine è proprio con chi ti si oppone che è necessario dialogare ..anche se a volte è dura e ti lascia dentro amarezza e rabbia.
RispondiEliminaUn saluto, Francesca
Io non mi perderei dietro a un episodio, perché non sappiamo cosa nasconde la vita di una persona che ha una reazione così feroce. Più in generale invece bisogna pensare alle "guerre tra i poveri" diffuse nella nostra mentalità sociale: io mi sento troppo spero il capro espiatorio di gente frustrata e anche un po'vigliacca che magari sono capaci di fare i cafoni con un'impegata, ma se avessero un ministro innanzi a loro si metterebbero in ginocchio. Bisogna rispettare chi lavora: sempre!
RispondiEliminadiciassette anni di antipolitica, quella del caimano per intendersi, hanno portato anche a questo. uno dei numerosi frutti avvelenati che ci ha lasciato in eredità.
RispondiEliminaSono stato ieri mattina davanti ai cancelli della Fiat di Termini Imerese. Ho visto negli occhi dei lavoratori l'origine di questa sconfitta delle ragioni collettive di cui tu parli. Essi per 40 anni si sono fidati di tutti quei personaggi che in un modo o nell'altro a parole avevano promesso loro un futuro migliore, ma nel momento del vero bisogno, quelli eletti (circa 60 siculi) che siedono in Parlamento se ne sono stati tranquillamente lontani dal problema. Ritengo improbabile una ricucitura delle realtà sociali, tutti sotto la spada di Damocle della crisi, con questo sistema che ancora ci pervade.
RispondiEliminaSperavo il contrario ma questa crisi non fa altro che aumentare egoismo e personalismi. Niente da fare, così non se ne esce proprio!
RispondiEliminaQuello è sicuro un incidente di percorso..E' vero comunque che siamo molto chiusi dentro queste quattro mura che piano piano non saranno più nostre..Troppe delusioni e troppe incazzature..Però bisogna reagire.
RispondiEliminaHai colto il punto,amico mio.Se non percepiamo tutti lo stesso disagio,la stessa sofferenza,lo stesso dolore,e continuiamo sempre a guardare al nostro orticello, non cambieremo mai nulla.La nostra perenne sconfitta sta solo in questo.
RispondiEliminatorno da poco da una conferenza di Piercamillo Davigo, e ti dirò che dopo tutto quello che ho sentito mi è venuta una gran botta di sconforto... il che magari non c'entra molto con il tuo post, ma la tristezza è comune.
RispondiEliminaAutomi. Solo gli automi (e le bestie, ma non tutte) reagiscono in modo stereotipato, senza pensare al dignificato delle situazioni che si presentano loro davanti.
RispondiEliminaIntolleranze del genere ce ne sono sempre state. Piuttosto, un fatto del genere fa ora avvertire a pelle che la solidarietà può andare in frantumi da un momento all'altro, se continua la crisi. Come altre volte nella storia.
RispondiEliminala solidarietà è, per la maggior parte della gente, già in frantumi, temo. Non è solo questione di lega o sudtirolesi o chennesò, è che proprio ormai è già fatica pensare la proprio orticello, figuriamoci se ci tocca pensare pure agli altri... e invece è proprio nei momenti più bui che se ci si aiuta se ne esce - tutti - meglio. Tristezza davvero, perché se anche ti posso assicurare che reazioni del genere ci son sempre state: mi ricordo ancora quando, studentessa, qualcuno ci urlava "andì a laurà" -andate a lavorare- ma allora era l'espressione di un non accordo con il motivo del corteo, non un semplice sfogo per disagio personale... senza neppure sapere perché un corteo sta sfilando. I deboli, gli umili e gli indifesi non sono di moda... sconforto assoluto, eppure... c'è bisogno di sinistra, di tanta sinistra... ciao.
RispondiEliminaBravo Ernest! E' in quell'uno che si riflette come in uno specchio, la nostra sconfitta.
RispondiEliminaNon si poteva descrivere meglio di come hai fatto.
Grazie di cuore!
Lara
è una cosa triste... un segno che tu hai raccolto per noi
RispondiEliminal'omino aveva fretta doveva andare a casa per accendere la TV e chiudersi nel mondo preconfezionato che gli hanno gentilmente offerto, come un pesce nell'acquario
RispondiEliminaUno non fa testo Ernest, è solo un genere, il corteo invece era un insieme di persone e solo questo conta.
RispondiEliminaIl resto di questa divisione va imputata ai confederati che da 20 anni si fanno la guerra, serve tornare all'unità sindacale o se proprio non ne vogliono sapere...tutti con i CUB e COBAS
ho riflettuto come te molte volte sulla vittoria dell'individualismo sulle ragioni della collettività e come te, molto tristemente, ho concluso che ormai è difficile se non impossibile farle ancora valere quelle ragioni, importanti, profonde e.. umane! :(
RispondiEliminaLa crisi mette in ginocchio le tasche della gente e pure il cervello...
RispondiEliminaLa priorità di quel tizio era, secondo lui, superiore a quella degli altri.
RispondiEliminaQuesta motivazione spiega perché siamo messi come siamo.
E purtroppo capita sempre più spesso..
RispondiEliminaConcordo con Tina, era uno, solo uno. Anche se dà da pensare.
RispondiElimina"Perché quando il compagno Marx
RispondiEliminasi portava ancora non male
il nemico del popolo era
il padrone ed il capitale,
ma adesso che non va più
e lo stato sociale è finito
il nemico del povero è
il più povero ancora, e così all'infinito".
Riassumono bene i 99 Posse dei tempi passati.
Ma qualcuno nel corteo ha provato a parlare con quell'operaio, una volta calmato? Perchè è inutile prendersela con le mancanze di una generica e incorporea "sinistra" se noi per primi a partire da questi episodi rinunciamo al tentativo di creare condivisione cedendo all'amarezza.
@Ross. Ti assicuro Ross che quell'uomo non aveva intenzione di parlare, anzi... Quello che dici è giusto e sai che se c'è da convincere qualcuno non mi tiro indietro, ma una scena del genere è stata una mazzata.
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